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Diritti Umani,storia dei concetti

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2008 20:29
27/08/2008 20:29
 
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Brevissima sintesi da www.liceocavalieri.it/public/aggiornamento/archiviorisorse%5Cdiritti%20u...

Diritti umani

















Cosa sono i diritti umani?
Dove trovano fondamento?
Come e quando si sono codificati?

Per il cristianesimo qual è la sorgente dei diritti?
Cosa insegna la chiesa di originale?

Quale concezione dei diritti è presente nelle altre religioni?
In particolare l’islam cosa dice al riguardo?











Il concetto

Il concetto di diritto umano si fonda sul concetto di dignità: ossia quale dignità riconoscere alla persona umana? Tuttavia esso assume valenze diverse a seconda del contesto culturale in cui viene usato.
Queste differenze rappresentano il discriminante sul valore che si attribuisce ai valori.
Un po’ di storia
Nella cultura occidentale la dignità sembra derivare da una specie di “sguardo divino” sugli uomini, uno sguardo che dà origine ad una legge, ugualmente “divina”, che nessuna legge umana può permettersi di violare.
In ogni uomo è intrinseca una dignità originaria, che deve essergli riconosciuta e che consiste nel valore unico, quindi non confrontabile con altro.
La dignità sta tutta racchiusa nell’individuo stesso, non dipende da nessun altro fattore.


































Un po’ di storia


1870 A.C Il Codice di Hammurabi
Hammurabi re di Ur creò ciò che è supposto essere il primo codice legale all'incirca nell’anno 2050 a.c. Numerosi altri corpi legislativi furono creati in Mesopotamia incluso il Codice di Hammurabi (ca. 1780 a.C.) che è uno degli esempi meglio preservati di questo tipo di documento. Esso mostrava le leggi e le punizioni conseguenti all’infrazione delle leggi su una vasta quantità di problemi incluso diritti delle donne, diritti dei bambini e diritti degli schiavi.


La nozione nell’antichità
La nozione di diritti minimi connessi alla sola qualità di essere umano, i cosiddetti diritti naturali è molto antica e anche molto generica. Quello che caratterizza l’idea di diritti dell’uomo è il fatto di inscriverli esplicitamente nel diritto (orale o scritto), di riconoscere loro un’applicazione universale e una forza superiore ad ogni altra norma. Si passa allora spesso attraverso una forma di proclamazione piuttosto che attraverso l’ordinaria emanazione di norme legali; i termini utilizzati sono quelli di un’evidenza preesistente e indiscutibile che si scopre e si riconosce, piuttosto che di una semplice convenzione discutibile. L’unanimità è implicitamente convocata come fonte della legittimità di questi diritti. Anche se possiamo ritrovare dei riferimenti al divino o delle influenze religiose, essi si distinguono da una regola religiosa attraverso il loro carattere universale.













Aristotele
Tra i primi ad affrontare il tema da un punto di vista speculativo, sono forse i filosofi greci in particolare Aristotele e gli storici che affermano l'esistenza di un diritto naturale, cioè di un insieme di norme di comportamento la cui essenza l'uomo ricava dallo studio delle leggi naturali. Questo pensiero, detto giusnaturalismo ha origini antichissime, e di sovente viene suddiviso in vari tronconi storici. Il gusnaturalismo antico è riassumibile nel pensiero del grande filosofo greco espresso nella sua Etica nicomachea.
"del giusto civile una parte è di origine naturale, un 'altra si fonda sulla legge. Naturale è quel giusto che mantiene ovunque lo stesso effetto e non dipende dal fatto che a uno sembra buono oppure no; fondato sulla legge è quello, invece, di cui non importa nulla se le sue origine siano tali o altro, bensì importa com'esso sia, una volta che sia sancito". Aristotele







538 A.C. Il Cilindro di Ciro
Nella pratica il concetto di diritti dell’uomo viene affrontato storicamente per la prima volta nel sestos ecolo a.c da Ciro il grande, sovrano dell’Impero persiano. Dopo la conquista di Babilonia nel 539 a.c, il re fa emanare il testo scolpito sul “ Cilindro di Ciro” rinvenuto nel 1879 tra le rovine di Babilonia e conservato al British museum a Londra. Questo documento è correntemente menzionato come la "prima carta dei diritti dell’uomo" poiché esprime rispetto per l’uomo in quanto tale e promuove una forma elementare di libertà e tolleranza religiosa. Esso afferma
"Io sono Ciro, re del mondo, gran re, re legittimo, re di Babilonia, re di Sumer e Akkad, re delle quattro estremità (della terra), figlio di Cambise, gran re, re di Anzan, nipote di Ciro, gran re, re di Anshan, discendente di Teispe, gran re, re di Anshan, di una famiglia (che) ha sempre regnato. Non permetto a nessuno di spargere terrore nel Paese di Sumer e Akkad. Voglio fermamente la pace a Babilonia e in tutte le sue sacre città. Per gli abitanti di Babilonia (…) io abolisco i lavori forzati (…) Da Ninive, Assur e Susa, Akkad, Eshnunna, Zamban, Me-Turnu e Der fino alla regione di Gutium, restituisco a queste sacre città dall'altro lato del Tigri i templi di cui è stata fatta rovina per lungo tempo, le immagini che una volta vi erano conservate e stabilisco che essi siano i loro templi. Ho anche radunato gli abitanti di queste regioni e ho restituito loro le case che avevano".
Ciro quindi dichiarava in sostanza che i cittadini dell'Impero erano liberi di manifestare il loro credo religioso e, inoltre, aboliva la schiavitù permettendo il ritorno dei popoli deportati nelle terre d’origine, dalla qual cosa derivò anche la biblica fine della cattività babilonese per il popolo di Israele
















Roma e il diritto di cittadinanza riservato ai romani
Nella Roma antica esisteva la nozione di diritto di cittadinanza che era in sostanza un insieme di diritti riservati a tutti i cittadini romani.













265 A.C. Editto di Ashoca
Nel III secolo a.c durante il regno di Ashoca il Grande sull’Impero maurya (oggi India), furono stabiliti diritti civili senza precedenti. Dopo la sanguinosa conquista del regno di Ralinga circa nel 265 a.c Ashoka si pentì degli atti commessi in guerra e si convertì al Buddismo. Da allora colui che era stato prima descritto come "il crudele Ashoka" fu conosciuto come "il pio Ashoka". Durante il suo regno egli perseguì una politica di non-violenza (ahimsa) e rispetto per la vita animale (ad esempio forme di uccisione o mutilazione non necessaria di animali, come la caccia per divertimento e i sacrifici a carattere religioso o la castrazione, furono immediatamente abolite). Egli trattò i suoi sudditi come uguali a prescindere dalla loro religione, casta o attività politica, costruì ospedali e università offrendone i servizi gratuitamente a tutti i cittadini, definì i pincipi di non-violenza, tolleranza religiosa, obbedienza verso i genitori, rispetto verso gli insegnanti e i preti, umanità verso i servi generosità verso il prossimo, benevolenza verso i colpevoli. Tutte queste riforme sono descritte negli Editti di Ashoka, una collezione di 33 iscrizioni sui cosiddetti Pilastri di Ashoka.

Bibbia Corano Veda Analecta
In tutte le società antiche i principi dei diritti umani sono stati fissati nei testi religiosi. I Veda induisti, il Tanaha’ ebraico, la Bibbia , il Corano islamico e gli Analecta confuciani sono tra gli scritti più antichi che affrontino la questione dei diritti e doveri dell’uomo e delle sue responsabilità. Nel caso della società cinese al tempo di Confucio (551-479 BC), è indubbio che non fossero rispettati nemmeno i fondamentali diritti umani poiché non esisteva l’idea di diritti naturali inalienabili dei quali ogni uomo gode fin dalla nascita; i diritti erano accordati solo in riguardo della posizione e del ruolo dell’individuo nella società (cf. scritti di Hans-Georg Möller, Brock University, Canada).











XIII sec. Giusnaturalismo scolastico
Bisogna arrivare al Medioevo per trovare le prime manifestazioni concrete con effetto pratico dell’idea di diritti dell’uomo.
Nel XIII secolo il giusnaturalismo scolastico, che ha avuto come suo massimo esponente un altro grandissimo filosofo, San Tommaso d’Aquino , descrive i diritti naturali come un "insieme di primi principi etici, generalissimi" che condizionano il legislatore nel diritto positivo, in quanto sigillo di Dio nella creazione delle cose. I diritti umani quindi non sono più un insieme di cose più o meno benevolmente concesse da qualche autorità. È diritto dell'uomo rivendicare la propria libertà quale suo diritto naturale.









1215 Magna charta libertatum di Giovanni senza terra
Nel 1215 il re d’Inghilterra John Lackland fu costretto dai baroni del regno e dal Papa a concedere, firmandola, la Magna Charta Libertatum (Carta delle libertà). Essa rappresenta il primo documento fondamentale per la concessione di diritti ai cittadini perché impone al re il rispetto di alcune procedure, limitando la sua volontà sovrana per legge. Tra gli articoli della Magna Carta ricordiamo il divieto per il Sovrano di imporre nuove tasse senza il previo consenso del Parlamento e la garanzia per tutti gli uomini di non poter essere imprigionati senza prima aver sostenuto un regolare processo, riducendo inoltre l'arbitrarietà del re in termini di arresto preventivo e detenzione. Benché la Magna Carta nel corso dei secoli sia stata ripetutamente modificata da leggi ordinarie emanate dal Parlamento, conserva tuttora lo status di Carta fondamentale dello monarchia britannica.




















1222 Carta Manden del Mali
Alla fine dell’anno 1222, il giorno dell’incoronazione di Sundjata Keïta quale sovrano dell’Impero del Mali, fu solennemente proclamata e tramandata oralmente la Carta Manden, una dichiarazione di diritti umani essenziali quali il diritto alla vita e il diritto alla libertà. La Carta Manden si rivolge ai "quattro angoli del mondo" con sette affermazioni:

« ogni vita è una vita »
« il torto richiede una riparazione »
« aiutatevi reciprocamente »
« veglia sulla patria »
« combatti la servitù e la fame »
« che cessino i tormenti della guerra »
« chiunque è libero di dire, di fare e di vedere »

Si trovano in questa carta i temi che saranno trattati vari secoli dopo in Occidente nelle dichiarazioni dei diritti umani: il rispetto della vita umana e della libertà dell’individuo, la giustizia e l’equità, la solidarietà. Prendendo posizione contro la schiavitù, divenuta corrente in Africa occidentale, la carta identifica la violenza delle cause come precedente la violenza della guerra. L’abolizione della schiavitù fu probabilmente il grande merito di Sundjata Keïta. La Carta Manden può probabilmente essere considerata come una delle prime dichiarazioni dei diritti dell’uomo.








1305 Habeas corpus : i diritti personali non sono arbitrio del potere
Fin dal 1305 in Inghilterra, sotto il regno di Edoardo I per quanto anche anteriormente a tale data fossero stati emessi writs (mandati) di contenuto analogo, si diffonderà l’uso dell’Habeas corpus, un writ che impone la conduzione di un suddito imprigionato di fronte ad un tribunale per un giusto processo, o la scarcerazione in alternativa. Con l'emissione del writ di Habeas corpus una corte reale poteva ordinare a qualsiasi altra giurisdizione la consegna del prigioniero garantendolo dall'arbitrio signoriale. L'importanza di questo atto legale può essere compresa se si considera che nel diritto inglese originario ogni suddito poteva essere soggetto a una pluralità di giurisdizioni locali e signoriali, le quali tutte potevano disporre fisicamente del soggetto. Il diritto di habeas corpus è stato a lungo celebrato come il più efficiente atto di salvaguardia della libertà dell’individuo. Dal corpus legislativo inglese l'Habeas corpus è passato in tutte le costituzioni occidentali, fino ad approdare alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che all'Articolo 9 recita: Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

































Dopo il 1492
La conquista spagnola delle Americhe nel XIV secolo e la scoperta di popolazioni indigene, e le prime conseguenti pratiche di deportazioni di individui di pelle nera dall’Africa verso il "Nuovo Mondo", crearono un vigoroso dibattito sui diritti umani. Francisco de Victoria e altri filosofi della Scuola di Salamanca enunciarono il concetto di diritto naturale relativamente al corpo (diritto alla vita, alla proprietà) quanto allo spirito (diritto alla libertà di pensiero, alla dignità). I teologi dell'università di Salamanca furono tanto radicali da condannare qualsiasi forma di guerra (con poche eccezioni) come una violazione dei diritti naturali, opponendosi espressamente alle campagne di Carlo I.











































La scuola di Salamanca
La dottrina giuridica della Scuola di Salamanca significò la fine del concetto medievale del diritto marcata da una rivendicazione di libertà inusuale per l'Europa dell'epoca. I diritti naturali dell'uomo sono connessi alla natura stessa di essere umano, quindi ovviamente se tutti gli uomini hanno la stessa natura essi hanno anche gli stessi diritti di libertà e uguaglianza.
È da inscrivere in questo quadro lo scontro filosofico conosciuto come Giunta di Valladolid (1550-1551) che vide contrapposte la teoria del frate domenicano Bartolomeo de Las Casas a difesa della libertà naturale degli indigeni americani e quella dell'umanista Juan Gines de Sepulveda sostenitore della loro naturale schiavitù. Questi primi dibattiti sull’argomento nella storia europea si manifestarono con gli atti Veritas ipsa e Sublimis Deus attraverso i quali il papa Paolo III dichiarò l’umanità degli indigeni americani e il loro diritto alla libertà e alla proprietà, condannando la pratica della schiavitù.


1512 Bartolomeo De Las Casas
Las Casas lottava dal 1512 per i diritti degli indigeni, quando era cappellano dei Conquistadores a Cuba sotto il comando di Diego Velasquez. Più volte testimone e attore della resistenza indigena alla penetrazione sanguinaria dei Conquistadores e della cristianizzazione imposta "a ferro e fuoco", egli aveva scritto la "Brevisima" o "breve relazione sulla distruzione delle Indie" nella quale descriveva le crudeltà di cui erano fatti oggetto gli indigeni. Il 26 gennaio 1542 Las Casas fu presentato all’imperatore Carlo V, al quale riassunse il contenuto della "Brevisima". Da questo incontro nacquero le "Leggi nuove" del novembre 1542 che proclamavano:
la libertà naturale degli indigeni e la messa in libertà degli schiavi
la libertà del lavoro, che limita le corvée e abolisce la pesca delle perle
la libertà di residenza e la libera proprietà dei beni, fino alla punizione di coloro che saranno violenti o aggressivi verso gli indigeni
l’abolizione del sistema delle encomiendas, consistente nell'affidare a degli encomenderos spagnoli determinati territori abitati con, "in dotazione", un gruppo di indigeni, che dovevano essere colonizzati e cristianizzati, con libertà assoluta di governo.

Le rivolte e l’anarchia che seguirono nelle colonie spagnole del Nuovo Mondo portarono all’abrogazione di queste leggi in favore della conquista indiscriminata.












1700 Hobbes
Il giusnaturalismo razionalistico moderno nacque tra il 1600 e il 1700, divisibile in due filoni: quello dell'Illuminismo di fine '700 (con l'affermazione del concetto di libertà dell'individuo, soprattutto in opposizione all'assolutismo, la forma di governo caratteristica dell'età moderna) e quello che si sviluppa a partire dal pensiero di Thomas Hobbes (il quale per la verità considerava il diritto naturale proprio solo allo stato di natura, ovvero alla condizione in cui l'uomo si trova prima di stipulare quel contratto sociale che porta all'istituzione dello stato; pertanto Hobbes non può ritenersi autenticamente un giusnaturalista).
Fra gli autori che, a vario titolo, hanno affrontato il tema del diritto naturale in età moderna si possono quindi citare:
Thomas Hobbes
Huig de Groot (Ugo Grozio)
John Locke
Jean Jacques Rousseau
Immanuel Kant
Secondo la formulazione di Grozio e dei teorici razionalisti del giusnaturalismo, gli uomini, pur in presenza dello stato e del diritto positivo ovvero civile, restano titolari di alcuni diritti naturali, quali il diritto alla vita, alla proprietà etc., diritti inalienabili che non possono essere modificati dalle leggi. Questi diritti naturali sono tali perché razionalmente giusti, ma non sono istituiti per diritto divino; anzi, Dio li riconosce come diritti proprio in quanto corrispondenti alla ragione.
Locke sviluppò invece il concetto di diritto naturale come derivato dalla divinità, in quanto l’uomo è creazione di Dio, non limitando questo diritto né al possesso della cittadinanza né a criteri di etnia, cultura o religione.




























1776 USA
La prima dichiarazione dei diritti dell’uomo dell’epoca moderna è quella dello Stato della Virginia (USA), scritta da George Mason e adottata dalla Convenzione della Virginia il 12 giugno 1776. Questa fu largamente copiata da Thomas Jefferson per la dichiarazione dei diritti dell’uomo contenuta nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America (4 luglio 1776) la quale afferma "che tutti gli uomini sono creati uguali tra loro, che essi sono dotati dal loro creatore di alcuni inalienabili diritti tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità".
Comunque sia, la prima e vera propria carta formale dei diritti dell'uomo è nata nel 1789 dalla Rivoluzione francese, è conosciuta come Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino ed è caratterizzata da un'impostazione più astratta della precedente americana.










































Napoleone Bonaparte: che leader!
Fu poi Napoleone Bonaparte a esportare il concetto di diritti umani negli altri paesi d'Europa, anche se in realtà negandoli di fatto. Pertanto, una vera e propria diffusione degli stessi si ebbe solo dopo i moti del 1848 e la conseguente proclamazione delle prime costituzioni liberali nei vari paesi europei.
Nel corso del XX secolo in Europa occidentale e in America settentrionale molti gruppi e movimenti riuscirono a ottenere profondi cambiamenti sociali in nome dei diritti umani, creando un rapido miglioramento delle condizioni di vita dei popoli cosiddetti occidentali. I sindacati dei lavoratori lottarono per il riconoscimento del diritto di sciopero, per garantire condizioni dignitose di lavoro e per proibire o limitare il lavoro minorile. Il movimento per i diritti delle donne guadagnò il suffragio universale esteso alle donne. All'indomani della Prima Guerra Mondiale fu messo in piedi un sistema di protezione delle Minoranze nazionali di razza, di lingua e di religione, grazie al quale molti gruppi lungamente oppressi riuscirono ad ottenere diritti civili e politici.








































Ghandi e il Grande Oriente Indiano
Nello stesso periodo i movimenti di liberazione nazionale poterono affrancare le nazioni colonizzate dal giogo delle potenze coloniali. Importantissimo in tema di diritti umani fu il movimento non violento del Mahatma Gandhi che portò l’India all’indipendenza dal dominio britannico.

10 dicembre 1948
Un'ulteriore grande affermazione dei diritti umani si ebbe dopo la fine della Seconda guerra mondiale con la costituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e con la redazione della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, siglata a New York nel 1948. Con questa Carta si stabiliva, per la prima volta nella storia moderna, l'universalità di questi diritti, non più limitati unicamente ai paesi occidentali, ma rivolti ai popoli del mondo intero, e basati su un concetto di dignità umana intrinseca, inalienabile, ed universale. La Dichiarazione riconosce tra le atre cose il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale; al riconoscimento come persona e all'uguaglianza di fronte alla legge; a garanzie specifiche nel processo penale; alla libertà di movimento e di emigrazione; all'asilo; alla nazionalità; alla proprietà; alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; alla libertà di associazione, di opinione e di espressione; alla sicurezza sociale; a lavorare in condizioni giuste e favorevoli e alla libertà sindacale; a un livello adeguato di vita e di educazione.
Da questo momento in poi il posto occupato dall’ONU nel processo di legittimazione e promozione dei diritti dell’uomo è fondamentale. Ma anche gli Stati membri del Consiglio d'Europa hanno fatto un ulteriore passo avanti attraverso una convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore nel 1953. Tra le altre cose, la convenzione stabilisce che il godimento dei diritti da essa garantiti non è soggetto ad alcuna discriminazione fondata su ragioni di razza, lingua, religione, opinione pubblica, origine nazionale o sociale.



Da allora la nozione di Diritti umani si è estesa grazie a leggi e dispositivi che sono stati creati per sorvegliare e punire le violazioni di questi diritti. Citiamo alcuni avvenimenti quali pietre miliari di questo processo:

1966: adozione da parte dell’ONU del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e del Patto internazionale sui diritti civili e politici

1967: creazione di meccanismi di inchiesta da parte della Commissione dell’ONU sulle violazioni dei diritti dell’uomo dei paesi membri.


1991: primo incontro internazionale delle istituzioni nazionali di promozione e protezione dei diritti dell’uomo organizzata dalla Commissione nazionale consultiva dei diritti dell’uomo a Parigi sotto la supervisione delle Nazioni Unite.

1993: adozione da parte dell’assemblea generale delle Nazioni Unite del Programma d’azione di Vienna, che accorda grande spazio alla democrazia ed allo sviluppo considerati come parte integrante dei diritti dell’uomo; il Programma chiama tutti gli stati membri a creare delle istituzioni nazionali che siano garanti dei diritti dell’uomo.

2006: creazione del Consiglio dei diritti dell’uomo dell’ONU al momento dell’adozione da parte dell’Assemblea generale della risoluzione A/RES/60/251, il 15/03/2006.






In sintesi
Si deve allora subito distinguere tra due modi irriducibili di intendere la dignità umana: il modo occidentale e il modo orientale.





































Nella cultura occidentale……………………………………………………


1. 1 Diritti umani in occidente
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Per il fatto di essere stata concepita ogni persona è riconosciuta biologicamente e filosoficamente come portatrice di innati diritti con le seguenti caratteristiche:
Fondamentali: in quanto corrispondono ai bisogni vitali, spirituali e materiali di ogni persona. Quindi sono diritti alle libertà civili, politiche, sociali, economiche, culturali.
Universali in quanto appartengono ad ogni essere umano per il solo fatto di essere tale, senza distinzione di razza, colore della pelle, genere, lingua, religione, opinione politica, origine nazionale o sociale, ricchezza, nascita.
Inviolabili, in quanto diritti di cui nessun essere umano può essere privato.
Indisponibili: in quanto sono diritti a cui nessuno può rinunciare, neppure volontariamente.




1. 2. Un cammino lungo migliaia di anni
I diritti umani sono frutto di una lunga evoluzione storica con le seguenti tappe:
Bibbia A.T.: 10 comandamenti, diritto/dovere alla vita, al culto, alla giustizia, alla redenzione, alla casa, alla famiglia. Anche il re doveva riconoscere i diritti dei sudditi salvo farsi considerare un usurpatore dei diritti.
Antica Grecia: diritti riconosciuti solo ai liberi, bianchi, sani, uomini di nazionalità greca. Eccezione: Stoà.
Roma consolare e imperiale: i diritti variavano a seconda della possibilità economica e dell’origine.
Bibbia N.T: riscatto sociale del reo, libertà, pari opportunità uomo-donna.
Medioevo: papa Nicolò I, Lettra ai Bulgari ( nipoti di calo Magno): “No alla tortura, no alla morte del reo”.
1215 Magna Charta Libertatum: diritto dei sudditi alla ribellione contro il sovrano ingiusto. Cfr Robin Hood.
1679 Habeas Corpus, : i diritti personali non sono arbitrio del potere.
1776 Dichiarazione d’indipendenza delle colonie americane
1879 Dichiarazione francese dei diritti dell’uomo e del cittadino: uguaglianza, associazione, vita, libertà di poter fare tutto ciò che non nuoce agli altri, proprietà
1948 Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo proclamata dall’Ass Gen delle Nazioni Unite.
1966 Gli stati sottoscrivono 2 patti e si obbligano a rispettarli:
o Patto internazionale sui diritti economici ( ideologia socialista);
o Patto internazionale sui diritti civili e politici ( Ideologia liberale)
1993 Vienna: 2° conferenza mondiale delle Nazioni Unite: definizione dogmatica dei diritti umani come
o Fondamentali,
o Universali,
o Inviolabili,
o Indisponibili.
oggi: diritti di 3° generazione. Ovvero diritti di solidarietà planetaria con scopo di
o pace
o sviluppo
o ambiente

1. 3. Per una genealogia dei diritti umani in occidente
I diritti umani non sono categorie e concetti statici: mutano col mutare delle condizioni storiche e politiche e dipendono direttamente dalle rivendicazioni di particolari fasce sociali.


1° generazione: i diritti umani e politici
Viene fatta risalire alla fine della Rivoluzione francese 1789. Sono diritti che nascono dalla rivendicazione delle libertà fondamentali che erano precluse ad ampi strati della popolazione . In particolare sono: diritto alla vita e all’integrità fisica, libertà di pensiero, di religione, di espressione, di associazione, diritto alla partecipazione politica, e all’elettorato attivo e passivo. Si parla di diritti di matrice liberale perché rivendicano una serie di libertà.


2° generazione: diritti economici, sociali e culturali
Ha origine dalla Dichiarazione universale del 1948 e comprende diritti di natura economica, sociale e culturale ( diritto all’istruzione, alla casa, al lavoro, alla salute). L’esercizio effettivo di questi diritti dovrebbe contribuire al miglioramento delle condizioni di vita del cittadino. In questo senso si parla di diritti di matrice socialista, contrapponendoli ai diritti di matrice liberale. Sono orientati a garantire le minime condizioni di sopravvivenza uguali per tutti.
L’ideologia liberale propone e sostiene diritti politici e civili, l’ideologia socialista promuove e sostiene diritti economici, sociali e culturali ma entrambi hanno conseguenze simili:
sbilanciamento a favore dell’individuo ( i diritti dell’individuo)
delegittimazione della dimensione sociale
E’ indispensabile riportare l’equilibrio tra diritti e doveri con i diritti di solidarietà uniti ad un etica evangelica


3° generazione: diritti di solidarietà
Sono di tipo collettivo: nel senso che i destinatari non sono i singoli individui mai i popoli. Ecco allora che si parla del loro diritto all’autodeterminazione, alla pace, allo sviluppo, all’equilibrio ecologico, al controllo delle risorse nazionali, alla difesa ambientale. Sono anche diritti di tipo solidaristico: ogni popolo ha la sua responsabilità nei confronti degli altri, in particolare nei confronti di quelli in difficoltà.
Fanno parte dei diritti di terza generazione anche quelli che tutelano categorie ritenute particolarmente deboli ed esposte: diritti dell’infanzia, diritti della donna.

4° generazione nuovi diritti
Esiste infine una quarta generazione di diritti, che tuttavia non è ancora stata elaborata con precisione, essendo un fenomeno molto recente. I diritti di quarta generazione sono quelli relativi al campo delle manipolazioni genetiche, della bioetica e delle nuove tecnologie di comunicazione. La nascita di questi nuovi diritti è conseguenza delle scoperte scientifiche: in questo senso la rivendicazione deriva dalla minaccia causata dalle nuove tecnologie. Si pensi ai danni che possono causare alla salute i cibi geneticamente modificati, oppure i pericoli in cui possono incorrere specialmente i bambini utilizzando internet.







nella cultura orientale……………………………………………………………














2.1 La dignità non è legata alla persona in sé e per sé ma al contesto di appartenenza: luogo di origine, gruppo di appartenenza, ruolo della famiglia. Es Caste indù; es per il Corano l’obbligo ad essere mussulmano per nascita.
2.2 I diritti umani sono riconosciuti solo se concessi dal Capo famiglia, o dal capo tribù. Tutto è nelle mani del capo.
2.3 Conseguenza: il concetto di diritti umani in oriente non esiste. Non esiste libertà, non esiste coscienza morale. Non esiste diritto alla vita ne della persona ne di un popolo. Esiste solo il capo che ti concede ciò che può concederti.
2.4 Per gli orientali i diritti umani sono un capriccio degli occidentali libertari e socialisti.





























Etica evangelica, un ponte tra oriente e occidente












3.1 Propone:
la cura della dignità della persona umana ( diritto di cura e dovere di cura). La persona viene riconosciuta integralmente con 4 dimensioni corporea, psicologica, sociale, trascendentale. La persona è unica e irripetibile, capace di relazione e di libertà, dotata di abilità e capace di competenze che può spendere nella vita sociale e politica.. Ed è tale anche quando ciascuno di questi parametri può essere ridotto al minimo: nascituro, disabile, ammalato, fallito sociale, detenuto. La persona umana è tale in sé e per sé.
Pace, di tutti i popoli nessuno escluso. Non c’è pace senza giustizia, non c’è pace senza difesa della vita di tutti.
Ecologia: a servizio di tutti i popoli, nessuno escluso.


3.2 Si fonda sulla pratica dell’amore:
- ama il prossimo tuo come te stesso
- il perdono: misericordia come perdono riservato a chi si pente, senza connivenze con l’errore
- la sofferenza, personale o sociale, è letta non solo come rivendicazione anche come Sacrificio
- la cura e la custodia del debole e del piccolo sono dovere di tutti.


3.3 E’ presentata nella Encicliche sociali: Rerum Novarum di Leone XIII, Quadragesimo anno di PIO XI, Populorum progressio di Paolo VI, e di Giovanni Paolo II Sollecitudi rei socielis, Centesimus Annus, Laborem exercens.














melting box, nella speranza di dare speranza all’oriente…………………………





4.1 E’ un progetto della Regione Piemonte per i diritti e le pari opportunità di tutti, nessuno escluso: perché ancora oggi ci può essere qualcuno che nega al prossimo diritti che si pensavano ormai accettati.
“ Posso dirvi soltanto una cosa: i pregiudizi nascono nella testa degli uomini. E bisogna combatterli nella testa degli uomini, cioè con lo sviluppo delle conoscenze, e quindi con l’educazione, attraverso la lotta incessante contro ogni forma di settarismo”.( Norberto Bobbio)




4.2 Oggi le maggiori discriminazioni riguardano:

religione o convinzioni personali: ( es non lasciar parlare chi la pensa diversamente, discriminare chi è di un'altra sensibilità, favorire l’assunzione di lavoro, discriminare gli appartenenti ad una religione solo perché non ti interessa) cfr mussulmani moderati minacciati di morte dai jhiadisti in Italia.

età: ( limitare l’assunzione senza reali ragioni, impedire ad un anziano di entrare in un locale)


orientamento sessuale (razzismo, omofobia, dimenticando che ogni persona è unica e irripetibile e ha i tuoi stessi diritti)

disabilità ( non impegnarsi per abbattere le barriere architettoniche, non riconoscere diritti al nascituro, non riconoscere che ogni individuo è portatore di abilità di tipo diverso)


origine etnica ( es. destinare gli extracomunitari ai lavori più pericolosi o dare più credito ad un extracomunitario senza motivi reali).
Come proporre tutto questo nella cultura orientale e tra chi si adatta a razzismo, omofobia, discriminazione?
Siamo convinti che la donna occidentale e la donna orientale siano uguali nei desideri e nei diritti oppure no? (E.B.)


Confronta
www.Mentingbox.it


[Modificato da pcerini 27/08/2008 20:32]
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