Risposta numero 1 (a Kelly 70). Citami i passi del Genesi nei quali si parla del sole che gira intorno alla terra; a parte il fatto che la teoria eliocentrica è stata certezza scientifica fino alla rivoluzione copernicana: dovremo allora smettere di studiare tutta la storia della scienza ed anche della filosofia,fino a Galilei o considerare tutto una favoletta, dovremmo cancellare Aristotele, i filosofi naturalisti, la filosfia quattrocentesca e cinquecentesca. Anzi dovremmo smettere anche di studiare Newton visto che la teoria della relatività di Einstein ha completamente cancellato l'universo newtoniano. Per quanto riguarda Abramo, non è in discussione il nome o se sia veramente esistito; quello che i moderni sociologi non riescono a comprendere è come sia possibile che un gruppo di pecorari, oltre 4000 anni fa, in un momento storico in cui Israele non era nemmeno uno stato ma solo un gruppo di tribù nomadi, abbia potuto anche solo immaginare che più di 4000 anni dopo oltre due miliardi di persone potessero indicare in un nome (Abramo) il padre di tutti loro (questo a prescindere da chi era e se sia esistito). Così come gli stessi studiosi non capiscono come mai solo un gruppo di pecorari abbia potuto elaborare il monosteismo, quando tutte le altre civiltà ad essi contemporanee erano politeiste, e che non abbiano abboandonato il monosteismo nemmeno dopo aver fondato lo stato di Israele, imitando i popoli antichi che si inventavano gli dei della città e dello stato. Franz Konig dice: "Quando più cresce la nostra conoscenza della storia e della cultura delle religioni dell'antico oriente, tanto più chiaramwente vengono riconosciuti i nessi e gli influssi reciproci, tanto più enigmatica diventa la concezione mnoteistica di Dio del piccolo Israele, in opposizione al mondo circostante, completamente politeistica". Così si esprime il sociologo delle religioni moderno ma anche Tacito notava questo in una sua opera. Nel 1960 il noto storico Y. Kaufmann pubblicava un'opera in otto volumi per dimostrare "che il monoteismo ebraico resta un fenomeno che sfugge all'indagine del ricercatore. Qui ci troviamo alla soglia di uno dei più profondi misteri della storia". Ci troviamo di fronte all'unica fede laica in un mondo di magia. All'inizio della genesi si dice: "In principio Dio creò il cielo e la terra", e in questo versetto è espressa la netta separazione di Dio dal mondo: Dio non è una pietra, un albero, ma è totalmente altro dal mondo fisico e dall'uomo che è una sua creatura. E' un concetto al quale i filosofi greci perverranno almeno 9 secoli dopo con Platone (tutti i filosfi prima di Platone non hanno il concetto di una realtà immateriale, diversa dal mondo, ne di un Dio che almeno plasmi la materia, come il demiurgo platonico). Persino in terra di Babilonia, ricca di sapienza, il mondo era qualcosa che pullulava di demoni e spiriti, un mondo incantato e fatato, un mondo delle favole, questo si. La fede di Israele rispetto a questo mondo è fede laica: per gli Ebrei il sole e la luna e ogni altra cosa sono solo creature dell'unico Dio provvidente ed eterno. E' un concetto laico, molto vicino a quello che il professor Zichici, illustre scienziato, va ripetendo in continuazione: esiste il mondo e Colui che ha creato il mondo.
Risposta 2. Per quanto riguarda la genealogia dell'universo vorrei dire a Rainboy di leggere con più accuratezza il racconto biblico perchè se lo legge con attenzione vedrà che, anche se in forma adatta a un libro sacro (la Bibbia non è un trattato di scienza),il racconto della genesi del mondo ricorda molto da vicino le moderne teorie dell'evoluzione: per esempio, si dice che la vita è nata prima nell'acqua, poi si è estesa alla terra. Si dice che Dio fa emergere le terre dall'acqua e questo lo dice anche la scienza dell'evoluzione: la terra era coperta dai mari e in seguito emersero le terre. Un consiglio: leggi, leggi molto.
Risposta 3. Il racconto di Adamo ed Eva. Sono meravigliato dal fatto che una persona prima dice che la Bibbia è tutta una favola, e poi si appella proprio ai particolari di quella favola per criticarla, una favola è una favola. Basterebbe però leggere bene e con più attenzione per capire che in quel racconto è semplicemente raccontata in forma simbolica la storia della nascita e della fine dell'uomo. E' un racconto fatto di simboli che vanno interpretati, come se ne trovano parecchi nella Bibbia. Qualche secolo più tardi questo tipo di racconto simbolico lo useranno anche alcuni filosofi greci, in particolare Eraclito (detto per questo l'oscuro), filosofo molto caro a Nietsche.