00 27/02/2018 13:48


Care amiche
Ci sono persone che professandosi atei vivono partecipano al principio del Dio-nulla, come se Dio non esistesse. La vostra forma di Ateismo invece la inquadro più come una continua ricerca forse con l'intima speranza di smentire voi stesse. Questo lo reputo altamente positivo. Mai dire mai insomma... Non credo voi siate quelle persone che non si pongono neanche la domanda. Intendo che NON fate parte di quella gente che non si fanno domande perchè un eventuale tentativo di risposta o, peggio, un percorso fatto di seria ricerca potrebbe provocare uno stato di grave crisi al loro quieto vivere fra consumismo, lavoro fisso, divertimenti e voglia sconsiderata di apparire e far successo ad ogni costo. Questo a mio parere è una forma di ateismo superficiale, grigio, insignificante e di comodo. Troppo.

Secondo il sottoscritto va preferito, anche per come intelligentemente viene da loro posto, un ateismo che molti umanisti e filosofi hanno via via formulato, dal mio preferito (ma NON condiviso) Schopenhauer a Nietzche, a quel furbone di Marx a Freud e al suo mettere sesso in ogni dove... Li preferisco dicevo, anche se non condivido la loro negazione di un Dio che, SE AMMESSO, limiterebbe sia il mondo che l'uomo. Non posso accettare il loro principio, ovvero il loro (pur intelligente) orgoglio intellettuale che non sa o non vuole accettare con umiltà la verità della condizione umana che, volenti o nolenti è, DA SEMPRE, condizionata dai propri limiti.

Filosofi e umanisti certamente con una CAPA TANTA, ma pur sempre creature, uomini e donne che preferiscono lasciare la gestione della specie umana solo e unicamente alla scienza e alla tecnologia, secondo la quale (e alla quale si appoggia totalmente l'amis profesùr Garlaschell...) non si può oltrepassare l'esperienza sensibile.
Su questo, sull'ULTRASENSIBILE ho inteso spesso "duellare" con CONTRARIE sperticate lodi ai CICAPiscounamazza, usando con loro solo le PERTICHE... quando ce vò ce vò... Ho fatto loro spesso presente il mio diniego (per quel che può valere) sul loro operato e sulla loro eccessiva fiducia nella "sola" ragione, che lavora prevalentemente sul visibile.

Fiducia solo sul visibile che spesso è stata costretta a infrangersi nella constatazione che esistono altre realtà NON misurabili e NON racchiudibili nel ristretto parametro delle sperimentazioni di laboratorio. Realtà esistenti anche se l'intelligenza non riesce ad afferrarne la natura più profonda e intima.

Ammiro comunque un ateismo in buona fede, cioè onesto e non pregiudizialmente ottuso, ma VERO, coerente con se stesso e NOn di facciata, nel senso che almeno crede in qualcosa di valido (anche se non riferito al trascendente), a differenza di tanti che asseriscono di avere una fede religiosa, ma in realtà, concretamente, NON credono in nessuno e a niente, perchè il loro TUTTO si esaurisce passando il solo -flatus vocis- della parola e dell'apparenza.
Un saluto