Ed ora, con l’assistenza del dio uno e trino, i malvagi di Sodoma, tornano in scena. E’ Geova che ce lo fa sapere (è tornato uno).
Egli dice: “Il grido [non si sa bene di chi] contro Sodoma e Gomorra è troppo grande ed il loro peccato è molto grave: Voglio scendere e vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me: lo voglio sapere!” (18, 20 e 21). Che poveraccio che è Geova: ha sentito dire, è salito per vedere, ora scende per vedere meglio? Ma a scendere sono di nuovo i tre uomini ed Abramo resta vicino a Geova dialogando in modo divertente con lui.
E’ Abramo che inizia a parlare a Geova: “Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono 50 giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?” (18,23). Risponde il conciliante Geova: “ Se a Sodoma (non è chiaro se ora è inclusa Gomorra, n.d.r.) troverò 50 giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò tutta la città” (18,26). E Abramo inizia il gioco: “ e se ne trovi 45?”.. “e se ne trovi 40?”…. e se ne trovi 10?”…. Geova dice sempre che perdonerà la città. Poi se ne va, salendo in alto e Abramo si ritira a casa..
Intanto due angeli arrivarono a Sodoma sul far della sera e trovano Lot, nipote di Abramo, seduto alle porte della città. Stessa accoglienza che Abramo ha dato ai tre-uno. Ma i sodomiti che avevano visto i due angeli entrare nella casa (tenda) di Lot mostrano di essere veri sodomiti.. Si affollarono davanti alla casa di Lot chiedendo dove fossero “quei due”. Chiedono a Lot di farli uscire perché volevano abusarne. Ma Lot che rispetta l’ospitalità, ha un lampo di genio e offre loro un cambio: “No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori, e fate loro quel che vi piace!” (19, 7 e 8). Quelli insistono. Preferiscono i due uomini (angeli). Ma gli angeli ora si arrabbiano e con un lampo li abbagliarono, barricandosi poi in casa di Lot . Erano impauriti (?) quelli che tra un poco distruggeranno la città!
Consigliano Lot di prendere la famiglia ed andarsene. Perché devono distruggere la città come gli ha detto Geova (fin qui la cosa non la si sapeva). Alle esitazioni di Lot lo spingono dicendogli di non guardare indietro (anche qui?). Gli concedono di fermarsi a Zoar, prima delle montagne. E “Geova (non i due angeli) fece piovere dal cielo sopra Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco” (19,24).
Geova approfitta nel trasformare in statua di sale la moglie di Lot che si era voltata a guardare ( e che volete?). Al mattino Abramo va a vedere il disastro. Tutto bene a parte la moglie di Lot, persa per sempre. Lot se ne va a vivere in una grotta sulle montagne con le due figlie.
E qui altre oscenità. “E la maggiore delle due figlie disse alla più piccola:’ non c’è nessuno in questo territorio per unirsi a noi… Vieni: facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui così faremo sussistere una discendenza di nostro padre’ “ (19, 31 e 32).
Insomma la sodomia fa un poco schifo ma l’incesto e la prostituzione vanno bene a Geova. E poi, questa gente continuamente ubriaca! Quelle donne, scampate ai sodomiti, “quella notte fecero bere del vino al loro padre, e la maggiore andò a coricarsi col padre; ma egli non se ne accorse” (19,33). Stessa cosa successivamente con l’altra figlia “così le figlie di Lot concepirono dal loro padre” (19,36).
Esse generarono le stirpi dei moabiti e degli ammoniti che “esistono fino ad oggi”. Così, dopo gli israeliti abbiamo avuto gli ismaeliti, figli bastardi di Abramo ed Agar, e poi i moabiti e gli ammoniti figli dell’incesto tra Lot, nipote di Abramo, e le figlie. E’ utile qui far notare che la Bibbia dice tutto e tutto il suo contrario. Nel Levitico (ma anche nel Deuteronomio), infatti si dice: “Nessuno si accosterà ad una consanguinea per avere rapporti con lei” (Lv., 18,7) e (Dt., 27, 22). E’ naturale che si tratta di leggi di epoche diverse. E’ il profeta che è un confusionario pazzesco!
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La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Le religioni dividono. L'ateismo unisce
Il sonno della ragione genera mostri (Goya)