La festa di Sant’Agata controllata dalla mafia. Per sette anni, dal 1999 al 2005, Cosa Nostra catanese avrebbe dettato tempi e ritmi della processione religiosa, controllando di fatto il business dei fuochi d’artificio e della vendita della cera, influendo persino sulle fortune di venditori di torrone e palloncini attraverso il controllo della gestione dell’associazione cattolica Circolo Cittadino Sant’Agata, che svolge un ruolo determinante nell’organizzazione dei festeggiamenti in onore della patrona di Catania. […]
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari […] arriva come una bomba a Catania proprio a tre giorni dal clou della festa, la terza nel mondo per importanza religiosa e partecipazione di popolo, con un cerimoniale antico quanto prestigioso che culmina nel solenne Pontificale, quest’anno concelebrato dal cardinale Angelo Sodano. Anche perché, tra gli indagati nell’inchiesta, oltre ai boss accusati di associazione mafiosa, figura anche Pietro Diolosà, 54 anni, presidente fino a tre anni fa del circolo cittadino Sant’Agata, l’associazione di “devoti” che ha un ruolo importantissimo nella realizzazione della festa.
[…] Voci di popolo, queste, che si rincorrevano da anni e che ora sono materiale di indagine che riguarda una festa sempre più, negli ultimi anni, caratterizzata da polemiche e feroci divisioni. Come l’anno scorso, quando, a due giorni dalla morte dell’ispettore Filippo Raciti, la processione si tenne regolarmente, pur senza fuochi d’artificio e luminarie. O come, due anni prima, quando durante la corsa finale del fercolo morì un devoto travolto dalla folla.
Il testo integrale dell’articolo di Michela Giuffrida è stato pubblicato sul sito di Repubblica
www.repubblica.it/2008/02/sezioni/cronaca/mafia-santa-agata/mafia-santa-agata/mafia-santa-ag...La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Le religioni dividono. L'ateismo unisce
Il sonno della ragione genera mostri (Goya)