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Il decalogo

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    kelly70
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    00 25/11/2013 01:10
    L’ossessione dell’apparenza. Come sparire in dieci mosse

    di Gabriele Romagnoli

    Dalla mania di Twitter a Salinger passando da Google ai “vagoni del silenzio” ecco il manuale aggiornato per chi voglia (finalmente) coltivare l’ecologia dell’io
    Essere discreti è un dono, diventarlo una conquista che vale più di una virtù. È possibile provarci: anziché invadere il mondo (impresa che ad alcuni pare possibile), ritirarsene (esito che a pochi sembra trionfale). L’eroe discreto è un discreto eroe. Questo è un decalogo per emularlo. Con la premessa ( discreta) che su quella strada ci si può incamminare, ma neppure chi scrive può dirsi arrivato al traguardo, giacché il tempo in cui viviamo frappone ostacoli, reclama presenze, esige quanto meno la prova in vita di una firma.
    E comunque:
    1. Ricordati che anche se non appari continui ad esistere ugualmente. Il fatto che nessuno sappia chi sei è totalmente irrilevante se TU sai chi sei. O almeno ne hai vaga contezza. La luce acceca, l’ombra rigenera. Se non accetti questo presupposto continuerai a sgomitare per farti mettere in lista ed è superfluo che tu legga il resto: continua pure a contare quanti documenti appaiono googlando il tuo nome e a farti chiamare dottore dal portinaio.

    2. «Machete non twitta». Questa affermazione fatta da un cinematografico giustiziere indio sintetizza alcuni dati di fatto: non è poi tanto virile “cinguettare”. Perché non sembri un commento sessista: per una persona strutturata non è necessario esibirsi in un battutismo a getto continuo. Le cose importanti che si hanno da dire sono limitate. Ai più ne esce una alla settimana. C’è chi ha avuto un pensiero profondo e gli è morto di solitudine.

    3. Due amici contano più di duemila followers.

    4. Si può avere un profilo Facebook per necessità, giacché è come stare in un elenco telefonico: serve per essere raggiungibili o raggiungere qualcuno di cui si hanno soltanto le generalità. Dopodiché non è altrettanto necessario informare l’intera rete delle proprie preferenze, deferenze o funzioni corporali. Né ingaggiare dibattiti con Pinco sul tema del momento: se non ti invitano ai talk show, fattene una ragione; se ti invitano, declina con gentilezza. Ma soprattutto: ricordati che non sei Mauro Icardi o Wanda Nara, Mario Balotelli o Fanny Comesichiama: se volete dichiararvi tutto l’amore del mondo, telefonatevi.

    5. Tra Gabriele Paolini e J. D. Salinger, chi butteresti dalla torre? Barrata la casella delle opzioni in condizioni di lucidità, si può cercare di avvicinare, senza riprodurla nel suo estremismo, la condotta del modello prescelto. Non occorre ritirarsi come un eremita in montagna, bastano pochi accorgimenti. Il telefono fisso è superato. Quello cellulare può essere silenziato e perfino spento per alcune ore di giorno, sempre di notte. La segreteria telefonica ha l’opzione “disinstalla”. Le tue fotografie interessano, a essere generosi, un numero limitato di parenti. Stare vicino ai vip ti rende ancor più indegno di nota. Alle cene esclusive partecipano principalmente le posate.

    6. Esiste un tasto premendo il quale si esce da una mailing list. Ci si può cancellare da un elenco di destinatari di inviti e omaggi (e farlo prima di essere cancellati riafferma la nobiltà del tempismo).

    7. Esiste pure, sui treni, un carrozza detta del silenzio, dove non si telefona, si parla sottovoce e ci si muove felpati come pensieri notturni (o almeno si dovrebbe). È salutare viaggiare al suo interno. E, una volta scesi, continuare come se si fosse ancora su quel vagone.

    8. I biglietti da visita più chic hanno impresso su fondo bianco soltanto nome e cognome, in corsivo. Il resto (telefono, indirizzo) lo si aggiunge a penna, come fosse una dedica personalizzata. Il miglior biglietto da visita è il sussurro del proprio nome, come fosse una confidenza.

    9. Prenotare un ristorante con un cognome altrui è divertente e non richiede eventuale disdetta. Un giornalista famoso era talmente discreto che alla madama di un bordello aveva lasciato il nome di un collega meno famoso.

    10. Puoi essere discreto anche quando non ci sarai più. L’idea di lasciare una traccia del tuo passaggio perché si continui a parlare di te è peregrina: vattene in punta di piedi e non fare casino dal piano di sotto. Ricorda le parole di Stig Dagermann, scrittore eccelso, e dai più consegnato alla serenità dell’oblìo: «Dimenticatemi spesso».



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    00 25/11/2013 06:35
    Che bella verità che hai postato,Kelly!!!!!! [SM=x1468240] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=g8902] [SM=x789062]




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    Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


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