00 18/07/2007 19:25

Ha il pollice opponibile mobile.

Esce dal laboratorio e arriva sul mercato: un arto cibernetico «quasi umano», comandato da mente e muscoli

Dopo essere stata testata a lungo su civili e militari (in particolare veterani della guerra in Iraq che hanno riportato amputazioni) la mano bionica inventata da David Gow – direttore dei servizi per la riabilitazione del National Health Service scozzese (Nhs) – e disegnata e costruita da Touch Bionics è stata infine lanciata sul mercato.

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TECNOLOGIA QUASI UMANA – La mano è estremamente funzionale: tutte le dita, pollice compreso, sono mobili e possono essere quindi utilizzate esattamente come quelle di una mano vera. L'arto artificiale viene azionato tramite la mente e i muscoli del polso: in questo modo la persona che la indossa può afferrare e usare qualsiasi oggetto o strumento, anche molto piccolo. In pratica il team di Gow ha ricreato il collegamento tra il sistema nervoso e l'arto artificiale, in modo da consentirne il controllo e il movimento diretto da parte del paziente, senza l'ausilio di altre tecnologie e riuscendo a calibrare con facilità la forza della presa.
MAI PIÙ SENZA – Come spiegato da Gow a Bbc, la tecnologia da lui sviluppata è la prima del genere a entrare ufficialmente sul mercato. «Ciò che fa la differenza è il movimento delle dita, che rende naturale prendere o impugnare ogni genere di oggetto. Qualsiasi attività quotidiana è molto più semplice, per me, ora», ha spiegato Donald MacKillop, uno dei primi pazienti ad aver utilizzato la mano bionica nella fase di test condotta dal National Centre for Prosthetics della Strathclyde University. «Chi usasse questa mano anche solo per un mese, di sicuro non ne vorrebbe più sapere di tornare alla vecchia tecnologia», garantisce lo stesso MacKillop.
Alessandra Carboni

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“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer