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I gay e gli etero: rispetto non significa condivisione

Ultimo Aggiornamento: 20/10/2008 11:13
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19/10/2008 23:14
 
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Essere gay dev'essere molto difficile in questo mondo.
Dico 'dev'essere'.
Perché sono profondamente etero.
E non sono etero per scelta o per razzismo verso gli omosessuali.
Lo sono e basta.
E' un dato di fatto che ho constatato in mille episodi e in mille frangenti.
Sono fatto così.

Quando un uomo mi sfiora sotto la doccia della palestra ho ribrezzo. Mi fa schifo. E' più forte di me. Devo allontanarmi e solo l'idea mi fa venire una specie di conato di vomito dal profondo delle viscere.

Persino quando vedo le lesbiche mi da fastidio. Non completamente: trattasi sempre di donne. Ma spesso mi da fastidio.

Forse perché vedo la sessualità con due poli forti: maschile e femminile.

Anche un uomo può essere più docile e lasciarsi guidare in un rapporto. Così come la donna può puntare al comando.

Ma, personalmente, tendo a voler essere io quello che dirige il gioco. Sono io quello che prende la donna. Sono io che la porto dove voglio e sono io quello che prova la massima soddisfazione nel suo annicchilirsi per me, nel suo lasciarsi andare, nel suo affondare le sue unghie nella mia schiena mentre con i suoi occhi mi dice che potrei farle qualsiasi cosa, che è completamente mia.

Allo stesso tempo onoro la mia parte femminile quando ho voglia di carezze, coccole, baci e bacini, parole dolci e abbracci forti forti che possono durare un tempo infinito, magari sul divano guardando un film romantico...

Sono fatto così. L'ho verificato. L'uomo non mi piace proprio. Sì, con gli amici ci si da l'abbraccio, il colpetto sulla spalla, anche il bacio sulla guancia. E quando c'è un abbraccio io lo do, a chi ho voglia di darlo, che sia un amico, un'amica, mio padre o mia madre, con tutto il calore e la forza che viene dal mio cuore per dire, senza usare le parole: 'io ti voglio bene davvero'.

Ma continuo a non essere gay. Non sopporto l'ostentanzione gay. I game pride o altro. Per questo, per tutto questo, evito un mondo che non mi appartiene, che non è confacente in nessuna sua parte al mio modo di essere, prima ancora di vedere.

Questo, come da titolo, non c'entra niente col rispetto.

Il rispetto, per quanto mi riguarda, non nasce da una scelta o natura sessuale. Né dall'età o dalla provenienza di nascita.

Per me c'è vita intorno a me. Ogni persona, persino il mio acerrimo nemico, ammesso che ne abbia uno, è vivo. E la vita è una cosa incredibile.

Una macchina. Quattro ruote. Un motore. Sembra una cosa banale. Scontata. Ne vediamo a migliaia ogni giorno.

Eppure è qualcosa di incredibile. Qualcosa che ha richiesto ingegno, forza, determinazione nelle persone che ebbero un'idea per creare e poi migliorare un mezzo di trasporto.

Abbiamo tanta paura e sdegno quando un mezzo di valore, una macchina assemblata, potrebbe avere un danno. Proprio per tutto il lavoro che c'è dietro. Proprio per tutto il valore che ha.

Come non si potrebbe rimanere stupiti di fronte alla vita? Come si potrebbe rimanere immobili di fronte a una persona in difficoltà che ha un valore così inafferrabile e incommensurabile tale da annicchilire la mente e i sensi? Come si può pensare che chi ama la vita profondamente e la sa riconoscere in ogni sua forma possa essere bloccato dall'aiutare una persona che cade per terra o frutto di violenze di qualche tipo, perché gay o straniero o menomato o insignificante o semplicemente divero da noi?

Io non sono mai riuscito a non farmi in quattro per aiutare qualcuno che fosse in difficoltà. Perché la vita è preziosa. Cosa c'entrano le scelte, anche diverse dalle mie, che riguardano l'individuo?

Riguardo al mondo gay torno a ripetere: l'essere etero e di destra mi trova in disaccordo con idee alla Luxuria ma il rispetto non c'entra con la persona. Ovviamente non me ne faccio bandiera e mai e poi mai andrei a difendere quelle idee, pur rispettandole. Semplicemente perché non mi appartengono. Semplicemente perché sarei ipocrita.

Non solo rispetto le sue idee e voglio che le possa dichiarare come meglio crede ma invidio persino gente come Luxuria.

Perché se io fossi al posto suo non avrei mai il coraggio di andare in giro vestito da donna. Perché avrei paura del giudizio dei miei genitori, degli amici. Perché saprei che è difficile essere gay in questo mondo che ti giudica anche solamente perché tu dici a invece che b, figuriamoci se vai in giro, tu uomo, vestito con la gonna. Un mondo e un'Italia, più che bigotta, soprattutto ipocrita dove tanti che puntano il dito verso gli omosessuali magari vanno a trans. Un'Italia dove una scelta sessuale deve essere nascosta dietro una famiglia, in tanti casi, o dietro un saio...

Inoltre ho trovato il personaggio Luxuria piuttosto ironico, intelligente e simpatico quando mi sono imbattuto in sue presenze televisive.

C'è differenza tra rispetto e condivisione.
[Modificato da misterx78 19/10/2008 23:20]
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Cardinale
20/10/2008 02:01
 
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Bel pensiero, mi sento di condividerlo in pieno. E anche di dargli un valore politicamente trasversale, visto che non sono di destra.
20/10/2008 11:13
 
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Be',guardate,io do' non solo il mio rispetto ma condivido anche le idee di certe associazioni che si battono per il riconoscimento dei loro diritti,ma per me condividere non significa accettare il fatto che io possa allacciare relazioni gay,condividere per l'appunto non significa cambiare la propria natura,condividere certe battaglie significa far si' che nella nostra societa' certi diritti di certe categorie non siano soffocati da pregiudizi sia a livello scientifico che a livello culturale.

Il ribrezzo non e' solo un fatto naturale ma ha anche una componente culturale,dipende per esempio da come si sia imposto nelle varie fasi evolutive il modello autoritario della familia.
Credo che un bambino che oggi nasca con una coppia omogenitoriale non provera' alcun ribrezzo,io provavo ribrezzo fino all'eta' di 20 anni,perche' nato e cresciuto in una famiglia e in un sistema educativo scolastico dotato da una forte componente autoritaria.
Poi,appena ho iniziato a sfogliare testi di antropologia culturale e di sociologia familiare e di psicologia evolutiva (testi divulgativi,ben inteso) ho preso consapevolezza degli aspetti multipli legati al fenomeno della omosessualita',l'omosessualita' credo che sia piu' un problema di pregiudizio piuttosto che un problema legato all'intera categoria.
Non credo che oggi nel sistema scolastico si affronti un tale problema in maniera dovuta.


[Modificato da pcerini 20/10/2008 11:17]
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