Affermava La Bruyère che “La plupart des hommes emploient la première partie de leur vie a rendre l’autre misérable”; e non mi sembra troppo scorretto supporre che un’esigua , ma pur sempre importante parte dell’ utenza di Apocalisse abbia impiegato una sua porzione del tempo – più o meno prezioso - a rendere se non miserabile, almeno difficile la sua conduzione.
Parafrasando, poi, Luc de Clapiers de Vauvenargues mi domandava se è vero che“ talvolta è più difficile governare pochi individui che un intero popolo”.
Lo si è potuto constatare nell’arco di questi pochi – ma anche troppi per i miei gusti – mesi nei quali si sono succeduti episodi a causa dei quali sono giunto alla decisione di autoescludermi volontariamente da ogni intervento.
E’ stata certo una decisione sofferta – amo Apocalisse, l’impostazione aperta, la libertà di espressione, l’intelligenza dei suoi amministratori e di tanti utenti – ma comunque dovuta.
Forse ho commesso lo sbaglio di confondere la virtualità di internet con la comune vita reale e dunque di smarrirmi in quell’intricato dedalo di personalità più o meno posticce che si affacciavano nel corso del tempo, desiderose solo di ritagliare nell’offesa e nella beffa la pochezza intellettuale della loro esistenza.
Forse ho confuso la mia correttezza di comportamento fiducioso che anche altri si sarebbero posti su di un piano se non identico, almeno simile.
Mi sono sbagliato. Nonostante l’età, l’esperienza , le conoscenze .
Mi rimane tuttavia l’onore e la fortuna di aver conosciuto – direttamente, anche se per via telematica – alcune persone la cui profusione del tempo impiegato è come minimo encomiabile se non commovente.
E di questi trarrò esperienza per il futuro.
Giulio.