APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

Quindicenne preso in giro perché amava vestirsi di rosa si suicida:

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    00 25/11/2012 15:53
    “Only strongest will wear the pink”
    La cronaca troppo spesso riporta di aggressioni nei confronti di omosessuali, “colpevoli” di camminare mano nella mano con il proprio partner.
    Se tutti ci indignamo per queste azioni, purtroppo è difficile trovare le parole per descrivere il gesto di un quindicenne che a Roma ha deciso di volare via da questo mondo. La sua diversità consisteva nell’amare il rossetto, lo smalto ed i pantaloni rosa. Omosessuale o meno, Giulio (nome di fantasia) veniva spesso deriso per la sua “diversità” ed ora la Procura di Roma ha deciso di aprire un’inchiesta per istigazione al suicidio: se l’indagine dovesse concludersi con un rinvio a giudizio a salire sul banco degli imputati dovrebbe essere l’intera società italiana.

    Sebbene il nostro Paese (ma non la nostra politica) stia compiendo passi considerevoli nella lotta contro le discriminazioni, secondo un’indagine Istat, il 47,4 per cento degli italiani ha sentito spesso conoscenti o amici usare termini offensivi nei confronti degli omosessuali: forse gli stessi che ha sentito il ragazzo che si è suicidato. Addirittura il Il 55,9 degli intervistati pensa che gli omosessuali sarebbero più facilmente accettati se fossero più “discreti”.
    Giulio era di Roma e proprio la dottrina della Chiesa cattolica romana non è mai stata tenera nei confronti dell’omosessualità che è considerata come un «disordine morale» che diventa un problema in alcune questioni come «l’assunzione di insegnanti, la necessità di case da parte di autentiche famiglie (e le, ndr) legittime preoccupazioni dei proprietari di case nel selezionare potenziali affittuari». Quindi ragazzi come Giulio dovrebbero essere considerati un “problema”.

    Non dobbiamo dimenticare che per la dottrina cattolica l’omosessualità sta «minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone» ed «i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio». Cosa propone l’influente Chiesa nei confronti dell’omosessualità? Semplicemente di «includere la collaborazione delle scienze psicologiche, sociologiche e mediche» nella cura pastorale per le persone omosessuali.
    A contribuire ad un clima di discriminazione e di odio molti esponenti del clero hanno pronunciato parole criticabili nei confronti dell’omosessualità: lo stesso cardinale Tarcisio Bertone aveva associato l’omosessualità alla pedofilia. Ad un sito di informazione cattolica Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto, ha affermato «Io come Vescovo sarei maggiormente comprensivo con un prete pedofilo che si penta e soffre della sua condizione che di questi viziosi. Le dico di più, se mi fosse capitato un pedofilo non lo avrei denunciato, ma cercato di redimere. Un padre come é il Vescovo per un sacerdote, non denuncia i figli che sbagliano e si pentono. Ma con i viziosi bisogna essere intransigenti» mentre per Serafino Sprovieri, arcivescovo emerito di Benevento, «L’omosessualità, quando sconfina in atti o peggio ancora ostentazione, è sbagliatissima. Se i gay si accontentano e sorridono di questa condizione, bene per loro. Anche i camorristi, dopo aver commesso le loro cattive azioni, si autocelebrano e festeggiano. La condizione gay è negativa. Dovrebbero fare come Adamo nel Paradiso terrestre, provare vergogna».
    Certamente anche all’estero la Chiesa non ha mancato di esprimere posizioni criticabili come l’accostamento degli omosessuali ai nazisti ma la classe politica italiana – inutile negarlo – è più dipendente dalle gerarchie ecclesiastiche.

    Infatti mentre in gran parte dei Paesi Ue i diritti degli omosessuali (matrimonio per le coppie dello stesso sesso, riconoscimento delle unioni civili e legge contro l’omofobia) sono ampiamente riconosciuti, nel nostro Paese questi diritti incontrano sempre grandi difficoltà.
    Pur essendo frequenti purtroppo le aggressioni nei confronti degli omosessuali il nostro Parlamento si guarda bene, anche per l’opposizione della stessa Cei, dal varare una legge che punisca in maniera più severa i reati a sfondo omofobico sebbene la legge Mancino punisca con particolare severità i reati frutto di odio religioso ed addirittura l’articolo 61 del Codice penale consideri aggravante di reato commettere un reato contro un ministro del culto cattolico o di altro culto riconosciuto dallo Stato.

    Ad ulteriore conferma di una società che discrimina gli omosessuali, la nostra classe politica non ha mai messo in agenda il tema dei matrimoni omosessuali o delle unioni civili spesso ostaggio di una Chiesa secondo cui sulla «la legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall’approvazione o dalla legalizzazione del male».
    Sui matrimoni gay o il riconoscimento delle unioni civili la posizione della Chiesa non cambia all’estero ma la risposta della classe politica è ben diversa. In Gran Bretagna il governo conservatore di David Cameron è intenzionato ad approvare il matrimonio per le coppie dello stesso sesso prima di Natale ed il deputato Tory Tony Baldry si è così espresso: «Se la Chiesa anglicana pensa che il Parlamento stia ad ascoltarli con grande attenzioni su questioni morali come il matrimonio omosessuale quando la stessa Chiesa d’Inghilterra sembra essere così in disaccordo su altre questioni di interesse per il Parlamento si stanno semplicemente illudendo». Difficile che un parlamentare italiano possa usare gli stessi toni.

    Ovviamente l’omofobia della Chiesa e l’incapacità della classe politica italiana di distaccarsi e di elevarsi da queste posizioni contribuiscono a quel clima di odio che ha respirato il ragazzo suicida a Roma e di cui sono vittime le centinaia di omosessuali vittime di reati a sfondo omofobico: una realtà del nostro Paese su cui ha puntato l’attenzione sia Amnesty International che il Dipartimento di Stato Usa.
    La lotta contro l’omofobia è una battaglia di civiltà che impegna tutti in modo che frasi su omosessuali costretti «alla solitudine e all’abbandono, quando non muoiono per Aids o per droga» così come si legge su Avvenire siano sempre più ignorate. Perché spesso non si muore solo di Aids o di droga ma si può morire anche per il clima di odio che si respira nella società.

    alessandrocagliostro.wordpress.com/2012/11/23/quindicenne-preso-in-giro-perche-amava-vestirsi-di-rosa-si-suicida-only-strongest-will-wear-the-pink/#m...



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    00 25/11/2012 16:15
    "Only strongest will wear the pink"
    Sono ormai diversi giorni che mi girano in mente delle riflessioni personali su questo episodio.

    Mi rendo conto di espormi alla pubblica riprovazione per i miei pensieri molto poco "politically correct", ma soprattutto privi di quel buonismo ipocrita che ci porta a identificare come povere vittime innocenti tutti quelli che, più o meno vessati da altri esseri umani, decidono di porre fine alla loro vita, scaricando così la responsabilità del loro gesto sulla cattiveria degli altri.

    L'autore del pezzo che ho inserito ha fatto un bel quadretto di "colpe" più o meno condivisibili, ma il vero nocciolo della questione sta tutto in quella frase iniziale: "Only strongest will wear the pink".

    Ora, considerate come va il mondo e come è sempre andato. Ai tempi degli uomini primitivi come adesso. Se te ne vai in giro "disarmato" non puoi permetterti il lusso di metterti in mostra o di voler essere "diverso". Alcune diversità sono controproducenti in natura e ti espongono a pericolo di vita, ma senza arrivare a questi estremi ci sono altre diversità che ti mettono nella condizione di diventare bersaglio di quelli che si credono "giusti". In questo caso, la persona "diversa" deve essere nella condizione psicologica di considerare la sua diversità un pregio, e non un difetto, perchè in tal caso non avrà nessuna difesa psicologica agli attacchi esterni.

    Ognuno ha il diritto di essere come vuole, ma deve rendersi conto che deve portarne il "peso" nei confronti di chi lo vorrebbe conformato al resto del branco.

    Nessuno può ragionevolmente aspettarsi, in questo mondo, che gli altri vadano a dirgli: "oh caro, tu sei fantastico, io difenderò la tua diversità". In realtà, quello che succede è esattamente il contrario.

    Ora a 15 anni è molto difficile essere diversi e forti conteporaneamente, ma da qui a togliersi la vita ce ne passa. Se non sei forte non puoi essere diverso, è triste, ma è la legge della giungla. E questo mondo è una giungla.

    Uccidersi perchè gli altri non ti permettono di essere diverso significa arrendersi e non ritenersi meritevole di vivere. E' sintomo di debolezza, e a 15 anni è già ora di tirare fuori il carattere. Se sei là fuori con una belva davanti, non ti metti certo a piangere e a supplicarla di risparmiarti. La belva non capisce i sentimenti. Quindi o combatti o sei spacciato. E se non è oggi sarà domani.

    Ma adesso è troppo comodo dire "è colpa dei compagni che lo insultavano". La responsabilità di certi gesti è sempre nostra.

    Esiste l'omicidio, ed esiste il suicidio. Ma non riesco a concepire l'istigazione al suicidio se non come un momento di debolezza della persona. E ci sarà sempre purtroppo chi ne approfitta. E' la vita.

    Sono stufa di leggere dappertutto: il tizio mi ha fatto questo, il caio mi ha pugnalato, gli amici mi hanno tradito, sono tutti cattivi, io mi faccio in quattro e gli altri se ne fregano... facebook è pieno di questa gente lagnosa.

    Perchè esistono i plagiatori? Perchè esiste chi si fa plagiare. Aprite gli occhi, e assumetevi la responsabilità di quello che vi succede. SEMPRE.




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    00 25/11/2012 17:34
    Kelly,non ho capito se il post precedente è tuo o ti sei dimenticata di citare la fonte.

    [SM=x789055] [SM=g1667679]



    O=============O===========O

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    00 25/11/2012 20:23
    Re:
    =omegabible=, 25/11/2012 17:34:

    Kelly,non ho capito se il post precedente è tuo o ti sei dimenticata di citare la fonte.

    [SM=x789055] [SM=g1667679]




    La fonte la dico dopo, aspetto opinioni. [SM=g27828]



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    00 25/11/2012 22:22
    Re: Re:
    kelly70, 25/11/2012 20:23:




    La fonte la dico dopo, aspetto opinioni. [SM=g27828]




    Mumble...mumble.... tifare o incoraggiare l'omosessualità certamente NO e nemmeno valorizzarla come tanti oggi fanno.
    Personalmente sono sempre rimasto indifferente verso chi lo pratica però devo confessare che a volte qualche battuta toscana mi scappa [SM=x789053] ma finisce li.!!!
    [SM=x789062] [SM=x789063]





    O=============O===========O

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    00 25/11/2012 23:51
    Re: Re:
    kelly70, 25/11/2012 20:23:




    La fonte la dico dopo, aspetto opinioni. [SM=g27828]


    Vuoi l'opinione...? [SM=x1421970]
    Se tutti i 15enni che ricevono insulti o non si sentono accettati per quello che sono dovessero suicidarsi... nessun essere umano arriverebbe ai 16!!!
    E' un età in cui il 99% sono dei perfetti idioti... poi dopo qualcuno si riprende, qualcuno rimane un perfetto idiota. [SM=g27828]
    Ma quello che dico sempre io a mio figlio, che ancora 15 anni non ce li ha, è: "FREGATENEEEEEEEEE!!! La gente avrà sempre da parlare... [SM=x1426849] chiuditi le orecchie e vai avanti per la tua strada!"


    Titti. [SM=x789061]
    [Modificato da Titti-79 25/11/2012 23:52]
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    Max Cava
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    00 26/11/2012 18:21
    Re X Kelly:


    Argomento ostico che non si può affrontare con un semplice:

    viviamo in una giungla e, di conseguenza, il più forte sopravvive.

    Dal momento che l'uomo si erge a rettore del mondo e vorrebbe distinguersi dai comuni animali per intelligenza e capacità di discernimento, non può lasciarsi sopraffare dall'istinto primordiale che lo induce, checché ne dicano i buonisti, a sopraffare i più deboli e/o "diversi".

    É anche vero che se non si é forti abbastanza per sostenere l'impatto della diversità é meglio adeguarsi ma...
    il branco intelligente, a meno che non sia strettamente necessario, non fà soccombere il più debole anzi, lo aiuta!

    Certo, da adulti, dovremmo assumerci la responsabilità di ciò che ci succede ma un quindicenne, al limite, può prendersi la responsabilità di un 4 in matematica e quindi, queste frasi:



    Uccidersi perchè gli altri non ti permettono di essere diverso significa arrendersi e non ritenersi meritevole di vivere. E' sintomo di debolezza, e a 15 anni è già ora di tirare fuori il carattere. Se sei là fuori con una belva davanti, non ti metti certo a piangere e a supplicarla di risparmiarti. La belva non capisce i sentimenti. Quindi o combatti o sei spacciato. E se non è oggi sarà domani.

    Ma adesso è troppo comodo dire "è colpa dei compagni che lo insultavano". La responsabilità di certi gesti è sempre nostra.



    Mi sembrano assolutamente fuori luogo.

    Fosse successo ad un trentenne avrei quotato il tuo pensiero senza "se" e senza "ma".

    Inoltre:


    Perchè esistono i plagiatori? Perchè esiste chi si fa plagiare. Aprite gli occhi, e assumetevi la responsabilità di quello che vi succede. SEMPRE.



    Perché esistono gli assassini? Forse perché esiste chi si fa ammazzare?

    Quando si arriva all'età della ragione che non per tutti é la stessa, é un conto.

    Quando certe cose succedono a chi non é ancora in grado di intendere e volere, nel senso più ampio dei termini, come traspare in maniera lampante nel capothread, é un altro.

    [SM=g2407711]
    [Modificato da Max Cava 26/11/2012 18:24]



    Le religioni? Un'abbagliante strada a senso unico. (Max Cava)

    " Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione,
    e non mi importerà di chi ne fa le leggi" (Mayer Anselm Rothschild)


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    00 26/11/2012 18:46
    A 15 anni non si è in grado di intendere e di volere. Forse hai ragione. Ma allora vale per tutti, anche per chi stava dall'altra parte.

    E se a 15 anni non si è in grado di intendere e di volere, mi sa che stiamo andando verso l'autodistruzione. Di corsa pure.



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    00 26/11/2012 19:46
    Re:

    A 15 anni non si è in grado di intendere e di volere. Forse hai ragione. Ma allora vale per tutti, anche per chi stava dall'altra parte.



    Ovvio.


    E se a 15 anni non si è in grado di intendere e di volere,



    Diciamo che a 15 anni sei in grado di intendere che: "i genitori sono dei rompicoglioni che non capiscono un cazzo e di voler essere "el mejor!".


    mi sa che stiamo andando verso l'autodistruzione. Di corsa pure.



    Non se coloro che lo sono, in grado di intendere e volere, faranno il proprio dovere di educatori.


    [SM=g2407711]



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    00 26/11/2012 20:38
    Re: Re:
    Max Cava, 26/11/2012 19:46:


    A 15 anni non si è in grado di intendere e di volere. Forse hai ragione. Ma allora vale per tutti, anche per chi stava dall'altra parte.



    Ovvio.


    E se a 15 anni non si è in grado di intendere e di volere,



    Diciamo che a 15 anni sei in grado di intendere che: "i genitori sono dei rompicoglioni che non capiscono un cazzo e di voler essere "el mejor!".


    mi sa che stiamo andando verso l'autodistruzione. Di corsa pure.



    Non se coloro che lo sono, in grado di intendere e volere, faranno il proprio dovere di educatori.

    [SM=g2407711]




    Ma infatti. I genitori di questi quindicenni dov'erano? Dov'era la madre del suicida quando il figlio si vestiva di rosa e lei non lo ha messo in guardia e non gli ha spiegato che se vuoi essere diverso te ne devi fregare di quello che dicono?

    E i genitori dei bulli, che cosa hanno insegnato ai loro rampolli?

    Facile dare la colpa al "branco" o alla rete. Sono entità astratte. Sono tutti e nessuno.
    Ma a questi ragazzi chi gli insegna a stare al mondo?



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