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Pedofilia clericale. Facciamo un po' di chiarezza

Ultimo Aggiornamento: 14/07/2012 07:57
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01/04/2012 19:28
 
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I genitori che mandano i bambini dai preti sanno benissimno a cosa li espongono. Inutile fare tante ciance. I preti in larga misura sono sessualmente frustrati e molti di questi frustrati si avviano verso la pedopornografia, la pedofilia, l'omosessualità indotta da repressione e sempre sempre all'onanismo.

I genitori che mandano i bambini al catechismo saranno complici per distrazione, ignoranza, timore, soggezione del prete pedofilo se il loro figlio avrà la sventura di incontrarne uno. Sarebbe come mandare i bambini nella giugla dove fra i tanti animali ci sono anche le tigri. Non è detto che il bambino incontri la tigre, ma se la incontra sarà colpa dei genitori se la tigre lo sbranerà. IL pedofilo è un malato e i genitori che affidano il loro figlio a un prete non possono poi dire che non potevano immaginare.
[Modificato da Blumare369 01/04/2012 19:29]



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Generalità: Giordano Bruno

Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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Pedofilia, dal Vaticano un sabba di menzogne


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di Paolo Flores d’Arcais, il Fatto Quotidiano, 28 aprile 2010

Contro la pedofilia dei suoi preti, sembra proprio che il Papa voglia fare sul serio. Perché allora continua a occultare la verità sul passato e ha messo online un falso? Padre Federico Lombardi, infatti, non agisce di testa propria, è il portavoce della Santa Sede, e inoltre è persona di squisita gentilezza. Se dunque non ha risposte alle “quattro domande cruciali” che con una mia lettera aperta questo giornale gli ha rivolto una settimana fa non è perché non ha voluto, è perché non poteva: non aveva la “licenza de’ superiori”.

Avesse potuto, infatti, avrebbe dovuto confessare quanto segue: la frase chiave “Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte” contenuta nelle famose “linee guida” sulla pedofilia, messe online sul sito ufficiale del Vaticano lunedì 12 aprile, e presentate da padre Lombardi come “disposizioni diramate fin dal 2003” (sito dell’Avvenire, quotidiano della Cei) non risale affatto al 2003 ma è stata coniata nuova di zecca nel weekend del 10-11 aprile.

Al responsabile dell’autorevolissima agenzia internazionale “Associated Press”, Victor Simpson, che chiedeva lumi sulla posizione della Chiesa in fatto di pedofilia, padre Lombardi inviava infatti il venerdì 9 aprile un documento in inglese identico a quello messo online il lunedì successivo, tranne la frase chiave di cui sopra, che non compariva. E che perciò è stata partorita durante il weekend.

Come altro si può chiamare in buon italiano una manipolazione del genere se non un “falso” (“falso: non corrispondente al vero in quanto intenzionalmente deformato”, Devoto-Oli)? Perché tutto l’interesse di quel documento si concentrava nella famosa frase chiave, che non a caso è stata sbandierata come la dimostrazione di una volontà della Chiesa – da anni – di collaborare con le autorità civili, rispettandone le leggi anche quando esse impongono a un vescovo di denunciare alla magistratura inquirente il suo prete sospetto di pedofilia.

E’ dunque falso, assolutamente falso, che la Chiesa cattolica gerarchica avesse già nel 2003 fatto obbligo ai suoi vescovi e sacerdoti di “dare seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte”. All’epoca era vero, anzi, il tassativo obbligo opposto: tacere assolutamente alle autorità civili, in ottemperanza al “segreto pontificio”, che comporta addirittura un giuramento al silenzio fatto solennemente sui vangeli, la cui formula terribile abbiamo riportato in un precedente articolo (cfr. Il Fatto del 10 aprile).

E’ perciò altrettanto falso quanto ha sostenuto mons. Scicluna nei giorni scorsi, secondo cui “accusare l’attuale pontefice [per quando era cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede] di occultamento è falso e calunnioso (…) in alcuni paesi di cultura giuridica anglosassone, ma anche in Francia, i vescovi, se vengono a conoscenza di reati commessi dai propri sacerdoti al di fuori del sigillo sacramentale della confessione, sono obbligati a denunciarli all’autorità giudiziaria”.

Questa non è la dichiarazione di un carneade qualsiasi, perché, come spiega il suo intervistatore Gianni Cardinale “monsignor Charles J. Scicluna è il ‘promotore di giustizia’ della Congregazione per la Dottrina della Fede. In pratica si tratta del pubblico ministero del Tribunale dell’ex sant’Uffizio”. Che l’affermazione di monsignore sia falsa lo prova ad abundantiam la testimonianza dei giorni scorsi del cardinale Dario Castrillon Hoyos, tuttora tra i più stretti collaboratori di Papa Ratzinger, che ha ricordato come fosse stato Giovanni Paolo II in persona a fargli scrivere una lettera di solidarietà e sostegno a un vescovo francese che per il rifiuto a testimoniare contro un suo prete pedofilo era stato condannato a tre mesi con la condizionale.

Padre Federico Lombardi ha opposto un “no comment” alle affermazioni (palesemente inoppugnabili) del porporato colombiano, ma ha aggiunto che l’episodio “dimostrava e dimostra l’opportunità della unificazione delle competenze in capo alla Congregazione per la Dottrina della Fede”. Non rendendosi conto che tale “unificazione” avviene nel maggio del 2001, mentre la lettera del cardinale, per volere di Papa Wojtyla, è del settembre dello stesso anno, dunque è successiva, e conferma l’unica interpretazione che di quella “unificazione” si può dare: il più assoluto segreto era assolutamente centralizzato per renderlo ancora più catafratto.

Perché perciò tutto questo sabba di menzogne, visto che Benedetto XVI sembra davvero intenzionato a cambiare atteggiamento, e a non occultare più alle autorità secolari i casi di pedofilia ecclesiastica (il vescovo di Bolzano e Bressanone ha inviato in procura le prime denunce)?

Perché scegliendo la Verità dovrebbe riconoscere che il suo predecessore aveva ribadito come dovere sacrosanto l’omertà rispetto a magistrati e polizia, e difficilmente dopo tale ammissione potrebbe elevare Karol Wojtyla all’onore degli altari.

Perché dovrebbe confessare Urbi et Orbi che la svolta è di questi giorni, e che egli stesso, come cardinale Prefetto (e in larga misura anche nei primi anni del Pontificato) non ha trovato il coraggio di chiedere coram populo (non sappiamo cosa pensasse in interiore homine) una politica della trasparenza e della denuncia ai tribunali, contribuendo con ciò all’impunità di un numero angoscioso di pedofili, che se prontamente messi in condizione di non nuocere avrebbero risparmiato la via crucis di migliaia di vittime.

Perché dovrebbe ammettere che a tutt’oggi il suo portavoce si è prodigato in un lavoro di raffinata disinformacija, e consentirgli (o intimargli: non sappiamo se padre Lombardi soffra per quanto ha dovuto manipolare) di cambiare registro. Perché…

(28 aprile 2010)
Fonte: temi.repubblica.it/micromega-online/pedofilia-dal-vaticano-un-sabba-di-m...



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07/04/2012 20:15
 
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Maledetto ipocrita.


Spagna, in diretta tv il vescovo contro i gay: ''Vanno all'inferno''

"I gay si prostituiscono e sono destinati all’inferno". Così l’arcivescovo di Alcalà de Henares (Madrid) Juan Antonio Reig Pla, nel corso dell’omelia del venerdì santo trasmessa in diretta dalla tv pubblica spagnola, ha associato l’omosessualità alla prostituzione. E non ha risparmiato neppure le giovani donne, che scegliendo di abortire «distruggono se stesse». Secondo Reig Pla i gay sono persone che «fin da piccole pensano di essere attratte dagli individui dello stesso sesso e, a volte, per comprovarlo si prostituiscono o frequentano club di omosessuali: vi assicuro che finiscono all’inferno». L’invettiva ha immediatamente suscitato le proteste degli spagnoli su Twitter

(a cura di Luca Monaco)
Fonte: video.repubblica.it/mondo/spagna-in-diretta-tv-il-vescovo-contro-i-gay-vanno-all-inferno/92235?video=&ref...

All'inferno ci andrà sicuramente lui, l'ipocrita: si è dimenticato di mettere nella lizza i maledetti sporcaccioni preti pedofili e quelli che li coprono e li nascondono. Oltre ai seduttori di parrocchiane.
Ipocrita moralista, all'inferno ci andrai tu, pretazzo di cacca!
[Modificato da Agabo 07/04/2012 20:17]



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07/04/2012 20:32
 
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Boccacce di merda!!!!! Ma di cosa cianciano???? Di quello che fanno loro???? [SM=x789071]

Vergognatevi!!!! [SM=x1413487]

[Modificato da =omegabible= 07/04/2012 20:33]



O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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17/04/2012 19:35
 
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VI PROPONGO QUESTO VIDEO DI MARCO TRAVAGLIO, ATTENZIONE ALLE CIFRE E AI CASI CHE CITA!:





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17/04/2012 20:20
 
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UN VIDEO INDIMENTICABILE ... E DA NON FAR DIMENTICARE!:





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23/05/2012 20:34
 
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IPOCRITI, SI SOTTRAGGONO AD UNO DEI DOVERI PIU' ELEMENTARI DELLA RESPONSABILITA' CIVILE:
"non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti di pedofilia."
SU ALTRE QUESTIONI, INVECE, GRIDANO E STARNAZZANO COME DELLE OCHE



"IL CASO
Pedofilia, nella direttiva Cei nessun obbligo di denuncia
"Per il vescovo non esiste il dovere di segnalare il caso perché non si tratta di un pubblico ufficiale", si legge nelle linee guida della Conferenza episcopale italiana. Fra i punti del documento "c'è la massima cooperazione con la giustizia"

CITTA' DEL VATICANO - I vescovi italiani non hanno l'obbligo di denunciare alla giustizia civile i casi di sacerdoti pedofili. Lo affermano - come anticipato qualche giorno fa da Repubblica - le linee guida Conferenza episcopale. "Nell'ordinamento italiano il vescovo - si legge nel documento - non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l'obbligo giuridico di denunciare all'autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti" di pedofilia.

Entrano così in vigore oggi, con la loro pubblicazione, le linee guida della Cei "per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici" richieste dalla Santa Sede ad ogni episcopato mondiale. Il documento ha già fatto "un passaggio informale, ma autorevole" dalla congregazione Vaticana per la dottrina della fede, che "ha preso atto che la conferenza episcopale italiana ha recepito debitamente" la richiesta avanzata dal Vaticano dopo lo scoppio dello scandalo nel 2010 e il 'giro di vite' della normativa canonica voluta dal Papa.

Fra i punti la cooperazione con la giustizia. "I vescovi hanno sviluppato - ha detto il segretario generale Mariano Crociata, rispondendo ai giornalisti - una cooperazione davvero ordinaria con i magistrati italiani. Auspico che si sviluppi a tutti i livelli nelle nostre collettività, perchè casi di abiso sui minori purtroppo sono
numerosi in tanti ambienti. Da parte nostra è in atto e c'è
la massima collaborazione con i giudici".

Rispondendo a una domanda specifica, monsignor Crociata ha poi escluso che "il reinserimento" dei sacerdoti colpevoli possa costituire un pericolo per i minori. "Il reinserimento - ha affermato - non è mai ritorno alla pastorale ordinaria, un prete che ha avuto questi problemi non torna ad avere la possibilità di contatti con i minori, assolutamente no".

Sono stati 135 i casi di preti pedofili denunciati dalle diocesi italiani alla congregazione per la dottrina della fede - il dicastero Vaticano responsabile per gli abusi su minori commessi dai preti - tra il 2000 e il 2011. In particolare, di questi 135 casi, 53 sacerdoti sono stati "condannati", senza specificare i provvedimenti presi nei loro confronti dall'autorità ecclesiastica, 4 "assolti", mentre gli altri casi sono ancora in fase di istruttoria.

Quanto ai rapporti con la magistratura italiana, 77 dei 135 sacerdoti sono stati denunciati all'autorità giudiziaria, con l'esito di 22 condanne in primo grado, 17 in secondo grado, 21 patteggiamenti, 5 assoluzioni mentre 12 casi sono stati archiviati.


(22 maggio 2012)
Fonte: www.repubblica.it/cronaca/2012/05/22/news/pedofilia_nella_direttiva_cei_nessun_obbligo_di_denuncia-3...
[Modificato da Agabo 23/05/2012 20:35]



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SCARICA UN CAPITOLO DEDICATO AL PROBLEMA DELLA PEDOFILIA NEI SEMINARI (con l'esperienza di Luca Barbareschi)

Vai sul sito:
www.filefactory.com/file/60we3etskghr/n/PedofiliaPinottiOlocaustobi...

e scegli "Slow download". Poi segui le istruzioni.



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Un altro prete pedofilo. A loro piacciono molto giovani!


ABUSO SUI MINORI
Pedofilia, arrestato prete a Fano
è il portavoce del vescovo locale

Don Giangiacomo Ruggeri arrestato per presunti abusi su una ragazzina minorenne. 43 anni, è parroco della Chiesa di Santa Maria in Orciano. La solidarietà dell'alto prelato alla vittima degli abusi

www.repubblica.it/cronaca/2012/07/13/news/pedofilia_arrestato_prete_a_fano_il_portavoce_del_vescovo-39011754/?ref...



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