Aborto, Bernardini: quello che spaventa non è l'attivismo degli antiabortisti, ma l'ignavia del governo e il silenzio delle donne di sinistra
Roma, 28 novembre 2006
• Rita Bernardini (segretaria di Radicali Italiani):
“Il ministro della Salute Livia Turco ha dichiarato (“Corriere della Sera”di domenica) che l’introduzione dell’aborto farmacologico in Italia è un “fatto tecnico”. Io pensavo e penso che, soprattutto per un ministro, attuare una legge dello Stato sia un fatto politico e non tecnico: l’art. 15 della legge 194 del 1978 fa carico alle Regioni di promuovere l’aggiornamento del personale sanitario sull'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza; il successivo art. 16 fa carico al ministro di vigilare sull’attuazione della legge.
Dopo 28 anni, non solo quella parte della legge 194 è inattuata ma il governo di centro-sinistra non ha nemmeno abrogato il decreto emanato dall’ex ministro Storace che ha reso ancora più difficile l’importazione dei medicinali dall’estero. Risultato: nell’Europa unita, una confezione di RU486 impiega una settimana per arrivare dalla Francia all’ospedale di Trento.
Dopo 28 anni, più della metà delle donne della Basilicata abortisce fuori regione perché il 92% dei medici ospedalieri è obiettore (vedi ultima relazione del governo al Parlamento).
Parafrasando Martin Luther King, non mi spaventa l’attivismo degli antiabortisti, che sono tornati alla carica anche alla clinica Mangiagalli di Milano; mi spaventa l’ignavia del governo e il silenzio delle donne di sinistra.”
www.radicali.it/view.php?id=77164