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Il Malleus Maleficarum (trad. Il martello delle streghe) è il manuale di caccia alle streghe per antonomasia. Fu redatto nel 1486 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institior Kramer, allo scopo di soddisfare l'urgenza di reprimere l'eresia e la stregoneria, espressa da Innocenzo VIII attraverso la bolla Summis desiderantes, del 1484.

All'epoca in cui venne pubblicato il Malleus vi erano molte eminenti personalità, anche in seno alla comunità cattolica, che dubitavano dell'esistenza delle streghe, considerando tali credenze delle mere superstizioni. Il manuale, infatti, non fu mai adottato ufficialmente dalla Chiesa Cattolica; riscosse tuttavia i consensi di diversi inquisitori ed autorevoli ecclesiastici, nonché di giudici dei tribunali statali sive secolari. L'immediata e durevole popolarità di questo libro contribuì a scalzare l'autorevolezza di un precedente testo di riferimento per i casi di stregoneria: l'antico Canon episcopi.

Contenuto

In questo testo la presenza di materiale originale è esigua: si tratta per lo più di una codificazione di credenze preesistenti, spesso estrapolate da testi più antichi quali il Directorium Inquisitorum di Nicolas Eymerich (1376) e il Formicarius di Johannes Nider (1435).

La prima parte del libro affronta la discussione della natura della stregoneria. Parte di questa sezione spiega perché le donne, a causa della loro debolezza e a motivo del loro intelletto inferiore, sono per natura predisposte a cedere alle tentazioni di Satana. Il titolo stesso del libro presenta la parola maleficarum, (con la vocale femminile) e gli autori dichiarano (incorrettamente) che la parola femina (donna) deriva da fe + minus (fede minore). Il manuale sostiene che alcuni degli atti confessati dalle streghe, quali ad esempio le trasformazioni in animali o mostri, sono mere illusioni indotte dal Diavolo, mentre altre azioni, come ad esempio la possibilità di volare ai sabba, provocare tempeste o distruggere i raccolti sono realmente possibili. Gli autori, inoltre, si soffermano con morbosa insistenza sulla licenziosità dei rapporti sessuali che le streghe intratterrebbero con i demoni.

L’ultima parte si occupa di fornire istruzioni pratiche sulla cattura, il processo, la detenzione e l’eliminazione delle streghe. Si discute anche di quanta fiducia si debba riporre nelle dichiarazioni dei testimoni, le cui accuse sono spesso perpetrate per invidia e malizia; tuttavia gli autori affermano che i pettegolezzi pubblici sono sufficienti a condurre una persona al processo e che , anzi, una difesa troppo vigorosa da parte del difensore è prova del fatto che anche quest’ultimo è stregato. Il manuale fornisce indicazioni su come evitare che le autorità siano soggette alla stregoneria e rassicura i lettori sul fatto che, in quanto rappresentanti di Dio, i giudici sono immuni dai poteri delle streghe. Largo spazio è dedicato all'illustrazione di tecniche di estorsione delle confessioni e alla pratica della tortura durante gli interrogatori: in particolare viene raccomandato l’uso del ferro infuocato per la rasatura dell’intero corpo delle accusate, al fine di trovare il famoso marchio del Diavolo, che ne proverebbe la colpevolezza.
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In questo testo la presenza di materiale originale è esigua: si tratta per lo più di una codificazione di credenze preesistenti, spesso estrapolate da testi più antichi quali il Directorium Inquisitorum di Nicolas Eymerich (1376) e il Formicarius di Johannes Nider (1435).

Breve contestualizzazione epocale

La matrice sessuofobica che scatena l' ossessione della stregoneria è tipica del '400 e la sua presenza si fa più ingente all’alba della Controriforma cattolica. Il clima di severità di costumi che connota questi anni è molto pesante: la Chiesa tutta cerca disperatamente di controbattere alle pesanti accuse di lassismo dei riformatori protestanti e si riunisce a Trento per delineare i tratti della sua nuova immagine.