L'archeologia illumina la Bibbia - La Stele di Mesha

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Agabo
00venerdì 23 novembre 2012 21:33

Ciao, con questo video inauguro una serie di lavori studiati apposta per coloro che mettono in dubbio la storicità dei racconti della Bibbia, atei in primis, ma non sono solo. Vi sono infatti i cosiddetti "credenti liberali", liberali nel senso che tolgono alle Sacre Scritture, liberamente (a loro piacimento), tutto ciò che ha sentore di soprannaturale, di letterale e di squisitamente storico, a parte ciò che è troppo provato, per non fare la figura degli sciocchi.
La Bibbia vanta di essere portatrice di eventi storici che un tempo si reputavano leggende. Alla luce di scoperte più o meno recenti (ma ogni giorno se ne aggiungono di nuove!), sia gli atei che i teologhi liberali devono cedere il passo alla Parola di Verità: La Bibbia "aveva ragione", come recita il titolo del best-seller di Werner Keller, non basta, LA BIBBIA HA RAGIONE e i miscredenti se ne devono fare una ragione (il gioco di parole è intenzionale!).
A questo video ne seguiranno altri, abbiate la pazienza di continuare a seguirmi.


kelly70
00venerdì 23 novembre 2012 22:04
Scusa Agabo, che cosa credi di aver scoperto?? L'acqua calda? [SM=x789051] [SM=x789051]

A parte il fatto che molti degli avvenimenti narrati nella Bibbia sono narrati nei libri di altri popoli, e sono racconti di cose avvenute e tramandate... come il diluvio universale, giusto per dirne una.

Ora, il fatto che la Bibbia parli (anche) di cose realmente accadute non è affatto, come pensano i credenti, una cosa a favore della fede e dell' idea che la Bibbia sia parola di Dio.

Niente affatto [SM=x789054]

E' la dimostrazione che la Bibbia racconta eventi accaduti, come li raccontano i libri dei sumeri, degli egiziani, ecc...e come li raccontiamo noi, tramandandoli alle generazioni successive.

Non c'è nulla di divino nel raccontare fatti accaduti, che bisogno c'era? La Bibbia è una raccolta di cose antiche, alcune vere, alcune romanzate, altre inventate. Come se noi prendessimo tanti libri odierni e li mettessimo insieme in un'unica raccolta.

E' molto più prosaico di quello che credi. Ma a me non dici nulla di nuovo. Io la Bibbia la conosco, altrimenti non sarei atea.

P.S. Non ho visto il video. Ancora. Magari dopo lo vedo, ma questa è la mia opinione.
Max Cava
00venerdì 23 novembre 2012 22:10


Io posso tramandare ai posteri che le Twin Towers sono crollate l'11 settembre 2001 a causa di una scorreggia di Claudio Cava.

Sulla storicità del crollo, non ci piove.

[SM=x789062]




































Vabbé... trattandosi di Claudio Cava, potrebbe essere vera anche la causa! [SM=g2407713]

[SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]
Agabo
00sabato 24 novembre 2012 08:35
Re:
kelly70, 23/11/2012 22:04:

Scusa Agabo, che cosa credi di aver scoperto?? L'acqua calda? [SM=x789051] [SM=x789051]

A parte il fatto che molti degli avvenimenti narrati nella Bibbia sono narrati nei libri di altri popoli, e sono racconti di cose avvenute e tramandate... come il diluvio universale, giusto per dirne una.

Ora, il fatto che la Bibbia parli (anche) di cose realmente accadute non è affatto, come pensano i credenti, una cosa a favore della fede e dell' idea che la Bibbia sia parola di Dio.

Niente affatto [SM=x789054]

E' la dimostrazione che la Bibbia racconta eventi accaduti, come li raccontano i libri dei sumeri, degli egiziani, ecc...e come li raccontiamo noi, tramandandoli alle generazioni successive.

Non c'è nulla di divino nel raccontare fatti accaduti, che bisogno c'era? La Bibbia è una raccolta di cose antiche, alcune vere, alcune romanzate, altre inventate. Come se noi prendessimo tanti libri odierni e li mettessimo insieme in un'unica raccolta.

E' molto più prosaico di quello che credi. Ma a me non dici nulla di nuovo. Io la Bibbia la conosco, altrimenti non sarei atea.

P.S. Non ho visto il video. Ancora. Magari dopo lo vedo, ma questa è la mia opinione.



Questo tuo intervento mostra come le opinioni degli atei siano cambiate e/o modificate in seguito alle scoperte storiche e archeologiche riguardo alla Bibbia.
Ma fino ad oltre un secolo fa a questa parte le cose stavano diversamente: non si avevano notizie storiche sufficienti riguardo all'esistenza di un certo re o di una determinata città o di un popolo menzionato nella Bibbia e questo diveniva un ottimo motivo per i miscredenti per ridicolizzare gli scritti biblici.
Che cosa è cambiato? Chi non vuole credere continuerà a non credere ma dovrà ricorrere ad altri argomenti. Intanto si deve affermare una realtà: la Bibbia contiene molti racconti storici, alcuni dei quali sono riportati anche in documenti extrabiblici, questo fa della Bibbia un documento attendibile. E' attendibile al punto che molti archeologi, fidandosi delle cose che essa riporta, hanno scoperto città e testimonianze del passato che altrimenti sarebbero rimaste sepolte forse per sempre. Certo, questa non è "fede" religiosa, ma è fede!

Oggi, ripeto, gli atei sono costretti a rimangiarsi certe argomentazioni del passato ma, se permetti, non tutti gli atei sono al corrente di come stanno le cose. Il mio intento, anche in questo, è quello di fare INFORMAZIONE; poi ognuno potrà trarne le conseguenze che crede.

Devo aggiungere un'altra considerazione: gli elementi "casuali" e secondari fanno di queste scoperte storiche e archeologiche delle prove di importanza primaria. Le cose dette "en passant", cose di circostanza, che possono essere delle semplici descrizioni aggiuntive di un discorso o dei riferimenti secondari diventano spesso delle prove PRINCIPALI proprio perchè l'intenzione di chi riferisce una certa cosa era un'altra. Nel nostro caso, ci si imbatte in una Stele, quella di Mesa, per puro caso, non si era affatto alla ricerca di cose che provassero un dato racconto biblico e detta Stele riporta nomi e fatti che nulla hanno da spartire con la Bibbia, ma che quest'ultima comunque ne parlava già. In un processo, per esempio, sono cose di questo genere che "tradiscono" oppure "verificano" dei fatti.

Poi, è vero, nella società contemporanea molti scrittori romanzano cose reali, è un fatto comune molto diffuso; ma è un "genere letterario" che appartiene agli scrittori biblici? No, il profetismo biblico si distinque proprio per questo: il loro scopo non era quello di fare letteratura o quello di perpetuare dei miti ancestrali. Il profeta era uno che parlava (spesso controvoglia!) da parte di Dio, il suo scopo era, il più delle volte, quello di richiamare il popolo di Dio alle sue responsabilità; questo costituiva il "corpus" dei loro scritti, il resto era riferito in maniera "accidentale" ed erano cose che chi riceveva il suo messaggio conosceva molto bene. Era un discorso destinato il più delle volte ai contemporanei dei profeti, non era un romanzo da tramandare ai posteri. Qui la finzione letteraria è del tutto aliena! (Scrivo di fretta, scusate gli errori).


ReteLibera
00sabato 24 novembre 2012 10:56
Dopo queste po po di pappardelle, una sola domanda va posta ad Agabo

Dove si trova la fine della terra?

Prova a salire sull'albero più alto della tua città [SM=x1643830] e poi vieni a riferircelo.
Agabo
00sabato 24 novembre 2012 12:45
Re:
ReteLibera, 24/11/2012 10:56:

Dopo queste po po di pappardelle, una sola domanda va posta ad Agabo

Dove si trova la fine della terra?

Prova a salire sull'albero più alto della tua città [SM=x1643830] e poi vieni a riferircelo.



Visto come ti arrampichi, la scimmia falla tu, ti viene meglio!
[SM=x1414702]


=omegabible=
00sabato 24 novembre 2012 13:08
Boniiiii [SM=x789053] Rispondo io: la terra per ognuno di noi finisce sulla linea dell'orizzonte! [SM=x789056]

David.Bre
00sabato 24 novembre 2012 13:57
Nella letteratura vedica l'universo è ciclicamente ed eternamente distrutto e ricreato da un essere supremo che fa ciò unicamente per divertirsi,Krishna gioca a pallavolo con le montagne e gli altri dei ballano e cantano.

Il fatto che in quei libri si possano trovare eventi e luoghi storici non fa di essi dei libri storici:la città di Troia fu trovata grazie alla letteratura omerica,che però tu non ti affanni a dimostrare storica.

Senza contare il fatto che,come giustamente fa notare Kelly,in massima parte i racconti biblici si limitano ad essere dei remake di altre opere.
ReteLibera
00sabato 24 novembre 2012 14:08
Re: Re:
Agabo, 24/11/2012 12:45:



Visto come ti arrampichi, la scimmia falla tu, ti viene meglio!
[SM=x1414702]





Ababo, ad arrampicarti ne sei maestro tant'è che con "la stele" vuoi tentare invano di far passare la bibbia come portatrice di eventi storici, Ma, la tua ignoranza, disconosce l'unico dato di fatto che in questa circostanza equivale solo e semplicemente nel prendere atto che nel migliore dei casi, LA BIBBIA E' "UN LIBRO DI STORIE COPIATE" [SM=x1468557] [SM=g2535979]


Rivelazione!


[SM=x1936756] [SM=x1936756] [SM=x1936756]

kelly70
00sabato 24 novembre 2012 15:11
Re: Re: Re:
ReteLibera, 24/11/2012 14:08:



Ababo, ad arrampicarti ne sei maestro tant'è che con "la stele" vuoi tentare invano di far passare la bibbia come portatrice di eventi storici, Ma, la tua ignoranza, disconosce l'unico dato di fatto che in questa circostanza equivale solo e semplicemente nel prendere atto che nel migliore dei casi, LA BIBBIA E' "UN LIBRO DI STORIE COPIATE" [SM=x1468557] [SM=g2535979]


Rivelazione!


[SM=x1936756] [SM=x1936756] [SM=x1936756]





[SM=x1468553]
kelly70
00sabato 24 novembre 2012 15:17
Re:
David.Bre, 24/11/2012 13:57:

Nella letteratura vedica l'universo è ciclicamente ed eternamente distrutto e ricreato da un essere supremo che fa ciò unicamente per divertirsi,Krishna gioca a pallavolo con le montagne e gli altri dei ballano e cantano.

Il fatto che in quei libri si possano trovare eventi e luoghi storici non fa di essi dei libri storici:la città di Troia fu trovata grazie alla letteratura omerica,che però tu non ti affanni a dimostrare storica.

Senza contare il fatto che,come giustamente fa notare Kelly,in massima parte i racconti biblici si limitano ad essere dei remake di altre opere.




Lo sai che ci pensavo proprio stamattina per la mia prossima risposta? Mi rimase impresso quando lo studiai a scuola, Schliemann che scava sulla collina di Hissarlik seguendo le indicazioni dell'Iliade, e trova ben sette strati e infine la Troia Omerica.

I miti antichi... siamo proprio sicuri che siano miti? [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979]
Agabo
00sabato 24 novembre 2012 17:28
Re:
David.Bre, 24/11/2012 13:57:

Nella letteratura vedica l'universo è ciclicamente ed eternamente distrutto e ricreato da un essere supremo che fa ciò unicamente per divertirsi,Krishna gioca a pallavolo con le montagne e gli altri dei ballano e cantano.

Il fatto che in quei libri si possano trovare eventi e luoghi storici non fa di essi dei libri storici:la città di Troia fu trovata grazie alla letteratura omerica,che però tu non ti affanni a dimostrare storica.

Senza contare il fatto che,come giustamente fa notare Kelly,in massima parte i racconti biblici si limitano ad essere dei remake di altre opere.



Se leggi meglio il mio intervento precedente, ho scritto:

"Poi, è vero, nella società contemporanea molti scrittori romanzano cose reali, è un fatto comune molto diffuso; ma è un "genere letterario" che appartiene agli scrittori biblici? No"



Autori classici hanno scritto delle storie, come tu ricordi, ma non mi sembra che avessero la velleità di farle passare per "parola di Dio" (e di QUALE Dio, poi, visto che ne avevano tanti?).

Ma è del tutto logico che dovevano fare dei riferimenti a delle cose reali, come nomi di città e di persone e cose. Mi pare che a dire delle cose scontate sia tu. Ma sono stati trovate ossa che testimoniassero la reale esistenza dei "Ciclopi"?

Non stiamo discutendo di queste cose, stiamo discutendo della storicità di libri della Bibbia, storicità che fu messa in discussione e che ora non più.

Sono all'inizio dei miei lavori su questo argomento. Vedremo in seguito come alcuni libri biblici sono prettamente storici, cioè gli autori non avevano altra intenzione di tramandare la memoria di fatti: nomi di re, date e avvenimenti circostanziati ... COPIATI DA CHI? Il libro di Geremia, per esempio, a quale altro libro attinse? A nessuno! E questo si può dire di molti altri libri della Bibbia.
La cosa che ancora vi sfugge e che fa di voi degli"opinionisti" per niente aggiornati è che continuate a sostenere delle tesi anacronistiche, fate affermazioni generiche: "La Bibbia è una scopiazzatura". Già, perchè non il contrario?

kelly70
00sabato 24 novembre 2012 17:33
Re: Re:
Agabo, 24/11/2012 17:28:



Se leggi meglio il mio intervento precedente, ho scritto:

"Poi, è vero, nella società contemporanea molti scrittori romanzano cose reali, è un fatto comune molto diffuso; ma è un "genere letterario" che appartiene agli scrittori biblici? No"



Autori classici hanno scritto delle storie, come tu ricordi, ma non mi sembra che avessero la velleità di farle passare per "parola di Dio" (e di QUALE Dio, poi, visto che ne avevano tanti?).

Ma è del tutto logico che dovevano fare dei riferimenti a delle cose reali, come nomi di città e di persone e cose. Mi pare che a dire delle cose scontate sia tu. Ma sono stati trovate ossa che testimoniassero la reale esistenza dei "Ciclopi"?

Non stiamo discutendo di queste cose, stiamo discutendo della storicità di libri della Bibbia, storicità che fu messa in discussione e che ora non più.

Sono all'inizio dei miei lavori su questo argomento. Vedremo in seguito come alcuni libri biblici sono prettamente storici, cioè gli autori non avevano altra intenzione di tramandare la memoria di fatti: nomi di re, date e avvenimenti circostanziati ... COPIATI DA CHI? Il libro di Geremia, per esempio, a quale altro libro attinse? A nessuno! E questo si può dire di molti altri libri della Bibbia.
La cosa che ancora vi sfugge e che fa di voi degli"opinionisti" per niente aggiornati è che continuate a sostenere delle tesi anacronistiche, fate affermazioni generiche: "La Bibbia è una scopiazzatura". Già, perchè non il contrario?





Forse non ci capiamo. Il problema è il significato che tu attribuisci a queste "straordinarie" scoperte, che per noi non sono affatto straordinarie. Anzi, attestano ancora meglio l'origine assolutamente umana della Bibbia.

Che poi un tizio si metta a scrivere e dica che glielo ha ordinato Dio, oggi non succede solo perchè altrimenti lo prenderebbero per mitomane, come minimo. Altrimenti sai quante Parole di Dio avremmo? [SM=x789049]
Agabo
00sabato 24 novembre 2012 18:54
Re: Re: Re:
kelly70, 24/11/2012 17:33:




Forse non ci capiamo. Il problema è il significato che tu attribuisci a queste "straordinarie" scoperte, che per noi non sono affatto straordinarie. Anzi, attestano ancora meglio l'origine assolutamente umana della Bibbia.

Che poi un tizio si metta a scrivere e dica che glielo ha ordinato Dio, oggi non succede solo perchè altrimenti lo prenderebbero per mitomane, come minimo. Altrimenti sai quante Parole di Dio avremmo? [SM=x789049]



Vedi, Kelly, io sto scrivendo della storicità di libri biblici. Altra cosa è la profezia biblica, quella che prova la sua stessa pretesa di rivelazione divina.

Per capirci meglio, faccio un esempio che è sotto gli occhi di tutti, la corrente crisi economica pressocché mondiale.
Sono passati degli anni da che politici seri e qualificati ci ripetono che "siamo quasi fuori della crisi". Sono tutti dei bugiardi? Alcuni sì, tutti no. In realtà tutti costoro ragionano secondo dei modelli imperfetti e secondo ciò che è più o meno attendibile.

Il profeta biblico, però, agiva in un altro modo. Prevedeva, per esempio, la venuta di un messia ben oltre 400 anni prima, cosa che si è avverata alla perfezione. E' solo un esempio che trovi nel libro di Daniele al cap. 9. Una profezia che si è adempiuta in ogni particolare.
Lo stesso profeta Daniele parla del re Baldassarre, una menzione che fece ridere a crepapelle gli storici ... fino a qualche tempo addietro ... che, poverini!, non sapevano che Baldassarre era figlio del re Nabonedo, ultimo re neobabilonese, di fatto il vero reggente dacché suo padre era a tutt'altre faccende occupato.
Oggi tutti conoscono questa storia e nessuno la mette in dubbio.

Pochi sanno, per esempio, che il famoso "Cilindro di Ciro" (ne farò un video), che proclamava l'emancipazione delle popolazioni esiliate a Babilonia, si trova oggi nel British Museum e che una sua copia si trova negli States quale simbolo dei diritti umani universali (vedi immagine sotto).
La bibbia riportava l'Editto di Ciro e per oltre due millenni e mezzo rimase l'unica testimonianza di questo documento.
Quando venne rinvenuto questo importante reperto archeologico molti si rivolsero alla Bibbia!
Questi sono fatti, non favole.



Sito di riferimento: www.newsdissector.com/2010/11/16/in-tehran-remembering-cyrus-th...


David.Bre
00sabato 24 novembre 2012 19:41
Agabo,tu purtroppo leggi la realtà adattandola al tu punto di vista.

Anticamente la gentè visitava gli oracoli per conoscere proprio la parola degli dei mica per farsi una scampagnata,i seguaci di Bacco credevano alla storicità dei suoi racconti,quelli di Asclepio credevano ai miracoli suoi e di altri dei pagani (pensa un po',anche tra i primi cristiani c'era chi ci credeva,anche se li riteneva "opere diaboliche",e nemmeno in questo fu originale,dato che l'argomento "imitazione demoniaca" era già stato usato dagli zoroastriani);oggi poi c'è chi crede ad altri profeti,altre parole ispirate,chi si fa "dettare" interi libri da angeli e potenze cosmiche varia...la "novità" biblica non è affatto nuova.

Non parliamo poi dei profeti che annunciano Gesù,a parte che se si fanno le pulci ai testi biblici si può far coincidere il messia atteso persino con Otelma,ma poi chi creò Gesù le profezie le conosceva;è chi inventa che adatta,non chi profetizza che ci azzecca...ci credo poi che "si avvera alla perfezione".
Max Cava
00sabato 24 novembre 2012 21:01
Re X Agabo:


Oggi, ripeto, gli atei sono costretti a rimangiarsi certe argomentazioni del passato



Chi e quando.

[SM=g2407711]
kelly70
00sabato 24 novembre 2012 21:58
Re:

:120016220=David.Bre, 24/11/2012 19:41]Agabo,tu purtroppo leggi la realtà adattandola al tu punto di vista.

Anticamente la gentè visitava gli oracoli per conoscere proprio la parola degli dei mica per farsi una scampagnata,i seguaci di Bacco credevano alla storicità dei suoi racconti,quelli di Asclepio credevano ai miracoli suoi e di altri dei pagani (pensa un po',anche tra i primi cristiani c'era chi ci credeva,anche se li riteneva "opere diaboliche",e nemmeno in questo fu originale,dato che l'argomento "imitazione demoniaca" era già stato usato dagli zoroastriani);oggi poi c'è chi crede ad altri profeti,altre parole ispirate,chi si fa "dettare" interi libri da angeli e potenze cosmiche varia...la "novità" biblica non è affatto nuova.

Non parliamo poi dei profeti che annunciano Gesù,a parte che se si fanno le pulci ai testi biblici si può far coincidere il messia atteso persino con Otelma,ma poi chi creò Gesù le profezie le conosceva;è chi inventa che adatta,non chi profetizza che ci azzecca...ci credo poi che "si avvera alla perfezione".




Parole "sante" [SM=x789054]


Agabo
00domenica 25 novembre 2012 09:51
Re:
David.Bre, 24/11/2012 19:41:

Agabo,tu purtroppo leggi la realtà adattandola al tu punto di vista.

Anticamente la gentè visitava gli oracoli per conoscere proprio la parola degli dei mica per farsi una scampagnata,i seguaci di Bacco credevano alla storicità dei suoi racconti,quelli di Asclepio credevano ai miracoli suoi e di altri dei pagani (pensa un po',anche tra i primi cristiani c'era chi ci credeva,anche se li riteneva "opere diaboliche",e nemmeno in questo fu originale,dato che l'argomento "imitazione demoniaca" era già stato usato dagli zoroastriani);oggi poi c'è chi crede ad altri profeti,altre parole ispirate,chi si fa "dettare" interi libri da angeli e potenze cosmiche varia...la "novità" biblica non è affatto nuova.

Non parliamo poi dei profeti che annunciano Gesù,a parte che se si fanno le pulci ai testi biblici si può far coincidere il messia atteso persino con Otelma,ma poi chi creò Gesù le profezie le conosceva;è chi inventa che adatta,non chi profetizza che ci azzecca...ci credo poi che "si avvera alla perfezione".



Grazie per la mancanza di argomentazioni nei tuoi interventi, mi risparmi la fatica di controargomentare.
Stai girando in tondo e confondi la ciarlataneria spicciola di chi si interessava solo a se stesso e al proprio futuro con chi si diceva ispirato dal Dio Unico e in sua vece parlava ad un popolo intero.
Il profetismo biblico fu un fenomeno unico non ha eguali nella storia, ergo, non puoi associarlo ai cosiddetti veggenti di qualsiasi tempo. Prova tu a fare "le pulci" alla profezia messianica del Libro di Daniele ...informati su tale profezia e vedrai che essa ha messo in crisi anche degli atei incalliti e certamente colti. Ma è solo un esempio!
Le tue parole sono di una genericità sconsolante. Essere atei e non conoscere la Bibbia fa differenza tra l'essere atei e conoscerla. Io rispetto la tua libertà, ma per favore, gradirei che il confronto si facesse su cose concrete: luoghi, fatti, periodi storici, personaggi, dati concreti.


David.Bre
00domenica 25 novembre 2012 13:56
Re: Re:
Agabo, 25/11/2012 09:51:



Grazie per la mancanza di argomentazioni nei tuoi interventi, mi risparmi la fatica di controargomentare.
Stai girando in tondo e confondi la ciarlataneria spicciola di chi si interessava solo a se stesso e al proprio futuro con chi si diceva ispirato dal Dio Unico e in sua vece parlava ad un popolo intero.
Il profetismo biblico fu un fenomeno unico non ha eguali nella storia, ergo, non puoi associarlo ai cosiddetti veggenti di qualsiasi tempo. Prova tu a fare "le pulci" alla profezia messianica del Libro di Daniele ...informati su tale profezia e vedrai che essa ha messo in crisi anche degli atei incalliti e certamente colti. Ma è solo un esempio!
Le tue parole sono di una genericità sconsolante. Essere atei e non conoscere la Bibbia fa differenza tra l'essere atei e conoscerla. Io rispetto la tua libertà, ma per favore, gradirei che il confronto si facesse su cose concrete: luoghi, fatti, periodi storici, personaggi, dati concreti.






Per te conoscere la Bibbia significa prenderla sul serio,cosa che nessuno studioso serio potrebbe (e dovrebbe) fare.

Tu puoi pensare che la Bibbia rappresenti l'apice letterario mondiale,diversa da qualunque altro libro esistente:ma lo pensi tu.

E non ha messo in crisi proprio nessuno,tranna qualche baciapile travestito da ateo.

Le "profezie bibliche",ma dai fai il bravo,siamo nel 2012,almeno fassero quelle Maya saresti più di moda...
ReteLibera
00domenica 25 novembre 2012 15:31
Ma non lo avete ancora capito?

Abacuc, gradisce che il confronto si facesse su cose concrete: luoghi, fatti, periodi storici, personaggi, dati concreti (quando è lui stesso ad ignorarli).

Ci provo io...

Abacuc, in Daniele 1 è riportato:
[1] L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor re di Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse d'assedio.

Nabucodonosor non era ancora re di Babilonia a quel tempo!


Infatti, in Geremia 25 si legge:
[1] Questa parola fu rivolta a Geremia per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda - cioè nel primo anno di Nabucodònosor re di Babilonia -.

Come lo spieghi?

Se una settimana biblica corrisponde ad un anno (le settanta settimane) un anno, corrisponde ad un secolo?
[SM=g2535979]


kelly70
00domenica 25 novembre 2012 15:46
Re:
ReteLibera, 25/11/2012 15:31:

Ma non lo avete ancora capito?

Abacuc, gradisce che il confronto si facesse su cose concrete: luoghi, fatti, periodi storici, personaggi, dati concreti (quando è lui stesso ad ignorarli).

Ci provo io...

Abacuc, in Daniele 1 è riportato:
[1] L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor re di Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse d'assedio.

Nabucodonosor non era ancora re di Babilonia a quel tempo!


Infatti, in Geremia 25 si legge:
[1] Questa parola fu rivolta a Geremia per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda - cioè nel primo anno di Nabucodònosor re di Babilonia -.

Come lo spieghi?

Se una settimana biblica corrisponde ad un anno (le sette settimane) un anno, corrisponde ad un secolo?
[SM=g2535979]






Ne ho trovata una fantastica, che mette gli atei in seria difficoltà. [SM=g27825]


















Non sapranno davvero come fare...  






a smettere di ridere  [SM=x789051] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]




LE SETTANTA SETTIMANE

 

Daniele nacque verso il 610 a.C. e fu profeta e principe di Giuda (Daniele 1,1-7). Venne imprigionato da Nabucodonosor che lo deportò giovanissimo a Babilonia. Visse fino al tempo dei re persiani Dario e Ciro (Daniele 6,28) e morì dopo l’editto di Ciro verso il 530 a.C.. Ripieno di Spirito Santo e dotato di grande sapienza, interpretò sogni e visioni dei re babilonesi e fu così nominato capo dei saggi e governatore di Babilonia (Daniele 2,48). Profetizzò sugli imperi di babilonese, medio-persiano e macedone, nonché sulle successive lotte tra i regni dei diadochi. In tutte le sue profezie annunciò la venuta del regno di Dio e l’avvento di un misterioso Figlio dell’uomo (Daniele 7,13-14).

 

La precisione e l’accuratezza delle profezie di Daniele stupirono molti, spingendo critici, increduli e scettici a mettere in dubbio la sua reale esistenza e a postdatare la redazione del libro al II secolo a.C..

 

L’esistenza di Daniele è però chiaramente attestata dal profeta Ezechiele che ne lodò la giustizia (Ezechiele 14) e la saggezza (Ezechiele 28). Le testimonianze di Ezechiele risultano affidabili, essendo i due profeti vissuti nello stesso periodo storico. Al di sopra di ogni sospetto è poi un preciso riferimento al profeta Daniele presente all’interno di una profezia sulla città di Tiro. Ezechiele, dopo aver rimproverato il re di Tiro per essersi atteggiato a dio e a uomo più sapiente di Daniele (Ezechiele 28,3), annunciò l’imminente caduta di Tiro per mano del re babilonese Nabucodonosor. Come Ninive ai tempi di Giona (Giona 3), Tiro sopravvisse ai castighi divini e fu espugnata solo alcuni secoli dopo, spingendo il profeta a rettificare la profezia (Ezechiele 29,18)[1].

 

Autorevoli sono anche tre testimonianze di un famoso storico antico, a proposito del libro di Daniele. Giuseppe Flavio (37 d.C.-103 d.C.), di ricca famiglia sacerdotale, nel 67 fu fatto prigioniero dell’imperatore romano Vespasiano, che dopo averlo trattato con grande benignità, finì per lasciarlo ben presto libero. Fu quindi in Palestina con Tito ed assistette nel 70 d. C. alla distruzione di Gerusalemme. Recatosi poi a Roma svolse attività di letterato, tentando di fare conoscere al mondo antico la cultura e le tradizioni ebraiche. Scrisse così la Guerra Giudaica in 7 libri (prima in aramaico e poi in greco) e le Antichità Giudaiche in 20 libri (in greco) narrando la storia del popolo ebraico dalle origini fino alla rivolta contro i romani. Nell’opera in due volumi Contro Apione difese la cultura giudaica contro gli attacchi dei romani, dei greci e degli alessandrini. Egli narrò che:

 

a)       il libro di Daniele fu noto ad Alessandro Magno già verso il 332. A tal proposito egli infatti, scrisse: "Quando gli si mostrò il libro di Daniele ove (il profeta) rivelava che un Greco avrebbe distrutto l'impero dei Persiani, ravvisò se stesso nella persona indicata; e colmo di gioia, per il momento congedò la folla, ma nel giorno appresso la convocò di nuovo e disse che chiedessero qualunque regalo desiderassero". [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XI, 337][2].

 

b)       il canone della Bibbia ebraica fu definitivamente chiuso ai tempi di Artaserse ed Esdra verso la metà del V secolo a. C. (Flavio Giuseppe, Contro Apione, I, 8), confermando l’impossibilità che il libro di Daniele sia stato aggiunto al canone nel II secolo a. C. durante le guerre dei Maccabei; [3] [4]

 

c)       sia la persecuzione di Antioco IV Epifanie che la successiva distruzione di Gerusalemme da parte dei romani furono previste dal profeta Daniele, notando come: “Questa desolazione del tempio si verificò in conformità alla profezia di Daniele fatta quattrocentotto anni prima: egli infatti aveva rivelato che i Macedoni l'avrebbero distrutto”. [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, XII, 322]e anche “La nostra nazione ebbe a sperimentare questi sfortunati eventi sotto Antioco Epifane, proprio come vide Daniele, molti anni prima che avvenissero. Allo stesso modo Daniele scrisse anche a proposito dell'impero dei Romani, che Gerusalemme sarebbe stata presa da loro e il tempio distrutto. Tutte queste cose rivelategli da Dio, egli tramandò per iscritto, sicché quanti le leggono e osservano come esse accaddero, si stupiscono dell'onore fatto da Dio a Daniele. Da tali eventi si comprende quanto sbagliano gli Epicurei, i quali escludono la Provvidenza dalla vita umana e si rifiutano di credere che Dio regga le sue vicende o che nell'universo vi sia un Essere benedetto e immortale che lo dirige a un fine e che il tutto possa durare, sostengono invece che il mondo si muove per forza propria senza conoscere né guida né cura di altri”. [Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche, X, 276-278]

 

Fin dai primi secoli dell’era volgare, i cristiani hanno sempre tenuto in alta considerazione le profezie di Daniele, nonostante le contorte esegesi ebraiche (iniziate già ai tempi di Aquila, Teodozione e Simmaco), le critiche pagane (portate avanti soprattutto da Porfirio, filosofo neoplatonico anticristiano del III secolo, autore di un libro polemico contro i cristiani nel quale tentò, tra le altre cose, di mettere in dubbio l’attendibilità della profezia delle 70 settimane) ed i sottili sofismi elaborati dalla recente critica atea, razionalista e liberale. L’applicazione a Cristo delle profezie di Daniele fu difesa, nei corso dei secoli, da Giulio Africano, da Tertulliano, da Gerolamo, da Eusebio di Cesarea, da Teodoreto di Ciro, da Lutero, da Calvino e da Newton e fu ribadita, fino all’inizio del secolo scorso, da tutta la Chiesa Cattolica. All'inizio del XX secolo, anche un grande papa applicò a Cristo la profezia delle settanta settimane (Pio X, Breve storia della religione, 80, in Compendio della dottrina cristiana, 1905). Solo negli ultimi 50 anni, si sono insinuate all'interno della cristianità ostinate critiche sulla datazione del libro del profeta Daniele e sulla reale possibilità di riferire a Cristo alcune sue famose profezie.

 

Giulio Africano (160-240 dopo Cristo) nacque ad Elia Capitolina (Gerusalemme), fu un erudito cristiano e visse ai tempi dell’imperatore romano Settimio Severo, del quale fu anche bibliotecario. Amico di Origene, fu autore di scritti profani, come una Enciclopedia di notizie varie (Κεστοι) e di opere cristiane, nonché di una ricca Cronografia in cinque volumi. Secondo Eusebio di Cesarea (Eusebio, Dimostrazione Evangelica, Libro VIII, II, 46-57), Giulio Africano fornì una spiegazione piuttosto precisa della profezia delle settanta settimane nel V libro della sua Cronografia, in netta polemica con Aquila, Teodozione e Simmaco, fortemente propensi a contare le settanta settimane in modo piuttosto approssimativo (per evitare ogni riferimento a Cristo), partendo cioè dall’editto di Ciro (538 a. C.) e terminando con la morte di Antioco Epifane (167 a. C.).

 

Secondo Giulio Africano la profezia avrebbe il suo punto di partenza con l’editto di Artaserse I (Neemia 2) e non con gli editti di Dario I (Esdra 5-6) e di Ciro (Esdra 1).

 

  • L’editto di Ciro (538 a. C.) si limitò infatti a sciogliere dalla prigionia e dall’esilio il popolo ebraico,
  • l'editto di Dario I (520 a.C.) autorizzò la ricostruzione del tempio, mentre
  • l’editto di Artaserse I (445 a.C.) permise la ricostruzione della Città Santa e delle mura di Gerusalemme.

 

Secondo Giulio Africano il principe consacrato sarebbe pertanto Esdra, giunto a Gerusalemme dopo sette settimane (nel 398 a. C.) dall’editto di Artaserse, per promulgare la legge mosaica (Esdra VII-X). L’unto soppresso senza colpa sarebbe Gesù Cristo (e non il mite sommo sacerdote Onia III, immagine del Messia venturo, crudelmente assassinato nel 175 a. C. durante la persecuzione ellenistica), mentre l’abominazione della desolazione si riferirebbe alla distruzione del tempio ebraico per opera di Tito (e non alla premonitrice profanazione del tempio operata da Antioco IV Epifane nel 167 a. C.).  Sostanzialmente concorde con Giulio Africano è pure l'interpretazione delle "settanta settimane" fornita da Teodoreto di Ciro (393-457) nel Commento a Daniele, IX capitolo

 

Questa lettura della profezia di Daniele è attendibile e confermata da Gesù Cristo, che mise in guardia i giudei del suo tempo dall'abominazione della desolazione come da un evento non ancora pienamente avvenuto "Quando poi vedrete l'abominazione della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, posta là dove non deve stare (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti..." (Matteo 24,15 e Marco 13,14). Di fatto, Antioco IV Epifane non distrusse il tempio ma si limitò a profanarlo, asportandone gli arredi sacri, innalzando la statua di Giove Olimpo (1 Maccabei 1,54) e celebrando in esso cerimonie pagane sacrileghe. L'esercito di Antioco IV entrò in Gerusalemme distruggendo parte della città, incendiando molte case, uccidendo molte persone ed abbattendo le mura (1 Maccabei 1,29-53). Giuseppe Flavio testimonia come nel 70 d.C. Gerusalemme sia stata distrutta per la seconda volta, dopo la prima distruzione operata da Nabucodonosor (nel 587 a.C.). Egli ci ricorda come: "In tal modo, dunque, Gerusalemme venne espugnata nel secondo anno del regno di Vespasiano, il giorno otto del mese di Gorpieo; in precedenza già cinque volte era stata presa, e questa fu la seconda volta che veniva distrutta. A conquistare la città, ma senza distruggerla, furono Asocheo, re degli egiziani, e dopo di lui Antioco IV, quindi Pompeo e infine Sosio, unito con Erode (Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica, Libro VI, 435-436).

 

Volendo applicare la profezia delle Settanta Settimane alla persecuzione ellenistica subita dagli ebrei ai tempi dei Maccabei (came fanno quasi tutti i commentatori odierni) si parte dall’editto di Ciro (538 a.C.) sul ritorno in patria e sulla ricostruzione del tempio. I 490 anni vanno però a scadere nel 48 a.C., cioè oltre un secolo dopo la profanazione del tempio da parte di Antioco IV Epifanie (167 a. C.) e più di un secolo prima della distruzione di Gerusalemme. Anche calcolando le Settanta Settimane dalla caduta di Gerusalemme (587 a. C) non è possibile ottenere alcuna data storicamente significativa, perché i 490 anni vanno a scadere verso il 100 a.C. Ancor peggio è calcolare i 490 anni dall'editto di Dario I sulla ricostruzione del tempio (521 a.C): i 490 anni vanno a cadere verso il 30 a.C., data storicamente non rilevante per il popolo ebraico. A nessun risultato utile si perviene, in tutti questi casi, tanto adottando l’anno lunare di 354 giorni, quanto l’anno solare di 360 o 365 giorni.

 

La profezia di Daniele identifica pertanto, con ragionevole precisione, sia il tempo della venuta di Cristo sia la fine dell'antico culto giudaico.  Infatti:

 

  1. le prime sette settimane(circa 50 anni) vanno dall’editto di Artaserse del 445 a. C. (Neemia 2,1) alla promulgazione della legge di Esdra del 398 a. C. (Neemia 8,1-18);
  2. le sessantadue settimane(62 x 7 = 434 anni) vanno dalla lettura pubblica della legge (398 a. C.) alla morte di Cristo (tradizionalmente fissata nel 33 d. C.);
  3. l’ultima settimana (dilatata per divina misericordia ad una generazione di circa  40 anni)va dalla morte di Cristo (33 d. C.) alla distruzione di Gerusalemme (70 d. C.) o riguarda unicamente la guerra giudaica (dal 67 d.C. al 74 d.C.).

 

 

490  anni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

70 anni

Geremia 25 e 29

7 settimane

 

62settimane

 

 

 

 

 

1 settimana

 

609-605

a.C.

589-587

a.C

538

 a. C.

520-518

 a. C.

445

a. C.

398  

a. C.

328

a. C.

175

a. C.

167

a. C.

0

a. C.

29  

d. C.

32  

d. C.

67-74  

d. C.

 

Primo attacco a Gerusalemme

II Re 24:1

II Cron.36

Dan. 1:1,2

Distruzione di Gerusalemme

II Re 25

Ger. 52:29

Editto di Ciro

(ritorno dall’esilio)

Esdra 1

2 Cron 36

Editto di Dario I

(Zorobabele e Giosué

ricostruiscono il tempio)

Zaccaria 7

Editto di Artaserse

(Neemia ricostruisce le mura di Gerusalemme)

Esdra 7

Esdrarestaura il culto e la legge mosaica

Scisma samaritano

Assassinio di Onia III

Profanazione del tempio

(da parte di Antioco IV)

Nascita di Cristo

Manifestazione di Cristo

Morte di Cristo

70 d.C.

Distruzione di Gerusalemme

e del tempio

(da parte di Tito)

 

70 anni

Geremia 25 e 29

 

 

 

 

ANNO LUNARE, ANNO SOLARE E ANNO BIBLICO

 

Giulio Africano osservò come il calendario ebraico utilizzasse l’anno lunare di 354 giorni e non l’anno solare di 365 giorni. La differenza annua è di 11 giorni e su 490 anni i due calendari divergono di ben 5.390 giorni (11x490), pari a circa 15 anni. Le settanta settimane sembrano pertanto concludersi 15 anni prima dell'anno 45 dopo Cristo (data determinata sommando 490 anni alla data del decreto di Artaserse del 445 a. C.), cioè nel 30 d. C. (45-15), data della manifestazione pubblica di Cristo. Un certo periodo di misericordia divina, prima della distruzione di Gerusalemme, potrebbe poi spiegare la dilatazione dell’ultima settimana fino al 70 d. C. . Sebbene le settanta Settimane risultino inesorabilmente esaurite nel 30 d.C., Girolamo, nel Commentario al Profeta  Daniele, ci informa che, secondo Giulio Africano, l’ultima settimana di anni si sarebbe adempiuta solo verso la fine dei tempi. Le tesi di Giulio Africano, benché interessante dal punto di vista teologico, vanno accolte con una certa cautela, dato che gli ebrei tendevano ad aggiungere 7 mesi “Adar” in 19 anni (cioè 1 mese ogni 3 anni circa) per ristabilire la corrispondenza tra l’anno solare e l’anno lunare. A ciò va aggiunto il fatto che la profezia non è matematicamente esatta anche perché non è preciso neppure l'inizio della cosiddetta "era cristiana". Gesù nacque infatti sicuramente prima della morte di Erode (4 a. C.) e forse addirittura due o tre anni prima. Inoltre Dionigi il Piccolo fissò la nascita di Cristo nell'anno 753 dalla fondazione di Roma, considerando un inesistente anno zero (si passò infatti dall'1 a. C. all'1 d. C.) ed ipotizzando l'inizio del ministero pubblico di Gesù al compimento del suo trentesimo anno (Luca 3,23), cioè nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare (Luca 3,1). Di certo pertanto sappiamo solo che Gesù morì tra il 26 ed il 36 dell'"era volgare", periodo in cui Ponzio Pilato fu procuratore della Giudea, dell'Idumea e della Samaria.

 

Se, invece dell’anno lunare proposto da Giulio Africano, si segue l’ipotesi che la profezia consideri un più probabile anno biblico di 360 giorni, le conclusioni a cui si giunge possono essere di qualche interesse.

 

Le sessantanove settimane (7+62) prima dell’uccisione dell’unto senza colpa sono infatti pari a 483 anni (69x7) e corrispondono a 173.880 giorni (69x7x360). Se si considera l’anno astronomico di circa 365 giorni e 6 ore, si hanno 476 anni reali (173.880: 365,25). Tenuto conto del fatto che l’anno zero non è mai esistito (perché si passa direttamente dall’1 a.C. all’1 d.C.), dal 445 (anno del decreto di Artaserse I) si arriva immediatamente al 32 d.C. (anno della crocifissione di Cristo). Moltissimi commentatori hanno poi formulato l’ipotesi che l’ultima settimana della profezia sia iniziata, per misericordia divina, meno di 40 anni dopo la morte di Gesù, cioè prima che fosse passata la generazione di Cristo stesso (Matteo 24,34 e Marco 13,30).

 

L’ultima settimana si riferirebbe pertanto alla guerra giudaica ed andrebbe dal 67 d.C. (anno dell’inizio dell’offensiva di Vespasiano) al 74 d.C. (anno della caduta dell’ultima fortezza giudea di Masada). Durante questa settimana Vespasiano strinse forti alleanze con i sovrani dei territori circostanti (siri ed arabi compresi), i quali parteciparono attivamente all’assedio di Gerusalemme, come testimoniato più volte da un autorevole storico giudaico (Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica, II e III). Nello spazio di mezza settimana (3 anni e mezzo), Gerusalemme fu presa (agosto del 70 d.C.), il sacrificio e l’offerta cessarono e nel tempio venne posta la statua di Giove Capitolino (cioè l’abominazione della desolazione).

 



[1] Secondo la moderna critica storica, il Daniele di cui parla Ezechiele sarebbe un personaggio mitologico, totalmente privo di riferimenti con il profeta Daniele di cui parla l’omonimo libro. Mitologiche ed inattendibili sarebbero quindi le testimonianze di Giuseppe Flavio, mentre i riferimenti all’abominazione della desolazione profetizzata da Daniele (Daniele 9,27 e 11,31) e richiamata sia nel primo libro dei Maccabei (1 Maccabei 1,54) che nella predicazione di Gesù (Matteo 24,15 e Marco 13,14) risulterebbero totalmente privi d’ogni interesse storico e religioso. Anche gli evidenti riferimenti al III ed al VI capitolo del libro di Daniele, contenuti nel testamento di Mattatia (1 Maccabei 2,59-60), sono quindi considerati privi di rilevanza.

 

[2] Alessandro sconfisse persiani a Granico (334) in Asia Minore, a Isso (333) sempre in Asia Minore e a Gaugamela (331) in Mesopotamia. Tra il 332 ed il 331 ebbe contatti con gli ebrei, assoggettò la Siria, prese Tiro dopo sette mesi d'assedio e trovò pure il tempo di scendere in Egitto e di fondare colà la grande città di Alessandria.

 

[3] Giuseppe Flavio, oltre ad essere uno storico serio ed onesto, era anche di stirpe sacerdotale. È  pertanto improbabile  che non conoscesse il canone delle Scritture. Egli parla di 22 libri invece di 24 e potrebbero mancare al suo elenco il Cantico dei Cantici e Quoelet (che la scuola rabbinica di Bet Shamai non considerava ispirati). Di fatto, i libri sacri per gli ebrei sono 39 ma, nella tradizione rabbinica, diventano 24 aggregando i dodici profeti minori, i due libri di Samuele, i due libri dei Re, i due libri delle Cronache, nonché Esdra e Neemia. La formazione del canone ebraico è comunque sicuramente anteriore alle decisioni di Jamnia (90 d. C.) e la tradizione ebraica ha sempre considerato ispirato il libro di Daniele. Per il libro di Daniele qualche discussione riguardò solo l'opportunità di inserirlo tra gli Scritti o tra i Profeti. Se ci fossero stati reali dubbi sull'inserimento di Daniele nel canone della Bibbia ebraica sarebbero sicuramente emersi dalla tradizione orale o dalle discussioni tra rabbini nei primi secoli dell'era volgare. Secondo la Mishnah (Yaddaim, IV, 5), invece, perfino le parti aramaiche di Ester e Daniele sporcherebbero le mani, in quanto ispirate.

 

[4] Con le decisioni di Jamnia (90 d. C.) il libro di Daniele fu accolto ufficialmente nella Bibbia ebraica con altri 23 libri. Non furono invece riconosciuti ispirati i libri della Settanta in greco, le parti deuterocanoniche dei libri ebraici ed i Minim degli eretici, cioè gli scritti dei cristiani e dei giudeo-cristiani.

http://digilander.libero.it/domingo7/Daniele.htm

 
Adesso, quale studioso SERIO può sostenere una simile puttanata?????? E scusate il termine, ma quando ce vò ce vò.  Se gli studi li hanno fatti così, stiamo freschi, possiamo attribuire le profezie anche alla distruzione delle torri gemelle. [SM=p1420241]

 

Vogliamo parlare di DATE? [SM=x789054]

ReteLibera
00domenica 25 novembre 2012 16:32
Vedi cara Kelly, è molto semplice demolire le castronerie di questi individui tal Agabo.

Partiamo dall'assunto:
Geremia (in ebraico: יִרְמְיָהוּ Yirməyāhū, che significa Esaltazione del Signore; Anatot, Gerusalemme, circa dopo il 650 a.C. – Egitto, dopo il 586 a.C.) ,
figlio di Helkia della tribù di Beniamino, fu un sacerdote e un profeta biblico, ritenuto autore dell'omonimo Libro e del Libro delle Lamentazioni.

Se poi andiamo a leggere  Daniele 9
 [2] nel primo anno del suo regno, io Daniele tentavo di comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia
e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni.

Si arriva alla semplice conclusione che il libro di Daniele è stato scritto dopo che i fatti erano accaduti (altro che profezie per beoti),

Considerando che gli scritti in Geremia (io Daniele tentavo di comprendere nei libri..... di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia)
risalgono intorno al 200 A.C.

 
kelly70
00domenica 25 novembre 2012 16:42
Re:
ReteLibera, 25/11/2012 16:32:

Vedi cara Kelly, è molto semplice demolire le castronerie di questi individui tal Agabo.

Partiamo dall'assunto:
Geremia (in ebraico: יִרְמְיָהוּ Yirməyāhū, che significa Esaltazione del Signore; Anatot, Gerusalemme, circa dopo il 650 a.C. – Egitto, dopo il 586 a.C.) ,
figlio di Helkia della tribù di Beniamino, fu un sacerdote e un profeta biblico, ritenuto autore dell'omonimo Libro e del Libro delle Lamentazioni.

Se poi andiamo a leggere  Daniele 9
 [2] nel primo anno del suo regno, io Daniele tentavo di comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia
e nei quali si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, cioè settant'anni.

Si arriva alla semplice conclusione che il libro di Daniele è stato scritto dopo che i fatti erano accaduti (altro che profezie per beoti),

Considerando che gli scritti in Geremia (io Daniele tentavo di comprendere nei libri..... di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia)
risalgono intorno al 200 A.C.

 



Infatti. Profezie postume.

Senza contare che gli stessi Ebrei non hanno "creduto" alle profezie e non ritengono Gesù il Messia. Belle 'ste profezie. [SM=g2407713]
Agabo
00lunedì 26 novembre 2012 22:35



Cara Kelly, risponderti su questioni bibliche non mi spiace affatto, anzi!
L'unica cosa che ti chiedo è la chiarezza, l'ordine e delle domande precise, magari formulate una per volta.
Altra cosa, si può discutere senza sconfinare nel volgare, nelle battute di scherno (tutti siamo capaci di farne, ma servono?) nelle futilità o, peggio, nelle provocazioni, che sono retaggio dei deboli (ma non mi riferisco a te).

Intanto presento una nuova versione del video proposto, più lunga perchè comprende altre cose, sempre nell'ambito dell'archeologia biblica.

Poi, veniamo all'obiezione sul "terzo/quarto anno di Joiakim", che corrisponde al primo anno di Nabucodonosor.
La risposta a questa obiezione è molto semplice per chi conosce la Bibbia e conosce la cultura dei popoli del mondo antico. Per chi studia, insomma, e non si limita a notizie raccogliticce sul web.
Babilonesi e Giudei avevano un metodo di datazione degli avvenimenti leggermente differente. Mentre i Babilonesi iniziavano a contare il numero degli anni di un re a cominciare dal (loro)l'anno nuovo, scartando i mesi che separavano l'anno corrente dall'inizio del nuovo anno, i Giudei conteggiavano come ANNO INTERO anche le frazioni d'anno, non importa il mese in corso. Questa differenza comportava una diversità di datazione. Lo si vede nei testi di Daniele (CHE E' IN BABILONIA), il quale fa corrispondere il TERZO anno di Joiakim corrispondente al PRIMO anno di Nabucodonosor e i testi di GEREMIA che fa corrispondere il QUARTO anno di Joiakim al PRIMO anno di Nabucodonosor. E' LO STESSO ANNO. Solo che per chi viveva in Giuda era CONSIDERATO il QUARTO (secondo il metodo giudaico sopra spiegato), mentre per chi viveva in Babilonia era CONSIDERATO il TERZO.ù Nulla di particolare, tranne che gli ignoranti hanno di nuovo fatto la loro figura di mer ...!

In questa pagina del mio sito trovate sia la spiegazione che un grafico che illustra questa questione:

www.testimonigeova.com/capitoloprimo.htm

Si noti bene che questa non è una mia "invenzione", lo sottolineo per gli scettici, scettici che possono informarsi altrove.

Poi, Kelly,
posso rispondere ad altre domande, ma il tuo post è lungo e dispersivo. Potresti dire sinteticamente e sotto forma di domande che cosa non ti convince? grazie.
kelly70
00lunedì 26 novembre 2012 22:39
La profezia di Daniele identifica pertanto, con ragionevole precisione, sia il tempo della venuta di Cristo sia la fine dell'antico culto giudaico. Infatti:



1.le prime sette settimane(circa 50 anni) vanno dall’editto di Artaserse del 445 a. C. (Neemia 2,1) alla promulgazione della legge di Esdra del 398 a. C. (Neemia 8,1-18);
2.le sessantadue settimane(62 x 7 = 434 anni) vanno dalla lettura pubblica della legge (398 a. C.) alla morte di Cristo (tradizionalmente fissata nel 33 d. C.);
3.l’ultima settimana (dilatata per divina misericordia ad una generazione di circa 40 anni)va dalla morte di Cristo (33 d. C.) alla distruzione di Gerusalemme (70 d. C.) o riguarda unicamente la guerra giudaica (dal 67 d.C. al 74 d.C.).


Scusa eh? Così si avvera qualunque cosa vogliamo.
Agabo
00lunedì 26 novembre 2012 23:03
Re:
kelly70, 26/11/2012 22:39:

La profezia di Daniele identifica pertanto, con ragionevole precisione, sia il tempo della venuta di Cristo sia la fine dell'antico culto giudaico. Infatti:



1.le prime sette settimane(circa 50 anni) vanno dall’editto di Artaserse del 445 a. C. (Neemia 2,1) alla promulgazione della legge di Esdra del 398 a. C. (Neemia 8,1-18);
2.le sessantadue settimane(62 x 7 = 434 anni) vanno dalla lettura pubblica della legge (398 a. C.) alla morte di Cristo (tradizionalmente fissata nel 33 d. C.);
3.l’ultima settimana (dilatata per divina misericordia ad una generazione di circa 40 anni)va dalla morte di Cristo (33 d. C.) alla distruzione di Gerusalemme (70 d. C.) o riguarda unicamente la guerra giudaica (dal 67 d.C. al 74 d.C.).


Scusa eh? Così si avvera qualunque cosa vogliamo.



Ma chi lo dice?
Per uno studio sistematico di questa profezia guarda questo file in ppt (lo si può scaricare in questa pagina www.testimonigeova.com/lacronologiadel1914.htm alla voce: "L'anno della comparsa del messia").

Chi non conosce la storia e i fatti biblici si rivolge a fonti equivoche, in questo caso qualcuno ha fatto sue le tesi dei Testimoni di Geova che, in fatto di storia sono degli asini!!!

Agabo
00lunedì 26 novembre 2012 23:28
Vittorio Messori: "Ipotesi su Gesù" pagg. 64/67:

Settanta settimane
È il famoso testo del capitolo 9, sempre di Daniele, che così comincia:
«Settanta settimane sono fissate per il tuo popolo e la città santa per far cessare
l’iniquità, per sigillare il peccato, per espiare l’iniquità, per addurre giustizia eterna,
per suggellare visione e profeta e per ungere il Santo dei Santi».
Il nuovo mondo (l’iniquità che cessa ed è espiata, il peccato che è “sigillato”, la
giustizia eterna che regna), quel nuovo mondo giungerà dunque per il profeta quando
sarà unto il Cristo. E allora termineranno anche le visioni dei profeti («per suggellare
visione e profeta»).
Tutto ciò avverrà dopo «settanta settimane». Questa indicazione temporale
(l’unica, ripetiamo, nell’Antico Testamento) non ha mai suscitato eccessive
polemiche tra gli interpreti. È chiaro infatti che non di settimane si tratta, ma di
settenari, periodi cioè di sette anni. La parola ebraica usata dal testo è infatti
shabhuìm, settenario, appunto. Dunque, le «settanta settimane» sarebbero 70 anni per
7, 490 anni in totale.
Ma, da quando cominciare a fare decorrere il computo? Il testo biblico che segue
quello che abbiamo riportato dà una indicazione: bisogna cioè fare partire il conto da
«una parola di tornare e di ricostruire Gerusalemme».
Di quale decreto («parola») si tratta?
Dicevano alcuni che era quello (di cui parla un altro libro della Bibbia) emanato da
Artaserse nel suo settimo anno di regno, cioè nel 458-457 a.C. Partendo da questa
data la fine dei 490 anni sarebbe caduta nel 32-33 d.C.
Affermavano altri che il decreto, invece, era quello di Ciro, emanato nel 538, dopo
la liberazione di Israele dall’esilio babilonese. Sottraendo da 538 i 490 anni, si arriva
al 48 a.C. Anche se è certo che Gesù è nato alcuni anni prima della data tradizionale,
qui c’era uno “sbaglio” di una quarantina d’anni. Per la prima interpretazione, invece,
la coincidenza pareva impressionante, dal momento che la profezia sembra alludere
all’uccisione del Messia: e il 32-33 d.C. è una data estremamente verosimile per
questo evento.
Sembrava comunque straordinario che il profetismo ebraico, nella sua storia
millenaria, avesse azzardato una sola volta una data; e che quella data si fosse rivelata
davvero quella dell’inizio dell’era messianica (almeno per i cristiani), anche se
soggetta a una oscillazione di una settantina d’anni. In tanti secoli di attesa, quello
“sbaglio” sembrava già un buon centro.
C’è da notare poi, seppure per inciso, che questo vaticinio del cap. 9 di Daniele
lega al computo degli anni una successione di eventi che hanno una strana risonanza.
Si parla infatti qui di «un Unto (cioè, di un Messia, di un Cristo) che sarà soppresso».
Si accenna poi al «popolo di un principe che verrà e distruggerà la città e il
santuario» : Gerusalemme e il suo tempio furono distrutti dal “principe” Tito,
imperatore dei romani, proprio nell’anno 70 d.C. Un’altra coincidenza curiosa, questa
data, messa a raffronto con una profezia tutta basata sul numero 70. Del resto, anche
il vangelo di Matteo, annunciando la distruzione di Gerusalemme, mette in bocca a
Gesù il riferimento a Daniele: «Quando dunque vedrete l’abominazione della
desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo, chi legge intenda,
allora coloro che saranno nella Giudea fuggano alle montagne...».
Occorre tuttavia notare che è possibile leggere quegli sconcertanti particolari in un
modo diverso, altrettanto attendibile dal punto di vista storico, e vedere annunciati da
Daniele non Gesù e Tito ma Onia e Antioco. Un ennesimo aspetto della logica del
“Dio nascosto”? Qui, ribadendo la nostra estrema prudenza in questi computi,
continuiamo ad elencare fatti. E quelli soltanto. Resta infatti la sorpresa di vedere,
dopo il vaticinio sulla data del tempo messianico, annunciati episodi che, anche se
suscettibili di altre interpretazioni, sembrano alludere direttamente al periodo storico
che seguì Gesù.
E, d’altro canto, è stato osservato che «la distruzione di Gerusalemme nel 70,
anche presso gli esegeti giudaici, come Rashi, Ibn Esdra, Ps. Saadia, Abrabanel, fu
sempre ritenuta come l’estremo limite delle settimane di Daniele» (A. Vitti).
Di recente si è comunque aggiunto un fatto nuovo che ha portato una conferma
(forse decisiva) a una delle due interpretazioni proposte per il termine dei 490 anni.
kelly70
00martedì 27 novembre 2012 00:11
Ma come si fa a studiare una profezia???? [SM=x789069] E a stabilire le date con sicurezza dove sicurezza non ne esiste? Sono tutte cose approssimative!!!!!!!!!!!!! Gli si può fare dire tutto alle profezie, ma come faccio io a prenderle sul serio?? Mi viene da ridere, scusa. [SM=g27825]

Questa gente ci vede quello che vuole, è normale!!! Fanno lostesso con le profezie di Nostradamus.

Io quando uno dice: l'autore qui voleva dire questo e qui voleva dire quello... mi faccio un sacco di risate.

Dopo millenni? Ma se si sbagliano su cose del secolo scorso... E scrivono la storia al rovescio... e adesso io dovrei credere a una profezia interpretata a posteriori, con date approssimative?
David.Bre
00martedì 27 novembre 2012 00:16
Re: Re:
Agabo, 26/11/2012 23:03:



Ma chi lo dice?
Per uno studio sistematico di questa profezia guarda questo file in ppt (lo si può scaricare in questa pagina www.testimonigeova.com/lacronologiadel1914.htm alla voce: "L'anno della comparsa del messia").

Chi non conosce la storia e i fatti biblici si rivolge a fonti equivoche, in questo caso qualcuno ha fatto sue le tesi dei Testimoni di Geova che, in fatto di storia sono degli asini!!!





Nel libro di Daniele si parla del figlio dell'uomo e qualche secolo dopo qualcuno appiccicò questo nome al messia della propria setta,appiccicandolo pure male,dato che la figura di Gesù probabilmente fu attenuta proprio fondendo il figlio dell'uomo (personaggio fantastico atteso dalle sette della tradizione Galilea) al Cristo di Paolo (personaggio fantastico della tradizione di Gerusalemme).

La storia,Nabucodonosor,le settimane...ma cosa c'entrano?

Davvero non si capisce dove questo "studio" vuole andare a parare:ma è realmente pensabile che al di fuori della propria religione si possano trovare individui disposti a discutere seriamente di profezie?

Ma sul serio si può credere che una persona razionale possa prendere in considerazione libri profetici,di Daniele o di Nostradamus che siano?

Boh.
David.Bre
00martedì 27 novembre 2012 00:20
Re:
kelly70, 27/11/2012 00:11:

Ma come si fa a studiare una profezia???? [SM=x789069] E a stabilire le date con sicurezza dove sicurezza non ne esiste? Sono tutte cose approssimative!!!!!!!!!!!!! Gli si può fare dire tutto alle profezie, ma come faccio io a prenderle sul serio?? Mi viene da ridere, scusa. [SM=g27825]

Questa gente ci vede quello che vuole, è normale!!! Fanno lostesso con le profezie di Nostradamus.

Io quando uno dice: l'autore qui voleva dire questo e qui voleva dire quello... mi faccio un sacco di risate.

Dopo millenni? Ma se si sbagliano su cose del secolo scorso... E scrivono la storia al rovescio... e adesso io dovrei credere a una profezia interpretata a posteriori, con date approssimative?




Caspita,ma allora ci vengono sul serio le cose in mente nello stesso momento...stai a vedere che ho doti profetiche. [SM=g2407713]
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