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"Ecco a voi Sua Maestà Seppuku!"

Ultimo Aggiornamento: 07/01/2008 11:27
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07/01/2008 09:48
 
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"SIGNORI E SIGNORI, ECCO A VOI SUA MAESTA' SEPPUKU (EQUIVALENTE GIAPPONESE DI: 'SIGNORI, ME NE VADO!' (DIMISSIONI VOLONTARIE)"


Postato su: Bispensiero/Soccorso Spirituale/InfoCattolici/Wikipedia, l'enciclopedia libera
www.bispensiero.it/index.php?option=com_content&task=view&id=360&Itemid=109#akocom...
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7136855&
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=6787990
www.wikipedia.it/


Il Seppuku (in giapponese: 切腹) è un termine giapponese che indica un rituale per il suicidio in uso tra i samurai.

In Occidente viene spesso confuso col più semplice harakiri (in giapponese: 腹切り), a volte in italiano volgarizzato come Karakiri, con pronuncia e scrittura errata dell'ideogramma hara.

La traduzione letterale di entrambi i termini è "taglio del ventre" e veniva eseguito, secondo un rituale rigidamente codificato, come espiazione di una colpa commessa o come mezzo per sfuggire ad una morte disonorevole per mano dei nemici.

Un elemento fondamentale per la comprensione di questo rituale è il seguente: si riteneva che il ventre fosse la sede dell'anima, e pertanto il significato simbolico era quello di mostrare agli astanti la propria anima priva di colpe in tutta la sua purezza.


Alcune volte praticato volontariamente per svariati motivi, durante il periodo Edo (1603 – 1867), divenne una condanna a morte che non comportava disonore.

Infatti il condannato, vista la sua posizione nella casta militare, non veniva giustiziato ma invitato o condannato a togliersi da solo la vita praticandosi con un pugnale una ferita profonda all'addome di una gravità tale da provocarne la morte.

Il taglio doveva essere eseguito da sinistra verso destra e poi verso l'alto.

La posizione doveva essere quella classica giapponese detta seiza cioè in ginocchio con le punte dei piedi rivolte all'indietro; ciò aveva anche la funzione d'impedire che il corpo cadesse all'indietro, infatti il guerriero doveva morire sempre cadendo onorevolmente in avanti.

Per preservare ancora di più l'onore del samurai, un fidato compagno, chiamato kaishakunin, previa promessa all'amico, decapitava il samurai appena egli si era inferto la ferita all'addome, per fare in modo che il dolore non gli sfigurasse il volto.

La decapitazione (kaishaku) richiedeva eccezionale abilità e infatti il kaishakunin era l'amico più abile nel maneggio della spada.

Un errore derivante da poca abilità o emozione avrebbe infatti causato notevoli ulteriori sofferenze.

Proprio l'intervento del kaishakunin e la conseguente decapitazione costituiscono la differenza essenziale tra il seppuku e lo hara-kiri: sebbene le modalità di taglio del ventre siano analoghe, nello hara-kiri non è prevista la decapitazione del suicida, e pertanto viene a mancare tutta la relativa parte del rituale, con conseguente minore solennità dell'evento.

Il più noto caso di seppuku collettivo è quello dei "Quarantasette rōnin", celebrato nel dramma Chushingura, mentre il più recente è quello dello scrittore Yukio Mishima avvenuto nel 1970.

In quest'ultimo caso il kaishakunin Masakatsu Morita, in preda all'emozione, sbagliò ripetutamente il colpo di grazia.

Intervenne quindi Hiroyasu Koga che decapitò lo scrittore.

Una delle descrizioni più accurate di un seppuku è quella contenuta nel libro Tales of old Japan (1871) di Algernon Bertram Mitford, ripresa in seguito da Inazo Nitobe nel suo libro Bushido, l'anima del Giappone (1899).

Mitford fu testimone oculare del seppuku eseguito da Taki Zenzaburo un samurai che, nel febbraio 1868, aveva dato l'ordine di sparare sugli stranieri a Kobe e, assuntasi la completa responsabilità del fatto, si era dato la morte con l'antico rituale.

La testimonianza è di particolare interesse proprio perché resa da un occidentale che descrive una cerimonia, così lontana dalla sua cultura, con grande realismo.

Coltello tantō, usato per il seppukuNel 1889, con la costituzione Meiji, venne abolito come forma di punizione.

Un caso celebre fu quello dell'anziano ex-daimyō Nogi Maresuke che si suicidò nel 1912 alla notizia della morte dell'imperatore.

Casi di seppuku si ebbero al termine della Seconda guerra mondiale tra quegli ufficiali, spesso provenienti dalla casta dei samurai, che non accettarono la resa del Giappone.

Il seppuku era previsto, nella tradizione della casta dei samurai, anche per le donne; in questo caso il taglio non avveniva al ventre bensì alla gola dopo essersi legate i piedi per non assumere posizioni scomposte durante l'agonia.

L'arma usata poteva essere il tanto (coltello), anche se più spesso, soprattutto sul campo di battaglia, la scelta ricadeva sul wakizashi, detto anche guardiano dell'onore, la seconda lama (più corta) che era portata di diritto dai soli samurai.








"NEL 2008 GLI ANGELI BRICCONI DI ROMA/BROOKLYN E TIONE DI TRENTO SI COMPORTERANNO ANCORA DA TALEBANI CATTO-GEOVISTI?"
www.infotdgeova.it/pucci.htm
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"COMITATI GIUDIZIARI SPECIALI CCT/WTS = TERRORISMO ALLO STATO PURO!"





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[Modificato da Vito.Pucci 07/01/2008 09:50]
07/01/2008 09:57
 
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Scusa Vito,non ho capito bene cosa sia successo su Bispensiero,ti hanno forse vilipeso?

Di nuovo il mio caloroso benvenuto!
[Modificato da pcerini 07/01/2008 09:59]
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"EFFETTI DISASTROSI DELL'ISOLAMENTO PERENNE E ASSOLUTO"


Postato da: Vito Pucci/Ednaservice il 22/09/2006 5.32
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Scritto da: Vitale BIONDI il 22/09/2006 0.30
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=4899


“E' ACCADUTA UNA TRAGEDIA. UNA RAGAZZA DI 16 ANNI, DELLA MIA EX CONGREGAZIONE, QUESTA SERA DOPO L'ADUNANZA SI E' SUICIDATA BUTTANDOSI DAL BALCONE AL QUINTO PIANO.

NON MI SENTO DI ENTRARE NEI MERITI DELLA QUESTIONE PER ORA.

IO E MIA MOGLIE LA CONOSCEVAMO BENE, PER LEI E' STATO UN COLPO TREMENDO.

CI SAREBBE MOLTO DA DIRE, PER ORA CI LIMITIAMO A RICORDARLA COL SUO DOLCE SORRISO”.




Carissimo Vitale,

Ormai da qualche tempo ci conosciamo personalmente, ragion per cui non ho alcuna difficoltà a prendere in serissima considerazione tutto quello che ci riferisci.

D’altro canto, fino a questo giorno, ho avuto la possibilità di apprezzare la ‘sostanza’ dei tuoi post e, lo dichiaro apertamente, non ho mai letto sciocchezze.

Sono d’accordo con te: l’immane ‘tragedia’ che hai denunciato ieri sera è un fatto gravissimo che, per l’effetto, merita il massimo rispetto e rammarico da parte di tutti.

Dopo anni di colpevole nichilismo, azioni concrete finalizzate a prevenire nuovi inevitabili ‘casi tragici’ di questo genere non possono più essere procrastinate!.

Mi auguro che presto diventi concreta la preannunciata Iniziativa per la tutela delle Libertà e dei Diritti Umani Fondamentali, tra cui sono ricompresi, in primis, il diritto alla vita e alla dignità personale!.


Quasi un anno fa, nello scorso mese di novembre 2005, accadde a Treviso, un’altra giovane donna, L.D.P., aveva 50 anni, in preda alla disperazione e dopo un precedente tentativo andato a vuoto circa due anni prima, si tolse la vita scaraventandosi con la sua auto nel fiume Sile. - Se vuoi, controlla qui:
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=2505

In quella circostanza, oltre al rammarico, provai un dolore lancinante, e scrissi un breve messaggio di cordoglio intitolato: ‘EFFETTI DISASTROSI DELL'ISOLAMENTO PERENNE E ASSOLUTO’ in cui precisai esattamente: “L'urlo di questa 'sorella' continua a rimbombare anche qui a Bari! ...”.

Anche questa mattina provo gli stessi sentimenti negativi di rabbia e di impotenza: sento di essere straordinariamente vicino a te e a tua moglie Lidia, amica di questa giovane sorella, nonché a tutti coloro che, in qualità di parenti e/o amici di Testimoni di Geova in difficoltà, in un clima di ‘solitudine pazzesca’, soffrono pene indicibili!.

A causa di squalificanti polemiche sorte anche in tale spiacevole circostanza tra illustri rappresentanti dei ‘cristiani’ TdG ‘integralisti’ educati, in tali occasioni, a non versare neppure una lacrima, ed il resto della ‘società civile’, solo la dott.ssa Siria LOZZI rispose all’appello con questa significativa espressione: “Non ci dichiariamo impotenti di fronte a queste vicende! (parlo con me stessa) Siria”.
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=1859

In quel caso, però, la sfortunata protagonista della drammatica vicenda lasciò una traccia precisa: in una precedente intervista sapientemente ripresa dal nostro comune amico Achille LORENZI, lei stessa aveva spiegato per filo e per segno le infinite peripezie che l’avevano portata alla disperazione e all’abbandono (dimissioni volontarie?) della CCT di Villorba/Tv.

Tra l’altro, in tale insolita intervista, si precisava esattamente quanto segue:

Dopo aver tentato il suicidio nel novembre 2004, la donna ha deciso di uscire dal gruppo, a tutti i costi, e in totale lucidità ha chiesto spiegazioni dei comportamenti tenuti nei suoi riguardi: «Ne ho ottenuto solo un diplomatico ‘Non ricordiamo nulla’». … «Ho chiesto al gruppo che fosse data risposta ad alcune mie domande. Ad esempio sul perché non mi sia stata più rivolta la parola neanche da parte di chi si diceva mio amico, sui motivi dell'accusa di spiritismo che m'è stata rivolta quando confezionavo bambole di pezza per arrotondare le entrate versando in grave condizione finanziaria, e sul perché mi siano state fatte pressioni perché abbandonassi mio figlio che era in una situazione secondo loro contraria alla dottrina. Per tutti questi motivi andrò fino in fondo a questa storia, cercando giustizia».

Nelle more, ovvero tra la data del ‘preavviso di suicidio’ e l’effettivo gesto tragico della donna, Gianni ROSATI, un ‘cristiano’ Testimone di Geova con la ‘mentalità aperta al pluralismo’, già ‘anziano di congregazione’ con esperienza pluriennale in seno ai tanto discussi ‘comitati sanitari TdG’, onestamente ammise:

“Leggendo questa esperienza/denuncia noto che alcuni comuni denominatori si ripetono nelle esperienze di altri.

Ad esempio, la ricerca di un medico specialista della psiche, la necessità di cure farmacologiche e specialistiche, l’uso e l’abuso di alcool nonché il tentativo di togliersi la vita.

DIVERSI SONO STATI I CASI ACCADUTI IN ITALIA DI RIUSCITI, PURTROPPO, TENTATIVI DI SUICIDIO”.


Per la triste circostanza, Pino LUPO scrisse parole di inarrivata sensibilità che, chi vuole, può rileggere qui:
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=1859

Facendo eco a Rosati, grazie all’allarme tempestivamente colto e amplificato da InfotdGeova, la perspicacissima Sig.ra Francesca GALVANI scrisse quanto segue:

“Ne sono al corrente anch'io e immagino esista una spiegazione logica a tutto ciò.

Un tdG vive costantemente sotto pressione, è sempre spinto a fare meglio e di più e non ha nessun canale dove poter veicolare ansie, paure, dubbi e frustrazioni.

Ogni momento critico o di scoraggiamento viene etichettato come mancanza di fede, e il consiglio che viene sempre dato è quello di studiare meglio e predicare di più.

COME SI FA A NON IMPAZZIRE??!”.


Infine, un'altra persona informata dei fatti, di nome Emanuele, sollevò un inquietante interrogativo, tuttora drammaticamente attuale, affermando testualmente:

“IN SALA QUANDO PARLANO DI CHI ESCE DAI TDG SI DICE CHE LASCIANDO GEOVA SI VA A FINIRE MALE...
IO MI CHIEDO COME FA LO STATO AD ACCETTARE CERTE "REGOLE FAI DA TE"???


La sua sconsolata conclusione, pienamente condivisibile, fu la seguente: "La religione non deve dividere né ora né mai: le ideologie estreme portano sempre guai!".




******


"SAREBBE ORA CHE ALLAH, DIO E GEOVA SI METTANO INTORNO A UN TAVOLO A PARLARE". "BRAVO, E DOVE?" - Francesco Tullio ALTAN, L'espresso 11 Ottobre 2001, pagina 7.

Risposta/proposta di Vito Pucci/Ednaservice: "OK!, Continuiamo a vederci su BISPENSIERO.IT", su: "APOCALISSE.NET ", su: "ANIME LIBERE.NET", nonché su: "SOCCORSO SPIRITUALE.ORG" e, coraggio, avanti c'è posto, su: ... . Daccordo?.


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