00 17/05/2007 13:37
PREMESSA

Io sono favorevole al riconoscimento giuridico del diritto dei gay al matrimonio civile, anche se non alla richiesta che molti di loro fanno, del diritto di adozione.
I DICO mi appaiono come un compromesso all'italiana, che ha alcune gravi pecche alla radice: essi stabiliscono questo fantomatico "patto di convivenza" applicabile anche agli omosessuali, ma lo rendono privo della dignità del matrimonio civile e di tutti i suoi suoi onori/oneri; in compenso, prevedono la possibilità di essere applicati anche per le coppie eterosessuali, che il matrimonio già ce l'hanno e di patti di convivenza proprio non ne avrebbero bisogno. Così oltretutto legittimano le ingerenze della Chiesa: un matrimonio è un impegno per la vita (o dovrebbe esserlo), ed è una scelta che se fatta, viene premiata da determinati diritti giuridici; costruire una via di mezzo che dà i diritti ma nega i doveri, implica tradire il concetto di base, cioè la promessa di amore ASSOLUTO, rispetto TOTALE e fedeltà ETERNA dei due sposi - promessa che non ha nulla a che vedere con CHI debba esserne garante, se una divinità o uno stato o qualsiasi altra cosa.
Nonostante ciò, partendo dal principio che tutto può essere migliorato, io sarei lo stesso disposto a sostenere i DICO almeno temporaneamente, considerandoli un inizio in senso riformista a favore della tutela dei diritti di due coniugi gay. Sperando naturalmente di non sbagliarmi nel riporre tale fiducia.

Circa la tua argomentazione, Alenis, ti posso dire come la vedo da un punto di vista mio personale.

1) La poligamia e la poliandria sono forme di unione socialmente molto costose. A parte che la poliandria in sé è pochissimo praticata per ovvi motivi (il padre/marito non sa mai chi è suo figlio e chi no, la madre/moglie se si occupa della casa ha pesantissimi lavori domestici). Comunque, se un ricco magnate si vuole fare tre mogli e le mantiene, è un conto. Ma immagina rendere possibile simili tipi di unioni, e poi vederle diffondersi fra gli strati poveri: ti puoi immaginare quali sarebbero i problemi di mantenimento per uno stato sociale? Se muore "un" coniuge, magari uno su quattro, è evidente che la famiglia non sarà azzoppata come se ne fosse morto uno su due, ma risarcimenti, pensioni reversibili, assicurazioni, etc etc etc sarebbero le stesse.
Il che non significa che non sia una cosa fattibile. In un lontano (e ricco) futuro, poligamia e poliandria potrebbero essere forme di matrimonio possili, il punto è che sono molto meno compatibili con la nostra attuale società (e con la nostra attuale cultura) di quanto non lo sia il semplice riconoscimento di diritti coniugali a una coppia di persone che si amano - a prescindere dal loro sesso.

2) In quanto all'incesto, il tuo ragionamento è tendenzioso. La nostra razza, come moltissime altre, ha un istinto biologico di ripugnanza verso l'incesto (dettato da motivi pratici di tipo evolutivo che qui non vale la pena approfondire) e quindi la nostra cultura, sia secolare che religiosa, non lo ha mai favorito. Il che non vuol dire naturalmente che un fratello e una sorella consenzienti non possano fare quel che vogliono, fra le mura di casa loro. La privacy è la privacy. Semplicemente, nessuno ha "voglia" di sostenere una battaglia per l'incesto. Ma i presupposti pratici di tale unione sono lontani anni luce dai presupposti che hanno spinto alla battaglia per i diritti delle coppie omosessuali: la ripugnanza verso l'atto incestuoso è qualcosa connaturato in noi (statisticamente parlando e secondo vari gradi, come tutto ciò che riguarda la specie), mentre quella che alcuni hanno per l'atto omosessuale è dettata esclusivamente dall'educazione - come dimostra l'ampissima diffusione che aveva l'omosessualità nella Grecia classica, nella Roma antica e in altre culture di cui pure abbiamo prova del grande sviluppo.
Oggi è anche una questione di logica: sappiamo che l'omosessualità maschile ha una base genetica (quella femminile manca di prove rilevanti per ora), ed è stata riconosciuta come una tendenza "naturale" di molti individui, mentre l'incesto è privo di qualsiasi base genetica riconosciuta e viene identificato ancora molto spesso come qualcosa che si approssima a una devianza mentale; vera o falsa che sia questa visione delle cose, sappiamo che è sia culturalmente che soprattutto "naturalmente scoraggiato".
Pertanto nella scala che parte dal nostro concetto di "persona sana" e che termina con quello di "persona deviata", l'omosessuale (che pure tecnicamente non è "normale") non è neppure da paragonarsi all'incestuoso.

[Modificato da Rainboy 17/05/2007 14.57]