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Il Significato dell’Apocalisse

Ultimo Aggiornamento: 01/01/2008 11:32
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30/12/2007 10:40
 
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venerdì 14 dicembre 2007


(Introduzione)


Un altro “codice” biblico che necessita di essere decifrato è il Libro dell’Apocalisse, che ha mistificato e affascinato la gente per secoli per la sua immaginazione bizzarra e presunta profezia.


Questo fascino ha portato a speculazione e interpretazione senza fine della sua “profezia” da parte di letteralisti biblici, che, essendo incapaci di fare qualcos’altro con esso, di solito interpretano l’ Apocalisse in modo allegorico. Non occorre dire, che nonostante secoli di tentativi di decodificare il testo e di associare i suoi attori con una varietà di leader del mondo, nazioni e organizzazioni, L’Apocalisse resta un mistero, perché di fatto, non è profezia, e il suo dramma non si svolge sulla Terra.

Per quanto riguarda la questione di chi di fatto abbia scritto l’Apocalisse, l’Enciclopedia Biblica dice, “L’autore dell’Apocalisse chiama se stesso Giovanni l’Apostolo. Poiché egli non era Giovanni l’Apostolo, che forse morì in Palestina intorno al 66, egli era un falsario”.1 Noi vorremmo aggiungere che “forse morì” non è accurato, in quanto Giovanni “non visse affatto”. Né il libro è unico, come si sostiene che sia. Come dice Walker:

Il Libro dell’Apocalisse della Bibbia sostiene di essere una visione del giorno del giudizio sperimentata da S. Giovanni il Divino, ma di fatto è una raccolta di immagini e frasi da molte fonti. Letteratura di questo genere era abbondante nel primo secolo D.C.….2

Infatti, molte apocalissi furono scritte prima e durante l’era Cristiana, poiché l’apocalisse era un genere letterario:

L’Apocalisse, o Rivelazione, ascritta a Giovanni, sembra essere stata una delle molte produzioni di questo genere che comparvero presto nel secondo secolo. È simile alla Rivelazione di Cerinto, e potrebbe essere derivata dalla stessa fonte.3

Anche Eusebio chiama l’Apocalisse “spuria” e riferisce anche le parole di Dionisio (c. 200-265), santo e capo della scuola Alessandrina dopo Origene:

Alcuni dei nostri predecessori hanno rigettato il libro e lo fecero a pezzi completamente, criticandolo capitolo per capitolo, dichiarandolo inintelligibile e illogico, e il titolo falso. Essi dicono che non è di Giovanni e non è affatto una rivelazione, poiché è pesantemente velato dalla sua spessa cortina di incomprensibilità: così lontano dall’essere uno degli apostoli, l’autore del libro non era neppure uno dei santi, o un membro della Chiesa, ma Cerinto, il fondatore della setta chiamata Cerinzia dal suo nome….4

Lo scrittore Cristiano devoto e ortodosso Dionisio ammette anche che l’autore del Vangelo e delle Epistole attribuite a Giovanni non era lo stesso che quello dell’Apocalisse. Egli Dice:

Per riassumere, chiunque esamini le loro caratteristiche generali vedrà inevitabilmente che Vangelo e Epistola hanno un solo e lo stesso colore. Ma non c’è somiglianza o similitudine alcuna tra di loro e l’Apocalisse; non c’è alcun collegamento, nessuna relazione con essi; difficilmente ha una sillaba in comune con loro. Né troveremo alcuna menzione o nozione dell’Apocalisse nell’Epistola (tanto meno nel Vangelo), o dell’Epistola nell’Apocalisse.5

Questo dibattito sull’Apocalisse è un tema ricorrente nei primi scritti Cristiani, nei quali un certo numero di padri e dottori ad un certo punto o in un altro esprimono i loro dubbi riguardo all’autenticità non solo dell’Apocalisse ma virtualmente anche di ogni testo nel canone. Questo scetticismo è oltremodo peculiare considerando che si sosteneva che la discendenza apostolica era continua e “ininterrotta”, e si sosteneva che c’erano chiese fondate dovunque le cui autorità certamente avrebbero conosciuto come fatto se un apostolo qualsiasi avesse scritto un testo biblico o meno. Esso rivela anche l’enorme quantitativo di duplicità impiegato dal clero e dai biblisti che continuano a presentare alla massa credulona che i libri della Bibbia furono di fatto scritti da quelli i cui nomi sono collegati ad essi, sapendo chiaramente che questa asserzione è falsa.

Il libro dell’Apocalisse fu rifiutato da un certo numero di chiese, particolarmente quelle orientali, perché esse sapevano che era un manoscritto spurio compilato da testi molto più antichi. Come dice Pike, “L’Apocalisse o Rivelazione, da chiunque sia stata scritta, appartiene all’Oriente e ad una antichità estrema. Essa riproduce quello che è molto più antico di se stessa”6 Higgins contribuisce:

Che il libro chiamato l’Apocalisse di S. Giovanni….sia di una antichità molto grande è provato dal fatto che rende l’anno lungo solo 360 giorni – la stessa lunghezza che viene resa nel terzo libro della Genesi….7

Basato sul suo linguaggio immaginifico astrologico, Massey dedusse che l’Apocalisse, invece che essere stata scritta da un apostolo chiamato Giovanni durante il 1° secolo D.C., era un testo antico fino a 4.000 anni fa e che riferiva la leggenda Mitraica di uno dei primi Zoroastri. Il testo è stato attribuito pseudo-epigraficamente anche allo scriba di Horus, Aan, il cui nome è stato trasmesso come “John”. Jacolliot sostenne che il materiale dell’Apocalisse/Rivelazione era stato racimolato dalla storia di Krishna/Christna, un’opinione su cui concorda Hotema, che asserì che il libro era un testo dei misteri Indù dato ad Apollonio. Di fatto, le parole “Gesù” e “Cristo”, e la frase “Gesù Cristo” in particolare, vengono usate parsimoniosamente nell’Apocalisse, rivelando che esse vennero interpolate (molto) dopo che il libro era stato scritto, come lo furono gli elementi Giudaizzanti. Veramente, viene ammesso dai Cristiani che sul libro avevano lavorato un certo numero di mani, incluse quelle di Andrea, Vescovo di Cesarea, che scrisse parti dell’Apocalisse nel 6°-7° secolo D.C..

Nonostante tutto il putiferio che la circonda, l’Apocalisse non è un “libro di profezia”. Hotema rivela il significato reale dietro al libro:

E’ espresso in termini di fenomeni creativi; il suo eroe non è Gesù ma il Sole dell’Universo, la sua eroina è la Luna; e tutti gli altri personaggi sono Pianeti e Costellazioni; mentre il suo palcoscenico comprende il Cielo, la Terra, i Fiumi e il Mare.8

Di fatto, l’Apocalisse riporta il mito della precessione degli equinozi, o il “Grande Anno”, e fu scritto apparentemente originalmente per introdurre nell’Era dell’Ariete, che iniziò circa 4.400 anni fa. Come dice Churchward:

Il dramma appare come tremendo nel Libro dell’Apocalisse, perché la fine del periodo è nella scala di un Grande Anno. Non è la fine del mondo, ma di un grande anno del mondo.9

Churchward continua:

Il libro è ed è sempre stato inspiegabile, perché era basato sul simbolismo della Mitologia Astronomica Egizia senza la gnosi, o “significato che ha saggezza” che è assolutamente necessaria per una spiegazione della sua materia-soggetto; e perché le macerie dell’antica saggezza sono state trasformate per servire come dati per la profezia pre-Cristiana che si supponeva che avesse il suo compimento nella storia Cristiana.10

Citazioni:

1. Wheless.

2. Walker, WEMS, 856.

3. Waite, 36

4. Eusebius, 240.

5. Eusebius, 243.

6. Pike, 272.

7. Higgms, I, 577.

8.”Intro, Masseys EBD.

9. A. Churchward, 313.

10. A. Churchward, 366.

Bibliografia

Da "The Christ Conspiracy" di Acharya s


Fonte: Resistenza Laica
[Modificato da kelly70 30/12/2007 11:17]



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30/12/2007 11:20
 
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Numerologia Sacra / Gematria


FreeSpirit
lunedì 17 dicembre 2007


Il Libro dell’Apocalisse di fatto è una incapsulazione dell’antico mito e religione astrologici, una parte dei quali è la numerologia sacra.

Veramente, vari numeri sacri fanno ripetutamente la loro comparsa nell’Apocalisse, come tre, sette, 12, 24, ecc.. Le “sette stelle” o “spiriti” sono i sette “pianeti” che formano i giorni della settimana e le Sette Sorelle, che erano variamente stelle-polari o Pleiadi.
Queste Sette Sorelle corrispondevano alle Sette Hathor degli Egiziani, che erano i “sette esseri che fanno i decreti”, che i morti avrebbero incontrato nel loro viaggio attraverso le sette sfere del dopo-vita”11 Le Sette Hathor erano considerate anche i sette cancelli, come menzionato nell’Apocalisse, che rappresentavano sia le ore della notte sia i “sette mesi dell’estate”. Le sette “torce di fuoco” o il candelabro con sette rami simbolizzavano il sole nel mezzo, con la luna e cinque pianeti interni come satelliti, corrispondente ai giorni della settimana. Riguardo a Gesù come l’agnello con le sette corna ed occhi, Wells dice:
L’Apocalisse che rappresenta il Gesù celeste come un agnello con sette corna e sette occhi “che sono gli spiriti di Dio inviati in tutta la terra” (5:6) è una multiforme rielaborazione di vecchie tradizioni. Le corna sono segni di potere (Deuteronomio 33:17) e in Daniele designava potere regale. I sette occhi che informano l’agnello di quello che accade per tutta la terra sembra che siano residui da antiche tradizioni culturali astrologiche….secondo cui gli occhi di Dio sono il sole, la luna, e i cinque pianeti…12
La Grande Città nell’Apocalisse è la città degli Dei, localizzata nei cieli, con i 12 cancelli dello zodiaco. Anche la “pianta della vita” nella città che porta “dodici tipi di frutti” è lo zodiaco.
In aggiunta, i 24 anziani in vesti bianche intorno al trono sono le 24 ore del giorno “intorno” al sole. I quattro angeli “che stanno in piedi ai quattro angoli della terra” sono i quattro punti cardinali o angoli di 90 gradi ciascuno. I 144.000 eletti sono i 360 gradi del circolo dello zodiaco moltiplicati per i quattro minuti che impiega il sole per muoversi di un grado, moltiplica un fattore di 102.13
Citazioni:

11. Walker, WDSSO, 76.

12. Wells, WWJ, 179.

13. Anderson, 85.

Bibliografia

Da "The Christ Conspiracy" di Acharya s


Fonte: Resistenza Laica



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30/12/2007 11:22
 
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I Misteri


FreeSpirit
sabato 29 dicembre 2007


Si potrebbe ragionevolmente chiedere perché, se il mito e il rituale si trovano tutto intorno al mondo e così in culture non soggette alla censura della Chiesa Cattolica e della gerarchia Cristiana, essi siano sconosciuti.
Come notato, il mito e il rituale formano parte de “i misteri” di società segrete, fratellanze, sacerdozi e scuole misteriche. Come tali, essi non dovevano essere rivelate ma dondolavano sopra le teste dei non iniziati. Di queste società segrete, Allegro dice:

L’intero punto di un culto misterico era che poche persone conoscevano le sue dottrine segrete. Per quanto possibile, gli iniziati non affidarono la loro speciale conoscenza allo scritto. Normalmente i segreti della setta venivano trasmessi oralmente, essendo richiesto ai novizi di imparare a memoria dai loro mentori, e posti sotto i giuramenti più violenti di non rendere noti i dettagli anche sotto tortura. Quando tale speciale istruzione era affidata alla scrittura, sarebbe stata presa cura che fosse letta solo dai membri della setta. Questo si poteva fare usando uno speciale codice o cifra, come è il caso con alcuni dei Rotoli del Mar Morto. Comunque, la scoperta su una persona di tale materiale ovviamente codificato lo avrebbe reso sospetto alle autorità. Un altro modo di passare l’informazione era di nascondere il messaggio, incantesimi o nomi speciali dentro un documento che apparentemente concerneva un altro soggetto.26

In realtà, la religione Cristiana era una rivelazione di questi misteri, che erano esistiti per millenni. Veramente, “Paolo” stesso attestò che la sua predicazione di Gesù Cristo serviva a rivelare “il mistero che era stato tenuto segreto per lunghe ere ma viene ora reso noto e viene fatto conoscere attraverso gli scritti profetici a tutte le nazioni” (Rom. 16:25-26). Di fatto, fu per la rivelazione criminale di questo segreto che i Cristiani furono perseguitatati.

Come dice l’autore di L’Altro Gesù:

Si parla molto del fatto che si sosteneva che i Cristiani fossero stati fortemente perseguitati dai Romani durante i primi secoli D.C. solo per “adorare Gesù”, (e per nessuna altra ragione). Quantunque il grado con cui i Cristiani furono di fatto perseguitati dai pagani sia stato ampiamente esagerato, la verità è che, sembra proprio che i primi Cristiani abbiano evocato considerevolmente più della loro parte di disprezzo ed antagonismo dalle autorità pagane. Questo è in qualche modo sconcertante perché, come è stato spesso fatto notare, la politica ufficiale dell’Impero Romano, sia come principio che in pratica, era una che permetteva quasi totale libertà religiosa. Questo si estendeva fino al punto di permettere molte pratiche che persino le moderne nazioni occidentali non permetterebbero mai nel nome della libertà religiosa. Ma una volta che si riconosce che stare per “rivelare i segreti del Figlio di Dio Gesù” al pubblico non iniziato fosse una offesa passibile di pena di morte vietato dalle leggi che proibivano alla gente di “profanare” o “tradire i misteri”, si cominci a capire, almeno parzialmente, perché gli ufficiali legali pagani possano essere stati propensi a prendere per garantito che fosse loro dovere sopprimere i predicatori “Cristiani”. Per essi, certi aspetti della predicazione Cristiana rappresentavano attività criminali evidenti. Nella mente dei pagani, tali sanzioni contro i Cristiani erano punizioni ragionevoli per violazioni molto definite, ovvie e specifiche della legge, non “persecuzioni” immotivate di gente che innocentemente adoravano Dio a modo loro.

Così, la religione Cristiana e il fondatore erano basati sul mito e sul rituale onnipresenti che serviva come i misteri, che furono alla fine compilati e messi per iscritto. Questi misteri astroteologici, comunque, vennero successivamente carnalizzati e storicizzati per nasconderli ancora una volta nel racconto evangelico.

Citazioni:

26. Allegro, SMC, 42.

Bibliografia

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Fonte: Resistenza Laica



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01/01/2008 11:32
 
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Anche l'Apocalisse contiene delle interpolazioni (1:8).

E chi lo dice che non è un libro profetico? Certo non è augurabile a nessuno ritrovarsi quando certi avvenimenti si concretizzeranno.

Quando alle profezie si riguardi ciò che si riferisce a "Babilonia la grande", per non parlare della rinascita dell'antico Impero di Roma.

A tal riguardo si potrebbe interpellare il profeta Daniele e Cristo.
[Modificato da Eureka4 01/01/2008 11:46]



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