APOCALISSE Controinformazione su Chiesa e Cattolicesimo

un interessantissimo e recente dossier sulla pedofilia religiosa

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  • pcerini
    00 19/04/2007 10:28
    Da questo link www.ildialogo.org/Ratzinger/pedofiliachiese.htm# vi sono nella sezione "Notizie e commenti" una grande quantita' di titoli in merito alla pedofilia religiosa.

    Dalla sezione "Link" riporto questo documento dossier.

    da www.ildialogo.org/Ratzinger/pretipedofili/dossierpedoIIparte1103...
    Dossier a cura della Redazione


    Pubblichiamo questo dossier sulla pedofilia su cui ha lavorato un gruppo di nostri amici e redattori. E’ un lavoro che ci è costato non pochi dolori, tanto è orribile questa realtà che è molto più diffusa di quello che apparentemente si pensa. Molto diffusa è soprattutto la pedofilia nell’ambito della chiesa cattolica, come risulta dalla seconda parte di questo dossier dedicata propria a tale aspetto. Chiesa cattolica che però continua a porsi, nonostante tutti gli scandali nella quale è immersa, come moralizzatrice e impegnata nella difesa della famiglia e dei costumi sessuali: quanta ipocrisia!
    Perché ci siamo impegnati nella realizzazione di tale dossier? Perché molti nostri amici e collaboratori sono impegnati su tale tema? Il motivo che ci ha spinto si può così riassumere.
    La chiesa gerarchica si concepisce come una torre inespugnabile. Gli attacchi contro questa torre sono venuti da tutte le parti, ma nessuno ha finora fatto breccia. Non ha fatto breccia San Francesco ai suoi tempi. Non hanno fatto breccia oggi neppure i teologi della liberazione in nome dei "depauperati della terra". La domanda che ci siamo posti è dunque: la pedofilia clericale può rappresentare oggi la BUCCIA DI BANANA sulla quale scivolerà il castello di carte (catechismi, teologie, encicliche, infallibilismi, ecc.) che sorregge la gerarchia e, dalle rovine, nascerà il vero popolo di Dio, dove non ci saranno più caste, privilegi, ma solo fratelli alla pari? Ovviamente non lo sappiamo, ma siamo convinti della necessità di dover fare la nostra parte, per aiutare il popolo di Dio a riprendere nelle proprie mani il proprio destino. Comunque vada si tratta di una questione di cui non possiamo non interessarci e di cui i cristiani devono farsi carico.



    La redazione


    1
    II PARTE
    Un testo sconvolgente sulla pedofilia clericale negli Stati Uniti:
    R. Sipe, A.W.R. Doyle, P.J. Wall: Sex, priests, and Secret codes. The celibacy
    Church’s 2.000-Year Paper Trail of Sexual abuse, Volt Press, Los Angeles, 2006.
    11.093 le vittime di oltre 5.000 preti, compresi 16 vescovi. Costo: un miliardo e
    mezzo di dollari. Se si calcola la media di dieci per pedofilo si arriva a 100.000.
    Per la prima volta si rivela l’enormità di un delitto, che, senza il contributo dei
    vescovi, non sarebbe stato possibile. Lo scandalo è che la “strage” si sia consumata
    “con” le mani consacrate di uomini di Dio. (Su Google, "pedophilia catholic church",
    appaiono più di 600.000 testi, quanto basta per dire l’importanza che gli viene data).
    Gli autori:
    -Padre Thomas P. Doyle o.p.: dottore in diritto canonico, avvocato presso
    l’ambasciata vaticana negli USA, intervista e difende più di 2.000 vittime.
    - Richard Sipe: sposato, già monaco benedettino per 18 anni, psicoterapeuta, da 34
    cura vittime e carnefici.
    - Patrick J. Wall, già monaco benedettino, sposato, studioso di teologia, politica e
    diritto canonico, è un esperto in materia giuridica riguardante la pedofilia.
    - Dati sulla Chiesa negli USA: su 67.3 milioni di cattolici, ci sono 42.271 preti, 14
    cardinali, 48 arcivescovi, 373 vescovi, 14.493 diaconi (in aumento del 10% l’anno, il
    90% è sposato), 67.773 suore (30 anni fa erano più del triplo), nel 2005 si sono
    ordinati 438 preti, di cui il 37% è di origine latino-americana.
    La storia
    Fin dal 1924 i preti con disturbi mentali vengono ricoverati in casa di cura. Negli
    anni ’50 sottoponendo i seminaristi ai test psicologici, si scopre che i loro “problemi”
    non sono di natura mentale/morale, ma di immaturità emozionale, che non si cura con
    la preghiera. Il 20% del clero soffre di depressione, schizofrenia, abusi sessuali.
    Circolano voci, sospetti, segnalazioni. Dall’alto si rassicura: la pedofilia è trattata
    come una malattia mentale (anni ’60). Nel 1962 gli Stati deferiscono alle autorità
    centrali le violenze sui minori e dal 1968 si danno una legislazione, che nel 1974
    diventa federale. Le case di cura mentale si moltiplicano (anni’60), l’aumento dei
    preti dediti all’alcool, droga, abusi sessuale, è allarmante (anni ’70). Nel 1968 la
    Conferenza Episcopale Americana (=NCCB) ordina una ricerca sul fenomeno.
    1971: su 1.500 preti presi in esame (anni 1930/70), il 20/25% ha gravi difficoltà
    psichiatriche, il 60/70% soffre di immaturità emozionale con attività
    etero/omosessuale. Secondo un’altra ricerca il 74% è immaturo: “La sessualità, non
    risolta né integrata, in molti è a livello adolescenziale”. Il disastro è annunciato ma i
    vescovi non vogliono vedere. Nel 1976, Sipe e Bartemeier li mettono in stato di
    allerta: il 6% dei preti è pedof
    2
    ilo. Le denunce aumentano, le case di cura funzionano a pieno ritmo (1).
    I fatti
    1983/84: il caso di p. Gauthé, 37 stupri, suscita l’indignazione nazionale. Lo
    psichiatra descrive la situazione della vittime come “di una tale assurdità che non si
    riesce neppure a descrivere”. Diversi ragazzi vivono in un incubo permanente e sono
    sotto terapia. La diocesi di Lafayette è citata in giudizio per aver occultato gli abusi
    risalenti al 1972. La prova della complicità del vescovo è di pubblico dominio. Per la
    prima volta i media fanno sapere “come” è gestita la “cosa”. Il delitto è così diffuso,
    che non si riesce più a nasconderlo: 2.000 casi solo nel 1985.
    1990: R. Sipe nel libro Mondo segreto: sessualità e indagine sul celibato, analizza
    1500 interviste (1960/1985): il 6% è pedofilo, il 20/25% frequenta donne, il 15%
    uomini (2).
    1992: i media amplificano il caso di p. James Porter, 200 stupri, 8 anni di carcere.
    Tra il 1985/1992 si accumulano le prove contro i prelati, che trasferiscono i pedofili
    da una parrocchia all’altra, diffondendo l’epidemia.
    1993: le vittime si organizzano in associazione.
    1997: p. Kos, in tribunale a Dallas, di fronte a 12 vittime. Nonostante le prove e il
    giuramento sulla Bibbia, il card. Mahony nega di essere al corrente, ma è condannato
    per complicità. La vicenda risale al 1993 quando le vittime di tre preti, Kos, Hughes,
    Peebles, sporgono denuncia. La diocesi rifiuta di patteggiare per un milione di dollari
    e solo per p. Kos ne pagherà 32. La diocesi di Louisville sborserà 25 milioni, Boston
    85, Orange 100. La gente non è più disposta a sostenere una Chiesa inaffidabile.
    2002: la notizia di 150 stupri di p. John Geoghan sconvolge l’America. Il Boston
    Globe ottiene l’autorizzazione giudiziaria di consultare l’archivio segreto della curia:
    emergono dal nulla 1.200 tragedie, 150 preti pedofili. L’indagine viene estesa a tutto
    il paese. Il papa convoca i cardinali, il card. Low è costretto a dimettersi, la NCCB
    nomina una commissione.
    2005: a Boston p. Paul Shanley è condannato a 12 anni di reclusione.
    Alla fine degli anni ’70 i vescovi si chiedono: che fare per prevenire la strage? come
    curare vittime e trasgressori? A volte i violentati sono trattati come seduttori. Un
    vescovo dirà che quei preti “sono vittime ingenue di ragazzacci di strada”. La
    gerarchia attribuisce le aberrazioni sessuali alla società materialista, alla sovraesposizione
    del sesso, all’enfasi dei media. Parte la crociata in difesa del celibato.
    Una condotta sconcertante: come può un’istituzione dalla rigida morale sessuale
    permettere migliaia di abusi? Non si vuole ammettere che la causa principale è
    l’immagine che la Chiesa ha di se stessa: governo gerarchico di istituzione divina; il
    papa incarna ogni potere: giudiziario, legislativo e esecutivo (can. 331, 333); ogni
    vescovo ha lo stesso potere nella sua diocesi (381). Senza distinzione di poteri, non
    c’è possibilità di controllo. La Chiesa si dichiara “società perfetta”, indipendente e
    autosufficiente. Il Vaticano II la definisce “popolo di Dio”, ma il diritto canonico
    conserva la struttura monarchica e, grazie a Giovanni Paolo II, si torna al Vaticano I
    (1870).
    Tre casi emblematici
    3
    Tre casi, nella stessa diocesi, sono il paradigma di tutto il paese.
    Padre Peebles: la sua ordinazione viene rinviata due volte per alcolismo. Nel ‘79 il
    primo stupro. Nessuna indagine, è nominato assistente degli scout (‘81) e poi
    cappellano militare. Nel 1982 violenta un altro minore. In caserma, altro tentativo. La
    diocesi convince familiari e autorità militari che “la denuncia causerebbe più male
    che bene”. Nominato cappellano a Dallas (‘84), nel 1985 diventa parroco. Un anno
    dopo, altri abusi. La diocesi è preoccupata più della sua immagine che delle vittime.
    Padre William Hughes, ordinato nel 1982, cappellano a Dallas. I genitori non
    immaginano che ci sia morbosità tra lui e la figlia quattordicenne: “Impossibile che
    un prete faccia certe cose”. La madre scopre delle lettere compromettenti, la notizia
    dello stupro arriva al vescovo. Nominato cappellano della gioventù, nell’88 passa a
    un’altra parrocchia, rimanendo in situazione di rischio fino al 1990, rovinando altri
    minori.
    Padre R. Kos, sposato nel 1966, divorziato nel 1971, ottiene l’annullamento (’76),
    chiede di farsi prete. La moglie informa che il matrimonio non è stato consumato, per
    le tendenze morbose del marito: da militare ha stuprato un ragazzo. Ordinato prete
    continua ad approfittare dei minori. Nel 1992 lo psichiatra raccomanda di
    allontanarlo dagli ambienti educativi. Nel ‘93 viene sospeso. I responsabili hanno
    omesso il loro dovere di indagine, non c’è scusa per una condotta così imprudente.
    Cospirazione del silenzio
    Come è stato possibile il silenzio così a lungo? La forza del potere clericale induce le
    vittime a non riferire per paura del castigo divino; i giudici insabbiano le indagini; la
    polizia riconsegna i colpevoli; giornalisti ed editori non interferiscono. I seminaristi
    vivono in un ambiente di soli maschi, le donne sono considerate una tentazione.
    Negli anni ’80 il bubbone scoppia, la pedofilia clericale fa notizia. Si denuncia la
    cospirazione del silenzio. Solo la pressione delle vittime, dei parenti, dei media
    smuove la gerarchia. Nel 1985 i padri Doyle, Peterson e l’avvocato Mouton,
    elaborano un “Manuale di istruzioni” per i vescovi. Non viene preso in
    considerazione, perché lo interpretano come un’ingerenza. Solo nel 1993 la NCCB
    nomina una commissione ad hoc e un’altra nel 2004, che produce un rapporto, il
    quale biasima il comportamento della gerarchia. Si interpella la John Jay University,
    che, prendendo in esamine il periodo 1950/2002, parla di 4.500 pedofili e 10.000
    vittime.
    Celibato sotto accusa
    Il tribunale si interroga: “Come è possibile con tanto di celibato?”. Il diritto canonico
    non prevede delle pene? Il trasferimento da una parrocchia all’altra non è un castigo.
    Da un lato la pedofilia è un’offesa tanto grave da tenere segreta, dall’altro non si
    istruisce il debito processo. I trasgressori sono ammoniti e si ricorre al rimedio
    spirituale, perché il caso è considerato un problema morale. Eppure si sa, la
    confessione assolve il colpevole, non cura il disordine sessuale, tanto meno la sua
    4
    causa. Nei casi più gravi il reo è spedito in casa di cura, che sarà sfiduciata per l’alto
    tasso di recidività (anni ’80) (2). Nonostante le centinaia di indagini, non si conosce
    un solo caso, che sia stato sottoposto a processo canonico. Le omissioni d’ufficio dei
    vescovi erano risapute almeno fin dal 1976, ma nessuno é intervenuto. Il diritto
    ecclesiastico non ha competenza in una materia che spetta all’autorità civile. Un
    danno psico-fisico non si cura con ammonimenti e pratiche di pietà. Gli avvocati
    denunciano non solo l’esecutore materiale del delitto, ma anche chi può essere
    considerato come il mandante. Quando questa accusa è rivolta all’autorità insorge un
    conflitto di interessi, perché il vescovo, essendo giudice assoluto nella sua diocesi, é
    come se dovesse giudicare se stesso.
    Quando i vescovi hanno saputo
    Nessuna amministrazione civile può derogare alla denuncia di un’attività criminale
    senza incorrere nel reato di associazione a delinquere. E’ insostenibile che un delitto
    così grave non sia investigato e processato. Nell’ambito ecclesiastico spesso non si
    procede nell’indagine con la scusa della mancanza di più accusatori. Le diocesi
    negano l’esistenza di documenti ma l’ordinanza del giudice li costringerà a esibirli.
    Spesso le vittime citano in giudizio anche il vescovo, perché, in quanto supervisore, è
    responsabile dell’operato dei suoi preti. Ma come e quando i prelati hanno
    cominciato a sapere? Dalle prove risulta che conoscevano le dimensioni del
    fenomeno ma lo tengono nascosto di proposito. Il metodo della segretezza è un
    codice familiare a ogni sistema auto-referenziale, una forma di società segreta, che,
    per la propria sopravvivenza, nasconde le trasgressioni dei suoi membri. I cardinali,
    giurando di non diffondere nulla che “possa danneggiare o disonorare la santa
    Chiesa”, si impegnano ad occultare lo scandalo. Qualora l’occultamento implicasse
    responsabilità penale, come farà a denunciare i fatti, essendo legato da un giuramento
    sacro? Un vescovo, richiamato dal suo prete per aver giurato il falso in tribunale,
    risponde: “Io mento solo quando devo mentire”. Nel 2002 un giudice della sacra Rota
    sostiene, in un articolo approvato dal Vaticano, che i vescovi non devono denunciare
    alle autorità civili le violenze sessuali dei loro preti. Anche tra loro ci sono alcuni
    sessualmente attivi? Vescovi e preti che violano il celibato sono 4 volte più dei
    pedofili e 3 volte più degli omosessuali. Il reciproco ricatto è troppo facile.
    Impensabile=indicibile
    I documenti forniscono una registrazione parziale dell’attività sessuale di vescovi e
    preti. Ma se resta chiusa in cassaforte a che serve? Le cose si sanno, ma non si
    dicono, perché impensabili e quindi il sesso del clero è da tenere sotto chiave.
    L’educazione impartita ai fedeli inculca che sarebbe un sacrilegio parlare del sesso
    del papa, un po’ meno di quello dei vescovi e dei preti. Hanno rinunciato, eppure
    sono considerati degli esperti per consigliare ai fedeli il comportamento sessuale in
    ogni evenienza. La Chiesa si ritiene arbitro supremo e detta legge sui rapporti
    coniugali, contraccezione, bioetica. Dove attingono tanta competenza? Lo studio
    della morale fornisce le linee guida, il confessionale la conoscenza pratica. Al suo
    interno il sesso può essere conosciuto, esaminato e la confessione diventa una
    lavatrice automatica. Al prete spetta un trattamento speciale, perché è un “uomo
    5
    speciale”: anche i sospetti su di lui non sono leciti. Invece dicerie, indiscrezioni,
    lamentele devono essere prese sul serio, senza dare per scontato che il prete è un
    asessuato, un angelo. La totale fiducia deve essere riconsiderata e il sesso non deve
    più essere un tabù relegato in un sistema di segretezza.
    Né nuovo né locale né passeggero
    Ormai si ammette che la formazione è inadeguata. Le regole del seminario fanno
    presumere che gli impulsi sessuali siano più pressanti in un ambiente artificiale, che
    pare favorire l’omosessualità. Si ritiene che il 40/50% dei preti abbia un orientamento
    omosessuale e sia sessualmente attivo. Il 10% ha iniziato a fare sesso con i colleghi o
    in seminario. La pedofilia ha radici profonde e sistematiche. Le stime dei pedofili
    vanno dal 5 al 7% (3) e il numero delle vittime dovrebbe essere moltiplicato per dieci
    (4). Il 66% dei preti in servizio a Los Angeles era pedofilo, compresi due vescovi
    (1991). La rivelazione di migliaia di abusi indica, che la gerarchia può negare di non
    conoscere la natura scientifica della pedofilia, ma non può sostenere di non sapere
    che tale comportamento è devastante e criminale. Vista l’alluvione di informazioni
    distorte diffuse dalla Chiesa negli ultimi 20 anni, il pubblico ha diritto di sapere come
    migliaia di preti abbiano potuto violentare decine di migliaia di bambini.
    Archivi, segretezza, confidenzialità
    Nessun argomento è oggetto di tanta controversia giudiziaria quanto questo. Gli
    archivi producono prove (5). A Los Angeles più del 50% delle parrocchie hanno un
    prete indagato. Nel 2005, 540 denunce, ma il card. Mahony, per non consegnare i
    documenti, fa ricorso al principio della “formazione privilegiata”: “La confidenzialità
    è essenziale per il nostro lavoro pastorale e, quindi, anche all’esercizio della religione
    cattolica. Si tratta di comunicazioni confidenziali, che esigono il segreto”. Il can.
    1717 prescrive che il vescovo o un suo delegato conduca l’indagine, che deve essere
    scritta e conservata nell’archivio segreto (can. 1719). Una volta conclusa, decide: o la
    procedura giuridica o l’ammonizione pastorale o niente. Non c’è nessuna norma di
    uno speciale privilegio di confidenzialità tra vescovo e prete (6), ma il cardinale
    sostiene il contrario. Se c’è di mezzo un crimine cosa c’entra la confidenza? Questa
    pretesa non ha fondamento sia nel codice che nella teologia. Quando viene a sapere
    di un delitto non deve agire come consigliere spirituale ma come superiore.
    L’esercizio della religione non può esimerlo dall’osservanza delle leggi civili nei casi
    criminali (7). Se un bambino è abusato, chi è a conoscenza è obbligato dalla legge
    civile a riferirlo all’autorità competente.
    Potere clericale
    E le famiglie perché hanno permesso che succedesse? La risposta é nell’abuso del
    potere religioso, una specie di costrizione morale. Educate a non mettere in
    discussione le decisioni e lo stile di vita del reverendo, credono sia peccato
    contraddirlo o chiacchierare di lui. Le sue attenzioni verso un figlio sono considerate
    segno di predilezione. Il solo pensiero di qualche cosa di spiacevole è al di fuori della
    loro immaginazione. La vittima accetta le avances nella più totale incomprensione
    6
    che il prete possa fare del male. Se la cosa prosegue, egli ricorrerà al suo potere
    spirituale per convincerla che nessuno le crederà. Un’impotenza paralizzante.
    L’intimidazione religiosa è dettata dall’ossessione dell’inferno. In un altro testo Sipe
    riporta alcune deposizioni raccolte nei suoi 35 anni di psicoterapia. Dopo avere
    stuprato analmente un ragazzo di 13 anni, il prete dice: "Tutto OK. Siamo
    semplicemente uomini. Tutti abbiamo diritto di soddisfare le nostre necessità e
    desideri”. Il sesso anale "non è peccato, perché non c'è nessuna possibilità di
    gravidanza". "I preti hanno bisogno di abbracci; noi siamo soli e abbiamo le nostre
    esigenze". E’ l'inizio di una lunga relazione anale e orale. Il sesso fa parte del volersi
    bene: "Questo è un esempio di quanto Dio ti ama, perché io sono prete". Uno
    dimostra la stessa cosa ad una ragazzina mentre le tocca i genitali e dice di farlo con
    un'ostia consacrata. "Volevo istruirla, farle vedere che il sesso è buono e santo".
    Il sacerdozio cattolico
    Da dove viene il potere del prete? A lui sono affidati poteri essenziali per la salvezza:
    celebrare l’eucarestia (8) e perdonare in nome di Dio. Il celibato rinforza quella
    mistica, che lo mette al di sopra dei laici. Quando viene ordinato è sostanzialmente
    diverso dagli altri (catechismo, 1581), perché “possiede l’autorità di agire con il
    potere e nella persona di Cristo stesso” (1548). Viene messo sul piedestallo, accanto a
    Dio. Il curato d’Ars dice: “Che cosa è un prete? Un uomo che sta al posto di Dio,
    investito di tutti i suoi poteri. Quando perdona non dice “Dio ti perdoni”, ma “Io ti
    perdono”. Se incontrassi un prete e un angelo, prima saluterei il prete poi l’angelo.
    Questi è amico di Dio, il prete sta al suo posto”. Per la Chiesa la divisione tra preti e
    laici è di origine divina (can. 207). Ma, si sa, l’aureola anzitempo gioca brutti scherzi:
    ti illude di essere costituito in grazia, immune dal peccato, specie da quello banale del
    sesso. Il passaggio dal potere al privilegio, dall’elite alla casta è breve. Il
    clericalismo, se non è la causa di molti problemi, certo li causa per conservare
    privilegi, potere, prestigio, immagine. Quindi non è ammessa debolezza, lo scandalo
    soppresso, le vittime messe a tacere.
    Le proprietà della Chiesa
    La Chiesa americana possiede investimenti, edifici, istituzioni, beni targati tutti come
    “cattolici”. Di chi è la proprietà? Nel 2005 l’arcivescovo di s. Louis e la parrocchia di
    s. Stanislao Costa litigano per 9 milioni di dollari. Nel 1891 un suo predecessore
    aveva trasferito i beni della parrocchia ad una società formata da laici. Secondo la
    legge civile il denaro è loro, ma il prelato lo esige in nome della legge canonica. Il
    problema si complica quando le vittime della pedofilia esigono i danni. Alcuni
    vescovi appellano alla bancarotta, ma è un espediente per tutelare il patrimonio,
    evitare dolorose rivelazioni, dilazionare i processi, ridurre il compenso delle vittime.
    Qualche diocesi propone un fondo. Quelle di Tucson e Portland stabiliscono una data
    dopo la quale non sarà più lecito esporre denuncia. I media disegnano l’immagine di
    una Chiesa preoccupata di salvare i suoi interessi finanziari più che le sue vittime.
    Nel frattempo, diocesi e NCCB ingaggiano agenzie specializzate e non badano a
    spese per ricreare un’immagine di Chiesa onesta e pulita. E’ una benda su un ascesso,
    copre, ma non cura.
    7
    L’impatto sulle vittime
    Chi perde un arto può sostituirlo, ma una parte di sé non tornerà più. La conseguenza
    più comune dello stupro è la perdita di speranza e di fede. L’impatto sulla vittima è
    inimmaginabile, devastante, perché nella sua mente il prete è una figura paterna, il
    rappresentante di Dio in terra. Non predica che il peccato impuro porta all’inferno? Il
    Dr. Lothstein riferisce: “Mi confidano che la loro anima viene assassinata. Un
    assassinio nell’anima, dell’anima. E non possono superare il senso di colpa e di
    vergogna” (National Cath. Reporter, 9.8.2002). Per fotografare questa devastazione
    si ricorre all’espressione: “uccisione dell’anima”. Come se gli fosse stata strappata
    l’anima. E la rabbia esplode contro il prete incontrato per strada e anche contro Dio
    per aver averle violate e abbandonate. Spesso si accusano di aver indotto il prete a
    peccare. Le conseguenze della pedofilia clericale, vere ferite inguaribili, sono
    peggiori dell’incesto. I bambini sono molto vulnerabili e, a volte, non rivelano
    l’accaduto neppure dopo molti anni, per il semplice fatto che non riescono a farlo.
    Sono condizionate dal timore reverenziale, un complesso, che implica forti legami
    emozionali, una specie di legame traumatico, che diventa ancor più patologico se la
    relazione continua nel tempo. Il timore di dispiacere al rappresentante di Dio innesca
    la paura di dispiacere a Dio stesso e questo é paralizzante.
    Perdonare la gerarchia
    Perdonare lo stupratore è difficile, perché anche la fede è stata distrutta. E’
    inconcepibile che chi si reclamizza come un santo commetta simili delitti. E’
    incomprensibile che un’istituzione, la quale si proclama il corpo di Cristo, si svilisca
    e si sforzi di nascondere la sua responsabilità piuttosto che curare il male alla radice,
    cioè se stessa. Gesù non fa sconti a chi scandalizza un bambino: “meglio per lui
    mettersi una macina da mulino al collo e buttarsi nel mare” (9). La macina spetta allo
    stupratore e ai suoi sostenitori, non alla vittima. Si può capire lo stupro di chi dice la
    messa tutti i giorni e assolve i peccati? Come sopportare il tradimento fatto in nome
    della religione? Tutti coloro che hanno ignorato e nascosto sono colpevoli di
    scandalo. E dove era l’altro 90%? Non hanno sentito, visto, non si sono curati delle
    dicerie? Esaminare migliaia di pagine di deposizioni del clero rivela una tale
    arroganza, evasione, falsità, che alcuni avvocati dicono: “Non avrei mai immaginato
    che un vescovo potesse mentire così”. Alcuni hanno offerto le loro scuse: “Siamo
    spiacenti! Psichiatri e avvocati ci hanno ingannato”. Buone intenzioni, ma le scuse,
    da sole, non curano. Non ci vuole né avvocato né psichiatra per sapere che violentare
    un bambino è un delitto. Pochi vescovi hanno chiesto perdono per la loro negligenza,
    cecità e collusione. Non c’è un modo gentile per dirlo: la Chiesa è corrotta come al
    tempo della riforma protestante.
    Più a monte
    Bisogna ammettere che la crisi riguarda il celibato e, più a monte, la presunzione di
    superiorità del clero e il disprezzo della sessualità. La corruzione non viene da forze
    esterne, ma è generata all’interno del sistema clericale. Non si scaccia dal basso, ma
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    dall’alto. Congar diceva: “Nella Chiesa sembra che il peccato della carne sia l’unico
    peccato e l’obbedienza l’unica virtù”. Ci vogliono fatti nuovi per cambiare rotta nella
    visione della sessualità. E questo è il campo nel quale solo i laici possono essere
    “esperti”, perché è di loro competenza. Se il celibato è così fondamentale, la Chiesa
    deve riconoscere che non riesce a dare una preparazione adeguata. Per diventare prete
    uno deve studiare diversi anni. E per gestire le pulsioni? C’è chi dice che i seminari
    fanno il loro lavoro. I fatti parlano diversamente. E’ specioso biasimare i seminaristi,
    la secolarizzazione, il dissenso, il Vaticano II, la rivoluzione sessuale degli anni
    sessanta. La gerarchia ha insinuato che è un problema americano. Questo libro
    dimostra che la trasgressione risale al 309 e continua fino ai nostri giorni. Ciò che è
    nuovo non è il fenomeno, ma la mancanza di credibilità. La corruzione clericale è
    sempre più evidente, l’affidabilità sempre più compromessa. Rispetto, fiducia e
    obbedienza non si possono esigere solo dai laici e solo con la carità genuina questa
    crisi offrirà l’opportunità di vivificare la pastorale e l’integrità della gerarchia. Le
    vittime non devono sentirsi sole e devono agire some se fossero loro “la Chiesa”. I
    vescovi smettano di spararsi sui piedi. A Los Angeles una vittima chiedeva 300.000
    dollari, la diocesi non patteggia, ne sborserà 5.2. Se la Chiesa non è disposta alla
    trasparenza, le costerà caro. I vescovi non sono in grado di riformare se stessi né
    controllare la condotta sessuale dei preti senza l’aiuto e il controllo dei laici. Questi
    fatti dovrebbero sfidare anche coloro che amano la Chiesa, i quali devono esigere la
    massima affidabilità. Non è più il tempo di recriminare, drammatizzare, piangere.
    Questa non è una contestazione, ma un invito alla collaborazione.
    Una sfida per il nuovo millennio
    La Chiesa cattolica non conosce il valore della comunicazione e la utilizza a senso
    unico: direttive, editti, propaganda, discorsi ufficiali. Un sistema “dall’alto in basso”:
    parla, ma non ascolta; governa, ma non tiene conto dei comuni mortali. Molti
    auspicano che Roma si decida ad ascoltare il popolo. I vescovi, convinti che la loro
    autorità è da Dio, rigettano ogni critica come un attacco alla loro persona. Il laicato è
    ridotto a elemento decorativo o di mera consultazione. La pedofilia potrebbe fare
    quello che né teologi né profeti sono riusciti a fare. I prelati, abituati a una specie di
    “onnipotenza”, sono costretti a fare i conti con la loro incompetenza. Per la prima
    volta si trovano faccia a faccia con la forza morale della società civile. Questo fatto
    svela nei media e nei tribunali che l’incondizionata accettazione del loro potere è
    venuta meno. La comunicazione con le vittime spesso è di sfida, confronto, sfiducia e
    cinismo, perché sono rimaste sconcertate dalla loro arroganza, disonestà e mancanza
    di compassione. Alcuni lo riconoscono, tuttavia rimane spesso un atteggiamento di
    superiorità, che compromette il dialogo. I sopravissuti non vogliono essere trattati
    con una stretta di mano e promessa di tante preghiere. Vogliono essere in grado di
    credere che la gerarchia ha capito il loro trauma e i più, quasi miracolosamente,
    vogliono essere certi che chi ha stuprato il loro corpo e la loro anima trovi aiuto e non
    sia più in grado di nuocere. Molti pedofili sono stati riciclati, altre vittime sacrificate.
    La buona volontà di alcuni vescovi è superata dall’intransigenza di altri intrappolati
    nel loro narcisismo. Il tragico incubo ha svegliato il laicato dal coma spirituale, a cui
    era stato ridotto. Alcuni capiscono che possono essere adulti anche nella Chiesa e non
    possono accettare le conclusioni senza fiatare. Le dimostrazioni davanti alle cattedrali
    9
    hanno avuto il loro impatto e molti prelati cominciano a capire che non possono più
    aspettarsi omaggi, inchini e baciamano. In certi casi il confronto tende a irrigidire la
    situazione. Alcuni vescovi non permettono ai cattolici critici (10) di riunirsi nei
    luoghi di proprietà della Chiesa non perché siano eretici, ma perché non sanno
    maneggiare le tattiche del dialogo. Il tempo del confronto è passato. Tutto sarà
    spazzato via solo con un cambiamento di rotta, che parta dall’alto. Il parlare insieme
    incomincia dal dialogo, che non tollera sottomissione né servilismo. La fiducia sarà
    possibile quando i due lati si incontreranno al di là dei ruoli e ci si guarderà in faccia
    prima da uomini e poi da cristiani.
    Una presunzione: l’osservanza del celibato
    Uno dei temi più ricorrenti della storia ecclesiastica è il fallimento del celibato. E’ un
    fiume continuo di norme, canoni, decreti, lettere papali per arginarlo. Lo stupro dei
    minori è sempre stato condannato. Ma a che serve mettere il dito sulla piaga e non
    ricercare la causa? La Chiesa ha disprezzato il sesso in tutte le sue manifestazioni,
    definendolo “sporco, peccaminoso, impuro”. Per S. Ambrogio la donna è una
    tentazione. Per S. Gerolamo il marito che ama troppo la moglie commette adulterio.
    Predomina il dualismo stoico dei greci: la carne è male, lo spirito è bene. Il clima di
    segreto e di vergogna che lo circonda porta all’ossessione per “gli atti impuri”. Ci
    sono preti uxorati e pastori anglicani convertiti al cattolicesimo con la loro famiglia,
    ma per il clero di rito latino il celibato è il tema più controverso. Nonostante
    l’emorragia di 125.000 preti sposati nel mondo, il Vaticano insiste nella sua politica
    dello struzzo e si rifiuta di ammettere il disastro, di cui è causa: amori clandestini,
    concubinato, abusi, aborti, figli abbandonati, alcolismo, droga. Tutto si tollera, si
    rimuovono i fatti, anche il più deplorevole: la pedofilia. Per la prima volta, dalla
    riforma protestante, la vita sessuale del clero viene messa in pubblico. Le vittime di
    tanta sofferenza auspicano di vedere il giorno in cui la pedofilia, questa ferita aperta
    per secoli nel corpo di Cristo, non sarà più che una cicatrice, il ricordo di un triste
    passato.
    Note
    (1) Nel 1976 i Servi del Paraclito inaugurano il primo programma curativo, che sarà applicato a 2.100
    preti. (2) Il codice del 1917, infatti, proibiva di portare il prete in tribunale. (3) Altri ricercatori
    forniscono spiegazioni speciose (distinzione tra pedofilia e efebofilia) e cifre molto diverse: Shupe
    (2000 preti pedofili, l’1%), Jenkins (un migliaio, lo 0,2%), Ratzinger, 1% (1996). Cf M. Introvigne,
    Cristianità n. 282 (1998). (4) Secondo Greely se si calcola la media di dieci vittime per pedofilo si può
    arrivare a più di 100.000/150.000 (1992). La sua proiezione non è lontana dai dati degli esperti, per i
    quali i casi accertati (11.093) andrebbero moltiplicati per dieci. (5) A Boston il tribunale impone al
    prelato di aprire la cassaforte, che occulta migliaia di preti. (6) Per prassi il prelato non confessa i
    propri collaboratori, perché ciò gli impedirebbe di esercitare la sua funzione di superiore. (7) Un
    esempio estremo: il kamikaze si confessa di aver messo una bomba atomica sotto la città. Il confessore
    gli impone di riferirlo all’autorità civile. Se si rifiuta? Il segreto confessionale collide con una legge di
    natura che viene prima della religione? (8) “L’Eucarestia è la sorgente e l’apice della vita cristiana”
    (Catechismo, 1992), “perchè in essa è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa” (n. 1324). (9) A
    Davenport, Iowa, le vittime ottengono le scuse del vescovo e, a futura memoria, verrà innalzato un
    monumento davanti all’episcopio: un'antica pietra usata per macinare il grano con la condanna di
    Cristo: “Chi scandalizza un bambino, sarebbe meglio per lui mettersi una macina da mulino al collo e
    buttarsi nel mare”. (10) Voice of the faithful, The survivors’s network of those abused by Priests,
    (SNAP), Call to action, Future Church, Victim of clergy abuse linkup (VOCAL), Support for women
    abused by nuns (SWAN), Voice from de desert.

    [Modificato da pcerini 19/04/2007 10.29]

    [Modificato da pcerini 19/04/2007 10.32]

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    =omegabible=
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    Città: PISA
    Età: 84
    Sesso: Maschile
    Utente Gold
    Padre Guardiano
    00 19/04/2007 16:33
    re
    Anche questa segnalazione mi sembra interessante....
    Peccato sia in inglese!!!!

    4.392 sono i sacerdoti accusati di violenza sui bambini



    Nei soli Stati Uniti d'America sono 4.392 (quattromilatrecentonovantadue) i sacerdoti accusati di violenza su minore. E in Italia? Quanti sono?



    In un database sono state raccolte tutte le informazioni disponibili sul caso. Eccolo:



    app.bishop-accountability.org/member/index.jsp



    Diffondete il messaggio con il link a più persone possibile, specie tra coloro i quali sono convinti che quello del prete pedofilo sia solo un luogo comune.


    ::::::::::::::::::

    Per sapere del caso di Luigi Cascioli autore del libro denuncia

    "La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù"
    il cristologo che ha denunciato la Chiesa cattolica nella persona di un suo ministro per i reati di
    "abuso della credulità popolare" e "scambio di persona"
    e del processo al Tribunale dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo
    vai su www.luigicascioli.it


    Per avere il libro gratis "Le religioni plagiano - Lettera agli intellettuali"

    di Vittorio Giorgini in formato digitale scrivi a: axteismo@yahoo.it

    Per avere gratis il "Modulo per lo Sbattezzo cancellazione dalla Chiesa cattolica"
    in formato digitale scrivi a: axteismo@yahoo.it

    Per avere gratis la “Cartolina Axteismo”
    in formato digitale scrivi a: axteismo@yahoo.it

    Per avere gratis il "Modulo Axteismo"
    in formato digitale scrivi a: axteismo@yahoo.it
    -----------------------

    Chissa perchè non la chiamano "Chiesa culolica romana"?????
    omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789063]





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    Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

    Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

    Apocalisse Laica

    Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


    Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo