00 15/05/2020 20:35
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Cristianalibera, 15/05/2020 13:59:


Perché tu mi metti parole sotto i polpastrelli mai digitate?

Quando mai avrei detto, che si usano uteri in affitto per abortire feti per esperimenti?

Io non ho detto questo, leggi bene tutti i miei Post.






Cristianalibera, 14/05/2020 09:30:




Figurati se dovessimo arrivare ad uteri in affitto per poter abortire per poi poter sperimentare con i feti abortiti...
Ma tanto, se succedesse, certo nn succederebbe senza il consenso delle donne che si prestano ad affari del genere...




Non ti sto mettendo niente sotto i polpastrelli, mi basta leggere il tuo post di ieri. Come ho già scritto, di cosa stai parlando esattamente? Pensi che questo stia accadendo realmente? Ne hai prove? O è soltanto un'ipotetico, nel qual caso, cosa ti fa pensare che potrebbe accadere?



[...]

Luciano Casolari
Luciano Casolari

Medico psicoanalista

SOCIETÀ
- 16 FEBBRAIO 2016
Utero in affitto, i problemi psichici per il bambino e la madre surrogata
Viste le numerose domande pervenute, ritorno sul post di dieci giorni orsono per ribadire e chiarire un parere come medico e psicoanalista rispetto alla pratica della così detta maternità surrogata o utero in affitto. In base alle attuali conoscenze in campo psicoanalitico e psichiatrico si tratta di una attività ad altissimo rischio per l’insorgenza di gravi patologie psichiatriche sia per la madre surrogata che per il bambino.

gravidanza 675

Per fare comprendere anche ai non addetti a queste scienze debbo spiegare sinteticamente come funziona al giorno d’oggi la ricerca in vari campi del sapere. Si parte da osservazioni che danno origine a teorie che vengono confrontate fra studiosi per trarre una prima legittimazione. Successivamente vengono ricercate delle prove che però non sempre saranno facili da trovare, soprattutto non univoche e concordanti ma derivanti da osservazioni che fanno ritenere attendibile l’ipotesi originale. Ad esempio in fisica è chiaro che nessuno chiederà di vedere o toccare un bosone o un neutrino ma ci si accontenterà di prove che, partendo dall’ipotesi della loro esistenza, convalidano, anche statisticamente e tramite esperimenti, queste teorie.




Lo stesso avviene in campo psicologico. E’ chiaro quindi che nessuno ha intervistato un bambino di pochi giorni che ha perso la madre biologica chiedendogli se si senta traumatizzato. Emerge però con costanza nella letteratura psicoanalitica, M.Klein, H,Kohut. D. Winnicott per citare gli autori più conosciuti e autorevoli, suffragata da deduzioni sui comportamenti dei lattanti (infant observation) e sui loro vissuti da adulti, la consapevolezza di un rilevante trauma infantile nel caso di separazione dalla madre biologica. Il dialogo sensoriale ed emotivo fra madre e feto inizia e si struttura durante la gravidanza per cui quel bambino è figlio di quella madre indipendentemente dalla genetica.

Per non parlare delle attuali conoscenze che affermano che l’espressività genetica viene influenzata e modulata dall’ambiente e quindi certamente anche dalla fase di gestazione uterina. Esperimenti su animali mostrano che le madri e i cuccioli si riconoscono immediatamente dall’odore, dai suoni emessi e presumibilmente da elementi che ancora non conosciamo appieno. Cambiare la figura di riferimento, che per convenzione si definisce figura materna, non è quindi irrilevante, ma estremamente pericoloso. Questo non significa che tutti i bambini che perdono, per varie ragioni, la madre già nei primi giorni o mesi di vita vadano incontro a patologie psichiatriche gravi ma piuttosto che corrono questo rischio. Non tutti coloro che fumano due pacchetti di sigarette al giorno andranno incontro a carcinoma del polmone, ma certo questa pratica è ad alto rischio per l’insorgenza di quella patologia.[...]




Ma certo che i bambini danno segni di stress nei primi giorni dopo il parto, non possono legare chimicamente con la puerpera, che nel frattempo sta secernendo ossitocina e vari ormoni post-parto tipicamente usati dal corpo per segnalare il legame madre-figlio. E' la scoperta dell'acqua calda dire che ciò è "traumatico" per il neonato. Ma questo è un fenomeno che si misura nell'arco di settimane, non della vita della persona, e con ampissima variabilità individuale. Qualcuno ha mai dimostrato conseguenze durature? O stiamo parlando di aria fritta, come è il caso per un buon 75% della letteratura psicanalitica?


Un problema che viene spesso misconosciuto, con una punta di razzismo verso i poveri e gli emarginati, è relativo alle conseguenze sulla madre. Forse perché si fa pagare per questa pratica sembra ininfluente la sua vita psichica. Anche per lei il rischio collegato alla cessione del bambino è molto elevato per gravi patologie psichiatriche soprattutto di natura depressiva e per il suicidio. Fantasmi ancestrali, che certi miti greci mostrano in tutta la loro forza, si agitano dentro questa povera madre che ha voluto o dovuto cedere ad altri il figlio. [...]



E qui il rovescio della medaglia: ma certo, anche la madre surrogata può soffrire dell'interruzione dei legami emotivi mediati dall'ossitocina. Con ampissima variabilità individuale, da conseguenze minime al rischio di depressione suicida. Il che ti porta all'ovvia considerazione: se sei una madre surrogata che soffre di depressione post-parto, evidentemente hai scelto il lavoro sbagliato! Ma continuo a non vedere un argomento circa l'immoralità della pratica, l'unica cosa che mi colpisce è lo sgradevole trucco linguistico usato nell'articolo: non è "suo figlio", non lo è mai stato, né la madre surrogata ha mai avuto l'illusione che lo fosse. La differenza fra "ha voluto" e "ha dovuto" cedere ad altri il bambino, è, ovviamente, sostanziale. Ma l'autore doveva per forza inserire i miti greci nell'articolo per renderlo acculturato, quindi vabbè, mettiamo pure tutto assieme...


Cristianalibera, 15/05/2020 14:36:



Io ho detto la mia opinione, parlo per il mio senso logico, non penso assolutamente che una persona possa giocarsi la propria salute se non per necessita' economica Grave, e nn lo trovo eticamente corretto che per la ricerca si sfruttano le situazioni disastrosi altrui, pur riconoscendo l'utilita' per la ricerca e per il beneficio di tanti malati.

Spero di essermi spiegata a sufficienza ora, o vorresti altre precisazioni?



Quali situazioni disastrose vengono sfruttate dalla ricerca? Ancora non me ne hai detta una!

Gli uteri in affitto non hanno niente a che vedere con la ricerca. Sono donne che si fanno pagare per portare in grembo i futuri figli di coppie dove la madre non poteva avere la gravidanza. Non c'entra niente con esperimenti di laboratorio. O con la ricerca sulle cellule fetali.


[Modificato da Rainboy 15/05/2020 21:03]