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Gli italiani non leggono la Bibbia

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    kelly70
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    Madre Badessa
    00 01/05/2008 13:10


    La Bibbia sconosciuta. È il libro più tradotto (2454 lingue diverse) e diffuso al mondo eppure l’86% degli italiani ignora completamente le Sacre Scritture e, in materia di fede, non ha alcuna nozione di base. Appena uno su quattro ha letto nell’ultimo anno un brano biblico (negli Usa, due su tre) e solo una piccola minoranza sa se i Vangeli sono parte della Bibbia, se Gesù ha scritto libri della Bibbia, chi tra Mosé e Paolo era un personaggio dell’Antico Testamento e chi ha scritto un vangelo tra Luca, Giovanni, Paolo e Pietro. Secondo la ricerca-choc commissionata all’Eurisko dalla Commissione biblica cattolica e presentata ieri in Vaticano dai vescovi Paglia e Ravasi e dagli accademici Cacciari e Diotallevi, la Bibbia in casa c’è, peccato che quasi nessuno la apra, la legga, la mediti.

    «La colpa della scarsa diffusione è della Chiesa: detiene il monopolio dell’insegnamento della religione e impone l’autorizzazione vescovile agli insegnanti - spiega il filosofo e sindaco di Venezia, Massimo Cacciari -. La Bibbia non è libro di testo per l’insegnamento della religione e la conoscenza tecnica è scarsissima. Mi sono capitati studenti da 30 e lode in filosofia che confondevano San Paolo con Mosé e credevano che Gesù avesse scritto la Genesi».

    E, criticando «i comici nipotini di Voltaire, tipo Odifreddi», per la loro «stupida ironia sul cristianesimo e la pigrizia di negare cittadinanza e dignità culturale ai cristiani», Cacciari aggiunge che «se un intellettuale laico non si confronta con la Bibbia e non presuppone che quel libro è anche Parola di Dio, allora sbaglia mestiere». Nonostante i quarant’anni successivi al Concilio Vaticano II abbiano registrato in modo progressivo e massiccio l’entrata nelle famiglie delle Sacre Scritture, nell’era di Internet e della comunicazione multimediale per molti la Bibbia è un libro chiuso.

    In diverse voci del sondaggio l’Italia è maglia nera su un un campione di 13 mila persone intervistate anche negli Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda, Francia, Germania, Spagna, Polonia e Russia. E i numeri scendono soprattutto quando si comincia a considerare la frequenza alla lettura». Gli italiani, che pure si proclamano cattolici all’88%, non si distinguono nemmeno per la partecipazione ai riti religiosi: solo il 32% frequenta assiduamente le chiese, contro un 55% dei polacchi e un 45% degli statunitensi. Tra gli ortodossi russi solo il 6% va a messa ogni domenica. Altissima invece (79%) la percentuale di credenti italiani che ha la sensazione di godere della protezione di Dio (in Francia solo il 47%). Interessanti pure i dati su come vada interpretata la Bibbia: se in modo fondamentalista (cioè presa alla lettera) o critico. Per il 27% negli Stati Uniti, il 23% in Italia, il 34% in Polonia e il 21% in Russia, i testi biblici vanno considerati «parola di Dio» alla lettera.

    Dunque, pur possedendola nella stragrande maggioranza, gli italiani considerano la Bibbia un oggetto misterioso. Se l’inchiesta statistica fotografa un presente segnato da molta confusione e ignoranza, gli italiani sembrano ben disposti a migliorarsi sul fronte biblico nel futuro: sei italiani su dieci sono favorevoli a far studiare la Bibbia a scuola. Mentre negli Usa i cristiani (cattolici e protestanti) pregano leggendo la Bibbia (43%) o altri testi sacri (37%), in Italia soltanto una minoranza del 24% si basa su letture per le preghiere. La quasi totalità (circa nove su dieci) recita parole a memoria e insieme usa parole sue. Una fede sempre meno attiva: il 54% degli italiani apprezza seguire le prediche e le tele-messe contro il 39% negli Stati Uniti. […]

    L’Italia si è piazzata negli ultimi posti anche come lettura della Bibbia in generale. Se il 75% degli statunitensi afferma di aver letto un brano biblico negli ultimi 12 mesi, solo il 27% degli italiani può dire altrettanto. […]

    Il testo integrale dell’articolo di Giacomo Galeazzi è stato pubblicato sul sito della Stampa

    www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/Libri/grubrica.asp?ID_blog=54&ID_articolo=1470&ID_sezione=81&...



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    Mauro di Arcisate
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    00 01/05/2008 20:04
    "Cacciari aggiunge che «se un intellettuale laico non si confronta con la Bibbia e non presuppone che quel libro è anche Parola di Dio, allora sbaglia mestiere»"

    Questa mi è nuova, esiste ora il mestiere di intellettuale laico ?
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    Frances1
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    Dama dei fili
    00 01/05/2008 20:35

    Cacciari aggiunge che «se un intellettuale laico non si confronta con la Bibbia e non presuppone che quel libro è anche Parola di Dio, allora sbaglia mestiere»



    Che fesseria. Esistono vari tipi di approcci al testo biblico: letterario, storico-critico, linguistico, ermeneutico e teologico. Gli ultimi due sono approcci non scientifici, bagaglio dell'esegesi confessionale. I prime tre sono approcci scientifici e in quanto tali, non presuppongono che la Bibbia sia parola di Dio. Ora, uno studioso per poter essere chiamato tale, deve studiare la bibbia tramite i prime tre approcci. Diversamente non è uno studioso, ma un teologo, ovvero un individuo il cui scopo non è produrre una critica scientifica di un testo letterario, ma fornirne un'interpretazione di fede.
    Quanto a Cacciari, beh, è uno dei tanti che crede di saper maneggiare certe discipline che non gli competono. E' incredibile come certi laici minimizzino questa materia, liquidandola con quattro frasette. Cacciari, come tutti i filosofi mantenuti dallo Stato italiano, ha come referente l'orizzonte limitato della realtà accademica italiana, dove da sempre a un laico è fattualmente impedito dai avvicinarsi agli studi biblici o di esercitare il mestiere di biblista. Ma Cacciari non si rende conto o proprio non conosce il mondo accademico anglosassone, dove i laici, agnostici e atei possono scegliersi il mestiere che gli pare, e quindi anche diventare biblisti preparati e stimati.
    [Modificato da Frances1 01/05/2008 20:45]
  • pcerini
    00 01/05/2008 20:41
    Cacciari? A volte mi par di sentir parlare Cantalamessa secondo cui non ci si puo' approcciare allo studio dell'NT se non si parte dal presupposto che Gesu' e' risorto.


    [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051]

    Allora,se volessi studiare l'Odissea l'Ililiade e l'Eneide dovrei presupporre che gli dei greci esistano.


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    [Modificato da pcerini 01/05/2008 20:42]