00 03/07/2013 17:22
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
francesca.38, 03/07/2013 16:23:



io sì.
sono informazioni a cui non si può realmente dare credito.



Allora però vorrei che mi spiegassi cosa faresti, perché è questo il punto. Testeresti un nuovo anticoagulante direttamente su cavie umane non appena ha passato la fase in vitro e i test sulle colture cellulari? Faresti altrettanto con un cardiostimolante? Un nuovo anticorpo monoclonale?

Inoltre, tutta la ricerca di base, su cosa la faresti? Su umani? Per esempio, asporteresti le fibre dei loro nervi, per studiare i dettagli strutturali delle cellule di Schwann? Li faresti modificare geneticamente con geni knockout per riprodurre il morbo di Parkinson e poterlo studiare? Li ingravideresti per poter poi prelevare i feti e studiare le staminali fetali?



francesca.38, 03/07/2013 16:23:


quando poi scrivi:
...ci siano animali che patiscono, perlomeno compatibilmente con il loro concetto di dolore...
mi rendo conto che il nostro modo di "sentire" l'animale è talmente distante che non riusciremmo mai a comprenderci davvero.
non voglio dire che io sono buona e tu cattivo, solo che abbiamo 2 modi emotivamente, oltre che scientificamente, molto diversi di approcciarci a questo discorso.




Beh, io ritengo che paragonare il cervello e la mente di un topo a quelli di un umano non sia ragionevolmente fattibile. Questo non significa che io non provi dispiacere per il fatto che il topo debba soffrire, significa solo che ne proverei molto di più se al suo posto quelle sofferenze fossero inflitte a un essere umano, dato che costui ne soffrirebbe a livelli, appunto, umani.
Tutto il resto, emotivamente parlando, secondo me va considerato alla luce di questa semplice realtà dei fatti.

Invece per quanto riguarda l'aspetto scientifico... qual'è il tuo modo di approcciarti al problema?

[Modificato da Rainboy 03/07/2013 17:25]