Quali sono le cause della tragedia?
Carissimi Foristi.
Mi preme farvi partecipi tutti di questi miei pensieri, in occasione degli ultimi avvenimenti che hanno contraddistinto e che stanno contraddistinguendo la vicenda del terremoto ad haiti.
Come economo, non posso fare a meno che vedere la questione sotto l'aspetto che nella realtà è.
Le case si sono sbriciolate sotto una scossa, che se fosse avvenuta in giappone, nessun palazzo, nessun grattacielo, ne sarebbe stato stravolto, ma al limite, solo qualche scalfitura.
I motivi per cui haiti è letteralmente distrutta, è perchè le case erano fatte più di sabbia che di cemento e ferro, perchè il cemento ed il ferro, costano ad Haiti, e anche molto.
Questo è stato il risultato finale. Morte, e distruzione!
Perchè mai, questa popolazione non poteva e non ha potuto costruirsi case, secondo adeguate previsioni antisismiche?
Semplice!
Il cemento ed il ferro, lì costa troppo e loro erano troppo poveri per poterselo permettere.
Le conseguenze sono state quelle che hanno visto i nostri occhi e saranno quelle che i media ci permetteranno di vedere, fino a quando non passerà l'emergenza, quando tutti si dimenticheranno di questa tragedia, cioè molto presto.
Morti in mezzo alla strada, morti per fame, per sete, oltre quelli che sono morti sotto le proprie case crollate.
Che disastro, che dramma, che vergogna, tutti pensiamo.
Ma dei perchè, se trovate le risposte potrebbe esserci utile, lo lasciamo pensare ad altri, al governo, ai capitalisti, di risolvere tutte le questioni da correlare all'evento.
Possiamo noi fare qualcosa individualmente, invece, senza il dover aspettare queste calamità, per vederci scuotere la nostra coscienza e che per metterla a tacere, ci preoccupiamo subito di mandare sms, denaro, aiuti, coperte, cibo, acqua e quant'altro, per far superare l'emergenza temporanea?
Il problema principale rimarrà tale. La povertà!
Questa è la parolina che dovrebbe tutti farci riflettere, del perchè esiste la povertà e l'indebitamento.
In paesi, in cui gli investimenti vengono elusi e tolti dai capitalisti, dalle banche, dagli imprenditori, alla produzione, il risultato che si provoca è la povertà.
Non ci vuole poi molto a capirlo e metabolizzarlo.
Lo viviamo anche sotto casa nostra, senza dover vedere simili drammi!
Eppure, siamo di fronte ad un contesto drammatico, causato da questo fattore, apparentemente semplicissimo.
Nessuno individualmente, però, si preoccupa di destinare i propri capitali, i propri risparmi, il proprio denaro, in questi paesi, dove lo sfruttamento ha già fatto da tempo la sua comparsa e scomparsa, ed è sparito anch'esso, dalla loro scenografia economica.
In economia, vige la legge del mercato, dei costi, del risparmio.
Tali leggi, quando impediscono alle voci di bilancio, di essere positivi, obbligano gli imprendiotori a "togliere le loro tende", e questa loro azione, diventa il baratro della disperazione, per tutti coloro che restano obbligatoriamente in quella situazione di povertà, disoccupati, e per ultimo, indebitati e schiavi.
Quando poi, dovessero sopraggiungere le condizioni che lo schiavo non ha proprio più nulla da offrire di sè, poichè esausto e sfinito, viene lasciato morire senza pietà, letteralmente abbandonato a sè stesso, senza economia, senza moneta, senza cultura, senza assolutamente nulla.
Questa è la realtà in cui vivono più di trecento paesi nel mondo, ed haiti occupava il 218 posto, se non ricordo male.
Dobbiamo tutti chiederci, se questo non sia uno "schiaffo" ed una "sberla", data da chi non può più condividere ed accettare, la nostra indifferenza, la nostra insensibilità, il nostro egoismo.
In una economia globalizzata,
dove tutti hanno bisogno di tutti, non possiamo "alzare spalline all'insù" continuando a credere che la responsabilità di gestire il risparmio, sia dal continuare ad essere delegata nelle mani delle leggi del profitto e dei loro rappresentanti.
Come ci sentiamo, vedendo morire questi bambini, a causa di questa mancanza di risorse, eluse perchè noi stessi continuiamo a fare le stesse cose di sempre, comprando sempre nella stessa maniera, depositando i nostri soldi nelle banche, facendo arricchire sempre le stesse persone, le quali poi, reinvestono sempre nella immobilizzazione e nella speculazione finananziaria, che risultano canali esattamente essere opposti a quelli della produzione e della manodopera?
Come potremo mai sentirci scusati, e perdonati dalla nostra coscienza, se di fronte a questa dura realtà e responsabilità morale, noi non ci preoccuperemo individualmente ancora di sapere dove e come vanno ad essere investiti i nostri soldi, il nostro lavoro, i nostri risparmi?
Passata l'emergenza, ci dimenticheremo?
Torneremo alle nostre faccende?
Dormiremo sonni tranquilli?
In economia, vige la legge del contadino!
Semini oggi e si raccoglie dopo mesi!
Se non pensiamo oggi, a quello che consumeremo domani, alle nostre necessità e quelle dei nostri figli, ci troveremo, come ad haiti, che solo dopo sette giorni si muore di sete e di fame.
Correremo la certezza di trovarci davanti un nostro figlio, che ci morirà davanti agli occhi, quando e se dovessero sopraggiungere le stesse condizioni che stanno vivendo questi schiavi ridotti così, dal nostro modo di condurre la nostra economia mondiale.
Non è vero che è colpa dei banchieri.
Non è vero che è colpa degli imprenditori.
E' vero invece, che abbiamo noi la colpa di come spendiamo il denaro, dove lo spendiamo, come lo risparmiamo, e come lo ridestiniamo.
Vogliamo cambiare le cose?
Comprendiamo meglio cosa significa denaro e risparmio, e forse cominceremo a cambiare le cose!
Enrico Frassinetti
Zorro
"Poichè come in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e non si avvidero di nulla finchè venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell'Uomo." (Matteo 24:38-39)