A fine carriera Kakà vorrebbe diventare un pastore evangelico e insegnare la Bibbia. Lo ha confessato il campione brasiliano al mensile GQ in un’intervista che sarà in edicola giovedì. «Mi piacerebbe molto», ha detto il Pallone d’oro 2007 e vincitore anche del Fifa World Player. «È un percorso impegnativo: bisogna studiare teologia, fare un corso, approfondire lo studio della Bibbia. Un pastore evangelico legge la Bibbia e ne trasmette i precetti. Non è così facile applicare alla società di oggi cose scritte migliaia di anni fa. Ma proprio questo è il compito di un buon pastore: attualizzare l’insegnamento della Bibbia».
La sua conversione alla religione evangelica si dice dovuta a un tuffo quasi mortale dalla piscina quando aveva 14 anni. «È una balla», ha replicato Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte Kakà. «Io sono cresciuto con l’educazione della Bibbia. E poi di anni ne avevo 18. L’incidente c’è stato, ma nel Duemila: la mia carriera poteva chiudersi lì. Mi si è torto il collo e ho lesionato la sesta vertebra cervicale». Risulta anche che il giocatore sostenga che è Dio a scegliere i re, i principi, i presidenti e più in generale i leader. Ma precisa: «Non confondiamo: Dio sceglie i leader, come dice la Bibbia, ma poi lascia loro il libero arbitrio. Il punto sta tutto lì: non è stato Dio a volere la guerra, a distruggere il mondo con il disprezzo della natura. Sono i governanti che abusano del loro libero arbitrio».
Fonte: Corriere
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