Lettera aperta sull’assistenza religiosa in Toscana

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kelly70
00martedì 11 settembre 2007 22:45


Egregio Presidente
della Giunta Regionale Toscana
Claudio Martini
p.c. Egregio Assessore
al diritto alla salute
Enrico Rossi
p.c. Egregi Consiglieri Regionali Tutti

Oggetto: servizio di assistenza religiosa cattolica nelle strutture sanitarie.

Egregio Presidente, nel complimentarmi per l’azione di governo svolta sino ad oggi dall’Amministrazione che Lei presiede, improntata alla buona amministrazione, civismo e difesa dei valori che da sempre caratterizzano la nostra regione fin da epoca preunitaria, vengo a SegnalarLe quella che ha mio modesto avviso è una piccola ma significativa sbavatura.

Da fonte UAAR apprendo con rammarico che la nostra è una delle cinque regioni italiane che ancora retribuiscono gli assistenti religiosi cattolici che operano nelle strutture sanitarie pubbliche (Friuli, Lombardia, Toscana, Umbria e Sicilia).
Incredulo, ne ho chiesto conferma all’URP regionale che (all. 1) conferma, precisando anche che queste persone sono addirittura “iscritte a ruolo” ovvero, assunte come ogni operatore sanitario, presso le Aziende Sanitarie in categoria D.
Certamente questa è una situazione che la Sua amministrazione ha ereditato, ma che Lei non ha ritenuto opportuno modificare.

Nell’intesa (all. 2) tra la Regione e la Conferenza Episcopale Toscana che Lei ha sottoscritto il 24 gennaio 2005 presso l’Eremo di Lecceto (forse una sede istituzionale sarebbe stata più opportuna?), si riporta solo parzialmente, immagino per sintesi di contesto, l’art 38 della legge n. 833 del 23 dicembre 1978 recante “Istituzione del servizio sanitario nazionale” che integralmente recita:
38. (Servizio di assistenza religiosa). - Presso le strutture di ricovero del servizio sanitario nazionale è assicurata l’assistenza religiosa nel rispetto della volontà e della libertà di coscienza del cittadino. A tal fine l’unità sanitaria locale provvede per l’ordinamento del servizio di assistenza religiosa cattolica d’intesa con gli ordinari diocesani competenti per territorio; per gli altri culti d’intesa con le rispettive autorità religiose competenti per territorio.

Il “provvedere per l’ordinamento del servizio di assistenza religiosa cattolica” che la legge Le impone, si può espletare in molti modi: concedendo ad esempio libero accesso alle persone incaricate dall’ordinario diocesano a tutti i reparti, nel fornire eventuale supporto logistico ed alloggio presso le strutture sanitarie a questo personale, fornendo financo rimborsi in denaro ecc. l’iscrizione a ruolo, appare con ogni evidenza, una concessione assai generosa, specie in periodi in cui, tanto parlare si fa: dei costi sanitari, dei costi della politica, della qualità della spesa, ecc.

Comprendo tuttavia che per fare un “intesa” bisogna essere in due e, nonostante la pochissima stima che come avrà compreso, il sottoscritto nutre nei confronti delle gerarchie cattoliche, mi resta difficile pensare che tale scelta Le sia stata imposta dall’interlocutore: “se vuoLe il prete lo paghi!” I toscani cattolici per altro, pagano già l’8 per mille alla Chiesa Cattolica. Lo Stato Italiano, in un impeto di generosità, gli destina anche l’8 per mille dei contribuenti che non hanno espresso altre preferenze, per una cifra intorno al miliardo di euro all’anno. Che per il toscano cattolico che ha bisogno dell’olio santo, la Regione debba anche sborsare i soldi dei contribuenti toscani, cattolici e non, mi sembra un tantino esagerato.
Spero che le “autorità” degli altri culti, che certamente Lei avrà gia contattato nell’osservanza integrale dello spirito e della lettera della 833/38, siano meno esose e non le impongano l’iscrizione a ruolo di Rabbini, Pastori, Imam, ecc.

L’equiparazione agli altri operatori sanitari degli assistenti cattolici, implica anche dubbi di legittimità, in quanto: degli operatori sanitari in genere, se ne può avvalere ogni cittadino che ne abbia necessita, ovviamente secondo i tempi ed i modi stabiliti. Di questi operatori, se ne possono avvalere solo i cittadini cattolici, contravvenendo ai principi fondamentali di eguaglianza ripresi per altro all’art 4c4 dello Statuto Regionale.

Certo, Lei è anche un politico. Certamente si porrà la domanda: “chi me lo fa fare di mettermi contro i cattolici per pochi spiccioli rispetto al bilancio sanitario regionale?”. Penso e spero che glielo farà fare il senso civico da Lei dimostrato fino ad oggi. Civismo tanto radicato nella nostra regione che spinge ogni giorno centinaia di cittadini toscani ad operare nelle Misericordie, nelle Pubbliche Assistenze ed in mille altre opere di volontariato gratuitamente, spinti dalla propria coscienza che magari non include come “mission” di “curare gli infermi”.
Con stima rinnovata, Le esprimo cordialità e le auguro buon lavoro
Sandro Tigli

PS: l’art 38 della legge 833, è “simmetrico” all’art. 7 della Costituzione, che eleva una confessione religiosa al pari dello stato, facendo dei cattolici, dei cittadini più uguali degli altri, contraddicendo di fatto l’art. 3. In più occasioni in passato, il Suo spirito civico l’ha portata a difendere la Costituzione da attacchi strumentali. Tuttavia la Costituzione quell’articolo che è stato oggetto di contestazioni fin dall’emanazione, lo contiene e qualche dubbio lo legittima. La inviterei pertanto in futuro, nella giusta difesa della legge fondamentale, ad una maggiore prudenza nell’esaltare le “mirabolanti” qualità di quel testo.

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