APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

Crisi di coscienza

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  • )lullaby(
    00 30/11/2009 16:21
    Fedeltà a Dio o alla propria religione? Parole franche di un testimone di Geova
    di Franz Raymond V.
    Ho acquistato questo libro nel periodo della mia dissociazione , l'ho letto con lo stato d'animo di rabbia che nutrivo in quel periodo e molte cose mi erano sfuggite a causa del mio stato emotivo non sereno , a distanza di 5 anni lo sto rileggendo, adesso assume un sapore diverso in quanto letto con quasi totale distacco e freddezza.
    Sorrido quando mi soffermo su certe questioni che tratta il libro, ad esempio la leggerezza con cui il corpo direttivo decideva sulla vita anche privata ed intima dei fratelli emanando "leggi" o regole che non erano nemmeno supportate dalle scritture.
    Qualcuno qui ha avuto modo di leggerlo?
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    Babila il grande
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    Padre Inquisitore
    00 30/11/2009 18:49
    Re:

    Carissima Lullaby,

    ho avuto occasione di leggere il libro descritto.

    Come d'altra parte ho letto il seguito, intitolato "Alla ricerca della libertà cristiana".

    D'altronde ho consultato tanti - forse troppi! - libri sui TdG.

    E ne posseggo ancora molti.

    Da Achille Aveta - Walter Palmieri "TdG: essere o non essere" fino a Weiss: "I TdG: testimoni di Dio?", mi sono creata una discreta biblioteca, che raccoglie pure altri libri di critica neotestamentaria, ateismo e sette minori.

    Che dire?

    Tutti questi libri - ad eccezione di quello scritto dalla compianta M.Castiglione "I TdG: ideologia religiosa e consenso sociale" - peccano, secondo me, di un difetto e cioè quello di basarsi esclusivamente sul raffronto "teologico" e quindi viziato ab origine dalla credenza religiosa che l'autore esprime.

    Il mio interesse per i TdG si è manifestato tanto tempo fa, quando mi accorsi che non ero in grado di sostenere un confronto "biblico" con alcuni di loro.

    Piccato per la mia ignoranza, mi buttai a capofitto nella lettura di tutto quello che passava la bibliografia di allora.

    Ed era, purtroppo, quasi tutta merce cattolica.

    Ma grazie al confronto con i TdG ed al contestuale approfondimento delle credenze religiose mi ritrovai finalmente libero da condizionamenti fideistici, e quindi radicalmente ateo e areligioso.

    Con nessun dubbio.

    Babila.



    [Modificato da Babila il grande 30/11/2009 18:50]
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    pyccolo
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    00 30/11/2009 19:25
    Re:
    )lullaby(, 30/11/2009 16.21:

    Fedeltà a Dio o alla propria religione? Parole franche di un testimone di Geova
    di Franz Raymond V.



    Che differenza passerebbe fra "Fedltà a Dio o alla propria religione"?

    Pyccolo


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    00 01/12/2009 01:34
    Re: Re:
    pyccolo, 30/11/2009 19.25:



    Che differenza passerebbe fra "Fedltà a Dio o alla propria religione"?

    Pyccolo






    Ottimo appunto caro Pyccolo.........la domanda è pertinente,semplice e profonda.

    Il lettore di questo monumentale opera adesso avrà sicuramente le idee più chiara sulla distinzione ........ [SM=x789052]



    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    forum Testimoni di Geova




    Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
  • nevio63
    00 01/12/2009 05:33
    Re: Re:
    pyccolo, 30.11.2009 19:25:

    Che differenza passerebbe fra "Fedeltà a Dio o alla propria religione"? Pyccolo




    La fedelta' a Dio e', pure, fedelta' alla propria religione, per il credente in Dio, quando la propria religione, ad un esame, pur non feroce, dei fatti, rappresenta, per coerenza dottrinale e pragmatica, Dio e la Sua volonta'.
    Allorche', dopo tale approfondito esame, la propria religione si discostasse in maniera significativa, quando non drammatica, da cio' che il sincero credente in Dio ritenesse essere la volonta' di Dio sresso, quindi, la vera dottrina intorno a Lui e la giusta e coerente prassi, a tale dottrina conseguente, la fedelta' alla religione di appartenenza o a Dio diventano posizioni inconciliabili e una, pur dolorosa, scelta, per onesta' intellettuale, si imporra'. nevio63

     


  • nevio63
    00 01/12/2009 05:45
    Re:
    )lullaby(, 30.11.2009 16:21:

    Fedeltà a Dio o alla propria religione? Parole franche di un testimone di Geova di Franz Raymond V. Ho acquistato questo libro nel periodo della mia dissociazione , l'ho letto.... chi ha avuto modo di leggerlo?



    nevio63: Ho scaricato i due libri di R.Franz e altri da E-mule, pochi mesi fa e li ho letti con voracita' (erano anni che non leggevo piu' un libro). Sono, ambedue i libri di R. Franz, molto impattanti, perche' uniscono i pregi del saggio letterario a quelli di un narrato pervaso di emotivita' e umanita'. Il primo libro demolisce e getta il credente TdG nello sconforto, il secondo libro, pur completando l'opera demolitiva del primo, suggerisce delle vie d'uscita. nevio63
  • Sonnyp
    00 01/12/2009 08:22
    Uso delle religioni....
    Babila il grande, 30/11/2009 18.49:


    Tutti questi libri - ad eccezione di quello scritto dalla compianta M.Castiglione "I TdG: ideologia religiosa e consenso sociale" - peccano, secondo me, di un difetto e cioè quello di basarsi esclusivamente sul raffronto "teologico" e quindi viziato ab origine dalla credenza religiosa che l'autore esprime.

    Il mio interesse per i TdG si è manifestato tanto tempo fa, quando mi accorsi che non ero in grado di sostenere un confronto "biblico" con alcuni di loro.

    Piccato per la mia ignoranza, mi buttai a capofitto nella lettura di tutto quello che passava la bibliografia di allora.

    Ed era, purtroppo, quasi tutta merce cattolica.

    Ma grazie al confronto con i TdG ed al contestuale approfondimento delle credenze religiose mi ritrovai finalmente libero da condizionamenti fideistici, e quindi radicalmente ateo e areligioso.

    Con nessun dubbio.

    Babila.



    Mi accodo Babila alla tua analisi dei fatti. Aggiungo, se me lo permetti, la mia personale esperienza in questo campo del confronto teologico OBBLIGATORIO, per chi esce da un movimento settario.
    L'unico confronto prioristico, è dettato dalle origini cristiane che portano tutte alla prima chiesa primitiva. Da qui, l'errore di crederla tramandata nel tempo, come l'assoluta religione giusta basata sulle tradizioni e sull'apostolato cattolico. Niente di più falso! Analizzando a fondo gl'insegnamenti della chiesa, ho potuto appurare che nemmeno lei è sfuggita al potere di comandare, di autoreferenziarsi unica sovrana dela fede. Oggi, seppur credente ancora molto razionalemtne in un Dio o essere supremo, ho capito che le religioni, tutte le religioni, sono il mezzo per sedare e dirigere le masse.... Di spirituale, seppur ci fosse, ce n'è veramente poco e annacquato. Anche io concludo alla tua maniera.... Con nessun dubbio. Shalom. Se v'interessa, stò analizzando in questo forum, il potere del condizionamento mentale.... penso che la cosa potrebbe interessarvi......

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    pyccolo
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    00 01/12/2009 13:05
    Re: Re: Re:
    nevio63, 01/12/2009 5.33:

    pyccolo, 30.11.2009 19:25:

    Che differenza passerebbe fra "Fedeltà a Dio o alla propria religione"? Pyccolo




    La fedelta' a Dio e', pure, fedelta' alla propria religione, per il credente in Dio, quando la propria religione, ad un esame, pur non feroce, dei fatti, rappresenta, per coerenza dottrinale e pragmatica, Dio e la Sua volonta'.
    Allorche', dopo tale approfondito esame, la propria religione si discostasse in maniera significativa, quando non drammatica, da cio' che il sincero credente in Dio ritenesse essere la volonta' di Dio sresso, quindi, la vera dottrina intorno a Lui e la giusta e coerente prassi, a tale dottrina conseguente, la fedelta' alla religione di appartenenza o a Dio diventano posizioni inconciliabili e una, pur dolorosa, scelta, per onesta' intellettuale, si imporra'. nevio63

     






    Questione molto complessa quella della fedeltà.
    Fedeltà a Dio o alla religione?

    Bell'enigma.

    Posta in questo modo sembrerebbe tutto molto semplice.
    Non è affatto così.

    Domando: di cosa è fatta la fedeltà? Cosa intendiamo definire con questo termine, tutto sommato, astratto, tant'è che per alcuni potrebbe essere una cosa per altri tutt'altra faccenda?

    Fedeltà a cosa e perchè?

    Ciò a cui bisogna essere fedeli di che cosa è fatto?
    E' qualcosa che sta all'interno del linguaggio o fuori dal linguaggio, ovverossia qualcosa che è costruito dai nostri pensieri o invece esistente autonomamente indipendentemente dai nostri pensieri?

    In entrambi i casi non può che trattarsi di stringhe linguistiche, di proposizioni belle e buone che, partendo da alcune premesse date per certe, concludono con il richiamo assoluto alla fedeltà.

    Quali sarebbero le premesse su cui si fonda il concetto di fedeltà?
    Sulla base di che criterio quelle premesse sono date per certe?

    Si provi a portare alle estreme conseguenze tutta l'interrogazione e vediamo su quale sponda si approda.

    La risposta a domande come queste dovrebbe mettere chi si interroga nella condizione di ricevere risposte, anch'esse stringhe linguistiche, proposizioni, ma in qualche modo risposte in grado di fugare, nel bene o nel male, ogni dubbio sulla questione. [SM=x789060]

    Saluti

    Pyccolo

    [Modificato da pyccolo 01/12/2009 13:10]
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    spirito!libero
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    00 01/12/2009 14:20

    “la propria religione, ad un esame, pur non feroce, dei fatti, rappresenta, per coerenza dottrinale”



    Coerenza dottrinale ? La wts negli anni ha cambiato tante e tali dottrine da rendere irriconoscibili i primi tdg da quelli odierni se non nel nome che li caratterizza (anzi con i primissimi nemmeno il nome è uguale)



    “E' qualcosa che sta all'interno del linguaggio o fuori dal linguaggio”



    Ma che palle…



    "il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (da QED. La strana teoria della luce e della materia, traduzione di F. Nicodemi, Adelphi, 1989)
  • nevio63
    00 01/12/2009 14:45
    Re: Re: Re: Re:
    pyccolo

    Questione molto complessa quella della fedeltà.
    Fedeltà a Dio o alla religione?
    Bell'enigma.
    Posta in questo modo sembrerebbe tutto molto semplice.
    Non è affatto così.
    Domando: di cosa è fatta la fedeltà?
    Fedeltà a cosa e perchè?
    Pyccolo


    nevio63: Dio, per chi crede, e' una persona spirituale. Egli ha una personalita' che, pur non interamente, emerge, per chi ci crede, da due delle sue opere: L'universo fisico, terra pianeta, compresa la sua biosfera, e la Sacra Scrittura, per chi ci crede, ispirata da Dio stesso. Alcune delle qualita' di Dio sono, l'amore altruistico, la giustizia, la totale sapienza, la totale potenza. Ripromettersi fedelta' a tale persona, Dio, vuol dire riconoscerne le qualita', il diritto di esercitare autorita' su ogni Sua, per chi ci crede, creazione, offrire culto alla Sua persona, dovendo scegliere in una qualche contesa, schierarsi dalla sua parte, amarlo, approfondendone la conoscenza, anche attraverso lo studio delle Sue opere, ponendo ogni questione che lo riguardasse, prima e al di sopra di ogni altra e altro. La religione, vera se interpreta realmente la volonta' de Dio, se offre al credente una giusta teologia, richiede anch'essa, essendo di Dio emanazione e rappresentazione, per chi ci crede, una forma di fedelta', ma relativa, che coincide con quella dovuta a Dio, se significa attenersi alle prescrizioni, norme e al culto, da Dio stabiliti e dalla religione solo tramandati. Ci si schierera' in favore della giusta religione, ma non si adorera', ne' si idoleggera' la religione in quanto tale. La questione della coincidenza di fedelta', per chi ci crede in Dio, allora si ridurra' alla questione di accertamento di veracita' della propria religione, rispetto alla pretesa di essere quella stabilita da Dio. nevio, saluti a tutti.


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