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Facebook e se fosse un grande inganno?

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    Jon Konneri
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    Vescovo
    00 23/03/2009 11:07
    Carissimi probabilmente rimarrò l'unico sulla terra a non voler avere a che fare con Facebook, ma più passa il tempo e più mi convinco della negatività di questo strumento.
    Se da un lato offre la concreta possibilità di contattare molte persone che hanno fatto parte della nostra vita, o permette di creare gruppi e "fare nuove amicizie" ritengo che sotto sotto si nasconda un grande inganno.

    Facebook è primariamente un frutto del vouyerismo imperante, per cui ci si vuole impicciare di tutto e di tutti per sapere vita, morte e miracoli di persone conosciute o di cui si è appena sentito il nome, talvolta solo ed esclusivamente per soddisfare un non meglio precisato desiderio morboso. Se la privacy va il più delle volte a farsi friggere, ciò che preoccupa ancora di più è l'annacquamento dei sentimenti. Si parla di amicizie che amicizie non sono e si intessono relazioni che solo in rarissimi casi possono dirsi reali.

    Un articolo letto questa mattina ha confermato questo mio pensiero, è di Carlo Meroni e lo potete leggere da Il Sussidiario.net.

    Ve ne propongo un significativo estratto che fa molto riflettere.

    P.S. Tra le altre cose ci presenta la drammaticità del fenomeno poco noto degli hikkomori. Sempre più diffusi anche in Italia.


    [...]
    A quella virtuale preferisco la vita vera, quella che è maestra, ma solo per chi ha l’umiltà di mettersi il grembiule da scolaro. E dopo un po’ di testate prese, ora so bene cos’è l’amicizia, quella vera, non quella fra virgolette. So di essere fortunato perché ho due amici. Diffido seriamente di chi ne vanta più di cinque, perché ho imparato che un’amicizia degna di questo nome è davvero rara come un tesoro. E quella di Facebook non lo è. È solo una pagliacciata per inconcludenti giovani e adulti d’oggi, circondati di beni, di contatti, di connessioni, di infinite possibilità. Ma nella sostanza terribilmente soli e privi di vere, serie relazioni. Un po’ come il Carlo Verdone del celebre film: «Faccio un sacco de cose, vedo un sacco de ggente, leggo molti libbri», ma in realtà si trattava di un bulletto di periferia solo come un cane.

    Uno che ha relazioni (nel vero senso della parola) con moglie (o marito), figli, qualche amico vero, e che metta vera passione nel suo lavoro, credo che non abbia tempo in avanzo da perdere su Facebook.

    Il problema del mondo odierno è che c’è in atto un diabolico progetto per svuotare le parole della loro reale portata e del loro significato originario. Così la vita non è più un dono d’amore ma un’esigenza personale della quale posso disporre a piacimento. Di conseguenza, anche la morte, più alta tragedia umana, diventa la “sedazione assistita” o la “dolce morte” dell’eutanasia. Il “perdono”, un’aspra montagna da scalare, rimanda tutt’al più ad una hit di Tiziano Ferro. Anche l’amore è diventato una semplice rima da canzonetta, un sentimento che va e viene a piacimento secondo l’umore del momento.

    E così anche per l’amicizia. Non più una cosa terribilmente seria, ma una moneta fasulla che non costa nulla scambiare su Facebook dopo solo pochi minuti di conoscenza. Per un amico vero ci si sveglia di notte, si rischia di andare nei guai per difenderlo, ci si mette in gioco in prima persona, si è disposti alla completa condivisione. Chissà se gli “amici” di Facebook sanno condividere qualcosa di più alto rispetto al “club di quelli che odiano Berlusconi” o altre amenità simili.

    Brutta bestia questa tecnologia. Non voglio fare il retrogrado, ma essere realista e giocare la battaglia della vita coi soldati che abbiamo a disposizione, senza idealismi o paraocchi. Che mi frega se mio figlio dialoga (anzi, “chatta”) con uno di Sidney discorrendo sul nulla, se poi non è in grado di sostenere la presenza di un amico “scomodo”, magari perché nero o handicappato nella sua classe?

    Facile raccontare quel che si vuole a un semisconosciuto che sta a chilometri di distanza, più difficile spezzare il pane e dividerlo con la persona presente al proprio fianco, a scuola, in casa o in ufficio. È solo l’uomo, le persone, che devono stare al centro delle cose: la tecnologia ci è amica se è realmente a servizio dell’uomo, non se l’uomo ne diventa schiavo.

    Mai sentito parlare di hikkomori? È un termine giapponese che sta ad indicare quei giovani che vivono reclusi nelle loro stanze e che hanno come forma di contatto con il mondo esterno solamente la rete. È un malessere particolarmente sviluppato fra i giovani giapponesi (20% dei maschi in età adolescenziale). Sembra addirittura che il 2% dell’intera popolazione giovanile del mondo ne sia affetto.

    Di recente questo assurdo stile di vita ha fatto breccia anche in Italia, e stiamo iniziando a scoprirlo assieme a molte famiglie disorientate e poco preparate per affrontarlo. I ragazzi hikkomori si chiudono progressivamente al mondo esterno. Iniziano a evitare contatti con amici, parenti o altro. Successivamente smettono di andare a scuola e interrompono le relazioni con i propri familiari. Al culmine del processo di isolamento si chiudono in camera, dalla quale escono raramente, e vivono solo on-line.

    Il loro nome diventa il nickname della chat. I loro amici sono perfetti sconosciuti. I loro interessi sono tutti accomunati da un aspetto: la fruibilità di cose e persone solo tramite internet. Alcuni chiudono direttamente a chiave la porta della propria stanza. Questo non per giorni, ma per mesi e in alcuni casi anni. Altri escono solamente la notte per mangiare o rubare le sigarette a fratelli e genitori. In molti confondono il giorno con la notte. Inutile sottolineare che interrompono ogni contatto con la famiglia. È questa la tecnologia di cui tessiamo le lodi? Questa è la meta alla quale tendiamo?

    I soliti “esperti” hanno avanzato l’ipotesi che la colpa dell’autoreclusione di questi ragazzi sia dovuta alle pressioni sociali, alla severità del sistema scolastico, alla spinta verso l’omologazione, alle madri oppressive, ai padri assenti, al bullismo, alla dipendenza dai videogiochi attraverso i quali si costruiscono una realtà alternativa. Io, da “non esperto” credo che la questio sia un’altra: la mancanza nei nostri ragazzi di una solida struttura interiore, di una spina dorsale che non si fletta al primo alito di vento, che abbia una minima capacità di affrontare la vita con i suoi inevitabili alti e bassi. E quindi, meglio affrontare la realtà virtuale che quella reale.

    Il Papa, qualche giorno fa in Campidoglio ha detto: «Gli episodi di violenza e di emarginazione giovanile manifestano un disagio più profondo; sono il segno di una vera povertà spirituale che affligge il cuore dell’uomo contemporaneo. La eliminazione di Dio e della sua legge, come condizione della realizzazione della felicità dell’uomo, non ha affatto raggiunto il suo obbiettivo; al contrario, priva l’uomo delle certezze spirituali e della speranza necessarie per affrontare le difficoltà e le sfide quotidiane. Quando, ad esempio, ad una ruota manca l’asse centrale, viene meno la sua funzione motrice».

    Non pretendo che tutti siano d’accordo col Santo Padre come lo sono io. Ma se l’asse centrale della nostra ruota non è Dio, quale può essere? La letteratura? La musica? L’arte? Gli ideali di Patria? La famiglia? Fate vobis. Se però l’asse motrice della ruota è la webcam, la chat, il web, l’avatar e così via credo che questa ruota percorrerà assai poca strada.

    Caro Veneziani, andiamoci piano con l’elogio di Facebook. Meglio che ci delizi con le sue dissertazioni politiche, letterarie e filosofiche. Le preferiamo di gran lunga. Se ha voglia di risentire l’idioma natìo, lasci perdere Facebook e faccia più spesso un salto nella terra dei dolmen e dei normanni. Se ogni tanto ha voglia di “struscio”, le consiglio vivamente quello reale, rispetto a quello virtuale: si vedono in giro certe facce da sbellicarsi dalle risate. Alcuni li ho già notati su Facebook.

    Etichette: amicizia, facebook
    exsurgatdeus.blogspot.com/2009/03/facebook-e-se-fosse-un-grande-inga...



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    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
    nell'aldilà

  • pcerini
    00 23/03/2009 12:28
    Al di la' della solita paranoia che vede il diavolo dappertutto,persino nelle mutande dei nostri nonni,mi limito a commentare una battuta:

    Ma se l’asse centrale della nostra ruota non è Dio, quale può essere? La letteratura? La musica? L’arte? Gli ideali di Patria? La famiglia?

    Si parla in ambito filosofico della possibilita' di un'etica senza Dio,ossia di un qualche fondamento etico razionale senza ricorrere necessariamente ad uno di natura metafisica: ---> www.giornaledifilosofia.net/public/filosofiaitaliana/scheda_fi.p...

    Ergo,la risposta al quesito exsurgatdeusiano di cui sopra è: una ragione,il progresso della ragione,nell'unione con l'esperienza (o le esperienze di vario tipo).
    [Modificato da pcerini 23/03/2009 12:42]
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    Padre Guardiano
    00 23/03/2009 13:02
    RE PER Konnery

    Come vorrei parlare un quarto d'ora con tua moglie!!!! [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052]

    omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]



    O=============O===========O

    Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

    Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

    Apocalisse Laica

    Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


    Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
  • Paxuxu
    00 03/07/2009 18:41
    Ti quoto al 100% Jon, anche per me è un'inganno per far illudere le persone e carpirgli i dati sensibili che hanno nel proprio pc, ma tent'è visto che ci cascano sempre più, se amano essere masochisti lo facciano pure è pur sempre una LORO scelta!


    [SM=g27823]



    Paxuxu



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    Max Cava
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    Antipapa
    00 03/07/2009 21:00
    Non é l'attrezzo...

    Vietiamo anche i coltelli (la carne la tagli col..), i martelli (i chiodi li pianti col...).

    Anche i Konneri! Seri attentati all'altrui intelligenza.

    Non te la prendere Jon... scherzo!

    Antipapa [SM=x789055]

    Piesse: [SM=x1468240] Mica tanto... [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]



    Le religioni? Un'abbagliante strada a senso unico. (Max Cava)

    " Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione,
    e non mi importerà di chi ne fa le leggi" (Mayer Anselm Rothschild)


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    @nounou@
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    Monaca
    00 06/07/2009 21:31
    Personalmente trovo facebook un modo di comunicare come un altro..
    può essere anche uno strumento per persone con problemi fisici che hanno difficoltà ad interagire nel reale, uno mezzo di sostentamento alla solidarietà..può essere uno strumento per conoscersi e perché no anche innamorarsi (ad una coppia di amici miei è successo)
    può essere uno strumento veloce per diffondere informazioni su persone scomparse..o per far pubblicità al proprio progetto…e chi più ne ha più ne metta..
    prendiamo il buono delle cose.






    Nounou
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    00 06/07/2009 21:44
    Re:
    @nounou@, 06/07/2009 21.31:

    Personalmente trovo facebook un modo di comunicare come un altro..
    può essere anche uno strumento per persone con problemi fisici che hanno difficoltà ad interagire nel reale, uno mezzo di sostentamento alla solidarietà..può essere uno strumento per conoscersi e perché no anche innamorarsi (ad una coppia di amici miei è successo)
    può essere uno strumento veloce per diffondere informazioni su persone scomparse..o per far pubblicità al proprio progetto…e chi più ne ha più ne metta..
    prendiamo il buono delle cose.



    Son daccordo con te [SM=g27811]

    E poi, che dati sensibili potranno mai carpirmi?? Non ho mica i segreti della NASA nel pc [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]

    Mi schedano per sapere che gusti ho? Non seguo la moda, compro ogni volta cose diverse a seconda dei bisogni e ignoro la pubblicità. Non ho mai usato il Dash in vita mia!!!!!!!! E nemmeno il Dixan [SM=x789055]

    Il Sole sì però , ma solo perchè costa di meno!!!!!! [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053]

    E non spendo una fortuna in scarpe e vestiti.
    Con me s'attaccano.

    Al tram.


    [SM=x789054]





    La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
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    00 06/07/2009 22:00
    Re: Re:
    kelly70, 06/07/2009 21.44:



    Son daccordo con te [SM=g27811]

    E poi, che dati sensibili potranno mai carpirmi?? Non ho mica i segreti della NASA nel pc [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049] [SM=x789049]

    Mi schedano per sapere che gusti ho? Non seguo la moda, compro ogni volta cose diverse a seconda dei bisogni e ignoro la pubblicità. Non ho mai usato il Dash in vita mia!!!!!!!! E nemmeno il Dixan [SM=x789055]

    Il Sole sì però , ma solo perchè costa di meno!!!!!! [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053]

    E non spendo una fortuna in scarpe e vestiti.
    Con me s'attaccano.

    Al tram.


    [SM=x789054]






    e fischiano in curva.. [SM=x789051]







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    00 07/07/2009 18:12
    Quoto nounou.. è un modo come un altro per comunicare se poi si è tanto stupidi da inserire pubblicamente il n° di c/c, password del bancomat o altro.... colpa della stupidità nn di facebook o di internet in generale.
    Riguardo nome e cognome si possono inserire anche dei dati non veri ma poi almeno che non si sia agenti segreti, terroristi o altro non credo che esista nessun problema utilizzare i propri dati.



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    @nounou@
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    00 07/07/2009 20:25
    Re:
    Sammy3, 07/07/2009 18.12:

    Quoto nounou.. è un modo come un altro per comunicare se poi si è tanto stupidi da inserire pubblicamente il n° di c/c, password del bancomat o altro.... colpa della stupidità nn di facebook o di internet in generale.
    Riguardo nome e cognome si possono inserire anche dei dati non veri ma poi almeno che non si sia agenti segreti, terroristi o altro non credo che esista nessun problema utilizzare i propri dati.




    ma infatti Sammy, solo che mettendo un nome non vero perde la sua utilità visto che è nato per cercare compagni di scuola [SM=g27823] è divertente scoprire come nel corso degli anni questi sono cambiati, i miei compagni si sono proprio imbruttiti [SM=x789051]






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