David.Bre, 13/03/2012 00.06:
Il poly così si esprime in una discussione nel cafè delle anime:
Non ci sei solo tu in questo forum, altri potrebbero rispondere: voglio l'impegno scritto che dopo che avrò risposto la discussione sarà chiusa, e che chiunque postasse prima della chiusura della discussione avrà il suo messaggio cancellato.
La cosa che allo stesso tempo mi diverte e mi rattrista è che una persona adulta non si renda conto che scrivere un post del genere significa catapultarsi da soli nel ridicolo.
Passi l'assoluta mancanza di senso critico nei confrontri della storia della propria chiesa,passi l'assoluta mancanza di considerazione per tutto ciò che non è accademico (come se la cultura si misurasse con i titoli,come se tra gli accademici non si trovassero fior di asini,come se sopratutto su certi temi non si dovesse ricercare proprio tra gli studiosi di confine per trovare dei veri esperti),ma addirittura chiedere (e ottenere,oltretutto) l'impegno scritto di poter avere l'ultima parola ("altrimenti io non gioco")...è incredibile il livello di alienazione a cui si può giungere a causa di questo stupendo mezzo chiamato internet:fa davvero riflettere.
La fuffosofia del Poly va demolita alla base.
Base che e' la stessa dei suoi contraenti di altre sponde fideiste.
Finche' si discute sul numero delle ali dei somari volanti in circolazione e' un compito impossibile.
Il suo risultera' sempre quello che vola piu' alto.
Puo' riuscirci solo un ateo, il quale abbatte tutti gli asini alati, senza distinzione.
GLI ASINI NON VOLANO.
Abbattuto il somaro, abbattuto Poly.
Punto.
A te un sincero bentornato, se come flebilmente
suppongo sei Rosario/Aquarius, altrimenti un benvenuto di tutto cuore.
Ciao
Claudio
[Modificato da Claudio Cava 13/03/2012 02:39]
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer