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E il papa talebano arrostiva gli eretici

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    00 03/11/2012 19:01
    Un nuovo, ponderoso volume sull'Inquisizione in Italia documenta il numero delle vittime e ripropone le pagine più discusse della storia della Chiesa.



    di Vito Mancuso

    Quella stessa arena di Verona che dal 16 al 20 ottobre ha ospitato il convegno della Chiesa italiana il 13 febbraio 1278 vide il rogo più alto della storia d'Italia con circa 200 catari bruciati vivi in una volta. È nel ricordo di quell'evento che inizia il volume, 850 pagine, L'Inquisizione in Italia.Dal XII al XXI secolo (Oscar Mondadori, in libreria il 14 novembre) di Andrea Del Col, storico dell'Università di Trieste, opera unica nel suo genere per la vastità dello sguardo e la precisione delle analisi. Parte dal Medioevo e si concentra sull'età moderna, per la quale la documentazione è tale da consentire un'idea precisa del lavoro degli inquisitori e dei vescovi nelle regioni italiane.Il libro ha anche il pregio di essere chiaro e presenta le questioni in modo equilibrato. Il quadro fornito è lontano sia dalla leggenda nera che equipara l'Inquisizione alle unità speciali di Adolf Hitler, sia dalla leggenda bianca che tende a sottovalutarne i danni o persino a esaltarne gli effetti.La forza del libro di Del Col sta nei numeri, ricavati da un paziente lavoro archivistico sui documenti originali. Per il periodo dal 1542 (nascita dell'Inquisizione romana in dipendenza diretta dal papa) al 1761 (ultima esecuzione capitale per motivi di fede a Roma), Del Col calcola in Italia un numero di imputati che va da un minimo di 204 mila a un massimo di 300 mila, dei quali solo una parte (circa 62 mila) sottoposti a un processo formale.Secondo lo storico le condanne a morte furono 1.250, il 2 per cento dei processi. Emerge, contro la leggenda nera, che «l'Inquisizione non fu sanguinaria come si credeva»; d'altro lato, contro la leggenda bianca, il sangue innocente non fu poi così poco.Nel periodo analizzato infatti si ha una media di quasi sei morti l'anno: in Italia ogni due mesi un uomo o una donna venivano fatti uccidere dalla Chiesa per le loro idee religiose. Non bisogna poi dimenticare che nella gran parte dei casi venivano inflitte comunque delle condanne quali anni di prigione, invio alle galere, confisca dei beni, privazione dei diritti civili.I condannati a morte erano bruciati vivi solo nei casi più gravi, come il filosofo Giordano Bruno mandato al rogo a Roma il 17 febbraio 1600 all'età di 52 anni. I più venivano prima uccisi (di solito impiccati o decapitati) e poi bruciati sul rogo. Le vittime furono per la maggior parte aderenti alla Riforma protestante, con circa la metà dei condannati a morte.Tra i filosofi, oltre a Giordano Bruno, vi fu Tommaso Campanella che, più fortunato, fece «solo» 27 anni di carcere subendo più volte la tortura. Vi furono scienziati come Galileo, che ebbe salva la vita perché abiurò il 22 giugno 1633 all'età di 69 anni; e poi mistici, giansenisti, massoni, donne accusate di stregoneria. Vi furono ebrei, quelli diventati cristiani, e i pochissimi cristiani convertiti all'Ebraismo, ma vi furono anche i cristiani convertiti all'Islam.Oggi giustamente ci si scandalizza che l'Islam punisca con la morte il musulmano che passa a un'altra religione, ma è esattamente quello che avveniva ai tempi d'oro dell'Inquisizione cattolica. Tra le vittime infine gli omosessuali: San Pio V stabilì nel 1568 che dovevano essere consegnati al braccio secolare per l'esecuzione capitale.Tutte le sentenze dell'Inquisizione erano emesse in «Christi nomine amen». Il nome di chi ha insegnato a porgere l'altra guancia è stato usato per secoli dai suoi più autorevoli rappresentanti per dare la morte, e non a criminali, ma a chi semplicemente la pensava diversamente in fatto di religione o filosofia. Del Col giustamente si chiede come sia stato possibile che «il Cristianesimo, religione dell'amore di Dio e del prossimo, fondata dal Figlio di Dio condannato da autorità religiose, abbia criminalizzato e talora messo a morte uomini e donne che vedevano in altro modo le verità che portano a Dio». Giovanni Paolo II che chiese perdono per le vittime dell'Inquisizione

    Come fu possibile? L'Inquisizione non fu un incidente, ma una pratica sistematica e continua, teorizzata dai papi, dai concili e dai teologi più autorevoli, e durò centinaia di anni, visto che iniziò nel Duecento e finì di spargere morte solo a metà del Settecento (il secolo dell'Illuminismo). Nel discorso di Ratisbona, noto a livello mondiale a causa delle polemiche con l'Islam, Benedetto XVI ha detto che «la violenza è in contrasto con la natura di Dio».L'Inquisizione dimostra che queste parole, pronunciate in riferimento all'Islam, valgono anche per la Chiesa. L'Inquisizione è stata la jihad cattolica. Non vedo molta differenza tra Bin Laden con le sue stragi di «infedeli crociati» e l'inquisitore cattolico di Verona con la sua strage di «infedeli catari», oppure tra i talebani che hanno distrutto la statua del Buddha e il papa e i cardinali che costrinsero Galileo ad abiurare l'eliocentrismo.Oggi la Chiesa si è liberata dall'Inquisizione e con Giovanni Paolo II ne ha chiesto pubblicamente perdono. Il libro di Del Col arriva fino al XXI secolo, ma io ritengo sia giusto sottolineare che l'Inquisizione e l'attuale Congregazione della fede sono due fenomeni distinti, separati da una netta discontinuità, perché un conto è sopprimere chi la pensa diversamente, un altro è non permettergli di insegnare nelle proprie università (cosa che ritengo del tutto legittima).Ma chiedere perdono non basta, occorre capire la causa. È ingiusto scaricare le colpe sugli uomini di Chiesa di allora. Vi sono stati inquisitori che torturavano e uccidevano credendo di agire per la gloria di Dio, e alcuni dei grandi inquisitori, come San Roberto Bellarmino e San Pio V, sono stati anche canonizzati.Chi li aveva posti lì era la Chiesa. E se la Chiesa agiva così era soprattutto per l'errata teologia che la guidava, che consisteva nel porre il bene del mondo non come assoluto, ma come sottoposto alla sua autorità. La radice dell'Inquisizione consiste nel ritenere che il bene del mondo è quanto stabilisce la Chiesa, e non quanto stabilisce la ragione (il logos).La radice della violenza sta nella sottomissione dell'etica alla religione, mentre è vero il contrario, che la religione è autenticamente se stessa quando serve l'etica, cioè il bene del mondo.La Chiesa non ha rinunciato all'Inquisizione di sua spontanea volontà. L'ha fatto perché costretta dall'avanzare della coscienza civile grazie a quel relativismo illuminista che ai nostri giorni viene quotidianamente preso di mira dalle alte gerarchie cattoliche. Per la scomparsa dell'Inquisizione dalla società italiana va ringraziato l'Illuminismo. L'Islam, che non ha ancora avuto un suo illuminismo, ha ancora l'Inquisizione e le condanne a morte. La libertà religiosa è anche il frutto del secolo dei lumi. Chi tra i cattolici ama davvero la verità dovrebbe riconoscerlo e non sparare a zero, come avviene quasi ogni giorno con l'antico furore inquisitorio, contro questo nostro mondo moderno.

    Fonte: archivio.panorama.it/E-il-papa-talebano-arrostiva-gli-eretici



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    Padre Guardiano
    00 03/11/2012 20:28

    La Chiesa non ha rinunciato all'Inquisizione di sua spontanea volontà. L'ha fatto perché costretta dall'avanzare della coscienza civile grazie a quel relativismo illuminista che ai nostri giorni viene quotidianamente preso di mira dalle alte gerarchie cattoliche. Per la scomparsa dell'Inquisizione dalla società italiana va ringraziato l'Illuminismo.

    E' questa la verità e il punto saliente della questio.
    Oggi fanno i santarellini immacolati!! [SM=g9343]





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