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Nel video, affidato all'Associazione Luca Coscioni, si oppone
a ogni forma di alimentazione e idratazione artificiale
Il rifiuto dovrà valere anche se non sarà più in grado di comunicare la sua volontà
ROMA - Paolo Ravasin, malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), affida il suo testamento biologico all'associazione Luca Coscioni e in un video dice "no" all'accanimento terapeutico, certificando la sua intenzione di opporsi a qualsiasi tipo di trattamento forzato. "Se non fossi più in grado mangiare e bere attraverso la mia bocca, oppongo il mio rifiuto a ogni forma di alimentazione e idratazione artificiale sostitutive della modalità naturale".
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Una decisione, specifica Ravasin, che dovrà valere anche se non sarà più in grado di comunicare le sue intenzioni: "Tale rifiuto è da ritenersi efficace anche nella circostanza in cui perdessi qualsivoglia capacità di esprimere e ribadire la mia volontà". Un rifiuto che, di per sé, è un'"insuperabile manifestazione di volontà". Ed è l'ennesima forte testimonianza che buca lo schermo e chiede il diritto di morire, dopo quella di Piergiorgio Welby.
Il testamento biologico. "Io Paolo Ravasin, nato a Ceggia, in provincia di Venezia, il quattro aprile 1960, attualmente ospite presso la Casa Soggiorno Villa delle Magnolie a Monastier, in provincia di Treviso, sono stato adeguatamente informato, nel corso di approfonditi colloqui con il dottor Agostino Paccagnella (06.02.08) e il dottor Guido Zerbinati (06.02.08 e 13.02.98) alla presenza del dottor Camillo Barbisan, presidente del Comitato di Bioetica dell'Ulss 9, dell'evoluzione della mia malattia e della conseguente indicazione ai relativi trattamenti. In particolare, per quanto riguarda la possibilità di nutrirmi e di idratarmi".
"La mia ferma, convinta e documentata volontà in proposito - prosegue Ravasin - è la seguente: nel momento in cui non fossi più in grado di mangiare o di bere attraverso la mia bocca, oppongo il mio rifiuto ad ogni forma di alimentazione e di idratazione artificiale sostitutive della modalità naturale. Tale rifiuto è da ritenersi efficace anche nella circostanza in cui perdessi qualsivoglia capacità di esprimere e ribadire la mia volontà. Inoltre, a partire dal momento in cui non fossi più in grado di nutrirmi e idratarmi attraverso la mia bocca, rifiuto la somministrazione di qualsiasi terapia medica destinata a trattare la malattia da cui sono affetto e, oltre altre patologie sopravvenienti intese come complicazioni. Accetto unicamente i farmaci necessari a trattare i sintomi dolorosi derivanti, in particolar modo dalla disidratazione nella modalità di somministrazione che il mio medico - dottor Guido Zerbinati o i suoi sostituti - riterrà appropriata".
"Affermo - conclude Ravasin - di essere stato informato e quindi sono pienamente consapevole delle conseguenze a cui mi espongo mediamente tale rifiuto, che tuttavia considero quale mia insuperabile manifestazione di volontà. Infine, oppongo il mio rifiuto ad ogni trasferimento in strutture ospedaliere'. Non essendo in grado di sottoscrivere materialmente tale documento a causa della mia infermità, attribuisco al medesimo il valore di espressione della mia autentica volontà attraverso una videoregistrazione nel corso della quale ho letto la lettura di questo testo al quale ho dato oralmente il mio assenso e che viene sottoscritto dai testimoni presenti".
(21 luglio 2008)