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Mercoledì delle ceneri

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    Madre Badessa
    00 12/02/2008 10:18

    Il passo si riferisce a mercoledì 6 febbraio, giorno in cui quest'anno ha avuto inizio la Quaresima. La Quaresima inizia appunto con il mercoledì delle ceneri, giorno di penitenza e digiuno.

    Trovato su un newsgroup cattolico.

    Leggete e istruitevi...


    La Madre Badessa [SM=x789062]

    L'appello del Profeta.

    Ieri il mondo s'agitava nei piaceri, e gli stessi Cristiani si abbandonavano
    ai leciti divertimenti; ma questa mattina ha squillato la Sacra Tromba di
    cui parla il Profeta Gioele (v. Epistola della Messa) per Annunciare
    l'apertura Solenne del Digiuno Quaresimale, il Tempo dell'Espiazione,
    l'imminente avvicinarsi dei Grandi Anniversari della nostra Salvezza.
    Destiamoci, Cristiani, e prepariamoci a combattere le Battaglie del Signore.

    L'Armatura Spirituale.

    Ricordiamoci, però, che nella lotta dello spirito contro la carne, dobbiamo
    essere armati: ecco perché la Santa Chiesa ci raccoglie nei suoi Templi per
    iniziarci alla Milizia Spirituale. San Paolo ce ne ha già fatto conoscere i
    dettagli della Difesa con queste Parole: "Siate dunque saldi, cingendo il
    vostro fianco con la Verità, vestiti della corazza della Giustizia, avendo i
    piedi calzati in preparazione al Vangelo di Pace. Prendete soprattutto lo
    Scudo della Fede, l'Elmo della Saldezza e la Spada dello Spirito, cioè la
    Parola di Dio" (Ef 6,14-17). Il Principe degli Apostoli aggiunge: "Avendo
    Cristo patito nella carne, armatevi anche voi dello stesso pensiero" (1Pt.
    4,1).
    Ricordandoci oggi la Chiesa questi Apostolici Insegnamenti, ne aggiunge un
    altro non meno eloquente, obbligandoci a risalire al giorno della
    prevaricazione, che rese necessario quelle lotte che stiamo per
    intraprendere e le espiazioni attraverso le quali dobbiamo passare.

    I nemici da combattere.
    Noi siamo assaliti da due sorta di nemici: le passioni dentro il nostro
    cuore, il demonio fuori; entrambi disordini che derivano dalla superbia.
    L'uomo si rifiutò d'obbedire a Dio; ciò nonostante egli lo risparmiò, ma
    alla dura condizione di subire la morte: "Uomo, disse, tu sei polvere, ed in
    polvere ritornerai" (Gen 3,19). Ah! perché dimenticammo quell'avvertimento?
    A Dio bastò solo premunirci contro noi stessi; compresi del nostro niente,
    non avremmo mai dovuto infrangere la Sua Legge. Se ora vogliamo Perseverare
    nel Bene, al quale ci ha ricondotti la Sua Grazia, dobbiamo umiliarci,
    accettare la sentenza e considerare la vita come un viaggio più o meno breve
    che termina alla tomba. Sotto questa Luce tutto diventa nuovo, ogni cosa si
    schiarisce. Nell'Immensa Sua Bontà, Dio, che si compiacque riversare tutto
    il Suo Amore su di noi, esseri condannati alla morte, ci appare ancor più
    Ammirabile. Nelle brevissime ore della nostra esistenza, l'ingratitudine e
    l'insolenza con cui ci scagliammo contro di Lui ci sembrano sempre più degne
    del nostro disprezzo, e più legittima e salutare la riparazione che ora ci è
    possibile e che Egli si Degna d'Accettare.

    L'imposizione delle Ceneri.

    A questo pensava la Santa Chiesa, quando fu indotta ad anticipare di quattro
    giorni il Digiuno Quaresimale e ad aprire questo Sacro Tempo cospargendo di
    Cenere la fronte colpevole dei suoi figli, e ripetendo a ciascuno di loro le
    Parole con cui il Signore li condannava alla morte.
    Come segno d'Umiliazione e Penitenza, però, l'uso delle Ceneri è molto
    anteriore a quella istituzione. Infatti lo troviamo praticato fin
    nell'Antico Testamento. Perfino Giobbe, che apparteneva alla gentilità,
    copriva di cenere la sua carne dilaniata dalla mano di Dio, per implorare
    così la Sua Misericordia (Gb 16,16). Più tardi il Salmista, nell'ardente
    contrizione del suo cuore, mescolava cenere nel pane che mangiava (Sal
    101,10). Analoghi esempi abbondano nei Libri Storici e nei Profeti
    dell'Antico Testamento. Si avvertiva anche allora il rapporto esistente fra
    la polvere d'una materia bruciata e l'uomo peccatore, il corpo del quale
    sarà disfatto in polvere sotto il fuoco della Giustizia Divina. Per Salvare
    almeno l'Anima, il peccatore ricorreva alla Cenere, e nel riconoscere quella
    triste fraternità con essa si sentiva più al riparo dalla collera di Colui
    che resiste ai superbi e perdona agli Umili.

    I Pubblici Penitenti.

    L'uso Liturgico delle Ceneri al Mercoledì di Quinquagesima non sembra che in
    origine sia stato imposto a tutti i Fedeli, ma solo ai colpevoli di certi
    peccati soggetti alla Pubblica Penitenza della Chiesa. In questo giorno,
    prima della Messa, essi si presentavano in Chiesa dove stava raccolto tutto
    il Popolo, i Sacerdoti ricevevano la Confessione dei loro peccati, quindi li
    vestivano di cilizi e spargevano sulle loro teste la Cenere. Dopo questa
    Cerimonia, il Clero ed il Popolo si prostravano a terra, mentre ad alta voce
    venivano recitati i Sette Salmi Penitenziali. Successivamente aveva luogo la
    Processione, durante la quale i Penitenti camminavano a piedi scalzi. Di
    ritorno, erano Solennemente cacciati fuori dalla Chiesa dal Vescovo, che
    diceva loro: "Vi scacciamo fuori dal recinto della Chiesa a causa dei vostri
    peccati e delitti, come fu scacciato fuori dal Paradiso il primo uomo Adamo
    a causa della sua trasgressione". Poi il Clero cantava diversi Responsori
    tratti dal Genesi, dov'erano ricordate le Parole del Signore che condannava
    l'uomo ai sudori ed al lavoro sulla terra, ormai maledetta a causa sua.
    Quindi venivano chiuse le Porte della Chiesa, affinché i Penitenti non ne
    passassero più le Soglie fino al Giovedì Santo, giorno nel quale ricevevano
    Solennemente l'Assoluzione.

    Estensione del Rito Liturgico.

    Dopo il XII secolo, la Penitenza Pubblica cominciò a cadere in disuso; ma
    l'uso d'imporre in questo giorno le Ceneri a tutti i Fedeli divenne sempre
    più generale e prese posto fra le Cerimonie Essenziali della Liturgia
    Romana. È difficile dire esattamente in quale epoca si produsse tale
    evoluzione. Sappiamo solo che nel Concilio di Benevento (1091) Urbano II ne
    fece un Obbligo a tutti i Fedeli. L'attuale Cerimonia è descritta negli
    Ordines del XII secolo; le Antifone, i Responsori e le Preghiere della
    Benedizione delle Ceneri erano già in uso fra l'VIII e il X secolo.

    Una volta i Cristiani si avvicinavano a piedi nudi a ricevere l'ammonimento
    sul niente dell'uomo, e, ancora nel XII secolo, lo stesso Papa, per recarsi
    da Sant'Anastasia a Santa Sabina, dov'è la Stazione, faceva tutto il
    percorso senza calzatura, come pure i Cardinali che l'accompagnavano. Poi la
    Chiesa mitigò questo rigore esteriore; ma continuò a dare valore ai
    sentimenti interni che deve produrre in noi un Rito così espressivo.

    Come abbiamo or ora detto, la Stazione odierna è a Roma, in Santa Sabina,
    sul Colle Aventino, aprendosi così sotto gli auspici di questa Santa Martire
    la Penitenza Quaresimale.

    La Sacra Funzione incomincia con la Benedizione delle Ceneri, ottenute dalle
    Palme Benedette l'anno prima nella Domenica che precede la Pasqua. La Nuova
    Benedizione ch'esse ricevono in questa circostanza ha lo scopo di renderle
    più Degne del Mistero di Contrizione e di Umiltà che stanno a significare.

    MESSA

    EPISTOLA (Gl 2,12-19). - Queste cose dice il Signore: Convertitevi a Me con
    tutto il vostro cuore nel Digiuno, nelle lacrime, nei sospiri. Lacerate i
    vostri cuori e non le vostre vesti; tornate al Signore, Dio vostro, che è
    Benigno e Misericordioso, Paziente e Ricco di Clemenza, e ci pensa molto
    avanti di castigare. Chi sa che non cambi e perdoni, e non lasci dietro a sé
    la Venedizione pel Sacrificio e la Libazione al Signore Dio vostro? Suonate
    la tromba in Sion, Pubblicate il Digiuno, convocate l'adunanza, radunate il
    popolo, Purificate la Riunione, convocate gli anziani; fate venire i
    fanciulli e i lattanti, lo sposo novello lasci il suo letto e la novella
    sposa il suo talamo. Tra il Vestibolo e l'Altare i Sacerdoti, Ministri del
    Signore, piangano, e dicano: Perdona, Signore, Perdona al Tuo Popolo, non
    abbandonare la Tua Eredità all'obbrobrio, non la render serva delle nazioni;
    che non si dica fra i popoli: Dov'è il loro Dio? Il Signore ha mostrato Zelo
    per la Sua terra ed ha Perdonato al Suo Popolo. Il Signore ha risposto e ha
    detto al Suo Popolo: Ecco che io Vi manderò il frumento, il vino e l'olio, e
    ne avrete in abbondanza. e non vi farò più essere l'obbrobrio delle genti:
    dice il Signore Onnipotente.

    Efficacia del Digiuno.

    Questo magnifico passo del Profeta ci rivela l'importanza che il Signore dà
    all'Espiazione fatta col Digiuno. Quando l'uomo Contrito dei propri peccati
    affligge la sua carne. Dio si commuove, come lo dimostra l'esempio di
    Ninive. Il Signore Perdonò a una città infedele, perché i suoi abitanti
    imploravano pietà con l'abito della Penitenza. Che non farà allora in favore
    del Suo Popolo, se questo saprà unire all'Immolazione del corpo il
    sacrificio del cuore ?
    Affrontiamo dunque coraggiosamente la via della Penitenza; e se
    l'affievolimento della Fede e del Timor di Dio sembra far cadere intorno a
    noi Pratiche Antiche quanto il Cristianesimo, guardiamoci dal non esagerare
    in un rilassamento così pregiudizievole al complesso dei Costumi Cristiani.
    Riflettiamo soprattutto ai nostri obblighi personali verso la Giustizia
    Divina, la quale ci rimetterà i peccati e le pene meritate, in misura che ci
    mostreremo premurosi d'offrirle la soddisfazione cui ha Diritto.

    VANGELO (Mt 6,16-21). - In quel tempo, Gesù disse ai Suoi Discepoli: Quando
    digiunate, non prendete un'aria melanconica, come gl'ipocriti, che sfigurano
    la loro faccia per mostrare alla gente che digiunano. In Verità vi dico che
    han già ricevuto la loro mercede. Ma tu, quando digiuni, profumati il capo e
    la faccia, affinché non alla gente apparisca che tu digiuni, ma al Tuo
    Padre, che è nel segreto; e il Padre Tuo che vede nel segreto, Te ne darà la
    ricompensa. Non vogliate accumulare tesori sulla terra, dove la ruggine e la
    tignola consumano e i ladri scassinano e rubano; ma fatevi dei Tesori nel
    Cielo, dove né ruggine né tignole consumano, dove i ladri né scassinano né
    rubano. Perché dove è il tuo tesoro, quivi è anche il tuo cuore.

    La Gioia della Quaresima.

    Nostro Signore non vuole che i Cristiani accolgano il Digiuno Espiatorio,
    con un'aria triste e lugubre. Anzi, persuasi ch'è tanto pericoloso differire
    i Conti con la Giustizia, si devono consolare e mostrarsi allegri
    all'avvicinarsi di quel Tempo sì salutare perché sanno in anticipo che, se
    saranno Fedeli alle prescrizioni della Chiesa, il peso del loro fardello si
    alleggerirà.
    Queste soddisfazioni, oggi tanto mitigate dall'Indulgenza della Chiesa, se
    offerte a Dio con quelle del Redentore e fecondate da quella Comunione di
    Opere propiziatorie che unisce in un sol fascio le Opere Sante di tutti i
    membri della Chiesa Militante, Purificheranno le loro Anime e le faranno
    Degne di partecipare alle Purissime Gioie della Pasqua. Perciò, non dobbiamo
    essere tristi perché Digiuniamo, ma perché abbiamo col peccato reso
    necessario il Digiuno.

    Il Signore, poi, ci dà un altro Consiglio, che la Chiesa ci ricorderà spesso
    nel corso dei Quaranta Giorni: quello d'aggiungere l'elemosina alle
    privazioni del corpo. Vuole che tesorizziamo, ma per il Cielo. Abbiamo
    bisogno d'Intercessori: li dobbiamo cercare tra i poveri. Ogni giorno di
    Quaresima, eccetto le Domeniche, prima di congedare l'Assemblea dei Fedeli,
    il Sacerdote recita per loro una Preghiera Particolare, sempre Preceduta
    dall'Esortazione del Diacono: "Umiliate le vostre teste dinanzi a Dio". La
    Preghiera è una Formula di Benedizione, implorante il Pegno della Protezione
    Celeste sui Fedeli che ritornano alle Ordinarie Occupazioni (Callewaert,
    Sacris erudiri, p. 694).

    PREGHIAMO

    Riguarda placato, o Signore, il Popolo prostrato dinanzi a Te e, dopo averlo
    ristorato col Dono Divino, confortalo sempre con Celesti Aiuti.

    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale -
    Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani
    , Alba, 1959, p. 463-467





    La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
    Apocalisse Laica
    Le religioni dividono. L'ateismo unisce


    Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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    -Nazgul-
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    Utente Junior
    00 12/02/2008 11:04

    Dio, che si compiacque riversare tutto
    il Suo Amore su di noi, esseri condannati alla morte



    Ma non siamo stati condannati a morte da lui?_?


    egli lo risparmiò, ma
    alla dura condizione di subire la morte



    prima ci condanna poi chi dice che ci ama? boh^^ sarò io che non capisco? XD



    mah...



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    Rainboy
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    Utente Master
    Cardinale
    00 12/02/2008 15:01
    Dopo averci oltretutto creati vulnerabili al peccato, e aver lasciato penetrare il male fino ai nostri cuori...
    [Modificato da Rainboy 12/02/2008 15:03]