00 24/08/2010 23:35
La sorte dell'anima secondo il giudizio di Dio

 

Particolare della creazioneIL CONCETTO 
Col nome di perseveranza finale (talora anche penitenza finale) si indica lo stato di grazia (ossia l’assenza di peccati mortali) al momento della morte. La condizione opposta, ossia la presenza nell’anima anche di un solo peccato mortale, prende il nome di impenitenza finale.
  
Una vita santa non serve a nulla se Dio non dà la grazia della perseveranza finale (concessa, in quanto grazia, a suo imperscrutabile e insindacabile giudizio). Quanti santi hanno espresso il terrore di non riceverla! e quanto bisogna pregare, si dice, perché Dio la conceda!

Ci troviamo dunque di fronte al solito dilemma: conta la condizione dell’anima al momento della morte o il bilancio del bene e del male compiuti lungo il corso di tutta la vita?
La cosa è ancor più grave se si considera che anche il peccatore più incallito può venire perdonato e salvato in articulo mortis.

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