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Ateo? No, idolatra!

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    Jon Konneri
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    00 19/11/2009 22:32

    La fede in Dio è sempre minacciata, anche nel cosiddetto credente, dalla fede negli idoli. Perché il dilemma vivo, che ad ogni istante uncina la mente e la carne è tra l'adesione al Mistero che fa tutte le cose o quella all'oggetto di volta in volta creato o scelto da me come possibile compimento per la vita.

    Che grande, giusta, realista e maestosa considerazione del cuore umano: non è fatto per darsi al niente, non nasce per dedicarsi a nulla. Un uomo potrà decidere di avere come idolo il potere, o i soldi, la carriera o il sesso: ma elegge sempre qualcosa, o qualcuno a cui esser devoto. A cui fare sacrifici, anche eroici. Ma mai al niente. Per questo non credo nel concetto di ateo.

    Non è vero che esistono uomini atei, esistono uomini idolatri, perché come diceva il compianto Don Giussani: l’alternativa non è mai fra fede e ateismo, ma tra fede e idolatria.

    Ogni uomo, infatti, per il semplice fatto che vive, afferma ogni istante un qualche assoluto.

    Il compagno, la compagna, la moglie o un marito, il denaro, il sesso, la carriera, l'automobile, l'abitazione, il proprio corpo o quello altrui, la propria persona, i figli, i nipoti, la droga, l'alcool, lo sballo, la discoteca, la moda, la tv, internet e quant'altro possono divenire idoli quando prendono il posto di Dio.

    Tutto ciò che in certo qual modo offusca il primato di Dio nella nostra vita, è un idolo.

    Ecco l'estratto di un articolo di Antonio Socci scritto nel 2005

    [...]Fra l’altro l’ateismo – da un punto di vista esistenziale - non esiste.. Don Giussani ha spiegato a lungo (rifacendosi alla Bibbia) che l’alternativa non è mai fra fede e ateismo, ma tra fede e idolatria, perché ogni uomo, per il semplice fatto che vive, afferma ogni istante un qualche assoluto. Idolatria (la stessa radice di ideologia) è un dio costruito con le proprie mani, un dio che non mantiene mai le promesse e spesso un dio sanguinario.

    Ma guardare in faccia la caduta degli dèi esige coraggio: cioè umiltà. Penso agli intellettuali nati nella stagione Sessantottina. Ad accorgersi che sono ormai decadute "le ragioni filosofiche dell’ateismo", cioè l’idolatria del materialismo dialettico e quella positivista, è stato fra l’altro Gianni Vattimo. Anche la recente "conversione" di Anthony Flew segna la fine dell’ateismo filosofico. Solo che gli intellettuali italiani "nella massima parte" spiega Vattimo "non parlano di Dio, o anzi si considerano esplicitamente atei o irreligiosi, per pura abitudine, quasi per una sorta di inerzia".
    Mi sembra una superficialità umana inaccettabile. Però c’è anche il rischio – una volta usciti dall’ateismo ideologico – di costruirsi una propria religiosità fai-da-te che prende dal cristianesimo quello che gli va, come dagli scaffali di un supermarket, e di fatto costruisce di nuovo un’ideologia, per quanto debole (mi sembra l’errore compiuto da Vattimo e Bertinotti). In questo ritorno dell’interesse sul cristianesimo bisogna anzitutto capire cosa sia il cristianesimo.
    La fede viene per grazia, ma tutti sono tenuti alla lealtà, al rispetto dei dati di fatto: il cristianesimo non è una propria invenzione, un’elucubrazione o una conquista. L’ultimo testo che don Giussani ha voluto pubblicare verte proprio su questa domanda: "che cosa è il cristianesimo?". Giussani cercava "una risposta che, anche se io fossi ateo, varrebbe anche per me".

    Ebbene la sua risposta è semplice: "il cristianesimo è un fatto. E’ l’avvenimento di Dio che si è fatto uomo o almeno di un uomo che si è detto Dio. Un fatto. Come se io dessi un pugno a chi mi sta di fronte, così è accaduto: un uomo che si è detto Dio. Non è questione di gusto, di chiarezza intellettuale. Il cristianesimo è un uomo che si è detto Dio".
    Un uomo affascinante, umanamente straordinario che ha avanzato una pretesa inaudita. Poi c’è l’avventura di chi vuol verificare se è vera quella pretesa, una sfida che si può vivere attraverso un’esperienza: "vieni e vedi", diceva Gesù a chi restava colpito da Lui. [...]


    Etichette: ateismo, idolatria



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    00 19/11/2009 22:56

    Uno con la testa imbottita di chiacchere religiose, non può nemmeno lontanamente immaginare che cosa significhi essere un ateo.

    Le caxxate che ha detto dimostrano una cosa sola: che tutti quelli che si dichiarano credenti dichiarano il falso, perchè nessuno di loro mette Dio al primo posto, Papa, vescovi, preti e fedeli.

    Scaricare sugli atei la colpa di avere altri idoli significa che a giudicare da come va il mondo, sono tutti atei.

    [SM=x789063]

    Ciao
    Kelly [SM=x789055]



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    00 19/11/2009 23:12
    Re:
    kelly70, 19/11/2009 22.56:


    Uno con la testa imbottita di chiacchere religiose, non può nemmeno lontanamente immaginare che cosa significhi essere un ateo.

    Le caxxate che ha detto dimostrano una cosa sola: che tutti quelli che si dichiarano credenti dichiarano il falso, perchè nessuno di loro mette Dio al primo posto, Papa, vescovi, preti e fedeli.

    Scaricare sugli atei la colpa di avere altri idoli significa che a giudicare da come va il mondo, sono tutti atei.

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    Ciao
    Kelly [SM=x789055]



    [SM=p1420241] se ti dò ragione !!!! [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902]

    I veri atei sono i cattolici e pure idolatri!!!! [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x1414846] [SM=x1414846]

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  • nevio63
    00 20/11/2009 06:34
    Re:
    kelly70, 19.11.2009 22:56:


    Uno con la testa imbottita di chiacchere religiose, non può nemmeno lontanamente immaginare che cosa significhi essere un ateo.

    Le caxxate che ha detto dimostrano una cosa sola: che tutti quelli che si dichiarano credenti dichiarano il falso, perchè nessuno di loro mette Dio al primo posto, Papa, vescovi, preti e fedeli.

    Scaricare sugli atei la colpa di avere altri idoli significa che a giudicare da come va il mondo, sono tutti atei.

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    Ciao
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    Padre Inquisitore
    00 21/11/2009 03:00
    Re:


    Caro Jon Jon,

    devo constatare che sei un maestro nella ricerca su internet.

    Però mi piacerebbe che tu argomentassi quello che posti.

    Possibile che non hai niente da dire?

    Babila.
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    Jon Konneri
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    00 21/11/2009 23:14
    Re: Re:
    Babila il grande, 21/11/2009 3.00:



    Caro Jon Jon,

    devo constatare che sei un maestro nella ricerca su internet.

    Però mi piacerebbe che tu argomentassi quello che posti.

    Possibile che non hai niente da dire?

    Babila.



    Quello che penso avvolte è che molti non sono atei , se lo sono è per convenienza , per non rinunciare ad alcuni piaceri della vita



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    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
    nell'aldilà

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    Babila il grande
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    00 22/11/2009 01:31
    Re: Re: Re:
    Jon Konneri, 21/11/2009 23.14:



    Quello che penso avvolte è che molti non sono atei , se lo sono è per convenienza , per non rinunciare ad alcuni piaceri della vita



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    E di grazia, caro Jon Jon, quali sarebbero i piaceri della vita a cui noi atei non rinunceremmo?

    Mi sembra che voi cattolici, in quanto a trasgressioni, abbiate molto da insegnarci!

    Vabbè, voi avete la confessione che vi monda, noi invece abbiamo la ragione che ci libera.

    E la differenza non è poca.

    Babila.


  • )lullaby(
    00 22/11/2009 11:15
    Re: Re: Re:
    Jon Konneri, 21/11/2009 23.14:



    Quello che penso avvolte è che molti non sono atei , se lo sono è per convenienza , per non rinunciare ad alcuni piaceri della vita




    Ma ci fai o ci sei?
    Parliamo dei tanti cattolici/credenti non praticanti che potrebbero aprire scuole sui vizi o piaceri della vita per non parlare poi dei credenti praticanti come ha ben scritto babila.
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    00 22/11/2009 13:54
    Re: Re:
    Babila il grande, 21.11.2009 03:00:



    Caro Jon Jon,

    devo constatare che sei un maestro nella ricerca su internet.

    Però mi piacerebbe che tu argomentassi quello che posti.

    Possibile che non hai niente da dire?

    Babila.




    Ma sai, ripetere a pappagallo i pensieri altrui, é meno stancante.


    Massimo [SM=x789055]




    Le religioni? Un'abbagliante strada a senso unico. (Max Cava)

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    00 26/12/2009 18:48
    La mente umana è concepita per sviluppare concetti complessi. Può immaginare anche cose non untili e necessarie alla propria sopravvivenza. La mente umana ha creato la coscienza di se. Ha sviluppato relazioni sociali complesse con gerarchie che prescindono dalla mera forza fisica e capacità riproduttiva come negli animali.

    Attraverso la comunicazione verbale e non verbale la mente umana trasmette concetti complessi. Con una opportuna comunicazione si trasmettono concetti astratti che lavorano sull'immaginazione.

    Ma così come per la forza fisica anche quella intellettiva differenzia, anche di molto fra di loro, gli esseri umani. Crea cioè dei gruppi differenziati. Quindi in una società si trovano individui intellettualmente più dotati che sono in grado di influenzare gli individui intellettualmente meno dotati. Sono in grado di influenzarli ma anche di dominarli.

    Ora sappiamo che l'uomo ha uno istinto di conservazione più complesso di quello del mondo animale, che gli viene dalla coscienza di se. L'uomo a differenza degli animali sa di dover morire. Lo sa da quando il suo sviluppo supera la fanciullezza...e ovviamente teme la morte.

    Si crea quindi un bisogno, seppure coscientemente improbabile: sopravvivere a se stessi; se non con il corpo con 'qualcosa' che sente dentro di se e che è, appunto, la coscienza che esso vede come una entità distaccata dal corpo.

    Questo è il terreno più favorevole per individui intellettualmente più dotati i quali, prospettando una vita spirituale dopo la morte, hanno gioco facile per mettere in piedi una bella religione.

    Gli individui intelletualmente più dotati sono anche i più ricchi e potenti (un tempo ricchi di greggi, di mercanzie, di oro, o altro) e la religione torna loro buona anche per imporre regole morali, fra le quali si trova (guarda caso) il divieto di furto, di omicidio, di violenza in genere. I dieci comandamenti di biblica memoria sono infatti un bel prontuario salvapotenti.

    Col semplice ricatto che chi sbaglia paga, non solo di qua ma anche di la dove si è fatto intendere vi sia una sorta di Eden, essi si garantiscono una relativa tranquillità.

    Insomma per farla breve: l'uomo ha paura di morire e si fa influenzare da taluno (molto più dotato intellettualmente) che prospettanto una vita spirituale oltre la marte, si fa a ffidare la coscienza delle masse meno dotate intellettualmente. Non solo, ma fa si che i creduloni aderiscano anche a certe regole, che guarda caso preservano il potere e la ricchezza a coloro che hanno messo in giro la storia dell' aldilà.

    Cattolici, ebrei, islamici (e ovvimante i comunisti) sono i destinatari dei concetti religiosi e delle dottrine, per mezzo delle quali le gerarchie religiose e i potenti, che sempre sono loro alleati, dominano le masse.

    ...o no?


    [SM=g1941425] [SM=g1941429] [SM=g1941429] [SM=g1941429]




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    Generalità: Giordano Bruno

    Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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