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L'argomento dell'esistenza di Dio e di conseguenza dell'anima, non conosce soste, ha da sempre diviso radicalmente l'opinione degli uomini, e qui, su questo forum, anche quello delle donne.... Freud definì l'esigenza degli uomini di credere nel divino come "nevrosi universale teistica". Dall'altro lato dell'altalena lo bilancia molto bene il premio nobel per la fisica per le sue teorie atomiche Paul Dirac, che si fece anche portatore delle convinzioni di un notevole gruppo di colleghi, affermando- grosso modo- che poichè NON in tutto l'Universo regna la legge delle casualità, è da supporre che esista un Dio che regoli i salti quantici, sul problema della vita affermava che un conto è produrre artificialmente componenti della struttura vitale, tutt'altra cosa è riuscire a farne scaturire la vita stessa. In soldoni: possiamo SOLO replicare ciò che già esiste, NON creare.

Accennavate all'anima e alle eventuali (auspicate) reicarnazioni "coscienti". La qual cosa, ovviamente, con buona pace degli atei, determinerebbe la sopravvivenza di un "quid" al soma. Non è certo attraverso un procedimento scientifico che sia possibile stabilirne la realtà, proprio perchè per sua natura è un problema che trascende i mezzi d'indagine umana e deve essere affrontata su un piano ben diverso, che coinvolge un pò di tutto (anche, ovviamente, la fede) travalicando i limiti del razionalismo umano. I più recenti studi della fisica a livello subatomico ci propongono la materia parte indissolubile della psiche, e la psiche parte indissolubile della materia, che paiono un'unica manifestazione della creazione, aspetti diversi ma integranti di uno stesso disegno superiore divino.

Nella reincarnazione il sapere ciò che si è stati, è un'esigenza, una curiosità, un bisogno del tutto umano. La vera identità, la completezza, la consapevolezza, si raggiungerà solo nel mondo spirituale, eterno, previa ovviamente, la sequela scolastica delle reincarnazioni. Quindi non nei brevi lassi di tempo in cui l'anima, o chi per lei, si incarna in corpi materiali. Si ricorderà in seguito tutto, nella piena consapevolezza, la quale, qui, ora, è inutile dirlo, NON abita in noi, in nessuno di noi, sommersa com'è dai nostri baldanzosi egocentrismi, sia nella capa di Pippo e Paperino che in quelle di Einstein e di Carlo Rubbia.
Un saluto