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La Procura ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro l’attrice per le offese fatte a Papa Benedetto XVI in occasione della manifestazione del "No Cav Day". Dov'è finito il diritto di satira?
Nuova sconfitta per la satira. Ne sa qualcosa Sabina Guzzanti che ora è inquisita per vilipendio nei confronti della persona del Pontefice. La procura di Roma ha chiesto al ministro della Giustizia l'autorizzazione a procedere per le frasi pronunciate contro Benedetto XVI nel corso della manifestazione "No Cav Day" tenutasi a piazza Navona l'8 luglio scorso. L’offesa al Papa è punibile allo stesso modo dell’offesa al Presidente della Repubblica. È quanto prevede il Trattato Lateranense, firmato nel febbraio del 1929 dal Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Pietro Gasparri, e dal Capo del Governo Italiano Benito Mussolini. "Siamo al medioevo intergale", ha commentato Paolo Guzzanti, deputato del Pdl e padre dell’attrice. Guzzanti. Le parole non proprio tenere pronunciate dalla Guzzanti nei confronti del ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna non avranno seguito. Ad ora non è giunta nessuna querela da parte della Carfagna.
Le parole pronunciate dalla Guzzanti durante la manifestazione sono state ritenute grevi e volgari. Ma prima di procedere nei suoi confronti bisogna chiedere il via libera del Guardasigilli nel caso di vilipendio nei confronti del Papa, equiparato al capo dello Stato. Ma se per la Guzzanti le cose non si mettono proprio bene, Beppe Grillo invece può continuare a sorridere e far sorridere: il suo intervento sul presidente della Repubblica è stato archiviato. Le sue esternazioni sono state ritenute come manifestazioni del diritto di critica e di satira, previsto dall’articolo 21 della Costituzione. Inoltre, Grillo non ha utilizzato espressioni volgari nel suo intervento. (Libero News)
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