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Ipotesi sulla morte di Giovanni Paolo I

Le spiegazioni del Vaticano

La spiegazione ufficiale della morte del pontefice sono le cause naturali (infarto del miocardio), anche in considerazione del fatto che vi sono malori che possono sopraggiungere improvvisamente anche ad una persona sana, quali un'embolia polmonare oppure un infarto. Di ritorno in aereo dal Brasile nel 1975, l'allora cardinale Luciani fu colpito da un embolo ad un occhio e nella sua famiglia alcuni parenti, con una situazione medica normale, erano deceduti improvvisamente, segno di una possibile predisposizione genetica.


L'ipotesi emotiva

Il cardinal Siri
La causa naturale della morte fu spiegata in privato[1] dal cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova: il nuovo Papa, persona di estrema semplicità evangelica, aveva una spiccata emotività, come risulta dal fatto che arrossiva al trovarsi in situazioni che potevano essere motivo di vergogna[2].

Papa Luciani, a detta del cardinal Siri, avrebbe confermato sine die le cariche curiali occupate dai cardinali nelle congregazioni romane; ciò l'avrebbe portato a ritrovarsi contornato di persone che non godevano della sua piena stima e fiducia, e il cuore non avrebbe retto a questa angosciosa situazione.


Lo psicanalista Cesare Musatti

Cesare Musatti nella sua celebre rievocazione[citazione necessaria] - a transazione psicanalitica - della morte di papa Luciani, parla di una sorta di sublime fuga mistica, la cui simbologia è rappresentata dalla presenza sul suo comodino dell'Imitazione di Cristo, e soprattutto da quel fatale numero trentatré[3] che rappresenta la sintesi di una identificazione totale con il Cristo, unico vero porto di salvezza, in questo caso dalle fauci di una corte che non risparmiava occasioni, ritiene il Musatti, per fargli presente la sua inadeguatezza.

Musatti ritiene che Luciani fosse una persona umile e semplice, ma non un sempliciotto e neanche uno sprovveduto; tuttavia, al di fuori della dimensione pastorale, l'unica nella quale si sentiva a suo agio, da vero sacerdote, non era particolarmente brillante nei rapporti umani. C'è chi conclude[citazione necessaria] che effettivamente sarebbe stato lasciato solo, persino dai suoi segretari[4]. In questa visione, l'"uscita" di papa Luciani è interpretata come drammaticamente coerente e misteriosa al tempo stesso, non nel significato romanzesco dato da Yallop ed altri, quanto in quello di trovare "nella profezia che si avvera" l'unico rimedio di salvezza, mediante un olocausto che Musatti ritiene non sia stato vano nella vita della chiesa. Le debolezze fisiche (cuore, polmoni, ecc.) di Luciani e la probabile caduta, in una situazione di estremo stress, delle difese immunitarie, non sarebbero state altro che un facile veicolo di realizzazione di questo inconscio sacrificio.


Le ipotesi del delitto

Altre ipotesi e speculazioni giornalistiche avanzarono anche il sospetto di un presunto delitto a sfondo politico.

Fu detto che[citazione necessaria], pochi giorni prima di morire, il Papa avrebbe convocato i principali responsabili delle finanze vaticane per verificare come venivano gestiti gli ingenti capitali curiali, ma non fece in tempo ad approfondire l'argomento.

Fin dai primi giorni del pontificato, il Papa espresse la necessità di un ritorno ad una povertà evangelica della Chiesa, affermando di voler procedere ad una profonda revisione della presenza del Vaticano nei mercati finanziari mondiali, gestione in quegli anni affidata all'arcivescovo statunitense Paul Marcinkus.


Il libro-inchiesta di David Yallop
Su questa base, il giornalista investigativo britannico David Yallop espose nel suo best-seller In nome di Dio la tesi secondo la quale la morte sarebbe da attribuirsi ad avvelenamento, probabilmente ad azione cardiaca (del tipo della Digitale), e il delitto sarebbe riconducibile ad ambienti massonici deviati, legati alla P2 di Licio Gelli.

L'elezione di Luciani avrebbe scontentato parecchi esponenti[citazione necessaria]della gerarchia e degli ambienti vaticani[5]. Tra questi, monsignor Marcinkus, che fino all'ultimo istante sperò nell'elezione di un altro candidato, Giuseppe Siri, esponente dell'ala tradizionalista e delfino di Pio XII.

L'arcivescovo statunitense, una delle figure fondamentali nel panorama della finanza vaticana, protagonista delle relazioni dello IOR (Istituto per le Opere di Religione, la Banca Vaticana) con le grandi banche straniere per l'accrescimento dei capitali gestiti dall'Istituto, intuì immediatamente il pericolo (a lui è stata attribuita la frase "Questo Papa non è come quello di prima, vedrete che le cose cambieranno") dell'elezione di Luciani che, sin dai suoi primi discorsi, aveva lasciato chiaramente trasparire l'intenzione di ricondurre la chiesa cattolica agli ideali di carità cristiana del primo cattolicesimo, rifiutando l'ingerenza della Chiesa negli affari economici e respingendo ogni gestione speculativa dei suoi beni, alla stregua di una banca qualunque, nonché di contrastare fermamente l'appartenenza di ecclesiastici alla massoneria. Di personaggi come Calvi e Sindona, Luciani aveva approfondito la propria conoscenza disponendo apposite indagini; dopo la sua elezione, il periodico O.P. Osservatore Politico (secondo molti[citazione necessaria] "strumento di comunicazione" dei servizi segreti italiani per veicolare messaggi all’ambiente politico) pubblicò un ampio servizio riportando un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, in buona parte componenti l'entourage papale.[citazione necessaria][6], morto in circostanze mai chiarite un anno dopo l'elezione di Luciani.

Yallop evidenziò il susseguirsi, subito dopo la morte, di particolari contrastanti:

Luciani, come già affermato in precedenza, sarebbe stato trovato morto con in mano il testo medievale «L'Imitazione di Cristo», poi si parlò di fogli di appunti, quindi di un discorso per i gesuiti e, infine, di un elenco di eccellenti nomine e rimozioni che sarebbero state rese note l'indomani.
L'ora della morte fu inizialmente fissata verso le 23, poi posticipata alle 4.
Il corpo senza vita del Papa sarebbe stato scoperto dal secondo segretario, John Magee, poi, si disse, da una delle suore che gli prestavano assistenza.
Al crescere dei sospetti e degli interrogativi sulla morte di Luciani, la stampa italiana e una parte del clero, arrivarono a chiedere l'autopsia della salma del Pontefice, ipotesi respinta a gran voce dal collegio cardinalizio.

L'inchiesta di Yallop evidenziò, inoltre, numerose incongruenze e circostanze mai chiarite, come la scomparsa di tutti gli oggetti personali dalla camera del Papa (occhiali, pantofole, appunti, il flacone di Effortil, un farmaco per l'ipotensione): la prima autorità a poter entrare nella stanza del defunto fu il Segretario di Stato, Jean Villot, accompagnato da suor Vincenza Taffarel, indicata quale autrice materiale delle sottrazioni.

Sulla scrivania di Luciani fu trovata una copia del settimanale «Il Mondo» aperta su un articolo titolato «Santità...è giusto?», relativa ad un'inchiesta sulla Banca Vaticana.

Secondo Yallop, Luciani fu assassinato per volontà di Licio Gelli, con il supporto diretto o indiretto di:

Sindona e Calvi, che avevano buone ragioni per desiderarne la morte, nonché capacità e mezzi per organizzarla;
Paul Marcinkus, indicato quale "regista" dell’intera operazione;
John Patrick Cody, perché passibile di esonero dalla sede di Chicago per motivi legati ad una discutibile gestione finanziaria, di cui la corte federale iniziava ad interessarsi;
Jean Villot, che avrebbe appoggiato e permesso il compimento dell'operazione.
Anche a seguito delle rivelazioni di Yallop, nel 1997 e negli anni seguenti, un gruppo di deputati e senatori italiani presentarono in Parlamento alcuni atti di sindacato ispettivo (quali interrogazioni parlamentari, interpellanze ecc.) richiedendo delucidazioni in merito al misterioso decesso di Papa Luciani.[citazione necessaria]


Le motivazioni del presunto omicidio

Secondo Yallop, erano due i temi scottanti sui quali Luciani era in contrasto con il gruppo di potere vaticano e gli ambienti massonici: questione demografica (controllo delle nascite) e gestioni finanziarie.

"Villot e pochissimi altri sapevano del dialogo in corso tra il nuovo Papa e il Dipartimento di Stato americano sulla questione demografica e dell'udienza privata che era stata fissata tra Papa Luciani e una delegazione di parlamentari americani, appunto per discutere il tema del controllo delle nascite. Le discussioni con Luciani avevano dissipato in Villot ogni dubbio sulle posizioni innovative del nuovo Papa su questo tema. Era certo che ci sarebbe stata una drammatica inversione di marcia[7]. Alcuni, come Villot ed altri conservatori, ritenevano che questa svolta sarebbe stata un tradimento del pensiero di Paolo VI. Molti, invece, l'avrebbero acclamata come il maggior contributo della Chiesa al superamento del più drammatico tra i problemi del XX secolo".

"Il nuovo papa aveva deciso un generale repulisti degli uomini più vicini alla Banca Vaticana, lo IOR. E il 20 settembre 1978 era ormai chiaro che 5 uomini - Marcinkus, Villot, Cody, Sindona e Gelli - avevano moltissimo da temere se Giovanni Paolo I fosse vissuto e moltissimo da guadagnare se fosse morto improvvisamente[8]. E Papa Luciani morì improvvisamente, la notte del 28, a un'ora e per una causa rimaste per sempre sconosciute".


La "visione" di Suor Erika

È inoltre documentato[9] che una religiosa tedesca, suor Erika Holzach, già segretaria del professor Feiner, teologo e perito al Concilio, affermasse di essere stata scelta da Dio, negli ultimi anni della sua vita, per ricevere "visioni" riguardanti eventi ecclesiali importanti. Giovanni Paolo I sarebbe apparso più volte nelle visioni di Suor Erika.

La religiosa, morta nel 1987, "vide" la morte di Papa Luciani, senza essere a conoscenza del libro di Yallop:

«Vedevo Papa Luciani» - scrive la Holzach - «era presente, sicuro e reale... Ieri sera, quasi alla fine della preghiera... mi è stato dato di conoscere qualcosa in modo molto chiaro: nella notte in cui fu ucciso, due uomini entrarono nella stanza da letto del Papa. Il primo aveva una siringa, l'altro doveva solo fare la guardia. Ma il Santo Padre si è svegliato e ha capito subito che volevano ucciderlo. Ha visto anche il secondo uomo, non poteva e non voleva difendersi. Ha accettato volontariamente di morire per amore. Tutto è successo molto velocemente. La cara Madre di Dio mi ha rivelato che il Santo Padre si è consegnato totalmente nell'ultimo istante, raccomandando a Lei la Chiesa e il futuro Papa».


Interpretazioni numerologiche

C'è anche chi, compreso Musatti, ha voluto sottolineare la coincidenza numerica tra la durata in giorni del pontificato del Papa (33) e gli anni di vita di Gesù (sempre 33), giungendo a conclusioni addirittura opposte: c'è chi l'ha bollata come una sorta di "segno divino" e chi invece come un oscuro messaggio dei complottisti, legati ad un ambiente massonico notoriamente sensibile al significato dei numeri.

A riprova che si tratta soltanto di pura coincidenza è la constatazione accertata che Cristo non visse trentatré anni, ipotesi accreditata da considerazioni simboliche e non storiche, ma 36 o 37, essendo nato nel 6 o 7 avanti Cristo e morto nel 30 dopo Cristo.


Contro la tesi dell'omicidio

Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo ILa Chiesa Cattolica ha sempre respinto con forza ogni ipotesi dell'omicidio, che viene sposata, seppure in maniera velata, anche dalla criticata fiction sul Papa prodotta da RaiUno nel 2006.

«La stampa inglese non va mai per il sottile quando è in ballo la Chiesa Cattolica». Questa battuta, pronunciata dal protagonista Neri Marcorè-Albino Luciani nel corso dello sceneggiato, bene si sposa con la posizione della Chiesa nei riguardi di chi ha sostenuto ogni ipotesi di complotto, a cominciare da Yallop, al quale il bestseller In nome di Dio ha prodotto fama e denaro.

Anche in ambienti laici l'opera del giornalista inglese è stata bollata come poco attendibile, per il suo taglio più al limite del romanzo che dell'inchiesta giornalistica, per l'immagine distorta che mostra della personalità del pontefice e per alcune incongruenze fra le affermazioni in esso contenute e la realtà dei fatti[10].

Per le numerose persone vicine a Luciani, primo tra tutti il fratello Edoardo, ogni ipotesi di complotto è da liquidare come "sciocca e infondata".

A tal proposito, è da ricordare che, per esempio, Papa Luciani respinse le dimissioni di Marcinkus, uno dei presunti complottisti, nonostante l'operato di gestione delle finanze vaticane operata dal monsignore americano fosse ben lontano dall'idea di banca etica del pontefice bellunese.

I presunti cardinali complottisti, inoltre, erano coloro che soltanto un mese prima lo avevano eletto a larghissima maggioranza, ovvero gli stessi che alcune settimane dopo avrebbero eletto pontefice Karol Wojtyla, il quale avrebbe poi agito in continuità con il predecessore.


Note

? Nel seminario di Genova, durante un dialogo con un gruppo di seminaristi, nel 1987.
? Si veda, a proposito, il celebre episodio della Visita Pastorale di Paolo VI a Venezia del 1972.
? Secondo la tradizione Cristo morì a trentatré anni, mentre in realtà si sa per certo che visse più a lungo, ovvero dal 6 a.C. circa al 30 d.C.. Vedi anche Interpretazioni numerologiche
? Don Germano Pattaro, presbitero veneziano di altissima preparazione culturale, che il patriarca Luciani avrebbe avversato e costretto ad andarsene a Roma per le sua impostazione teologica "progressista", raccontò in privato a un'altra persona di essere stato un giorno inopinatamente chiamato da papa Luciani, e di averlo visto letteralmente disperato, al punto di chiedergli di fargli spesso visita e persino di dargli una mano per mettere a posto le carte dello studio.

it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_sulla_morte_di_Giovanni_Paolo_I





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Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer