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L’Aduc ricorre alla Corte europea per il ritardo della pillola abortiva in Italia

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2008 22:04
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18/12/2008 22:04
 
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L’Italia, fanalino di coda in Europa per quanto riguarda i temi etici, non riesce ad uniformarsi al livello degli altri Stati membri per quanto riguarda l’introduzione della pillola Ru486. Già osteggiata in sperimentazione, al momento dell’immissione nel mercato la decisione viene rimandata, mentre la Chiesa cattolica e alcuni parlamentari fanno fronte comune per osteggiare la sua circolazione.
L’associazione per i diritti dei consumatori Aduc ha deciso di prendere in mano la situazione, facendo ricorso alla Corte europea. Ecco il comunicato stampa:





L’Aifa rimanda per l’ennesima volta la decisione finale sulla pillola abortiva Ru486. A questo punto e’ chiaro che vi sono pressioni politiche sull’Aifa, un organo che dovrebbe essere meramente tecnico, per impedire la registrazione del farmaco.
La direttiva europea 2001/83/EC (art. 28) prevede che uno Stato membro approvi la richiesta di mutuo riconoscimento entro 120 giorni dalla presentazione (90 giorni per accordarsi con Governo francese e 30 per decidere sul prezzo e l’etichettatura). Ormai e’ passato piu’ di un anno da quando la domanda di mutuo riconoscimento e’ stata posta all’Italia che, in violazione della legge europea, continua a non decidere.

A questo punto, vista l’impossibilita’ per l’Aifa di assolvere alla propria funzione medico-scientifica, e’ urgente che intervenga l’Unione Europea con la procedura centralizzata di autorizzazione alla commercializzazione. A quel punto saranno le istituzioni europee, di certo meno influenzate dalla politica e dal clericalismo di quelle italiane, a decidere per tutti gli Stati membri, compresa l’Italia.

E’ triste doversi arrendere, ma purtroppo non abbiamo piu’ fiducia alcuna nelle istituzioni italiane, nessuna esclusa. La politica e le ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche stanno divorando anche quel briciolo di professionalita’ scientifica che rimaneva in agenzie come l’Aifa.
Ci auguriamo che la ditta produttrice della pillola abortiva, Exelgyn, si faccia subito valere in sede europea, dove ha diritto ad ottenere risposte certe. Per conto nostro, abbiamo incaricato in nostri legali di preparare un ricorso alla Corte europea.

L’Aifa ha informato due giorni fa dell’inserimento dell’autorizzazione all’uso della pillola nell’ordine del giorno di fine anno. Tuttavia il Vaticano moltiplica le sue pressioni, e molti parlamentari hanno deciso di sottoscrivere una mozione trasversale per sospendere la procedura di autorizzazione.
La mozione, proposta da Luca Volontè e Laura Bianconi (Pdl), è ufficialmente motivata dal maggior rischio di morte per la donna - 10 volte superiore, come viene asserito - e dal rispetto della legge 194, in particolare per il fatto che l’aborto possa avvenire solo in ambiente ospedaliero. Si suppone che questi siano pretesti, dato che secondo l’Aifa la pillola sarà appunto utilizzata solo in ambiente ospedaliero: il nome di Luca Volontè tra i propositori fa pensare ad un’azione oscurantista dovuta a motivi religiosi.
Non è chiaro se l’Aifa abbia reso noto che l’autorizzazione alla pillola slitterà ulteriormente, o se il ricorso dell’Aduc sia un’azione preventiva.

www.uaar.it/news/2008/12/16/pillola-abortiva-ritarda-italia-laduc-ricorre-alla-corte-...



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