APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

PROFUMO DI ... ATEO. IL GOVERNO ATTACCA LA RELIGIONE CATTOLICA

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    Madre Badessa
    00 28/09/2012 09:28
    E Pontifex vaneggia...
    Il Ministro della Pubblica Istruzione ha detto che "i tempi sono cambiati, che la società è multietnica": dunque bisogna rivedere l'ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche. Certo, i tempi sono cambiati, ma in peggio.

    La società si va scristianizzando e secolarizzando perché esistono atei e anticlericali come questo Ministro. La società perde il senso di Dio con allarmante facilità perché esiste gente come questo Ministro, tanto disinformato da non ricordare che le origini del Continente europeo sono cristiane. Dimentica che la religione cattolica, piaccia o non piaccia, è quella che rappresenta la maggior parte degli italiani e dunque riguarda il sentimento popolare, oltre a dimenticare che è proprio grazie al cristianesimo che si deve una società onesta, equilibrata e progredita. L'uscita del Ministro Profumo, tuttavia, non deve sorprendere: viene da un Governo poco attento ai valori cattolici. Un Esecutivo amico di Banche e Grande finanza come può mai sentirsi vicino alla religione cattolica, al popolo, ai poveri? Fa piacere che la stravagante uscita del Ministro Profumo venga dopo l'apertura di credito del cardinal Bagnasco al governo Monti. Ben gli sta. Ma dietro la sortita di Profumo si respira aria di ateismo o massoneria.

    Un attacco alla Chiesa e alla religione cattolica. Vergogna ... per Profumo "ci vuole un esorcista"!

    Bruno Volpe


    www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/il-fatto/12811-profumo-di-ateo-il-governo-attacca-la-religione-c...


    E' proprio grazie al cristianesimo e a tutti i ministri "cristiani" e ladri che ci troviamo in questa situazione. [SM=g2535979] [SM=g2535979] [SM=g2535979]

    Sono i peggiori falsari e imbroglioni. [SM=x1413487]



    La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
    Apocalisse Laica
    Le religioni dividono. L'ateismo unisce


    Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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    00 29/09/2012 13:18

    Ora di religione: diamoci un taglio


    di Maria Mantello


    «Credo che l'insegnamento della religione nelle scuole così come è concepito oggi non abbia più molto senso».

    Questa la dichiarazione del Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, che vorrebbe archiviare l’ora di cattolicesimo (IRC), che come è noto è stata introdotta dal regime concordatario voluto da Mussolini nel 1929 e riconfermato da Craxi nel 1984. 

    Il ministro Profumo vorrebbe sostituire l’IRC con un corso di Storia delle religioni, o di Etica, come avviene del resto in altri paesi europei (vedi tabella). Un cambiamento che si rende sempre più necessario perché, ha chiarito il ministro, «nelle nostre classi il numero degli alunni che non partecipano all'ora di religione ha superato il 10%... e il numero degli studenti stranieri e, spesso, non di religione cattolica tocca il 30%».

    Come prevedibile la levata di scudi della Curia e dei suoi chierichetti politici è stata pronta per continuare a garantire accaparramento e gestione di un insegnamento confessionale, pagato dallo Stato, ma tutto nelle mani del Vaticano. 

    Questa dell’ora di religione è infatti una vera e propria zona franca, dove la legislazione italiana è genuflessa al diritto canonico.

    Un’anomalia per uno stato laico e democratico che consente ad una confessione religiosa di fare della scuola statale il pulpito per la propagazione del suo credo. 

    «All'autorità della Chiesa è sottoposta l'istruzione e l'educazione religiosa cattolica che viene impartita in qualunque scuola o viene procurata per mezzo di vari strumenti di comunicazione sociale; spetta alla Conferenza episcopale emanare norme generali in questo campo d'azione, e spetta al Vescovo diocesano regolarlo e vigilare su esso». (Diritto Canonico, canone 804).

    «L'Ordinario del luogo si dia premura che coloro, i quali sono deputati come insegnanti di religione nelle scuole, anche non cattoliche, siano eccellenti per retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica. È diritto dell'Ordinario del luogo per la propria diocesi di nominare o di approvare gli insegnanti di religione, e parimenti, se lo richiedono motivi di religione o di costumi, di rimuoverli oppure di esigere che siano rimossi» (Diritto Canonico, canone 805). 

    Pertanto, l'insegnante di religione cattolica, è selezionato dai vescovi sulla base della sua organicità alla ideologia della Chiesa, che ne controlla “dottrina e costumi”. 

    Un principio questo, che non ha subito variazione alcuna nella legge sull’immissione in ruolo dei docenti di religione cattolica approvata il 15 luglio 2003, in virtù della quale lo Stato italiano, non solo continua ad obbedire a quanto la Chiesa decide, ma addirittura garantisce che questi assai particolari docenti possano anche andare ad insegnare materie diverse dalla religione cattolica. 

    Il meccanismo introdotto dal 2003, infatti prevede che qualora il Vescovo competente territorialmente ritenga, a sua insindacabile decisione, che i docenti di religione cattolica non siano più adatti, potrà esigere che vengano rimossi, ma poiché essi sono ormai a tutti gli effetti titolari di un contratto a tempo indeterminato con lo Stato, possono anche ricoprire le cattedre delle materie obbligatorie per tutti, alle quali gli altri docenti di ruolo hanno avuto accesso per le vie regolari (selettivi concorsi a cattedra, titoli, abilitazioni).

    Vale appena ricordare anche che gli insegnanti di IRC, di cui molti non sono neppure laureati, percepiscono uno stipendio da docente laureato, e per giunta più consistente, per via del particolare automatismo salariale progressivo solo ad essi riservato.

    Negli ultimi anni, inoltre, nonostante i tagli che continuano ad abbattersi sulla scuola statale (compreso il blocco dell’immissione in ruolo dei docenti “normali”) gli insegnanti di religione cattolica sono aumentati, visto che la regola dell’accorpamento alunni per essi non vale: per il raggiungimento del monte-ore settimanale di lezione basta che le loro classi abbiano anche un solo alunno.

    In questa particolare miracolistica moltiplicazione il Vaticano detta legge e batte cassa. 

    Oltre ovviamente a gestire, in tutta autonomia e al di fuori di ogni controllo pubblico, un canale di reclutamento parallelo a quello Statale, per accedere al quale bisognerà essere "eccellenti per retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana". Un canale che in qualunque altro caso, se non ci fosse di mezzo la Chiesa, verrebbe definito quantomeno clientelare. 

    Una situazione insostenibile, da cui si esce solo estromettendo l’insegnamento confessionale dalle scuole della Repubblica, in modo da ristabilire la piena sovranità e laicità dello Stato. 

    La proposta del Ministro Profumo sembra aprire un varco in tal senso. E comunque va dato merito al ministro di aver sollevato finalmente la questione. 

    Non facciamoci illusioni però, perché la soluzione della questione dei privilegi accordati al Vaticano potrà essere risolta solo con l’abrogazione dell’astorico Concordato.

    Ne trarrebbero vantaggio tutti. Credenti compresi!





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    00 29/09/2012 13:30


    IL MONOPOLIO CATTOLICO DELL’ORA DI RELIGIONE

     

    Di Paolo Bonetti | 27.09.2012

    Le reazioni cattoliche alle dichiarazioni del ministro Profumo (che non mi risulta essere un noto anticlericale e tanto meno un nemico del cristianesimo) sull’ora di religione nella scuola italiana è l’ennesima dimostrazione della protervia, non del popolo cattolico, ma delle gerarchie vaticane nella difesa dei propri privilegi.

    Non parliamo poi di quegli esponenti del centro-destra sempre pronti a tirar fuori le radici cristiane della nostra civiltà, magari per coprire le magagne della loro politica e arraffare qualche voto in più con il sostegno dell’autorità ecclesiastica.
    Purtroppo per loro, anche se viviamo ancora in regime concordatario, con norme scolastiche, fiscali, matrimoniali e di altro genere che assicurano alla Chiesa cattolica una vera e propria rendita di posizione, la religione cattolica non è più, come ai tempi dello Statuto albertino religione di Stato e non si vede, quindi, per quale motivo, il suo insegnamento debba essere fatto a spese dello Stato laico
    e per di più in regime di monopolio.

    La motivazione delle radici non regge per molteplici motivi.
    Intanto, sempre nell’ambito del cristianesimo, io potrei avere le mie radici piuttosto in Lutero e Calvino che nel cardinale Bellarmino, l’inquisitore di Galileo; volendo poi mettermi in una prospettiva di umanesimo laico, le mie radici le potrei anche cercare nel pensiero di Giordano Bruno o magari nell’illuminismo di Voltaire e, perché no?, nel pensiero di Marx o di Darwin o di Freud o di altri ancora che hanno influito profondamente sul decorso della civiltà occidentale.

    Non parliamo poi della cultura classica pre-cristiana: ci sono molte persone che, senza disprezzare Gesù di Nazareth, si affidano piuttosto all’insegnamento di Socrate.

    Aveva ragione Croce, quando diceva che noi occidentali non possiamo non dirci cristiani, ma è altrettanto vero che non possiamo non dirci figli della cultura classica, dell’umanesimo, dell’illuminismo, del liberalismo, del socialismo e così via.
    La storia dell’Occidente non è un’unica strada sulla quale si può viaggiare soltanto con l’autorizzazione del vescovo di Roma, ma un crocevia nel quale confluiscono, oggi, strade sempre più numerose e varie, sulle quali si possono incontrare messaggi religiosi e filosofici di ogni genere, che è bene conoscere fin dall’infanzia, per evitare che i viaggiatori, invece di intendersi sul codice comune che deve regolare questo traffico, finiscano con lo scontrarsi rovinosamente.
    Veniamo, perciò, all’insegnamento dell’ora di religione come viene effettuato nella scuola italiana. In una società multiculturale e multietnica, questo insegnamento che già prima mostrava tutta la sua parzialità e insufficienza, è diventato un vero anacronismo culturale e civile, un indottrinamento nei dogmi di una particolare confessione religiosa (quella cattolica), mentre il mondo nel quale i ragazzi sono quotidianamente immersi non ha più le caratteristiche che poteva avere qualche decennio fa.

    Un monopolio cattolico, quello dell’ora di religione, che stride violentemente con il pluralismo della nostra società, non aiuta la convivenza civile e provoca sentimenti di istintiva ripulsa perfino nell’animo di molti ragazzi cattolici.

    Si dirà che, per coloro che non condividono quella fede, c’è sempre la possibilità di chiedere l’esenzione dall’ora di religione, ma, a parte il fatto che gli esonerati finiscono quasi sempre per essere relegati in una specie di ghetto vuoto di ogni contenuto formativo, il compito della scuola di Stato non è quello di separare gli alunni chiudendoli ciascuno nella propria area di appartenenza religiosa e culturale.
    Questo lo possono fare le scuole private, di indirizzo confessionale o ideologico, ma non è ammissibile che lo faccia la scuola pubblica, che deve invece aiutare i ragazzi a conoscersi, a capirsi e ad aiutarsi al di là di ogni differenza etnica.

    E qui bisognerebbe di nuovo riprendere il discorso dell’educazione civica, che non è (se non per coloro che la criticano con evidente malafede) l’imposizione di una morale di Stato, ma un’opera paziente di civilizzazione che faccia capire a tutti che, al di sopra delle nostre differenti convinzioni religiose, filosofiche e politiche, ci debbono essere doveri comuni, regole di comportamento condivise, almeno se vogliamo sopravvivere come comunità capace di garantire le libertà a cui giustamente teniamo.
    Infine, è davvero moralmente inaccettabile e costituzionalmente infondata la pretesa che i dogmi e la morale di  una confessione religiosa, per quanto maggioritaria o presunta tale (su questo ci sarebbe molto da discutere), vengano insegnati, nella scuola pubblica, da maestri e professori pagati dallo Stato ma scelti dai vescovi, in modo tale che garantiscano una piena fedeltà alle direttive dell’autorità ecclesiastica.

    Capita talvolta che qualcuno di questi insegnanti, per una sua particolare apertura culturale e onestà intellettuale, trasformi il suo insegnamento confessionale in una storia delle religioni e dei loro rapporti con lo sviluppo complessivo  della società. Ma si tratta di eccezioni lodevoli, spesso punite duramente da chi esercita un potere di sorveglianza e di censura su quelli che, per opera di una legge improvvida, sono ormai diventati insegnanti dello Stato alla pari di tutti gli altri.
    E’ perciò necessario che, a questo cambiamento di stato giuridico, segua al più presto una radicale riforma dell’ora di religione, che deve diventare ora di storia delle culture religiose ed essere condotta su basi rigorosamente scientifiche, con insegnanti scelti senza alcuna interferenza ecclesiastica, e concludersi poi con una valutazione degli alunni simile a quella praticata per tutte le altre materie.







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    Padre Guardiano
    00 29/09/2012 14:36

    Certamente un articolo scritto da Maria Mantello vale il doppio!!! [SM=g27811]
    Una donna di grande capacità intellettiva e di grande intelligenza non disgiunta da una grande sensibilità!
    E' direttore fra l'altro del periodico "Libero pensiero" che fa parte dell'Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno".

    [SM=x1468553]



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    Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


    Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo