Familia, Familie

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kelly70
00sabato 26 gennaio 2008 22:38


Uno dei cavalli di battaglia delle gerarchie ecclesiastiche è la cosidetta “difesa della famiglia”. Non so come la pensiate voi ma io sono decisamente stanco di queste ipocrite celebrazioni del “Modello Standard di Famiglia”. Mi permetto di riportare qui di seguito le mie idee in proposito. Usate i “commenti” in fondo alla pagina per dire la vostra.

Il “mattone fondamentale della società”

Secondo la visione Cristiana/Cattolica (ma anche Islamica e, credo, Ebrea), la Famiglia dovrebbe essere il mattone fondamentale delle nostre Società. Secondo questa visione, lo Stato, quando arriva, viene comunque dopo la Famiglia. In particolare, la Famiglia viene considerata l’unico detentore dell’Etica. La Scuola (quando le viene concesso qualche autonomia) deve comunque rispettare le idee che la Famiglia intende trasmettere ai giovani, indipendemente dal fatto che le si possa considerare più o meno “giuste”. Inoltre, la Famiglia viene considerata responsabile della protezione, della nutrizione e della educazione dei figli.

Tutto semplice. Tutto chiaro. Difficile non essere d’accordo, non vi pare?

In realtà, è facile dimostrare che le cose NON stanno così e, soprattutto, che non sarebbe nemmeno desiderabile che stessero così. L’esempio più ovvio è quello di una famiglia di delinquenti. Se seguissimo la logica Cristiamo/Cattolica che abbiamo appena descritto, sarebbe perfettamente logico e profondamente giusto permettere alle famiglie dei mafiosi di crescere i loro figli nel rispetto dell’etica mafiosa. Sarebbe perfettamente logico permettere a queste famiglie di insegnare ai loro figli a rubare, ad uccidere, a tramare nell’ombra ed a corrompere. Ovviamente, nessuno Stato permette ad un genitore di agire in questo modo. Questo dimostra chiaramente come la famiglia NON possa essere considerata il detentore unico ed incontestabile dell’Etica. Non solo, dimostra anche che la Famiglia vive di una delega implicita all’educazione dei figli. Se esce dalle linee guida previste dalla società, la tutela dei figli le viene sottratta.

Si potrebbe pensare che questo sia un caso limite ma è facile dimostrare che non è così. La Famiglia NON è autorizzata a fare ciò che vuole dei suoi figli. Non li “possiede”. Se un genitore noleggia un figlio ad un pedofilo o tenta di venderlo per un trapianto di rene, rischia il linciaggio in qualunque paese del mondo.

In nessun paese evoluto una famiglia può sottrarre i figli all’obbligo scolastico. Non solo: in nessun paese del mondo una famiglia può permettersi di insegnare ai propri figli cose palesemente contrarie all’Etica della Società in cui vive. Non si può (per legge) insegnare ai figli a rubare, pena la perdita della potestà.

A questo punto, dovrebbe essere evidente, anche a chi certe cose proprio non le vuol capire, che la Famiglia NON è l’elemento fondamentale e “fondante” della Società. La Famiglia, come noi la conosciamo, è soltanto uno dei moltissimi modelli di aggregazione possibili per un gruppo di esseri umani. Ha la “fortuna” di essere uno dei più “istintivi” da concepire, uno dei più “naturali”, dei più antichi e dei più diffusi. Non è però certamente il solo e non è nemmeno il più adatto a certe situazioni che, in certe condizioni, possono diventare molto diffuse.

Ad esempio, in sudamerica è piuttosto diffuso un modello “ad asilo” simile a quello adottato dai gatti: le donne stanno tra di loro e crescono i figli. Gli uomini restano all’esterno di questo gruppo e cercano di sopravvivere da soli od in gruppo. A molti italiani potrà sembrare un modello rozzo ed “immorale” ma, a quanto pare, è molto più adatto di altri alla realtà delle favelas.

L’Individuo al centro dell’attenzione

L’elemento fondamentale e fondante delle Società evolute è l’individuo. Questo NON vuol dire che le Società occidentali siano inevitabilmente ed irrimediabilmente individualiste. Non è questo il significato di quanto ho appena detto. Il significato di questa frase è che il centro dell’attenzione delle nostre Società è l’individuo, non la famiglia (e non i partiti, non le tribù, non i gruppi e non le confessioni). L’individuo viene dotato di una sua dignità, e gli deve essere portato rispetto, in quanto individuo, indipendentemente dalla sua appartenza o meno a questo o quel tipo di organizzazione.

Nelle società occidentali, i giovani, di fatto, sono solo affidati alle loro famiglie (od a famiglie adottive). Le famiglie mantengono la potestà su di essi solo nella misura in cui si attengono alle regole imposte dall’etica della Società in cui vivono. I giovani, di fatto, sono “figli della società”, non dei loro genitori. E, per i motivi appena esaminati, per fortuna che è così!

Le Società occidentali si fanno carico dell’individuo, non della famiglia. Tanto è vero che in tutto l’occidente gli orfani NON vengono abbandonati a sé stessi ma vengono accuditi da apposite (anche se discutibili ed imperfette) strutture statali. Non è certo un caso che tutti gli Stati evoluti abbiano adottato questo approcio, e non quello orientato alla famiglia: questo è l’approcio più “giusto” ma anche il più semplice ed il più economico da gestire. Lo è perchè è quello che interpone meno intermediari tra lo Stato (la Società) e l’Individuo bisognoso. Interporre la Famiglia tra lo Stato e l’Individuo vuol dire chiamare in gioco un elemento che deve essere verificato, controllato e… finanziato. I costi aumentano e le possibilità di controllo diminuiscono. Ci si potrebbe trovare, al limite, a sostenere economicamente una famiglia che poi noleggia i figli ai pedofili.

Famiglie di Fatto e Senso di Responsabilità

Secondo la visione Cristiana/Cattolica (ma anche Islamica e, credo, Ebrea) della Famiglia, soltanto un forte, inestricabile vincolo legale, come il Matrimonio, può garantire la necessaria durata alle famiglie ed il rispetto del necessario “senso di responsabilità” nei confronti dei coniugi e dei figli.

Che questo NON sia vero è facilmente dimostrabile.

Soltanto le famiglie che riescono a trovare al loro interno il necessario equilibrio riescono a sopravvivere all’usura del tempo. Le altre “scoppiano” indipentemente da cosa ne pensino la Società, le varie Confessioni ed i vari Dei. Semplicemente, non riescono a resistere oltre.

Di fronte a questo fenomeno, del tutto naturale e fisiologico, lo Stato non può fare altro che cercare di limitare i danni e sopperire, per quanto possibile, a ciò che viene a mancare. Per questo, in tutto l’Occidente si sta affermando la seguente regola: “non importa come sia successo e come sia costituita la famiglia di origine, chi fa dei figli se li deve anche mantenere ed accudire.” Tutto il resto, a partire dal modello di famiglia, passa in secondo piano. Diventa opzionale.

Questa situazione è “desiderabile”? Ovviamente no. Noi per primi non vorremmo mai vedere famiglie in crisi, figli semiabbandonati e madri sole.

Si può impedire che questa situazione si verifichi? No, né con una legge né con l’intervento personale e diretto di Dio. Semplicemente, la natura dell’Essere Umano non è quella.

Il Senso di Responsabilità non si compra in drogheria, un tanto al chilo, e non può essere imposto con l’Autovelox. Si può solo tentare di limitare i danni o, meglio ancora, di crescere persone responsabili. Francamente, la visione del mondo tipica delle Religioni (tutte le Religioni, mono e politeiste) non è il punto di partenza migliore per raggiungere questo obiettivo.

Famiglie di… necessità

La Famiglia NON è il centro del mondo. Piuttosto è un modello di aggregazione. Tanto è vero che esistono molti casi di “famiglie” formate da persone che non sono consanguinee e spesso non sono nemmeno legate da un amore “sensuale” o “sessuale”. Nel mio stesso palazzo vivono una vedova ed il fratello del marito morto. Non hanno nulla in comune, tranne un certo affetto reciproco e la necessità di condividere le spese della casa.

Nessuno pretende di dare a queste “aggregazioni spontanee” lo status di “Mattone Fondamentale della Società e Simbolo dell’Occidente” ma, francamente, perchè non dovrebbero essere considerate “famiglie” degne di rispetto e di attenzione come qualunque altra? Davvero l’Occidente rischia di sprofondare nel baratro se riconosce a queste persone lo status di “famigliari” l’uno dell’altro? Davvero l’Occidente rischia la bancarotta se riconosce il diritto di successione a queste persone, nei possedimenti (eredità) e nei contratti (affitto, Telecom, etc.)? Davvero si rischia la Punizione Divina a riconoscere il diritto di queste persone di accudirsi l’un l’altra?

Se Ginevra ama Ginevra

Secondo la visione Cristiano/Cattolica dell’Universo (ma anche Islamica ed Ebrea), se due persone dello stesso sesso si uniscono carnalmente l’Universo stesso rischia l’implosione e l’annichilamento. Interessante…

Ma, a noi, che non siamo né Cristiani, né Islamici, né Ebrei, cosa ce ne dovrebbe fregare?

Una Società che voglia evitare l’autoestinzione, deve riuscire ad essere superiore alle parti. Se non arrivate a capire da soli il perchè, non c’è speranza che riesca a spiegarvelo in poche righe. Per restare al di sopra delle parti, una Società NON può adottare il punto di vista di NESSUNA delle sue Confessioni. Deve essere ATEA (o AGNOSTICA). Questo vuol dire che, ne pensino ciò che vogliono i Fedeli delle varie religioni, questo problema NON può essere gestito in modo “confessionale”.

Si può chiedere ad un Cristiano (o Mussulmano o Ebreo) di astenersi da questa o quella pratica, in quanto Fedele di questa o quella religione. NON si possono rompere gli Zebedei agli altri cittadini, non credenti, con questo tipo di richieste. Se costoro non decidono di abbracciare questa o quella religione di loro spontanea iniziativa DEVONO essere lasciati liberi di fare ciò che vogliono, almeno per quanto riguarda questi temi.

In altri termini, il vincolo verso l’eterosessualità è una LIBERA SCELTA dell’individuo. Non può essere imposto.

Se Ginevra e Ginevra vogliono adottare Ginevrina

Ginevrina è un Individuo. Abbiamo detto prima che la Società si fa carico (e DEVE farsi carico) degli individui come tali, non della struttura complessiva dell’Universo e della Teoria delle Stringhe a 26 dimensioni.

In assenza dei genitori, un normalissimo tribunale può decidere per il meglio di un minore. Se ci sono le condizioni, si procede. Se non ci sono le condizioni, si ritenta con un’altra famiglia e/o con un’altra Ginevrina. Sono gli individui che contano. Gli individui e le loro condizioni come “aggregato”, non le posizioni ideologiche di questa o quella fazione. Uno Stato che è nella posizione di scegliere a chi affidare un orfano (la richiesta è qusi sempre molto maggiore dell’offerta) può facilmente evitare le situazioni non del tutto convincenti.

Fermo restando che, al diciottesimo anno di età, Ginevrina sarà libera di fare quello che le pare.

Alessandro Bottoni



PS: Sono regolarmente sposato IN CHIESA da diversi anni e non ho nessuna intenzione di divorziare. Non parlo per interesse personale.

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