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La brutta politica di Sua Santità

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2007 21:34
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04/12/2007 07:56
 
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La brutta politica di Sua Santità

È «relativismo morale» impegnarsi per salvare la vita di migliaia di donne e bambini segnati dal virus dell’Aids nella martoriata Africa? È «negare la possibilità di un agire etico fondato sul riconoscimento della legge morale naturale», impegnarsi perché le Nazioni Unite approvino finalmente una risoluzione per la moratoria universale della pena di morte? Tra i «frutti amari della logica relativistica» vanno annoverati anche gli sforzi per la ricostruzione, non solo materiale, di Paesi disastrati da guerre e pulizie etniche?

Tanto per ricordare una tragedia dimenticata, basterà citare il caso del Ruanda. Ed ancora: lavorare per alleviare le sofferenze della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, praticare una solidarietà concreta per la gente del Kosovo, tutto ciò rientra nel «disprezzo del diritto umanitario» e nella discriminatoria «difesa selettiva dei diritti umani»? C’è molta politica, e poca pietas, nelle considerazioni che Papa Benedetto XVI ha espresso ieri incontrando in Vaticano le Ong cattoliche più importanti e influenti del mondo. C’è molta politica e, spiace rilevarlo, di quella partigiana e dunque, annoverabile nella «brutta politica». Brutta perché faziosa.

Brutta perché ingenerosa. Brutta perché la battaglia della Chiesa cattolica contro l’aborto non dovrebbe spingersi fino al punto di tirare in ballo l’operato dell’Onu, genericamente inteso, e di non meglio precisati organismi internazionali. Le Nazioni Unite non sono solo il Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea generale. Le Nazioni Unite sono anche le tante agenzie umanitarie impegnate ogni giorno nelle aree più «calde» e disastrate del pianeta. Benedetto XVI avrebbe fatto bene a ricordarlo: la sua non è stata una dimenticanza di poco conto. Se non suona blasfemo, diremmo che il pontefice stavolta ha peccato di «ingenerosità».

Papa Ratzinger sprona a battersi affinché i principi etici non siano «negoziabili», né a Palazzo di Vetro di New York né altrove. Bene. Giusto. Ma coerenza avrebbe voluto che tra i principi etici non «negoziabili» vi fosse anche il «no» allo Stato che si fa giustiziere attraverso la pratica della pena di morte. Nella Terza commissione delle Nazioni Unite che nelle scorse settimane ha approvato la risoluzione per la moratoria della pena capitale, la Santa Sede (che all’Onu ha il rango di osservatore) ha guardato con favore ad un capzioso tentativo del fronte anti-moratoria di inserire la questione del diritto dell’embrione all’interno di una discussione che riguardava il «no» ai boia di Stato. Le ragioni dell’etica dovrebbero spingere a chiedere più risorse per le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite; le ragioni di una «bella politica» imporrebbero il sostegno a quanti, in nome di una visione multilaterale del governo dei conflitti, chiedono una maggiore centralità, e dunque più strumenti e poteri, per l’Onu.

Ha ragione, Papa Ratzinger, a denunciare il «disprezzo per il diritto umanitario» che segna fortemente i nostri tempi. Ma quel disprezzo - ricorderebbero gli operatori Onu che ogni giorno interagiscono con una umanità sofferente - - ha poco a che vedere con «certi stili egoistici di vita» e molto con quelle logiche di potenza, che hanno, ad esempio, segnato negativamente le presidenze del religiosissimo George W.Bush, e fatto prevalere gli interessi del più forte su quelle dei più deboli. Di queste logiche deteriori, l’Onu è stato più vittima che propugnatore.


Umberto De Giovannangeli -
http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=11137





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04/12/2007 07:58
 
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Benedetto XVI riceve i rappresentanti delle ong cattoliche accreditate presso le Nazioni Unite
"Basta con il relativismo morale che domina gli organismi internazionali"

Duro attacco del Papa all'Onu
"Dimentica la dignità dell'uomo"

Stizzita replica del palazzo di Vetro: "Il nostro è un accordo tra Stati. Siamo fondati
sui diritti umani e cerchiamo di parlare con il più alto numero di interlocutori"


<B>Duro attacco del Papa all'Onu<br>"Dimentica la dignità dell'uomo"</B>

Papa Benedetto XVI


ROMA - Papa Benedetto XVI denuncia la logica del "relativismo morale" che a suo avviso domina l'Onu e gli altri organismi internazionali. C'è un rifiuto, ha detto, a riconoscere la centralità della "legge morale naturale" e la difesa della "dignità dell'uomo". Le regole internazionali - ha proseguito il Pontefice - si basano solo su una ragione politica e non etica e ciò porta ad "amari risultati". E con il palazzo di Vetro si apre una lacerazione che se non è una frattura poco ci manca. Lo staff del segretario generale Ban Ki-Moon ci ha pensato su quasi mezza giornata e in serata è stato mandato avanti il portavoce dell'Onu Farhan Haq per precisare che "le Nazioni Unite nascono da un accordo tra Stati e si fondano sui diritti dell'uomo".

Un botta e risposta inedito, pesante, polemico. Una gaffe, un fraintendimento oppure il Pontefice ha veramente voluto attaccare il Palazzo di Vetro? Certo, se non intervengono precisazioni e correzioni, l'odierno scambio di vedute non è un bel viatico per la visita del Pontefice alle Nazioni Unite prevista per il prossimo 18 aprile.

Ricevendo nel Palazzo Apostolico un centinaio di rappresentanti delle più importanti ong cattoliche accreditate presso le istituzioni delle Nazioni Unite, Ratzinger ha detto che la cooperazione internazionale non può "imporre stili di vita" che calpestano il valore della vita.

Il forum delle organizzazioni non governative di ispirazione cattolica inaugurato stamane a Villa Aurelia, costituisce il primo passo del Vaticano verso la creazione di una sorta di task force per sostenere l'azione della Santa Sede sulla scena internazionale in difesa della dignità umana.

Dopo le polemiche con l'Unicef e Amnesty ha messo in guardia le ong dal rischio di perdere di vista nella loro azione assistenziale il riferimento ai valori etici. "Le discussioni internazionali - denuncia il Papa - sembrano caratterizzate da una logica relativistica che considera come sola garanzia di una pacifica coesistenza tra i popoli un rifiuto di ammettere la verità sull'uomo e la sua dignità".

Papa Ratzinger ha sottolineato invece la necessità di "un'etica fondata sul riconoscimento di una legge morale naturale". Ignorarla, afferma, "ha condotto, in realtà, all'imposizione di una nozione della legge e della politica che alla fine genera sì un consenso tra gli Stati, ma condizionato da interessi di breve termine o manipolato dalla pressione ideologica, l'unica vera base delle norme internazionali".

Secondo il Papa, "i frutti amari di questa logica relativistica sono purtroppo evidenti: pensiamo, ad esempio, al tentativo di considerare come diritti umani le conseguenze di certi stili di vita auto-centrati; la mancanza di preoccupazione per i bisogni economici e sociali delle nazioni più povere; il disprezzo per la legge umanitaria e la difesa selettiva dei diritti umani".

"Vi incoraggio - ha concluso il Pontefice rivolto alle ong cattoliche - a combattere il relativismo in modo creativo, presentando la grande verità sull'innata dignità dell'uomo e i diritti derivati da questa dignità come un insieme di principi etici che, per la loro natura e il loro ruolo di fondamento della vita sociale, rimangono non negoziabili".

Era ancora mattina presto quando queste parole sono rimbalzate oltre oceano per arrivare sulla First avenue e risalire i piani del Palazzo di Vetro. La replica è arrivata dopo averci pensato su tutta la mattina. Significativo che la replica - praticamente un ripasso di storia - sia stata affidata al numero 3 della sala stampa Farhan Haq e non direttamente allo staff di Ban KI-Moon. Il prossimo 18 aprile il Pontefice è atteso proprio all'Onu e questo scambio di opinioni non è un bel precedente.

"Le Nazioni Unite nascono da un accordo tra Stati - ha ribadito Farhan Haq - ma non dimenticano che una delle pietre miliari dell'Onu è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo". Nel dna dell'Onu, che pure è un'organizzazione dove "i popoli sono protagonisti" ci sono quegli principi etici di cui parla il Papa, e che secondo Benedetto XVI "non sono negoziabili per loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale. Ascoltiamo i popoli, le ong, gli attivisti per i diritti umani e i singoli parlamentari". E' possibile fare anche di più "ma l'Onu cerca sempre di includere il maggior numero possibile di interlocutori".

Il prossimo 18 aprile il Pontefice visiterà il Palazzo di Vetro. "Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon vuole parlare con il Papa di una grande varietà di argomenti" ha riferito Haq. L'agenda dell'incontro deve essere ancora discussa in dettaglio. E' possibile che sia posto anche per il "relativismo morale" delle organizzazioni internazionali.
by Repubblica





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04/12/2007 13:18
 
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Padre Lombardi deplora le forzature anti-Onu dei media dopo il discorso del Papa alle ONG cattoliche

CITTA’ DEL VATICANO - "Le forzature giornalistiche, magari con titoli intesi a colpire e a richiamare l'attenzione, possono causare malintesi gravi e mettere in moto dinamiche generatrici di tensioni ingiustificate". Lo ha affermato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ai microfoni della Radio Vaticana, deplorando il fatto che nelle scorse ore il discorso del Pontefice alle Organizzazioni Non Governative sia stato interpretato come un attacco all'Onu (mentre non lo era) ma anche che gli stessi media responsabili della 'forzatura' abbiano poi richiesto un commento in merito al portavoce del Palazzo di Vetro.

"Giustamente - ha scandito padre Lombardi - il portavoce delle Nazioni Unite, che era stato interpellato, speriamo non con l'intenzione di alimentare una tensione, ha messo in luce che non vi era alcuna polemica fra il Papa e l'Onu".

"Il Papa - ha spiegato il gesuita - aveva affermato testualmente che 'spesso il dibattito internazionale appare segnato da una logica relativistica' ma non aveva, come qualcuno ha scritto, 'attaccato l'Onu' o detto che essa sia 'dominata' dal relativismo morale". Infatti, "Benedetto XVI, come i suoi predecessori, e' del tutto consapevole dell'importanza delle Nazioni Unite per la pace e la difesa dei diritti umani, tanto e' vero che ha accettato volentieri l'invito a recarsi, l'anno prossimo, in visita al Palazzo di Vetro di New York".
Secondo padre Lombardi, "non bisogna vedere attacchi dove non ci sono: e' evidentemente dovere della Chiesa portare avanti le istanze piu' serie per la difesa della dignita' umana anche nelle sedi internazionali in forza della sua autorita' morale, poiche' cio' corrisponde alla sua missione. Se cio' avviene e' rispondente alla finalita' stessa di tali organizzazioni".

"E' importante - ha concluso il direttore della Sala Stampa della Santa Sede - rispettare con attenzione la lettera e lo spirito di quanto viene detto, in particolare dal Papa. Lo abbiamo verificato ancora una volta ieri a proposito del discorso del Papa alle Organizzazioni non governative di ispirazione cattolica, in cui ha ribadito le sue preoccupazioni per il relativismo morale".

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04/12/2007 14:01
 
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In effetti mi pareva strano che il Papa l'avesse sparata così grossa. Si sarà lasciato trascinare dal suono delle sue parole, in stile berlusconiano... e i giornalisti hanno fatto il resto.

[Modificato da Rainboy 04/12/2007 14:03]
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04/12/2007 20:26
 
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Il problema è che chi sa leggere non lo fa per poter meglio attaccare la Chiesa...
E tutti gli altri non sanno leggere (nel senso che anche se possono, preferiscono non farlo).
Questo è il problema principale.

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Padre Guardiano
04/12/2007 21:34
 
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Re:
MauriF, 04/12/2007 20.26:

Il problema è che chi sa leggere non lo fa per poter meglio attaccare la Chiesa...
E tutti gli altri non sanno leggere (nel senso che anche se possono, preferiscono non farlo).
Questo è il problema principale.





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omega [SM=x1414713] e il suo [SM=x1414848]





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Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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