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Catari: le origini dell' eresia

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    Madre Badessa
    00 20/12/2011 23:34

    La strage dei CatariTra XI e XIII ci fu una nuova ondata di eresie dopo quella che già si era abbattuta sull’ ortodossia agli albori della Chiesa d’ Occidente. Allora erano state per lo più questioni di natura dogmatica a far nascere correnti religiose opposte a quelle ufficiali, così era stato per il donatismo o per l’ arianesimo, ora si tratta per lo più di problemi etici legati allo stile di vita della Chiesa romana, sempre più legata ai possedimenti materiali a discapito della sua missione spirituale. E’ in questo clima che si sviluppa una delle più diffuse eresie medievali, quella dei Catari (=Puri) o Albigesi (da una delle città di maggiore diffusione, Albi). Quest’ eresia, che diventa una vera e propria religione con migliaia di fedeli, si sviluppa nel territorio della Linguadoca e in Lombardia, ma sembra che le sue origini vengano da molto più lontano. Esse vanno cercate nei principi di alcune antiche religioni, principalmente queste:


    il mazdeismo, la religione dei persiani indoeuropei dal 3000 a. C. fino all’età ellenistica; il nome deriva da Ahura-Mazda, il dio della luce. Vi è una classe sacerdotale formata dai magi, che ricordano molto i primi visitatori di Gesù bambino, che non sarebbero, quindi, da considerare re, ma ministri di un antico culto. Il mazdeismo si basa sul dualismo, che sarà fondamentale per i Catari, tra il principio del bene, Ahura Mazda, e quello del male, Ahriman. La sconfitta del male sarà annunciata da un Messia,il Salvatore, e scorgiamo qui le radici della Chiesa primitiva. Specialmente grazie alla riforma operata da Zoroastro, il mazdeismo si presenterà sempre più come religione rivelata e farà sentire la sua influenza sul giudaismo;


    il culto di Mitra, diffuso alla fine dell’epoca classica e portato in Europa dai legionari, è un sistema religioso che risente molto del concetto di dualismo zoroastriano. Mitra era originariamente un dio indiano, poi diventato assimilabile a Dioniso, Orfeo ed anche a Cristo. Come sarà per i Catari, si parla di una caduta che ha determinato l’impurità della materia. MItra è figlio della Madre –Terra, cioè della Dea Madre. La sua nascita si festeggiava il 25 Dicembre, giorno della rinascita del sole dopo il solstizio d’inverno, data diventata poi quella della nascita di un altro dio morto e risorto;


    il manicheismo, si tratta di una variante dello gnosticismo, con cui condivide il diprezzo per il mondo materiale, creato dal dio del male. Il termine deriva da Mani, un persiano leggendario nato intorno al 217 d. C., che si dichiarava successore di Buddha, Zoroastro e Gesù. Secondo il manicheismo il bene si trova a nord e il male a sud, e questa localizzazione simbolica è stata utilizzata per fini razzisti dal nazismo, inneggiante al recupero di un paganesimo nordico;

    il bogomilismo, di cui facevano parte i seguaci del prete di un villaggio, Bogomil, in Macedonia, nella prima metà del X secolo, predicante la ribellione ai fasti della Chiesa ed il ritorno alla povertà originaria. Anche per i bogomili la materia è stata creata dal demonio. Interessante è la loro considerazione della croce, rifiutata perché simbolo di crudeltà (questo atteggiamento si ritrova nei Catari e nei Templari). L’uomo è stato creato da Satana, ma questi volle che ricevesse anche il soffio divino, affinché costituisse un legame, un tramite, tra lui e Dio. Si pensa ad un contatto tra Bogomili e Catari non solo per le vicinanze dottrinali, ma anche per il ritrovamento in Occitania di croci discoidali (inscritte in un cerchio), presenti anche in Bulgaria. Tale croce non era naturalmente un simbolo del supplizio di Gesù, ma un simbolo solare o una rappresentazione geometrica dell’uomo (ci ricorda l’Uomo Vitruviano di Leonardo).


    Non dimentichiamo, inoltre, i molti legami con il culto di una divinità presente in tutte le civiltà del mondo antico, la Dea Madre. Forse anche i druidi celtici attinsero molte delle loro conoscenze dall’Oriente e ne lasciarono traccia in siti della Linguadoca. I Celti potrebbero aver portato fino ai Catari un culto antichissimo, legato all’adorazione della Madre Terra, un principio femminile che presiede alla formazione del mondo e ne garantisce la prosperità. Questa potrebbe essere la vera religione dei Catari, non un’eresia, ma un vero e proprio culto pagano a se stante. Questo e la sua larghissima diffusione spiegherebbe l’accanimento con cui la Chiesa attaccò i Catari, che a prima vista sembravano piuttosto pacifici e innocui. Ma un culto pagano nel bel mezzo della cattolica Europa non poteva essere tollerato, soprattutto perché ad esso avevano aderito moltissimi nobili e i massimi rappresentanti della cultura del tempo, i trovatori, poeti che vivevano nelle corti occitane e che attraverso le loro opere non celebravano solo l’amore per le dame, ma forse omaggiavano una più divina “dama” e che venivano definiti i Fedeli d’amore. Ma quale Amore?
    E d’altronde i Catari sono spesso indicati quali custodi del Santo Graal, da vedersi forse come una metafora del ventre della Terra, del ventre della Dea.

    http://arcanadei.com/catari/origini




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    00 20/12/2011 23:35
    La dottrina catara

    CatariIndipendentemente dal fatto se i Catari fossero o no pagani, vediamo di esaminare i tratti salienti del loro credo. Essi avevano molti punti in comune col manicheismo, in quanto credevano nell’ esistenza di due principi divini, uno benigno e l’ altro maligno, quest’ ultimo creatore del mondo materiale, che quindi ha una natura negativa.
    Questo dualismo tra spirito e materia accomuna i Catari allo gnosticismo, col quale condividono la ricerca della gnosi ossia della “conoscenza”. Secondo i Catari, come secondo gli gnostici, non occorre la mediazione di ministri della fede, di sacerdoti (ed ecco un punto che preoccupava molto i cattolici), ma il fedele deve giungere da solo, attraverso una personale esperienza mistica, alla gnosi.

    Tra i Catari esistevano, però, degli individui illuminati, dei maestri che potevano guidare gli altri, detti i Perfetti, che potevano essere sia uomini che donne (ecco un altro punto che la Chiesa non mandava giù e che si ricollega ai difficili rapporti tra Cattolicesimo e figura femminile, ancora oggi di grandissima attualità). I Catari ricevevano da bambini solo il battesimo, mentre da adulti un sacramento detto Consolamentum, che imponeva la castità. Ma eccetto i Perfetti, gli altri lo ricevevano in punto di morte, perché la castità non faceva assolutamente parte dello stile di vita cataro, che anzi ammetteva una sessualità piuttosto libera (e possiamo immaginare come ciò fosse visto dalla Chiesa romana).

    Una delle loro più grandi colpe agli occhi dei cattolici risiedeva nel rifiuto del mondo materiale e, conseguentemente, della figura di Gesù, ritenendo impossibile che un essere divino si fosse “insozzato” partecipando alla vita materiale. Quindi, per i Catari, Gesù era solo un profeta e conseguentemente rifiutavano il simbolo a lui legato, la croce, strumento di tortura indegno di essere adorato. In questo atteggiamento ritroviamo un sorprendente parallelo con le confessioni rese da moltissimi Templari durante il loro processo, riguardanti l’atto di sputare sulla croce per essere ammessi nell’Ordine. Il rifiuto del mondo arrivava in certi casi fino al suicidio collettivo per fame, l’endura .

    http://arcanadei.com/catari/dottrina




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