00 18/04/2018 23:10
La famiglia in cui nasciamo direi che è fondamentale.
Anche lo Stato (inteso come zona geografica), la condizione sociale e culturale, le amicizie, gli interessi... influiscono.
Ma ormai io noto un disinteresse crescente nei confronti della chiesa e della religione in genere nelle nuove generazioni.
Probabilmente perché le generazioni che si sono susseguite hanno gestito la cosa in maniera sempre più superficiale e dando meno importanza di quanta se ne fosse sempre data in passato. I figli son diventati genitori e non hanno inculcato con la stessa forza e insistenza i loro figli, che poi son diventati genitori... e così via.

Quindi diciamo che essere credenti oggi è più vicino ad una scelta voluta e cercata che frutto di un inculcamento.
Probabilmente quel bisogno innato che ha l'essere umano di colmare i vuoti della sua esistenza.
Oppure un attaccamento alla "tradizione religiosa" come se fosse parte essenziale della nostra vita, senza la quale tante cose perderebbero il loro significato.

Quindi io direi che si diventa credenti per imposizione o inculcamento ricevuto, ma si continua per scelta di comodo, per non rinunciare ai vantaggi che un dio infinitamente buono e giusto porta alle nostre misere vite da mortali.


Titti. [SM=x789061]