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APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

Padre Pio, un libro riapre il caso:

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    00 26/10/2007 18:19
    “impostore lussurioso” o “vittima di Papa Giovanni”?


    Padre Pio «impostore e lussurioso» o vittima di Giovanni XXIII, suo «spietato persecutore e calunniatore». Spaccano il mondo ecclesiale gli appunti privati (rivelati da «L’Altro Cristo», biografia dello storico Sergio Luzzatto) in cui il Papa bolla come «un immenso inganno e un disastro di anime» l’opera del cappuccino proclamato Santo da Karol Wojtyla, deplorandone «i rapporti scorretti con le fedeli». Fu una persecuzione per «togliere di mezzo un tradizionalista scomodo per la Chiesa modernista di Roncalli» oppure erano fondate le accuse arrivate in Vaticano sulle «truffe economiche e gli scandali sessuali» del cappuccino?

    «E’ prassi in questi casi inviare sul posto un “missus dominicus” a fare un’inchiesta e così fece Giovanni XXII - puntualizza il cardinale di Curia, Pio Laghi -.Non sempre chi indaga è oggettivo e bisogna vedere come l’inviato papale Carlo Maccari ne riferì al Pontefice, che veniva da famiglia contadina e amava le cose semplici e concrete. In tanto scalpore la sua volontà era mettere in chiaro i fatti». Il teologo Giovanni Franzoni, ex abate della basilica romana di San Paolo, ricorda il giudizio negativo di padre Gemelli e le diagnosi cliniche di Cancrini sull’«istrionismo pulsionale e la necessità di mettersi in mostra» di Padre Pio. «Le stimmate sono una nota malattia della pelle. Le ho viste anche in persone che nulla avevano di santo - puntualizza don Franzoni -.Padre Pio non è mai parso monastico e ritratto in se stesso, ma idolatrato e sovraesposto già da un’iconografia miracolistica».

    «Erano gli uffici a trasmettere notizie negative su quanto avveniva a San Giovanni Rotondo: il Pontefice non aveva alcun pregiudizio ma non poteva che prenderne atto - spiega l’arcivescovo Loris Capovilla, segretario personale di papa Roncalli -. Il suo timore nasceva dalle informazioni degli incaricati della Santa Sede». Roncalli allarmato dal «gran giro di denaro» e «sviato» dalla Curia: «Era un uomo e come tale non era infallibile. Avrà commesso i suoi errori». Dissente lo scrittore cattolico Antonio Socci: «Già durante il processo di beatificazione, Capovilla cercò di tenere fuori Roncalli dalla persecuzione di Padre Pio, scaricando la colpa sui cardinali Tardini e Ottaviani. Ma ora da questo documento sappiamo che, oltre alle registrazioni sacrileghe e illegali nel confessionale, il Papa credeva esistessero “filmine” di Padre Pio sorpreso in atteggiamenti equivoci con ragazze. In realtà erano tutte menzogne come ha dimostrato la canonizzazione. E quanto all’acido fenico per procurarsi le stimmate, non era più in vendita a San Giovanni Rotondo dal 1920 proprio per fugare ogni ombra».

    La verità, secondo Socci, è che nel passaggio da Pio XII che definì il frate «salvezza dell’Italia» a Giovanni XXIII «ostile all’irrompere del soprannaturale» si usarono contro Padre Pio «la segregazione e metodi da Inquisizione». In realtà, evidenziano in Curia, lo scandalo finanziario Giuffrè che nel 1958 aveva sconvolto i Cappuccini è il retroscena del giudizio negativo di Giovanni XXIII su Padre Pio per il suo rifiuto ai superiori di usare le offerte di San Giovanni Rotondo per «salvare l’onore dell’Ordine».

    Fonte: laStampa
    www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200710articoli/27023gi...

    www.uaar.it/news/



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    00 27/10/2007 22:23
    Padre Pio e papa Giovanni


    Davvero impressionanti le note scritte da papa Roncalli contro Padre Pio, rese pubbliche in un libro di Sergio Luzzatto sul frate di Pietrelcina. “Idolo di stoppa”, responsabile di un “disastro di anime istupidite e sconvolte”: così il papa del concilio Vaticano II vedeva il futuro santo, protagonista di un culto popolare dilagante e infine glorificato dal pontificato di Karol Wojtyla, moltiplicatore di aureole come mai nei duemila anni precedenti.

    Impressionante soprattutto constatare, quasi mezzo secolo dopo, come tra i due, Giovanni XXIII e Padre Pio, il primo sia semi-dimenticato insieme all´intero periodo conciliare, mentre il secondo, per usare una metafora facile, è una pop-star di travolgente successo. L´antagonismo tra i due è simbolicamente fortissimo: tra il culto del dolore di Padre Pio e il cattolicesimo sorridente e quasi allegro di Giovanni c´è un baratro, sangue e penitenza da una parte, la famosa carezza ai bambini dall´altra. Entrambi al centro di un culto popolare esteso (Giovanni non era certo un “intellettuale”, come si disse poi con semi-spregio nei confronti del suo successore Montini), il loro differente destino ci aiuta a inquadrare i nostri tempi. Evidentemente questi sono tempi di stimmate e di fanatismo, non di sorriso, non di luna piena sopra gli uomini di buona volontà.

    Michele Serra oggi su “Repubblica”

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