PERCHE’ CREDERE SPUNTI DI APOLOGETICA

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Jon Konneri
00giovedì 16 dicembre 2010 19:13
di Giampaolo Barra

Documenti storici 1

24. In ogni caso, pur sfrondando il testo di tutti i toni elogiativi ed apologetici, resta il fatto che Flavio Giuseppe ha sentito parlare di Gesù, dei cristiani e, da storico, ne scrive senza mettere in dubbio la sua esi­stenza.

25. Ma qualche anno fa, uno studioso ebreo è riuscito a scoprire la probabile versione originale del Testimoniurn Flavianum. Ce ne dà notizia Vittorio Messori: "Nel 1971, una scoperta forse decisiva è venuta dal prof. Shlomo Pinès dell'Università Ebraica di Gerusalemme. Come titolò il suo articolo il 14 febbraio del 1972 il quotidiano International Herald Tribune «Gli ebrei portano le prove dell'esistenza di Gesù». Il prof. Pinès, infatti, notò per primo che del testo su Cristo nelle antichità si possedeva un'altra versione, diversa da quella giudicata inquinata delle edizioni classiche. Quella versione è contenuta in un'opera araba del X secolo, la Storia Uni­versale di Agapio, vescovo di Hierapolis in Siria. Agapio riporta il Testimo­nium Flavianum senza quelle espressioni di fede che lo facevano rifiutare dagli studiosi. Ora, osserva tra l'altro Pinès, sembra incredibile che un vescovo cristiano abbia minimizzato il testo di Flavio Giuseppe, togliendogli (se c'erano) i termini lusinghieri su Gesù. Inoltre, varie testimonianze di autori antichi (Origene, Girolamo, Michele il Siriano) sembrano confer­mare che il professore ebreo contemporaneo avrebbe davvero scoperto la ver­sione originale della testimonianza di Flavio. Se è così, dice Pinès, "abbiamo qui la più antica testimonianza scritta, di origine non cristiana, che riguardi Gesù". (...)

Ecco il brano di Flavio Giuseppe, così com'è riportato da Agapio, nella versione dell'Università Ebraica di Gerusalemme: "A quell'epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i Giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma coloro che erano divenuti suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie" (VITTORIO MESSORI, Ipotesi su Gesù, XV edizione, SEI, Torino 1977, pp. 238­239).

26. Anche in questa versione, purificata dalle interpolazioni dell'i­gnota mano cristiana, risulta evidente che Flavio Giuseppe non poneva in discussione l'esistenza reale di Gesù. Il dato è di fondamentale impor­tanza, perché ci è offerto da uno storico non cristiano e proviene da un ambiente che, se è certo dell'esistenza di Cristo, non ne accoglie il mes­saggio: è quindi un ambiente non interessato.

27. Questa testimonianza segna un punto a favore della reale esi­stenza storica di Cristo. Ve ne sono altre.

28. Due decenni dopo, verso il 112 d.C., il governatore Plinio il Giovane scrive una lettera all'imperatore Traiano. In essa non si parla di Gesù, ma si accenna ai cristiani i quali, in Bitinia (Turchia), regione posta sotto il suo comando, erano "abituati a radunarsi prima del levare del sole, per cantare un carme a Cristo come a un Dio" (Epist., X, 96).

29. Plinio chiede lumi all'imperatore riguardo l'atteggiamento da tenere nei confronti dei cristiani. Sa che, in base alla legge, vanno con­dannati con l'accusa di empietà, perché rifiutano di credere nella reli­gione ufficiale dell'impero e mancano di rispetto verso l'imperatore. Denuncia, inoltre, che i Cristiani sono in gran numero nelle città e nelle campagne, ma reputa innocue le loro riunioni e sa che con giuramento si obbligano a non commettere furti, a non commettere adulterio, a resti­tuire i prestiti e a non tradire la Fede.

30. La lettera di Plinio all'imperatore Traiano "è la più antica testi­monianza pagana sulle assemblee liturgiche dei Cristiani primitivi e sul­l'Eucaristia" (MARTA SORDI, I cristiani e l'impero romano, Jaka Book, Milano 1984, p. 67).

31. La risposta di Traiano non si fa attendere. Noi la conosciamo ed abbiamo così fra le mani il "più antico documento ufficiale sui rapporti fra il Cristianesimo e lo stato romano" (MARTA SORDI, op cit., p 67). L'imperatore dispone che i Cristiani non devono essere ricercati, ma pos­sono essere perseguitati solo se denunciati da qualcuno purché non ano­nimo, salvo che, sacrificando agli dei dell'impero, non rinneghino la loro Fede.
il primo tratta della morte onorevole di Giovanni Battista (Antichità giudaiche, XVIII, 116-119);

- il secondo informa della morte di Giacomo, che Flavio Giuseppe quali­fica come "fratello di Gesù chiamato il Cristo" (ivi, XX, 200);

- il terzo, il più noto, è conosciuto come "Testimonium Flavianum".

21. Riportiamo il Testimonium Flavianum perché è sommamente importante ai fini del nostro discorso: "Ora, ci fu verso questo tempo Gesù, un uomo sapiente, seppure bisogna chiamarlo uomo: era infatti facitore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità. E attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei Greci. Costui era il Cristo. E avendo Pilato, per denuncia degli uomini principali fra noi, punito lui di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti comparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già detto i divini profeti queste e migliaia d'altre cose mirabili riguardo a lui. E ancora adesso non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati i Cristiani" (Antichità giudaiche, XVIII, 63-64).

22. Come emerge da questa testimonianza, Flavio Giuseppe, alla fine del primo secolo, sarebbe stato a conoscenza non solo dell'esistenza di Cristo, ma anche dei suoi poteri, della sua funzione messianica e di quello straordinario avvenimento che va sotto il nome di risurrezione dai morti.

23. Tutto questo, in realtà, è apparso eccessivo a molti studiosi, cui non è piaciuto anche il tono elogiativo nei confronti di Gesù; tono che difficilmente un giudeo non cristiano avrebbe usato nei confronti del Nazareno. Ecco perché alcuni storici ritengono che questo passo sia stato interpolato da una ignota mano cristiana prima di giungere a Eusebio di Cesarea, il grande storico della Chiesa del IV secolo, che lo riporta nella sua celeberrima Historia Ecclesiastica (I, II).
Blumare369
00giovedì 16 dicembre 2010 21:37
Poveri cattolici... si attaccano a tutto pur di non predere atto dell' inesistenza di Dio.

[SM=g1941425] [SM=g1941429]
Jon Konneri
00giovedì 16 dicembre 2010 21:47
Re:
Blumare369, 16/12/2010 21.37:

Poveri cattolici... si attaccano a tutto pur di non predere atto dell' inesistenza di Dio.

[SM=g1941425] [SM=g1941429]


Un sacerdote tedesco, in pellegrinaggio verso Roma dove si recava per chiedere di essere liberato dai dubbi che lo tormentavano sulla reale presenza di Gesù Cristo nell'Eucarestia,

mentre celebrava la Messa nella chiesa di S. Cristina, allo spezzar dell'Ostia, questa cominciò a emanare sangue che cadendo sul corporale vi impresse ben 25 volte l'immagine del Redentore.Atterrito, il sacerdote che non aveva più il coraggio di continuare la celebrazione, prese l'Ostia che continuava a sanguinare e dopo averla avvolta nel corporale e nel purificatoio, corse in sacrestia.I sacri lini, tinti di sangue, vennero poi portati dal Vescovo a Orvieto, sede della diocesi, dove ad accogliere le preziose reliquie si recò lo stesso sommo Pontefice Urbano IV che, accom­pagnato da cardinali, vescovi, sacerdoti, corporazioni religiose, auto­rità e da una folla immensa di popolo, le collocò nel prezioso sacrario della cattedrale dove sono tutt'ora custodite e venerate.A perpetuo ricordo del miracolo, il Papa emanerà l'anno seguente, 1264, la bolla "Transiturus", con la quale veniva istituita per tutta la Chiesa la festa del "Corpus Domini", da celebrarsi ogni anno.Altre "apparizioni di Gesù nell'Ostia" si ebbero a Braine nel 1153, a Ullnes, nella diocesi di Angers, nel 1668.Una della più famose è senza dubbio quella di Torino e merita di essere raccontata anche perchè avvenne alla presenza di una grande folla.

Blumare369
00giovedì 16 dicembre 2010 22:21
Quando tu pubblichi queste pagliacciate miserevoli capisco quanto feroce sia la religione cattolica coi poveretti che riesce a plagiare. Credere in queste buffonate è da poveri individui ormai senza più rispetto per se stessi.
Jon Konneri
00giovedì 16 dicembre 2010 22:25
Re:
Blumare369, 16/12/2010 22.21:

Quando tu pubblichi queste pagliacciate miserevoli capisco quanto feroce sia la religione cattolica coi poveretti che riesce a plagiare. Credere in queste buffonate è da poveri individui ormai senza più rispetto per se stessi.




Se riesci a portare prove che questa storia non sia vera
kelly70
00giovedì 16 dicembre 2010 22:27
Re:
Blumare369, 16/12/2010 22.21:

Quando tu pubblichi queste pagliacciate miserevoli capisco quanto feroce sia la religione cattolica coi poveretti che riesce a plagiare. Credere in queste buffonate è da poveri individui ormai senza più rispetto per se stessi.



Non so se [SM=x789049]

o [SM=x789069]

[SM=x789073]

kelly70
00giovedì 16 dicembre 2010 22:28
Re: Re:
Jon Konneri, 16/12/2010 22.25:




Se riesci a portare prove che questa storia non sia vera



E tu a portarle che lo sia, vera.

Perchè non succede a me, perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè???????????????????

[SM=x1420285] [SM=p1420241]

nevio63
00lunedì 20 dicembre 2010 12:08
Kelly mia bella, c'è una chiamata per te!

santapazienzauno
00lunedì 20 dicembre 2010 13:02

E lei risponde: "Dio, sono atea, hai sbagliato persona, cercavi forse Nevio63. Aspetta che te lo passo!"



[SM=g27828]

nevio63
00lunedì 20 dicembre 2010 13:10
Re:
santapazienzauno, 20.12.2010 13:02:


E lei risponde: "Dio, sono atea, hai sbagliato persona, cercavi forse Nevio63. Aspetta che te lo passo!"

[SM=g27828]




Naatt! Stanotte ti ho sognata che...correvi felice e giocavi ad acchiapperello con VeroniKa!

[SM=x1413477]
santapazienzauno
00lunedì 20 dicembre 2010 13:32
Re: Re:
nevio63, 20/12/2010 13.10:

santapazienzauno, 20.12.2010 13:02:


E lei risponde: "Dio, sono atea, hai sbagliato persona, cercavi forse Nevio63. Aspetta che te lo passo!"

[SM=g27828]




Naatt! Stanotte ti ho sognata che...correvi felice e giocavi ad acchiapperello con VeroniKa!

[SM=x1413477]



E io ti ho sognato che.....avevi gli occhi sgranati e un'alta produzione di saliva, mentre Blu ti spiegava e illustrava certe lezioncine su XXXXX XXXXX. Poi è arrivata Kelly e Cristiana, con una mazza da baseball e pam pam pam, hanno rovinato l'incanto. [SM=x789074]

[SM=g1941425]


nevio63
00lunedì 20 dicembre 2010 13:51
Voi donne, voi donzelle..

Lo volete capire che noi si vive per voi?
volete capire che quelli di Blu erano complimenti d'amore?
volete capire che cerchiamo di sapere quali sono i vostri desideri per accontentarvi di più?
Apriti o mia santissima Natasha e rivela, senza falsi pudori, ciò che di più sordido commuove la tua patonza irsuta!
santapazienzauno
00lunedì 20 dicembre 2010 14:38
Re: Voi donne, voi donzelle..
nevio63, 20/12/2010 13.51:


Lo volete capire che noi si vive per voi?
volete capire che quelli di Blu erano complimenti d'amore?
volete capire che cerchiamo di sapere quali sono i vostri desideri per accontentarvi di più?
Apriti o mia santissima Natasha e rivela, senza falsi pudori, ciò che di più sordido commuove la tua patonza irsuta!




Allora, vediamo un po!!???'

XXXXXX XXXXXXX XXXXXXX XXXXXXX XXXXX XXXX

XXXX XXXXXXX XXXXXXXXX

XXXXX XXXX XXXX XXXXXXX
XXXXXX XXXX XXXXXXX Ahhhhhhhhhh! [SM=x789054] [SM=g27828]


Ma, io non so cosa devo capire io!? So che l'uomo odierno è tentato più che mai di farlo per puro piacere, ed è pronto a sacrificare tutto il resto che c'è di bello nel rapporto tra un uomo e una donna. Non parlo solo di una certa pratica in se, ma dell'atteggiamento, vedere una donna solo come un mezzo per arrivare ad un determinato piacere. Il sesso dovrebbe essere in funzione dell'amore tra i due, e non fine a se stesso, ma visto che siamo egoisti di natura....succede poi di tutto. Siamo bombardati dai messaggi sensuali che provengono da tutte le direzioni, e richiamano in noi delle passioni più forti e destruttivi di una sana sessualità. Aderire a determinate pratiche sessuali, è una scelta personale, quella descritta di Blu, non è certo di mio gradimento, e ripeto, ognuno è libero di fare del suo corpo quel che vuole e di trovarsi i propri simili in questo, se ci riesce, come Blu.


santapazienzauno
00lunedì 20 dicembre 2010 15:32

volete capire che cerchiamo di sapere quali sono i vostri desideri per accontentarvi di più?



Questo non è vero, tante donne pur di sentirsi amate e non rischiare l'abbandono o il tradimento, si fregano e si sottomettono, si umiliano da certe pratiche, che fanno godere soli uomini, e che dopo, iniziano a sospettare ogni cosa, e spesso sono viste da loro come vassiaie, per aver accontentato l'uomo in tutto quel che voleva!


[SM=x789066]

Blumare369
00lunedì 20 dicembre 2010 16:29
Ho riportato in un post di ieri la frase che una cara amica ha usato su messanger dopo aver letto la frase raffinata che Cristianalibera mi ha dedicato a mò di insulto. In questa frase era contenuto il termine vaiassa.

Bene! siccome anche tu lo hai usato mi pare a sproposito te ne do una lettura ricavata dalla rete. Ci troverai sicuramente una certa rispondenza (almeno in parte) su quanto recita il brano che copio e la finezza che la Cristianalibera mi ha dedicato.

Genealogia della vaiassa
di Amedeo Messina

La lingua napoletana ha molti termini per dire con un nome l'attività che oggi noi chiamiamo di collaborazione familiare. Una lista certo non completa deve almeno prevedere serva, vaiassa, criata, zambracca, femmena 'e servizzio, cammarera. In questo elenco solo quello di vaiassa sembra dare adito a incertezze, sia per quanto attiene alla sua origine, sia perché ha più d'un significato, designando al tempo stesso la sguattera sguaiata e la plebea sbraitante e rissaiola che ha per strada il proprio agone. Sull'origine del termine non c'è nessun accordo, se non sul fatto che il latino bassus non c'entra per niente, perché in età classica era usato solo in area campana come nome gentilizio e in età barbarica con il significato di persona obesa o corpulenta. Nulla indicava, dunque, la funzione propria di fantesca.

Pur di uscire dalle nebbie etimologiche si è andati, come ha fatto il D'Ascoli, a una immediata e strana equivalenza con bagassa che ha il significato di sgualdrina. La cosa è sconcertante perché, pur comprendendo che si tratta di un'età storica in cui le donne non potevano forzarsi all'onestà per sopravvivere e che vi era, per così dire, un'assoluta insufficienza di forza lavoro femminile, appare inverosimile che in casa si facesse entrare, come nulla fosse, una prestatrice d'opera dalla duplice funzione in quanto addetta ai servizi domestici e sessuali. Per giunta assegnandole un epiteto che fosse poi di pubblico dominio e per lei infamante.

Il colmo si raggiunge però con il Guaraldi che, nel suo La parlata napolitana (Napoli, 1982), asserisce addirittura che "vaiassa" sia parola nata per corruzione di "bagascia", come se fosse stato lecito o normale, tra l'XI e il XIII secolo, assumere sgualdrine assegnandole al disbrigo dei lavori in casa. Azione che sarebbe stata forse meritevole sul piano della pubblica morale, ma che, per giungere al passaggio di una semantica comune, implicherebbe una pratica devota e condivisa, a noi del tutto sconosciuta, parallela a quanto andavano svolgendo nel frattempo i monasteri cittadini che accoglievano moltissime "pentite".

Se col termine vaiassa si designa sia la serva che chi cede il proprio corpo in prestito d'uso vi sarà sicuramente un prima e un dopo, non essendo immaginabile la doppia prestazione fin dalla nascita della parola. Inoltre, se il vocabolo designa una fantesca, null'altro che il buon senso vuole una primogenitura di "vaiassa" in tale direzione e poi la sua caduta d'uso quando cominciò a indicare pure una sgualdrina, non essendo proponibile il contrario. E infine il D'Ascoli, per darci forse una nota comica, estrae dal suo cilindro di letture classiche il soldato punico Bagasus, tr amanda to da Silio Italico nel suo poema (V, 410), senza nemmeno dirci se ritiene che possa esserci un rapporto tra l'eroe di carta e la vaiassa.

Che tra i due termini ci sia stata vicinanza, oltre alla rima, non è certo dubitabile, e però la diversità semantica ci è documentata proprio dalla loro contemporanea persistenza sia nell'uso che nei testi. Il gran Cortese adopera agli inizi del Seicento sia vaiassa che baiassa, (e in verità pure il maschile vaiasso e vaiassone), a volte con valore spregiativo che però non giunge mai oltre il senso di servaccia, ovvero non si spinge fino al cambio funzionale proprio della prostituta. Significato che appartiene per intero, invece, alla bagassa, che figura, per addurre un solo esempio, nell'Antiprologo del Candelaio di Giordano Bruno, commedia del 1582 e capolavoro del teatro rinascimentale.

Volendo regalare ai miei pochissimi lettori un breve istante di allegria non mancherò di renderli avvertiti dell'onestà intellettuale di Francesco D'Ascoli che, dando alle stampe 'A malafemmena (Napoli, 2003), ha voluto rivedere quanto aveva scritto della vaiassa nel Nuovo vocabolario dialettale napoletano (Napoli, 1993), affermando che «Non è facile, anzi è impossibile, dare una spiegazione plausibile e definitiva di questo vocabolo. Il significato, si sa, è "serva", ma è l'origine che rimane piuttosto misteriosa. [...] La parola si dice imparentata con "bagascia", a sua volta dal provenzale bagassa che ha ormai la rispettabile età di almeno 4.000 anni [ sic! ]» (p. 132).

Sto correndo a cancellare quanto il D'Ascoli ebbe a scrivere in quel lemma del suo vocabolario e però subito mi assale una certezza. La recente correzione è più sbagliata dello stesso vecchio errore. Va bene revocare in dubbio vacillanti sicurezze, garantite solo dall'inchiostro tipografico, e però bisognerebbe pure darne un buon motivo. Da chi e come egli ha ricevuto tale grazia emendativa? Com'è giunto a questa sua resipiscenza? La ricerca scientifica procede, è vero, per congetture e confutazioni, se però di tutt'e due si danno informazioni e non fugaci e immotivati apprezzamenti.

Inoltre, subito dopo quell'orribile «si dice», il buon lettore dascoliano apprende che il provenzale bagassa avrebbe almeno quattromila anni. Che non sia un errore di stampa lo dimostra la presenza della "rispettabile età" e dunque bisogna credere che il D'Ascoli ritenga quella provenzale una lingua in uso da 40 secoli, oppure che il termine in questione sia presente in lessici più antichi di quelli accadici a noi noti. Sappiamo tutti che quello della bagassa è ritenuto dagli storici il mestiere più antico al mondo, ma ciò non autorizza a ritenere che lo sia anche un termine con cui lo si nomina e per giunta in provenzale! Tuttavia ritengo assai probabile che il D'Ascoli ci dia di ciò notizia in un suo prossimo lavoro.

Questa parola sembra avesse nella lingua d'oc il senso originario di 'borsaccia', provenendo da bag + -assa, per offrire una sineddoche eufemistica che sprezza l'organo consunto, invece della donna che ne ha fatto abuso per commercio o per piacere. Certo è che la parola ha sempre mantenuto un suo significato estremamente negativo, nel francese moderno come in italiano e nel napoletano, quanto meno designando in una donna grossolanità e scostumatezza. Il Novecento letterario ci ha fornito pure, con 'bagascio', una variante nel genere maschile per l'omosessuale che si prostituisce, come, per esempio, nell' Elettra di Gabriele D'Annunzio ( Le città del silenzio. Perugia , IV, 1). Insomma, nulla riesce a mettere in rapporto la bagascia con la partenopea vaiassa.

Ai cultori della napoletanità linguistica non deve essere sfuggito come il D'Ambra, e appresso l'Altamura, il Santella e il D'Ascoli, riportino, subito dopo il lemma di "vaiassa", una non meglio precisata origine dall'arabo baassa, di cui peraltro non forniscono nemmeno il senso originario. In realtà il D'Ambra dovette trarre tale congettura dalla XXXIII Dissertazione delle Antichità italiane di Ludovico Antonio Muratori, il quale, interrogandosi sull'etimo di "basso" con il significato di poco alto, inferiore, umile, depresso, vile, com'è anche nel francese bas e nell'inglese base, rifiutò proposte che volevano la nascita dal greco basis o dal latino bassus, suggerendo la sua provenienza da baassa.

Tuttavia tale vocabolo, che in arabo designa la persona che si umilia, si prosterna, si getta ai piedi di qualcuno in segno di umiltà o sottomissione, e in italiano, nel parere del grandissimo erudito di Vignola, avrebbe generato termini come bussare, basso ed abbassare, come ognuno può notare non presenta alcun semantico rapporto con "vaiassa". Singolare è invece che né il D'Ambra, né l'Altamura o il Santella e il D'Ascoli al suo seguito gregario, abbiano saputo scorgere in baassa l'origine di avascià = abbassare; vascio = 1. stanza a pianterreno, priva di sole, d'aria e di servizi, per secoli casa e bottega della povera gente; 2. basso; 3. giù, abbasso; e vasciaiola = donna che abita in un vascio, linguacciuta e litigiosa.

Dovremo dunque riconoscere col D'Ascoli l'impossibilità di offrire una credibile spiegazione al termine "vaiassa" e di gettare lumi sulla sua origine così che resti misteriosa? Penso di no e ritengo di poterne fornire un buon motivo. L'emerito Raffaele D'Ambra, tanto spesso saccheggiato e troppe volte offeso, addirittura dal D'Ascoli accusato di essere "scorrettissimo", incorreva in favorevoli intuizioni, anche se poi non sempre le metteva a frutto o non vi dedicava un'adeguata riflessione. Oltre alla baassa, nel suo Vocabolario napolitano-toscano (Napoli, 1873, p. 388), egli avanza anche l'ipotesi secondo cui "vaiassa" avrebbe origine dal termine latino « bàiula con la terminazione greca -assa » = portatrice di qualcosa di pesante sulla schiena o in braccio.

Devo rilevare, contro quest'ultima asserzione, che il suffisso -assa è largamente documentato in tutta l'area mediterranea, prima ancora del diffondersi della cultura ellenica e dei suoi dialetti, identificandosi con la voce accadica -issa per caratterizzare il femminile, al punto che i linguisti se ne servono per scorgere nei nomi ellenici con tale terminazione una evidente origine pregreca. Si aggiunga che in accadico c'è il verbo babâlu con il significato di condurre, trasportare, il quale in verità richiama fortemente quello latino baiulare che ha lo stesso senso.

Comunque la seconda ipotesi del D'Ambra, riportata e messa così alla pari con quella dell'etimo arabo, è da lui abbandonata alla casualità delle ricerche successive, quando egli doveva fare un solo passo avanti per risolvere l'enigma. Il peso naturale che la donna porta in grembo, in braccio o al collo è infatti il suo bambino. Ben altri nella storia ne ha dovuti ella portare e, in mezzo a questi, di sicuro c'è il neonato che a lei una madre affida perché gli dia il suo latte e poi lo svezzi e se ne prenda cura. Ed ecco che la bàiula, con caduta della 'u' e una prima metatesi, diventa bàlia e, nella Napoli del tempo, vailìa o vallìa e poi baiassa e vaiassa, dopo un probabile intermedio baillassa di cui non mi è riuscito di trovare attestazioni.

Forse è il caso di accennare anche a un san Bàiulo, non so se protettore delle bàlie o dei facchini, il cui martirio è celebrato il 20 dicembre. Ben presto accadde che al fardello materiale si aggiungesse quello metaforico del carico morale e allora nacquero parole come bàiulo, che Dante adopera per il portatore dell'aquila imperiale ( Paradiso , VI, 73) e per chiamare i sette re di Roma «quasi baiuli e tutori della sua puerizia» ( Convivio , IV, V, 11), e bàlio con cui si designarono i mariti delle bàlie, i pedagoghi e i precettori. E poi, di peso in peso si pervenne a dar del bàlio a chi doveva sostenere quello di un ufficio giurisdizionale straordinario o di un governo territoriale con autorità civili e giudiziarie. Fu così che col titolo di bàilo, si noti la seconda metatesi, venivano inviati alla corte di Bisanzio l'ambasciatore della repubblica di Venezia e quello di Firenze.

Passato nella lingua dei francesi, prima con bailler = portare, il termine divenne baile = governatore, che fu titolo ben presto conferito a ministri, reggenti e grandi dignitari. Da baile si passò a bailli, grado supremo in molti ordini cavallereschi e religiosi, e poi a baillie e fu nella forma di balìa che il termine tornò in Italia col significato della potestà assoluta, della piena signoria che sottopone tutti alla mercè autoritaria di qualcuno o di qualcosa. Quella di balivo fu in seguito la carica di nomina regia per cui, nell'ordinamento feudale, si era posti a capo di una intera circoscrizione territoriale.

Nella Napoli angioina il termine baiulus è attestato in documenti dal 1269 in poi col significato di amministratore delle rendite, dei censi e dei tributi del sovrano. Curia del bàiulo fu detto il tribunale ammini­stra­tivo competente per i reati con­tro il patrimonio di entità non superiore ai tre ducati. La Baillie ebbe prima residenza nel superstite pronao del tempio di Castore e Polluce, ovvero presso le scale della chiesa di san Paolo Maggiore, poi in un vicolo adiacente del quartiere san Giuseppe.

Il bisogno di riunire in unico edificio le diverse magistrature sparse lungo la via, che non a caso reca ancora oggi al plurale il nome dei Tribunali, portò nel 1540 anche la Bagliva in Castelcapuano.

Il trasferimento della sede giudiziaria provocò una innovazione toponomastica, per cui si continuava a dire Bagliva la sede giudiziaria, ma si definì Baglivo e poi Vaglivo il sito che ancora oggi ne conserva il nome nel quartiere san Giuseppe. La cosa ha una sua dimostrazione letteraria in Giambattista Basile che distingue, nelle sue Muse napolitane (1635), tra «la Bagliva» ( Clio , v. 214) e «lo Baglivo» ( Tersicore , v. 20), ovvero tra l'ufficio dove presentare una denuncia o attendersi giustizia e lo spazio urbano che dapprima l'ospitava. Dal momento che però da quasi cinque secoli non vi sono più palazzi di giustizia nell'antico decumano maggiore, inutilmente questa strada è detta ancora dei Tribunali. In pieno clima di recupero del centro storico di Napoli, sarebbe dunque lecito restituirgli il precedente e bellissimo suo nome di via del Sole e della Luna.

Tornando ora all'ipotesi per cui la bàiula ci ha dato bàlia e vallìa, ci si potrebbe chiedere perché vaiassa abbia poi smesso ogni rapporto tra il portare, la portatrice e il suo portato, per significare solo prima l'inserviente e dopo la plebea sguaiata. La cosa può essere spiegata, a mio parere, col persistere del termine latino nutrix = donna che allatta, nutre, alleva e che si disse e si continua a dire a Napoli nutriccia . Due parole designanti la medesima funzione erano eccessive e fu così che divorziarono ben presto, almeno io credo, l'una mantenendosi soltanto per la balia e l'altra per intendere la serva.

Ruolo, quest'ultimo, da cui venne nuovamente spodestata, per far posto prima, con l'arrivo degli spagnoli, alla criata, e poi, col trionfo della borghesia toscaneggiante, dalla cammarera. Allontanata a viva forza dal suo posto di servizio, alla vaiassa non rimase che una voce di protesta nelle strade, il suo contumeliarsi permanente soprattutto con le altre donne dei fondachi e dei bassi, a farne appìcceche e strascine, a mettere a revuoto un quartiere intero, tanto da ispirare addirittura una Vaiasseide a Giulio Cesare Cortese che nel 1612 la dette alle stampe e le sue ottave vennero ascoltate con gran gusto dalle corti, divertite dalla parodia servile dei nobili eroi proposti da ogni epopea celebrativa.

Spero d'aver chiarito con le origini da bàiula, da bàlia e da vallìa il senso antico del vocabolo "vaiassa". Il suo lungo itinerario ci consente anche di comprendere perché non abbia avuto mai successo nella forma maschile di "vaiasso". Destini divergenti dal "portare" originario. A Napoli le cose non sono andate come altrove e la vaiassa ha seguito una sua parabola diversa da quella del vastaso e della nutriccia. Tutti e tre accomunati dalla malasorte che a Napoli colpisce chi è costretto a lavorare, non importa se cedendo forza muscolare o il proprio latte. Solo sotto altri cieli poteva accadere che facchini e balie, con il tempo, avessero in potere tutto e tutti. Ma queste sono storie di parole e, in fin dei conti, non ce ne possiamo lamentare, se non passando ai fatti.

Jon Konneri
00lunedì 20 dicembre 2010 19:17
Mi quanta poesia blu
Blumare369
00lunedì 20 dicembre 2010 20:35
Si vede che non hai letto la poesia che mi ha dedicato la Signora

[SM=x789066]
Cristianalibera
00martedì 21 dicembre 2010 09:29
Re:
Blumare369, 20/12/2010 20.35:

Si vede che non hai letto la poesia che mi ha dedicato la Signora

[SM=x789066]



Bè se il mio post non avesse fatto centro, me ne avresti riscritto pure tu uno a modo e la cosa sarebbe finito lì, ma visto che da due giorni che non fai altro a darmi adosso , addirittura citando finte amiche su facebook che mi avrebberò chiamato chissà come.... ma qui siamo fuori proprio, è la dimostrazione di quello che fin dall'inizio avevo sospettato...

La Signora carissimo Blu ha risvegliato in te la vera causa dei tuoi apparenti "gusti" sessuali, perché in fondo non sono gusti ma è una necessità psicologica ed io con il mio post volutamente cosi aggressivo e volgare l'ho fatto uscire.
La tua insaziabile voglia di sodomizzare le donne fin nelle loro viscere fecali con tutti i rischi e sconvenienti del caso non è per te semplice gusto di piacevole perversione e trasgressione ma la necessità di soggiogare le donne e non solo con quel semplice atto ma du godi ancora di più quando poi dopo le poi sputtanarle dietro tipo in un forum chiamandole pure porche, ( ma certo perchè il porco non sei mica tu) gentiluomo solamente gode e tace e tu non sei certo tale, tu DEVI fare cosi perchè per te questo è vendetta psicologica per una donna ( cattolicissima!!!!!!) che metaforicamente parlando ha sodomizzato per molto tempo TE cioè TUA MADRE, ed io caro con quel mio post te l'ho fatto ricordare.
Sii contento perché se ora vai dal tuo specialista potrai subito venire alla nocciola della questione e non ti dirà più che non sei recuperabile come hai detto tu.
E dallo specialista andrai... che ti conveniene e soprattutto ti stai pure lontano da me perché io non accetterò ancora il tuo stalking forumistico che mi stai momentaneamente facendo, due sono le cose o tu ti tieni lontano da me e non solo non quotandomi ma nemmeno più facendo né cenno né nomination neanche parlando tra le righe di me o sono io che devo lasciare questo posto, perchè non sono disposta a dividerlo con un soggetto come te che già per motivi fisici ( e tu sai quali sono) mi repelle ma che ora per problematiche psicologiche cerca di estendere la sua vendetta ammortizzatrice anche a me.


BASTA !


Cristianalibera
00martedì 21 dicembre 2010 12:29

Bè se il mio post non avesse fatto centro, me ne avresti riscritto pure tu uno a modo e la cosa sarebbe finito lì, ma visto che da due giorni che non fai altro a darmi adosso , addirittura citando finte amiche su facebook che mi avrebberò chiamato chissà come.... ma qui siamo fuori proprio, è la dimostrazione di quello che fin dall'inizio avevo sospettato...




Adesso che ci penso un po'... un idea me la sono fatta su chi potrebbe essere la vigliacca puttanona ( visto che non ha nemmeno il coraggio di identificarsi) che ti ha suggerito il termine "vaiassa" che andava applicata a lei stessa.
Consiglio anche a questa donna di risolvere i propri problemi non sui forum di ffz ma col aiuto di un bravo specialista, di qualche pilloletta e un paio di forbici per tagliare in casi estremi, la sua linguaccia biforcuta.
Guardate fate proprio una bella coppia da camicia di forza.
Cristianalibera
00martedì 21 dicembre 2010 13:13
santapazzienza scrive:

Haha,,, ricama, ricama....Chi sa come mai, tu, quando ti ci metti i codici li sai decifrare e come che li sai decifrare!!!
E chi colei? Non è che l'hai inventata come dici che l'ha fatto Blu della sua amica di facebook!!!



La prima gallina che canta ha fatto l'uovo!

Eppure i pulcini....


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Blumare369
00martedì 21 dicembre 2010 14:11
Cambia lo psicanalista, dammmi retta. Trovane uno bravo... Ma bravo bravo. Qui puoi stare tranquilla che ti vogliamo tutti bene. In fondo siamo più caritatevoli dei cattolici.

Tornando ai consigli che mi hai dato sull'uso del mio pene devo dirti che non sono venuto a capo di niente. Se proprio mi vuoi aiutare prestami uno dei tuoi tanti sex toys. Non credo che tu ne adopri più di tre alla volta... o si?!

[SM=x789064]

Piuttosto stai attenta quando li usi dietro. Ho letto che alcuni modelli poi si incastrano e non puoi più riestrali e ti devi recare al pronto soccorso.

[SM=x789066]
Cristianalibera
00martedì 21 dicembre 2010 15:48
Adesso capisco perchè tempo fa sei stato bannati da codesto forum!

Il lupo perde il pelo ma non il vizio!!!


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Cristianalibera
00martedì 21 dicembre 2010 15:48
Adesso capisco perchè tempo fa sei stato bannati da codesto forum!

Il lupo perde il pelo ma non il vizio!!!


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nevio63
00martedì 21 dicembre 2010 16:38
VeroniKa basta con i sospetti inutili!

Non puoi insinuare su tutte cose sulle quali non hai certezza alcuna

Chiudi qua! [SM=x1414722]
santapazienzauno
00martedì 21 dicembre 2010 18:21
It's just very cool


nevio63
00martedì 21 dicembre 2010 18:56
Per chi non avesse capito il collegamento tra la frase di Natasha e il vide..

C'è da specificare che Dave Brubeck è un esponeste della corrente della musica jazz denominata "Cool Jazz"...ma neanche Natasha lo sapeva...ha cercato la parola "cool" su Youtube e le è andata... di cul!

[SM=x789056]
Cristianalibera
00martedì 21 dicembre 2010 19:15
Re: Per chi non avesse capito il collegamento tra la frase di Natasha e il vide..


C'è da specificare che Dave Brubeck è un esponeste della corrente della musica jazz denominata "Cool Jazz"...ma neanche Natasha lo sapeva...ha cercato la parola "cool" su Youtube e le è andata... di cul!



[SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]



Dai, e già che ci siamo dai bedda fica Natasha che hai voglia di co/ul dance, muovi la colita....




santapazienzauno
00martedì 21 dicembre 2010 19:21
Re: Per chi non avesse capito il collegamento tra la frase di Natasha e il vide..
nevio63, 21/12/2010 18.56:


C'è da specificare che Dave Brubeck è un esponeste della corrente della musica jazz denominata "Cool Jazz"...ma neanche Natasha lo sapeva...ha cercato la parola "cool" su Youtube e le è andata... di cul!

[SM=x789056]




[SM=x1468553]

Eeeheheee so che ti piace giocare all'indovinello, devo ammettere che non sei andato lontano, non sapevo che si trattava di "Cool Jazz".

Ma non sono andata a cercarlo su Youtube, me l'ha passato una mia cara amica che di musica Jazz si intende più di me, e le sono veramente grata, strepitoso. [SM=x1413498]

Tu l'hai cercato su Wiki, o hai delle conoscenze in questo genere di musica?








santapazienzauno
00martedì 21 dicembre 2010 23:00
Cristianalibera, 21/12/2010 19.15:




[SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]



Dai, e già che ci siamo dai bedda fica Natasha che hai voglia di co/ul dance, muovi la colita....







Complimenti, 10 e lode!


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