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"Finchè morte non ci separi"...

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    Madre Badessa
    00 13/09/2007 23:24
    Divorziati risposati ed eucaristia
    Da "Colloqui col Padre" di Famiglia Cristiana n. 36

    L’esperienza tormentata di Bruno, divorziato risposato, che assieme alla moglie si sono sempre impegnati nella comunità ecclesiale cui appartengono, senza mai subire discriminazioni



    Caro padre, sono molto tormentato dal problema dell’accesso ai sacramenti da parte dei divorziati risposati. Per esprimerle meglio il mio pensiero, vado per punti.

    1) Io sono divorziato e risposato civilmente, e assieme a mia moglie abbiamo sempre accettato – con dolore e consapevoli della nostra colpa [SM=g27833] – l’impossibilità di accedere ai sacramenti. Anche se questo vuoto è stato molto pesante, non ci ha impedito di partecipare pienamente alla vita della comunità ecclesiale, che ci ha accolti senza mai discriminarci.

    2) Nel 1988 abbiamo avuto da Dio il dono della nascita di Francesca (anche il fratellino Giacomo è stato un dono di Dio, ma "Franci" è un suo angelo). Tetraplegica, cerebrolesa, Francesca è stata la "pietra angolare" della nostra famiglia e "Chiesa domestica", tanto che il Signore stesso non ha potuto privarsene che per soli sei anni. È stata per noi come un battito d’ali di farfalla, ma di quelli che, avvenuti in Brasile, provocano un uragano in Giappone. La nostra esigenza di poter accedere nuovamente ai sacramenti si è fatta dolorosa, anche fisicamente.

    3) Il parroco, consapevole e misericordioso di questo nostro dolore, ci indirizzò a un sacerdote di curia "responsabile di matrimoni". Questo monsignore ci indicò come soluzione l’impegno di vivere, io e mia moglie, in perfetta castità, come fratello e sorella. [SM=g27816] Ma capiva la difficoltà di prendere quella decisione (Capiva???CAPIVA????????????? [SM=g27826] )per il rispetto che dovevamo a nostro figlio Giacomo e al suo diritto a vedere papà e mamma volersi bene, in tutti i sensi.

    4) Gli anni passano, i figli crescono, parliamo di questa nostra situazione anche con Giacomo. Nel frattempo, il nuovo parroco ci ha seguiti in un percorso di scelta adulta e consapevole (io sono anche membro del Consiglio pastorale), alla fine del quale ci siamo sentiti pronti e maturi a prendere quell’impegno solenne che ci ha permesso di riaccedere ai sacramenti. [SM=x789073]

    Ho sempre seguito con apprensione il dibattito e gli interventi della Chiesa sul tema dei divorziati risposati. Nel timore di vivere nell’errore, le chiedo: è veramente percorribile la "nostra via", o è una scelta che abbiamo desunto – non in malafede, ma con tanto amore – grazie anche alla misericordia personale di un sacerdote? La nostra è una scelta soggettiva, in "controtendenza" con la morale cattolica? Non ho intenzione di vivere seguendo una religione "fai da te". Finora la comunità ecclesiale ci ha fatto solo del bene, noi non intendiamo venir meno alla nostra presenza e impegno al suo interno. Ma vogliamo farlo nei modi giusti, senza commettere quello che è male agli occhi di Dio. Se abbiamo sbagliato è stato solo per troppa sete d’amore, e per la comprensione misericordiosa di sacerdoti, che spero non ci abbiano concesso troppo. [SM=x789075]

    Bruno


    Abbiamo già avuto occasione di trattare questo argomento, ma le situazioni di vita dei divorziati risposati sono tali e tante che non possono essere racchiuse in un discorso unico. Quando si applicano i princìpi ai casi concreti si devono tenere presenti le varie circostanze che fanno la differenza e possono aprire nuovi interrogativi.

    Intanto, che cosa dice il Magistero? Innanzitutto, ricorda ai fedeli che il matrimonio dei cristiani differisce profondamente da quello di chi non crede. Nel giorno del matrimonio il credente dev’essere consapevole (ma lo è davvero?) che, tra i molti amori possibili che legano l’uomo e la donna, lui ha scelto quell’amore che Gesù ha esemplificato con la sua vita e che è proposto con queste parole: «Mariti amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa».

    È un amore impegnativo, che differisce da ogni altro amore. Richiede un contributo diretto di Dio, che lui concede nel sacramento del matrimonio. È un amore fedele, che non può mai essere ritirato; e in questo concorda con gli amori umani veri. Ma differisce da questi perché apre all’uomo e alla donna un cammino che si snoda nella storia, ma si apre sull’eternità. Meglio, su Dio.
    È come se nel giorno del matrimonio gli sposi si dicessero: cammineremo insieme sostenendoci, aiutandoci, venendoci incontro, prendendoci cura l’uno dell’altro in ogni circostanza della vita... «finché morte non ci separi».

    Ma la causa della separazione non è la morte, ma l’avere esaurito il compito che ci si era assunto nel giorno del matrimonio, quello di portare il coniuge sulla soglia della casa di Dio. Da quel momento nella vita del coniuge subentra un altro partner, che è Dio, il solo che può saziare ogni desiderio di vita e di salvezza della sua creatura.

    Ecco perché possiamo dire che la vita del coniuge cristiano si svolge in due tempi: quello storico in cui l’uomo e la donna camminano insieme, aiutandosi, sostenendosi, condividendo gioie e fatiche; e quello dell’eternità in cui un coniuge consegna l’altro a Dio. Chi divorzia e si risposa viene meno a questo compito; abbandona il coniuge a metà strada e ne intraprende una nuova che non rientra nel progetto di Dio e – di conseguenza – della Chiesa. Mette la comunità di fronte al fatto compiuto di abbandonare la via tracciata dal Maestro e si avvia su una strada che Gesù aveva proibito di percorrere. La Chiesa stessa resta disorientata e si chiede come può continuare a essere salvezza anche per questi suoi fedeli. Gesù ha chiesto chiaramente ai suoi discepoli l’amore indissolubile.

    Questo non significa che chi, dopo il divorzio, decide di risposarsi per non morire di solitudine, voglia entrare in rotta di collisione completa con Dio. E non è detto che il secondo matrimonio non risulti spesso migliore del primo: a volte c’è più maturità, più impegno, più affetto, più dedizione reciproca, più disponibilità, più senso di responsabilità e di attenzione all’altro, maggiore cura dei figli... tanto da dare l’impressione che il vero matrimonio sia il secondo e non il primo.

    È questo il motivo che induce alcuni teologi a porsi nuovi interrogativi, a impostare il problema dei divorziati risposati in termini più morali, e ad avere nei loro confronti una maggiore attenzione e apertura pastorale. Ma qualunque sia il cammino di riflessione, resta il fatto che questo nuovo matrimonio porta in sé il peccato d’origine di una promessa non mantenuta, di un progetto di Dio disatteso, che ha effetti negativi non solo sulle persone direttamente interessate, ma anche sui figli e sui congiunti.

    Ma pesa anche sulla comunità cristiana, che diventa meno convincente nel suo compito di testimoniare l’amore fedele che Cristo è venuto a portare come la grande novità che produce salvezza nell’umanità.


    www.stpauls.it/fc/0736fc/0736fc08.htm


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    00 14/09/2007 07:33
    re x Kelly
    Insomma fammi capì. Te lo dico in toscano: "un trombano più"???
    Ahhhh ahhhh Pazzesco.!!!! [SM=x789050]
    Non ho mai visto un lavaggio di cervello così.... Mah!!! [SM=x789053] [SM=x789053]


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    00 14/09/2007 09:44
    loro non fanno più sesso ( e ne hanno parlato con il figlio: ce n'era proprio bisogno?). questo mi è chiaro.

    ma qualcuno mi spiega cosa ha risposto il Padre? io non ho capito come la pensa...molte parole, ma non trovo una risposta alla domanda che gli è stata fatta.
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    00 14/09/2007 11:28

    ma qualcuno mi spiega cosa ha risposto il Padre? io non ho capito come la pensa...molte parole, ma non trovo una risposta alla domanda che gli è stata fatta.



    Osserva l'ultimo pezzettino:


    È questo il motivo che induce alcuni teologi a porsi nuovi interrogativi, a impostare il problema dei divorziati risposati in termini più morali, e ad avere nei loro confronti una maggiore attenzione e apertura pastorale. Ma qualunque sia il cammino di riflessione, resta il fatto che questo nuovo matrimonio porta in sé il peccato d’origine di una promessa non mantenuta, di un progetto di Dio disatteso, che ha effetti negativi non solo sulle persone direttamente interessate, ma anche sui figli e sui congiunti.



    Questo si potrebbe tradurre in:

    "per questa ragione i teologi di oggi si stanno ancora interrogando. Sanno infatti che al giorno d'oggi i risposati sono una folla, quindi il problema è degno della loro attenzione, non si può continuare a ficcare la faccia sottoterra come degli struzzi. Ma, studiando le loro prescrizioni sugli scritti di santi misogini e papi omofobici di secoli or sono, purtroppo non riescono per il momento a trovare un divieto per il fedele che sia sufficentemente moderno da stare al passo sui tempi. Per intanto l'unica cosa che posso dirti con certezza, perché negli ultimi mille anni non è cambiata, è la seguente: se divorzi vai contro la legge divina e commetti peccato gravissimo, che colpirà te, i tuoi figli, i tuoi nipoti, i tuoi familiari, etc etc."

    [Modificato da Rainboy 14/09/2007 11:33]
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    00 14/09/2007 12:40
    grazie, rainboy.
    in pratica essendo nel peccato, tanto vale che almeno facciano sesso...speriamo lo abbiano capito!
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    00 14/09/2007 13:08
    Re:
    un@ltrame, 14/09/2007 12.40:

    grazie, rainboy.
    in pratica essendo nel peccato, tanto vale che almeno facciano sesso...speriamo lo abbiano capito!





    .......troppo perspicace..... [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789050] [SM=x789050]



    omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]





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    00 14/09/2007 14:28
    Re:
    un@ltrame, 14/09/2007 12.40:

    grazie, rainboy.
    in pratica essendo nel peccato, tanto vale che almeno facciano sesso...speriamo lo abbiano capito!




    Temo proprio che abbiate preso una cantonata [SM=x789054]

    Nel peccato ci sono se il sesso LO FANNO!!!!!!! [SM=x789052]

    In pratica possono anche convivere ma essendo sposati per sempre con l'altro/altra, non possono "unirsi" senza commettere peccato.
    Avendo già disatteso il progetto di Dio, non possono iniziarne un'altro impunemente... [SM=g27818]

    Io non so se vi rendete conto...il vero problema è il sesso, se no uno potrebbe sposarsi e risposarsi decine di volte [SM=g27812]

    A questo punto però mi chiedo che fine faccia il libero arbitrio, visto che dobbiamo seguire il progetto di Dio... [SM=g27833]


    La Madre Badessa [SM=x789072]



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