Un bambino senza nome e senza amore
Mamma, sono io,
il tuo bambino senza nome,
il tuo bambino senza amore!
Mi sarebbe piaciuto poterti parlare, ma sai anche tu che non potrò mai farlo.
Allora ti scrivo, mia dolce mammina,
ti scrivo perché,
almeno ora tu mi sia vicina!
Voglio dirti grazie
di avermi generato
di avermi custodito
nel tuo corpo innamorato,
in cui ho vissuto due mesi di speranza,
anche se di me ne avevi già abbastanza.
Voglio dirti grazie, mamma,
dell’amore che mi hai fatto provare
in quei due lunghi mesi che in cui ti ho amato,
in quei due lunghi mesi finiti in pianto.
Sì, ricordo quel mattino
in cui ho sofferto tanto
perché quel “signore”
in camice bianco
mi ha fatto tanto male
in quel letto di ospedale
perché tu avevi deciso di uccidermi.
Piangi pure, mamma,
ma non disperare!
Quel Dio
che mi ha accolto fra le sue braccia
è sempre pronto al perdono:
basta chiederglielo tramite il sacerdote
e prometterlo di non farlo più!