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APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

Ottavo: “non dire falsa testimonianza”.

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    00 09/01/2008 12:25
    Le menzogne del Papa sulla pedofilia nella Chiesa


    mercoledì 09 gennaio 2008

    Dopo aver formulato discutibili teorie sul rapporto tra la centralità della famiglia e la pace nel mondo, senza nemmeno riprendere fiato, vengono serviti caldi caldi dati liberamente interpretati, emessi dal John Jay College of Criminal Justice della City University di New York, la più autorevole autorità degli Usa in materia criminologica. Con calcoli astrusi ed estrapolazioni quantomeno fantasiose, si dimostra che i casi di pedofilia nella Chiesa sono in forte diminuzioni e, nel loro insieme, numericamente insignificanti. Fisiologici insomma.

    Il rapporto del John Jay College dice però che negli ultimi decenni, negli Stati Uniti, ben 4.392 preti su 109mila totali sono stati denunciati proprio per questo reato ed il fatto che ad oggi solo 150 circa siano stati condannati dipende da numerosi fattori che non sono necessariamente associabili al non luogo a procedere o all'innocenza, ma a prescrizioni del reato, alla difficoltà dei minori a testimoniare l'abuso, al fatto che numerosi processi non siano ancora andati a sentenza, per ritrattamenti negoziati a fior di centinaia di migliaia di dollari. Non sono quantificabili, e non fanno quindi parte della statistica, le innumerevoli denunce mai fatte per pudore o per volontà di rimozione. Chi scrive frequentava a Tripoli, in Libia, le scuole dei Fratelli Cristiani ed ha ricevuto avances, prontamente respinte e denunciate in famiglia, dal preside dell'Istituto, cui non è seguita alcuna denuncia. Il cinismo di Ratzinger non solo gli impedisce di manifestare dolore e ripugnanza per un reato così odioso, che dovrebbe indignarlo profondamente anche fosse stato commesso una sola volta, ma mentre balbetta le sue scuse, lo spinge a tentare di ridimensionare il problema e manda a dire dai suoi giannizzeri, che statisticamente i preti peccano, quanto i rabbini, i pastori protestanti o gli imam. Che schifo!

    In ogni caso il problema degli abusi da parte dei preti non riguarda solo i minori, ma anche gli adolescenti che in alcuni stati non sono più minori, le donne, gli stessi uomini stando alle denunce degli ospiti della santa comunità di Don Gelmini, e, dulcis in fundo, le sorelle di fede, le suore.

    Preti che molestano suore, preti che abusano di suore, preti che costringono ad abortire le monache con cui hanno avuto rapporti sessuali. Emergono dagli archivi della Chiesa le denunce su un fenomeno che abbraccia i cinque continenti e che sino ad ora stato soffocato sotto la coltre del silenzio. Le denunce sono precise, firmate con nome e cognome e presentate a più riprese durante gli anni Novanta, alle istanze maggiori della Chiesa: la Congregazione vaticana per la vita consacrata, le riunioni dei Superiori degli ordini religiosi, varie Conferenze episcopali.

    Il 18 febbraio 1995 un rapporto viene consegnato al cardinale Martinez Somalo, prefetto della Congregazione vaticana per la vita consacrata. E' un pugno nello stomaco. Si parla di suore sfruttate sessualmente, sedotte e spesso violentate da preti e missionari. Messo in allarme, il cardinale Martinez Somalo incarica un gruppo di lavoro della Congregazione di approfondire la questione con suor Maria O' Donohue, autrice del rapporto e coordinatrice per conto della Caritas internazionale e dell'agenzia Cafod (Fondo cattolico per lo sviluppo oltremare) i programmi sull'aids. Le sue denunce in Vaticano sono agghiaccianti. «Gli abusi sono diffusi», racconta, le segnalazioni molteplici. Aspiranti alla vita religiose violentate dal prete cui portano i certificati necessari. Medici di ospedali cattolici avvicinati da preti che portano «ad abortire suore e altre giovani donne».

    Fedeli allarmati per gli abusi. Nello shock dei monsignori presenti, suor O'Donohue evoca la storia di un «prete che spinge una suora ad abortire, lei muore e lui celebra ufficialmente la messa requiem» per la sventurata.

    Molti casi vengono riportati dall'Africa dove la cultura non favorisce il celibato e dove per tradizione «è impossibile per una donna o un'adolescente dire no ad un uomo, specie ad un anziano e particolarmente ad un sacerdote».
    Ma gli esempi di abuso vengono da tutto il mondo. Suor O'Donahue ha lavorato sodo per mesi ed anni. Già nel 1994 ha trasmesso alle autorità ecclesiastiche un rapporto in cui informa che con l'espandersi dell'aids le suore sono state identificate anche da preti come gruppo sicuro dal punto di vista sanitario e quindi oggetto di richieste sessuali. Certi preti le cercano proprio «per timore di contrarre l'aids con prostitute». In una nazione la superiora di una comunità di suore è stata avvicinata nel 1991 da preti che le chiedevano di poter usufruire dei favori sessuali delle sue monache. Purtroppo è piuttosto diffuso il fenomeno di «preti ed esponenti della gerarchia ecclesiastica che (così viene riportato) abusano del loro potere e tradiscono la fiducia di suore coinvolte in relazioni sessuali di sfruttamento». Accade spesso che preti invitino le suore a prendere la pillola. Poi succede, invece, che in una comunità venti suore si trovino incinte contemporaneamente. Ma accade anche che le autorità ecclesiastiche locali siano sorde alle denunce. In un caso citato – 29 suore rese gravide dai preti di una diocesi – la superiora chiese invano l'intervento del vescovo. Fu, invece, «rimossa dal vescovo» e rimpiazzata da un'altra.
    L'appello alle istanze ecclesiastiche superiori non ebbe seguito.

    Testimonianze di abusi, ha dichiarato suor O'Donahue, vengono da 23 paesi del mondo: dal Burundi al Brasile, dalla Colombia all'India, dall'Irlanda, all'Italia, alla Nuova Guinea, alle Filippine, agli Stati Uniti. Le sue denunce, raccolte dal National Catholic Reporter in America e in Italia dall'agenzia Adista (che le metterà il resto on line), non nascono da posizioni femministe – che lei respinge – ma esigono dal Vaticano un intervento educativo a tutti i livelli.

    Nel 1998 anche la superiore religiosa suor Marie McDonald ha presentato un suo rapporto, gettando luce su «molestie sessuali e stupri perpetrati da preti e vescovi». Il Vaticano sta monitorando il fenomeno, sensibilizza discretamente i vescovi, ma non risultano atti ufficiali in cui il grave problema sia affrontato direttamente. «Per quanto io ne sappia, non è stata disposta alcuna ispezione», afferma suor Mc Donald, superiore della Suore Missionarie di Nostra Signora d'Africa. Le strategie dello sfruttamento sono varie, spiega: «Suore diventate finanziariamente dipendenti da preti, che possono chiedere in cambio favori sessuali» oppure preti che da direttori spirituali o confessori estorcono rapporti di sesso. «La cospirazione del silenzi – aggiunge – contribuisce al problema. Solo se lo affronteremo insieme, riusciremo a trovare le soluzioni».

    Però bisogna agire presto. Già tre anni fa suor McDonald segnalava che la situazione peggiorava invece di migliorare. La Santa Sede conferma l'esistenza di «casi di abusi sessuali subiti da religiose da parte di sacerdoti o missionari», afferma che «sta trattando» il problema – «ristretto, però ad un'area geografica delimitata», che dovrebbe essere l'Africa (anche se non viene ufficialmente specificato). Questa la risposta del Vaticano alla notizia di un rapporto che documenterebbe centinaia di stupri e molestie.

    «Il problema – spiegava in una dichiarazione l'allora portavoce Joaquin Navarro Valls – è conosciuto. La Santa Sede sta trattando la questione in collaborazione con i vescovi, con l'Unione superori generali (Usg) e l'Unione internazionale superiori generali (Uisg). Si lavora sul doppio versante della formazione delle persone e della soluzione dei casi singoli. Alcune situazioni negative – commenta ancora Navarro – non possono far dimenticare la fedeltà spesso eroica della stragrande maggioranza di religiosi, religiose e sacerdoti». Una risposta al caso sollevato dal periodico americano National Catholic Reporter e riportato da Repubblica. Negli articoli usciti sui giornali si fa riferimento a un rapporto consegnato nel 1995 in Vaticano da due religiose statunitensi. Suor Maria O'Donohue, autrice del rapporto, racconta di «un prete che spinge una suora ad abortire, lei muore e lui celebra ufficialmente la Messa» per i funerali; afferma che le suore sono cercate «per timore di contrarre l'Aids con le prostitute» da «preti ed esponenti della gerarchia ecclesiastica che abusano del loro potere e tradiscono la fiducia di suore coinvolte in relazioni sessuali di sfruttamento».

    Dobbiamo aggiungere altro Santo Padre?

    Raffaele Barki


    Fonte: Resistenza Laica



    La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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    Padre Guardiano
    00 09/01/2008 18:33
    re

    Mi ha particolarmente schifato quanto quoto:

    Fedeli allarmati per gli abusi. Nello shock dei monsignori presenti, suor O'Donohue evoca la storia di un «prete che spinge una suora ad abortire, lei muore e lui celebra ufficialmente la messa requiem» per la sventurata.


    Un bel servizio non c'è che dire!!!!! [SM=g27825]
    Come dire dal casso alla cassa.!!!!!!! [SM=g27825] [SM=g27825]

    E il santo padre è 10 anni che lo sa e sta ancora ....esaminando!!!!

    Poi si affaccia alla finestra in san pietro e fa il discorso domenicale.!!!!

    Speriamo che un cardinale si converta al cristianesimo e lo butti di sotto. [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x1414722]


    omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x1413498]




    O=============O===========O

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    MauriF
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    00 10/01/2008 01:01
    Parlando più seriamente....
    Quanti sono i preti "pedofili"?


    Le controversie scatenate dalla diffusione in Italia del documentario Sex Crimes and the Vatican della BBC hanno riportato alla ribalta un vecchio problema, su cui sembrava che le scienze sociali avessero fatto chiarezza: ma, pare, non in Italia. Quanti sono i preti “pedofili”? Lo storico e sociologo Philip Jenkins, in una serie di opere (la fondamentale Pedophiles and Priests. Anatomy of a Contemporary Crisis, Oxford University Press, Oxford - New York 1996; Moral Panic. Changing Concepts of the Child Molester in Modern America, Yale University Press, New Haven - Londra 1998; The New Anti-Catholicism. The Last Acceptable Prejudice, Oxford University Press, Oxford - New York 2003) ha mostrato come l’uso di statistiche folkloriche – cioè senza base scientifica, ma che passano da un talk show e da un articolo di giornale all’altro – sia alla base della costruzione di “panici morali”, cioè dell’errata percezione di problemi assolutamente reali e drammatici di cui però sono esagerate le dimensioni.

    Ancora una volta, va ribadito che le statistiche non consolano le vittime: anche un solo caso di sacerdote pedofilo è un dramma per la Chiesa e giustifica pienamente le severe misure invocate da Benedetto XVI. Tuttavia, per inquadrare un problema le scienze sociali non possono fare a meno delle statistiche, soprattutto perché è lo studio delle statistiche che permette di dire qualcosa sulle cause di un fenomeno.

    Come nota Jenkins – non senza un pregiudizio anticattolico – i media hanno anzitutto creato uno straordinaria confusione sulla parola “pedofilia”. La pedofilia è definita dai manuali medici (tra cui il diffuso DSM-IV) come “l’attività sessuale ricorrente [di adulti] con bambini prepuberi”. Naturalmente l’età della pubertà varia nei singoli casi, ma le stesse fonti – ai fini statistici – considerano “pedofilia” l’attività sessuale con minori di undici anni. Quando si parla di “pedofilia” per tutti i casi di rapporti sessuali di sacerdoti con minorenni si dice, semplicemente, una sciocchezza. Un sacerdote di trent’anni che scappa con una parrocchiana di sedici viola certamente la morale cattolica e secondo le leggi di molti paesi commette anche un reato, ma non è certamente un pedofilo. Né lo è, tecnicamente, chi va con una dodicenne per quanto il suo comportamento sia ripugnante e sia più che giusto sanzionarlo.

    Sui paesi diversi dagli Stati Uniti non sono state raccolte statistiche scientificamente verificabili sul numero di sacerdoti coinvolti in episodi di pedofilia (anche se in alcuni sono in corso studi, e i primi risultati mostrano che le cifre sono inferiori a quelle statunitensi). Negli Stati Uniti la Conferenza Episcopale ha costituito un National Review Board for the Protection of Children and Young People, che nel 2004 ha pubblicato il rapporto A Report on the Crisis in the Catholic Church in the United States (diffuso via Internet da attivisti anti-cattolici, ma non segreto e distribuito ai giornalisti). Il documentario Sex Crimes and the Vatican ci racconta la storia del National Review Board a tinte fosche: ma si tratta di polemiche che attengono alle sue conclusioni, cioè ai commenti di questo ente (oggetto, peraltro, delle più diverse valutazioni) allo studio statistico indipendente commissionato al John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, che non è un’università cattolica ed è unanimemente riconosciuta come la più autorevole istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia. È giusto quindi tenere separate le statistiche fornite dal John Jay College dai commenti del National Review Board.

    Queste statistiche ci dicono che dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni. Di questi poco più di un centinaio sono stati condannati da tribunali civili. Il basso numero di condanne da parte dello Stato deriva da diversi fattori. In alcuni casi le vere o presunte vittime hanno denunciato sacerdoti già defunti, o sono scattati i termini della prescrizione. In altri, all’accusa e anche alla condanna canonica non corrisponde la violazione di alcuna legge civile (è il caso, per esempio, in diversi Stati americani del sacerdote che abbia una relazione con una – o anche un – minorenne maggiore di sedici anni e consenziente). Tuttavia il National Review Board è stato anche criticato per non avere dedicato sufficiente spazio, nel suo commento, al fatto che ci sono stati molti casi clamorosi di sacerdoti innocenti accusati: e Jenkins ritiene che questi si siano moltiplicati negli anni 1990 quando alcuni studi legali hanno capito di poter strappare transazioni milionarie anche sulla base di semplici sospetti. Le cifre non cambiano in modo significativo aggiungendo il periodo 2002-2007, perché già lo studio del John Jay College notava il “declino notevolissimo” dei casi negli anni 2000: le nuove inchieste sono state poche, e le condanne pochissime (un effetto delle politiche di “tolleranza zero” dei vescovi americani ma certo anche delle misure più rigorose introdotte dal cardinale Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede).

    Dallo studio del John Jay College si può concludere, come si legge spesso, che il quattro per cento dei sacerdoti americani sono “pedofili”? Niente affatto. Secondo lo stesso studio il 78,2% delle accuse si riferisce a minorenni che hanno superato la pubertà. Dunque i sacerdoti accusati di pedofilia sono 958 in cinquantadue anni, diciotto all’anno. Rispettando le stesse proporzioni le condanne dovrebbero essere 24: in realtà sono di più, perché i tribunali dello Stato (giustamente) perseguono più severamente i pedofili che di chi ha rapporti con minori dopo la pubertà (un’attività, ripetiamolo ancora a rischio di sembrare noiosi, gravemente immorale e spesso anche criminale, ma che non è pedofilia). Ma anche così le condanne penali di preti (veramente) pedofili negli Stati Uniti sono state nel periodo 1950-2002 poco più di una all’anno, il che ci dice quanto seriamente vadano prese certe affermazioni televisive.

    Jenkins aggiunge un altro elemento, tutt’altro che poco importante. Per sapere se la Chiesa cattolica sia un ambiente particolarmente favorevole alla pedofilia – e il sacerdozio sia uno stato di vita “a rischio” – occorrerebbe paragonare le statistiche sui sacerdoti cattolici a quelle sui pastori protestanti, i rabbini, gli imam e i maestri delle scuole e degli asili statali. Per tutte queste categorie non risultano a Jenkins dati sulle accuse raccolti con la stessa sistematicità con cui si è studiato il caso dei sacerdoti cattolici; ma i dati sulle condanne mostrano che la percentuale è simile, e in alcuni casi più alta, rispetto ai preti della Chiesa cattolica. Per Jenkins questo dato smonta, tra l’altro, la tesi più volte ripetuta secondo cui è il celibato sacerdotale a essere responsabile della pedofilia. I pastori protestanti e i maestri di scuola e di asilo sono in maggioranza sposati, eppure tra loro c’è una percentuale di pedofili condannati analoga o più alta rispetto ai sacerdoti cattolici. Come ha ricordato il cardinale arcivescovo di Sydney, George Pell (e i dati di Jenkins lo confermano), il novanta per cento dei pedofili sono sposati. Semmai – per quanto non sia politicamente corretto dirlo – i dati confermano che il rischio pedofilia è maggiore tra gli omosessuali. Mentre sarebbe ingiusto e assurdo sostenere che tutti gli omosessuali sono pedofili, è un dato di fatto che molti pedofili sono omosessuali. Secondo il rapporto del John Jay College l’81% dei sacerdoti accusati di rapporti con minori nel periodo 1950-2002 avevano un orientamento omosessuale. Tuttavia quando Benedetto XVI ha raccomandato ai vescovi americani maggiore cautela prima di ordinare come sacerdoti seminaristi che manifestano un orientamento omosessuale, gli stessi media – compresa la BBC – che invocano misure durissime contro il rischio pedofilia hanno accusato il Papa di essere “omofobo”. Dov’è l’errore?

    [SM=g9343] [SM=g9343] [SM=g9343]

    [Modificato da MauriF 10/01/2008 01:04]
  • pcerini
    00 10/01/2008 01:33
    E' la solita replica ripetuta fino alla nausea,oltre ogni senso della realta',e,nonostante i dati di Jenkins siano cosi' clamorosamente carenti di alcuni fattori (come casi mai denunciati,o casi caduti in prescrizione,o anni non considerati nella indagine statistica),non ne tiene conto al fine di sminuire la reale portata e gravita' della situazione nonostante negli ultimi mesi ci siano stati altri casi denunciati e altri risarcimenti da capogiro.

    Guardate poi quando l'articolo afferma " Secondo lo stesso studio il 78,2% delle accuse si riferisce a minorenni che hanno superato la pubertà",se per voi questo non sfiora non solo il limite del paradosso ma anche della ragione,io conosco statistiche che dimostrano con maggiori indici di probabilta' come molti casi siano avvenuti con bambini al di sotto dei 9-10 anni di eta'.

    Uno sporco gioco di statistiche? Parrebbe proprio di si,solo che quello che tenta di fare l'autore dell'articolo Introvigne (menzionando solo la parte statistica di Jenkins che gli fa piu' comodo) non ha nulla da invidiare a quello che tenta di fare un negazionista dell'olocausto nazista.

    E devo dire che mi sono pure rotto i coglioni adesso di leggere sempre i caratteri a cubitali grossi,oltretutto senza neanche citare la fonte (l'articolo e' a firma di Introvigne),cosa di cui si deve essere obbligati a fare PER LEGGE.
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    Rainboy
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    Cardinale
    00 10/01/2008 11:58
    Dall'articolo di Mauri insomma, deduciamo che ci eravamo sbagliati: la maggior parte di quei preti non sono pedofili, sono soltanto stupratori di minorenni!

    Avrei dovuto capire prima la portata del mio errore. Cosa aspettiamo a scarcerarli e a far restituire gli indennizzi?

    [Modificato da Rainboy 10/01/2008 12:00]
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    Andromaca75
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    00 10/01/2008 12:02
    Il problema più grosso è riuscire a far confidare le vittime.

    Dovrebbero dirlo ai genitori SUBITO!!!Solo che spesso si vergognano, e si sentono in colpa....Una persona di cui ti fidi ti ha fatto l' inimaginabile; è difficile già capire per un bambino cosa sta succedendo figuriamoci elaborarlo e dirlo.
    Per lo meno se lo dicessero subito dove non arrivano chiesa e autorità ci arriverebbero i padri.

    Prendete il caso di Don Lelio Cantini, fa rabbrividire.


    Quello che mi fa schifo e che si sta a disquisire di cose assurde tipo, non è pedofilia perchè è già pubere, ma stiamo scherzando?


    Non so se lo conoscete, ma vi segnalo questo sito www.ildialogo.org

    C'è una sezione ben fatta sulla pedofilia.




    *****************
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    Andromaca75
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    00 10/01/2008 12:05
    Re:
    Rainboy, 10/01/2008 11.58:

    Dall'articolo di Mauri insomma, deduciamo che ci eravamo sbagliati: la maggior parte di quei preti non sono pedofili, sono soltanto stupratori di minorenni!

    Avrei dovuto capire prima la portata del mio errore. Cosa aspettiamo a scarcerarli e a far restituire gli indennizzi?






    Un altro problema è questo

    "Gli accusati di rapporti con minori nel periodo 1950-2002 avevano un orientamento omosessuale. Tuttavia quando Benedetto XVI ha raccomandato ai vescovi americani maggiore cautela prima di ordinare come sacerdoti seminaristi che manifestano un orientamento omosessuale, gli stessi media – compresa la BBC – che invocano misure durissime contro il rischio pedofilia hanno accusato il Papa di essere “omofobo”. Dov’è l’errore?"


    Secondo me l' errore sta nel fatto che non vale omosessualità=pedofilia, sarebbe come fare il paragone chiesa=inquisizione.






    *****************
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    MauriF
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    00 10/01/2008 20:26
    Re:

    E' la solita replica ripetuta fino alla nausea,oltre ogni senso della realta',e,nonostante i dati di Jenkins siano cosi' clamorosamente carenti di alcuni fattori (come casi mai denunciati,o casi caduti in prescrizione,o anni non considerati nella indagine statistica),non ne tiene conto al fine di sminuire la reale portata e gravita' della situazione nonostante negli ultimi mesi ci siano stati altri casi denunciati e altri risarcimenti da capogiro.



    Diciamo che sono le solite accuse replicate fino alla nausea...;)

    Per il resto sono sicuro che Jenkins ti fa una pippa...tu si che, da sociologo quale sei, hai avuto l'opportunità di tenere conto di ogni fattore...
    Cos'è...fino alla nausea mi re-incollerai il solito link che non sei ancora stato in grado di decifrare... [SM=g27828]



    Guardate poi quando l'articolo afferma " Secondo lo stesso studio il 78,2% delle accuse si riferisce a minorenni che hanno superato la pubertà",se per voi questo non sfiora non solo il limite del paradosso ma anche della ragione,io conosco statistiche che dimostrano con maggiori indici di probabilta' come molti casi siano avvenuti con bambini al di sotto dei 9-10 anni di eta'.



    Lo studio l'ha fatto il John Jay College, non Introvigne...caro Paolo.
    Lo studio non è affatto "di parte"...anzi...è "dall'altra parte".
    E quanto è scritto è chiaro, il termine "PEDOFILIA" fa riferimento agli abusi sessuali nei confronti di minorenni in età puerile.

    Stai per linkarmi il famigerato sito da te ancora indecifrato? [SM=g27827]



    Uno sporco gioco di statistiche? Parrebbe proprio di si,solo che quello che tenta di fare l'autore dell'articolo Introvigne (menzionando solo la parte statistica di Jenkins che gli fa piu' comodo) non ha nulla da invidiare a quello che tenta di fare un negazionista dell'olocausto nazista.



    Cavoli come ti rode lo studio del John Jay College e di Jenkins... [SM=g9343] [SM=g9343] [SM=g27828]




    E devo dire che mi sono pure rotto i coglioni adesso di leggere sempre i caratteri a cubitali grossi,oltretutto senza neanche citare la fonte (l'articolo e' a firma di Introvigne),cosa di cui si deve essere obbligati a fare PER LEGGE.



    DENUNCIAMI!


    (sono proprio stronzo... [SM=g27824] )



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    MauriF
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    Utente Gold
    00 10/01/2008 20:31
    Re:
    Rainboy, 10/01/2008 11.58:

    Dall'articolo di Mauri insomma, deduciamo che ci eravamo sbagliati: la maggior parte di quei preti non sono pedofili, sono soltanto stupratori di minorenni!

    Avrei dovuto capire prima la portata del mio errore. Cosa aspettiamo a scarcerarli e a far restituire gli indennizzi?





    Scusa Rain, ma questa volta mi sei caduto di stile...
    Trova la forza di leggere quello che ho riportato, dai.

    Non scadermi in una critica stile "omega"... [SM=g27827]

    x Andromaca,

    Il punto che hai evidenziato non fa affatto l'equivalenza omosessualità=pedofilia...
    Infatti non vi è equivalenza perfetta.

    Però, come azione per cercare di ostacolare la pedofilia nel clero, se 3 pedofili su 4 sono anche omosessuali è una buona mossa stringere l'attenzione sul non ordinare preti omosessuali.

    PS: Quantomeno sei l'unica che ha fatto una critica sulla quale si può disquisire... ;)



  • ®@ffstef@n
    00 10/01/2008 20:33
    Origene si castrò per non peccare, ma i preti castrerebbero molto volentieri tutti gli altri pur di non rinunciare minimamente al carnale piacere di peccare. Essi giudicano senza misericordia il sesso altrui cosa peccaminosa, mortalmente nociva, però accettano entusiasti il rischio delle fiamme eterne pur di non essere privati, in questa passeggera valle di lacrime che è solo un attimo di spregevole vita terrena, dei loro troppo cari zebedei



    MA FORSE (ANZI SENZA FORSE) SANNO DELLA FAVOLA BIBLICA.
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