Garton Ash sulle elezioni Usa:

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kelly70
00giovedì 3 gennaio 2008 17:35
il candidato mormone e gli atei


“Repubblica” di ieri ha pubblicato un bell’articolo di Timothy Garton Ash sul candidato repubblicano alle presidenziali USA Mitt Romney, di religione mormone (l’originale, in inglese, è sul sito del Guardian). Romney, per ingraziarsi il voto dei fondamentalisti cristiani, ha pensato bene (è un politico) di individuare un bersaglio comune: gli atei. Scrive Garton Ash:

Quindi non conta quale cre­denza irrazionale si abbia, purché se ne abbia una. L’u­nica discriminante che im­pedisce a un individuo di far parte a tutti gli effetti della comunità nazionale è soste­nere quello che la ragione fondata sulla scienza indica con un grado di probabilità al limite della certezza, ovvero che non esiste l’Onnipoten­te. Il motto di Romney è «tut­ti, esclusi gli atei».
Questa formula gli consen­tirà di non perdere molti voti repubblicani, ma come ricet­ta per un paese libero è inaccettabile. Come minimo i po­litici religiosi dei paesi liberi devono trovare un linguag­gio che metta sullo stesso piano nella sfera pubblica gli appartenenti a tutte le fedi e chi non ne ha nessuna. An­che in Gran Bretagna ci si im­batte in tentativi di indicare che la “fede” ha una qualche superiorità intrinseca rispet­to all’assenza di un credo re­ligioso. Poco prima di Natale l’ex ministro dell’interno bri­tannico Charles Clarke mi ha mandato per e-mail il testo di una conferenza che ha tenu­to su questo tema. La sua ar­gomentazione chiave era che «la fede è in primo luogo e an­zitutto una forza per il bene».

Sia sotto il profilo storico che nella realtà attuale è una tesi che non regge. Dato che per gran parte della storia gli uomini e le donne hanno avuto in gran parte un qual­che credo religioso e persino nel mondo odierno i più con­tinuano ad averlo, pressoché tutte le azioni compiute dagli esseri umani nei confronti di altri esseri umani o della na­tura hanno trovato giustifi­cazione in una qualche fede: molto di buono e molto di cattivo. E’ antistorico negare che le persone hanno fatto il bene per come lo intendia­mo noi liberali laici spinte da motivazioni giudicate religiose tanto quanto negare che si sono compiute azioni terribili sulla base di motiva­zioni giudicate religiose. La mia posizione a riguar­do è empirica: “Dai loro frutti li riconoscerete”.

[…] Il mio problema nei con­fronti di Romney mormone non nasce dal fatto che il mormonismo sia una fede (il problema dell’ateo) né che non sia senza ambiguità una fede cristiana (problema del cristiano), è che mi sembra una raccolta stravagante di assurdità moroniche a opera dell’uomo. E mi chiedo: an­che se Romney è di natura conservatore, anche se il mormonismo è, a suo dire, «la fede dei miei padri», tra cui il padre più recente, ido­latrato, come può un uomo istruito che aspira a guidare la nazione più potente e mo­derna del mondo credere davvero a certe cose? Strana la gente!

Notizia inserita da Raffaele Carcano
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