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e continuiamo......
tutto a gloria ad merdolicam ecclesia [SM=x789053] [SM=x789053]

REGINONE DI PRÜM - Vescovo e legiferatore canonico.
Anno 906 - LIBER DE SYNODALIBUS CAUSIS ET DISCIPLINIS
ECCLESIASTICIS
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BURCARDO DI WORMS - Vescovo e legiferatore canonico.
Anno 1006 - CORRECTOR ET MEDICUS
Anno 1025 - DECRETA
A quei tempi erano i testi fondamentali di riferimento per le punizioni da infliggere a coloro che praticavano la magia e per quelli che si lasciavano attirare da tali pratiche. Si trattava di punizioni e penitenze abbastanza leggere che, col tempo, furono pesantemente aggravate.
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GREGORIO IX - Pontefice.
Anno 1233 - VOX IN ROMA
Bolla pontificia che formalizza l'istituto della "santa inquisizione".
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INNOCENZO IV - Pontefice.
Anno 1252 - AD EXTIRPANDA
Bolla pontificia che prevedeva ed autorizzava gli inquisitori ad applicare la tortura sugli indagati.
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GIOVANNI XXII - Pontefice.
Anno 1320 - SUPER ILLIUS SPECULA
Bolla pontificia per la sistematica definizione dei reati di magia e la regolamentazione delle pene previste.
Questo papa indossava costantemente un talismano, donatogli dalla contessa Margherita di Foix, che lo proteggeva da eventuali cibi avvelenati, cosa assai frequente alla corte papale.
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BERNARDO GUI - Teologo e inquisitore.
Anno(1320) - PRACTICA INQUISITIONIS HAERETICAE ET PRAVITATIS
Tra altre cose, sulla pratica delle invocazioni demoniache, estende l'accusa di stregoneria anche a coloro che eseguivano la raccolta delle erbe.
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NICOLAU EYMERICH - Frate Domenicano, Inquisitore.
Anno 1376 - DIRECTORIUM INQUISITORUM
(V. Appendice)
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UNIVERSITA PARIGI - Facolta' di teologia.
Anno 1328 - VENTINOVE ARTICOLI SULLA STREGONERIA
Questi articoli definiscono "giuridicamente" il reato di stregoneria distinguendolo in due tipi: la stregoneria naturale e la stregoneria eretica. Si stabilisce che la stregoneria eretica e' strettamente legata ad un patto demoniaco.
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In seguito altre universita' contribuiranno alla definizione della teoria demonologica, sia mediante scritti, sia con risposte dirette ai quesiti che a volte i magistrati ponevano. Tutto cio' contribui' ad assicurare un supporto"giuridico" che scaricava la coscienza dei giudici fornendo comode giustificazioni al loro operato.
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CLAUDE THOLOSAN - Giudice del Delfinato per processi di stregoneria.
Anno 1436 - UT MAGORUM ET MALEFICORUM ERRORES
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JOHANNES NIDER - Domenicano, teologo ed inquisitore.
Anno 1457 - FORMICARIUS
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JEAN VINETI - Teologo ed inquisitore di Carcassonne.
Anno 1450 - TRACTATUS CONTRA DAEMONUM INVOCATORES
Distingue la streghe in due categorie: quelle antiche, gia' trattate nel Canon Episcopi, e quelle dei suoi tempi, giudicate particolarmente pericolose perche' appartenenti ad una oscura setta demonolatrica. Mentre per quelle antiche (ormai inesistenti) propone una blanda punizione (penitenza), per quelle moderne prevede la pena di morte, al fine di legittimare tutto l'apparato inquisitorio e i relativi proventi.
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NICOLO' V - Pontefice.
Anno 1451 - CONTRA SACRILEGOS ET DIVINATORES
Bolla speciale destinata all'inquisitore generale delle Fiandre ed ai suoi accoliti con esplicita esortazione ad agire con decisione contro i nemici sacrileghi del cristianesimo.
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NICOLAS JACQUIER - Teologo.
Anno 1458 - FLAGELLUM HAERETICORUM FASCINARIORUM
Definisce le streghe come una setta demoniaca che si e' opposta ed ha combattuto l'autorita' della chiesa sin dai primordi.
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SISTO IV - Pontefice.
Anno 1475 - BOLLA PAPALE
Conferma e ribadisce quanto gia' disposto dai suoi predecessori.
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INNOCENZO VIII - Pontefice.
Anno 1484 - SUMMIS DESIDERANTES
Bolla che convalida in anticipo l'opera di due scrittori, Sprenger e Kramer, i quali si accingevano a pubblicare le loro nuova opera (Malleus Maleficarum).

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BERNARDO RATEGNO - Domenicano Inquisitore
Anno 1485 - LUCERNA INQUISITORUM HAERETICAE PRAVITATIS
Manuale per la persecuzione delle streghe nel territorio comasco.
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SPRENGER E KRÄMER - Jacob Sprenger, professore di teologia a Colonia e inquisitore per la regione renana.
Heinrich von Krämer (detto Institor-Institoris), gia' allora ritenuto affetto da turbe psichiche; teologo e inquisitore per la Germania meridionale.
Anno 1486 - MALLEUS MALEFICARUM
Questo testo convalidato dalla precedente bolla Summis Desiderantes, ha avuto 29 edizioni ed e' stato tradotto dal latino in italiano, francese e tedesco.
E' una delle opere piu' ignobili mai prodotta sotto l'egida della chiesa. Rappresenta la massima espressione dell'ignoranza umana, della perversione, del cieco fanatismo e di una misoginia spinta all'estremo limite; tanto da affermare, in maniera assoluta ed inequivocabile, il legame intercorrente tra il sesso femminile ed il demonio.
Per queste sue "qualita" il testo e' diventato la base ed il riferimento di altri scritti analoghi succedutisi nel tempo, tipo: "Summa Contra Maleficas" ed altri simili.

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ULRICH VON MÜLLER - (Detto Molitoris). Dottore in Diritto Canonico e procuratore a Costanza.
Anno 1489 - DE LAMIIS ET PYTHONICIS MULIERIBUS
Trattato di teorie stregonesche.
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PIERRE MAMORIS - Teologo ed inquisitore.
Anno 1490 - FLAGELLUM MALEFICARUM
Il testo contiene la prima completa definizione del concetto di "sabba".
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ULRICH TENGLER - Governatore di Hochstadt.
Anno 1510 - LAYENSPIEGEL
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SILVESTRO MAZZOLINI - Domenicano, detto anche Prierias.
Anno 1514 - SUMMA SUMMARUM
E' una specie di dizionario teologico.
Anno 1520 - DE STRIGIMAGARUM DAEMONUNQUE MIRANDIS
Distingue tra le streghe frequentatrici del sabba e quelle, meno pericolose, che partecipano al "Corteo di Diana".
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PAULUS GRILLANDUS - Magistrato pontificio.
Anno 1524 - TRACTATUS DE HAERETICIS ET SORTILEGIIS
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JEAN BODIN - Inquisitore.
Anno 1586 - DE LA DEMONOMANIE DES SORCIERES
. Giurista di fama, nel suo trattato nega che alle streghe possano essere applicate le abituali norme processuali.
Stabilisce che un bambino di tre anni, appena in grado di parlare, possa accusare i propri genitori di stregoneria.
Stabilisce inoltre che le streghe debbano essere bruciate vive ma a "fuoco lento".
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GIACOMO VI-GIACOMO I - James Stuart: re di Scozia e, dal 1601, re d'Inghilterra.
Anno 1590 - DAEMONOLOGIE
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NICOLAS REMY - Procuratore della Lorena, al soldo del duca Carlo III. Si vantava di aver fatto condannare 800 streghe in 16 anni.
E' una vocazione che Remy aveva sentito sin dall'infanzia quando, mentre giocava per le strade di Tolosa, "il Diavolo si divertiva come un matto a tirargli delle pietre nelle gambe".
Anno 1595 - DEMONOLATREIAE
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MARTIN ANTON DEL RIO - Inquisitore.
Anno 1600 - DISQUISITIONUM MAGICARUM - LIBRI SEX
Questo lavoro e' stato ristampato ben 20 volte. E' un vero e proprio vademecum di stregoneria. Un manuale enciclopedico di uso pratico per il "perfetto inquisitore".
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HENRI BOGUET - Giudice in Borgogna.
Anno 1602 - DISCOURS DES SORCIERES
Questo testo ha avuto 8 edizioni.
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FRANC.MARIA GUAZZO - Frate.
Anno 1608 - COMPENDIUM MALEFICARUM
L'autore ha inserito nel testo numerose xilografie per meglio illustrare i suoi concetti: seduzione della strega, bacio del culo, ecc.
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PIERRE DE LANCRE - Giudice nei Paesi Baschi.
Anno 1612 - TABLEAU DE L'INCONSTANCE DES MAUVAIS ANGES ET DEMONS
Dotato di illustrazioni esplicative.
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WILLIAM PERKINS - Inglese di confessione puritana.
Anno 1613 - DISCOURSE OF THE DAMNES ART OF WITCHCRAFT
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CRISTIANO IV - Re di Danimarca.
Anno 1617 - ORDINANZA SPECIALE CONTRO LA STREGONERIA
Pur non essendo un testo specifico ha avuto un peso notevole nello scatenare numerosi processi contro sospetti di stregoneria, a Copenhagen ed Elsinore.
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BENEDIKT CARPZOV - Inquisitore e giurista luterano.
Anno 1635 - PRACTICA NOVA INPERIALIS SAXONICA RERUM CRIMINALIUM
Raccolta di sentenze esemplari della Corte di Lipsia, ristampata 9 volte.
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TRIB. INQUISIZIONE - Tribunale dell'inquisizione di Bologna.
Anno 1679 - SACRO ARSENALE
Manuale in uso presso il tribunale per individuare e processare le streghe.
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JOSEPH GLANVIL - Rettore della Abbey Church di Bath (Inghilterra).
Anno 1681 - SADDUCISMUS TRIUMPHATUS
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AUTORI VARI - Generalmente teologi, magistrati e inquisitori.
Anno **** - MANUALI PRATICI PROCESSUALI
Durante i tre secoli in cui duro' il genocidio delle streghe, gli inquisitori seppero organizzarsi per una sempre piu' spedita celebrazione dei processi.
Ai primi "manuali ufficiali" vennero ben presto ad aggiungersi i "manuali personali" che ciascun giudice compilava annotando caratteristiche, particolarita', andamento del processo e relativa sentenza. In un secondo tempo tali manuali passavano di mano, affidati a nuovi giudici e ulteriormente aggiornati.
Venne, col tempo, a costituirsi un corpus giuridico, in grado di dirimere ogni dubbio procedurale, ricco di molteplici informazioni pratiche sulla natura del Diavolo, sulla ricerca del marchio satanico, su metodi e misura nell'applicazione della tortura, sulle modalita' di esecuzione delle sentenze, ecc.
Alcuni di questi manuali contenevano anche suggerimenti per questionari gia' predisposti per l'interrogatorio delle vittime; tanto per non dimenticare l'essenziale!


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§ 15 - IDENTIKIT DEL DIAVOLO

Questa e' una ricostruzione dell'immagine del Diavolo (Satana) fatta sulla base delle baggianate contenute nei testi di alcuni dei "Corvi" elencati al § 14.
Come aspetto fisico si rileva:

figura genericamente antropomorfa
colore grigio-nero, nero o nerissimo
ali membranate (tipo pipistrello)
barba di tipo caprino
ha un solo dente di cui si serve per marchiare le streghe (non tutti gli autori concordano)
cervice dotata di grandi e robuste corna
piedi forcuti
pelle grinzosa
dotato di lunga coda con terminale peloso o forcuto
dotato di grandi mammelle
non dispone di circolazione sanguigna
organo sessuale con le seguenti caratteristiche:
straordinariamente grande e lungo
pesantissimo
fatto in parte di ferro e in parte di carne e rivestito con scaglie di materiale corneo
costantemente in posizione eretta ed in bellavista
temperatura gelida
emissione di sperma freddo come il ghiaccio.
Solitamente si presenta nudo. Quando pero' tenta di circuire o ingannare qualcuno ricorre a vari mascheramenti come, ad esempio:

assume le sembianze di un bellissimo giovane
sempre elegantemente vestito
dotato di calzature o stivali per nascondere i piedi forcuti.
Comunque, anche se mascherato, e' facile avvertire la sua presenza in quanto puzza di zolfo.
Bisogna poi stare molto attenti perche' puo' penetrare, sotto forma di bestie immonde, nel corpo di una persona (preferibilmente donna) generando una terribile possessione demoniaca, o privando istantaneamente un uomo dell'organo maschile.





Analogamente a quanto gia' fatto dalla chiesa in precedenza nella definizione della gerarchia angelica, che comprende entita' che vanno dagli arcangeli ai ....cherubini, anche il Diavolo ha a sua disposizione una gerarchia di entita' infernali, con compiti specifici e ben definiti.
Evitiamo quindi certe confusioni!
Il nome proprio del Diavolo e' Satana; altri nomi usati impropriamente e con i quali si tende a confondere le idee, sono pertinenza di demoni, piu' o meno importanti e con compiti particolari, agli ordini ed alle strette dipendenze del Diavolo; si intende qui' parlare di:

Asmodeo
Astarotte
Baal
Baphomet
Behemoth
Belfagor
Belial
Belzebu'
Berlicche
Leviatano
Malcommetto
Mammone/a
Manometto
Mefistofele
Messer Gaio
Messer Leonardo
Salvanello
Tizia
ecc.
ecc.
Oltre ai detti, che vanno per la maggiore, esite poi il grande esercito dei demoni non qualificati (la bassa truppa), che qualche genio ha preteso di contare e quantificare. Rammentiamo qui' alcuni di questi geniali ed impegnati studiosi:

il teologo spagnolo Alfonso Lopez De La Spina ne ha contati 133.306.668
il teologo Sigmund Feyerabend, nel 1569, era gia' arrivato a 26 trilioni
altri ignoti volenterosi non si sono spinti oltre i 6.700.000.
Particolarmente importanti, per quel che riguarda la cerimonia del sabba, sono i demoni incúbi e succúbi, che i "corvi" di § 14 si sono affrettati ad inventare a naturale completamento delle loro idiozie. Pertanto, tra i partecipanti al sabba:

i demoni incúbi rappresentano una particolare gratificazione fatta dal Diavolo alle streghe: essi avevano il compito di soddisfare i desideri sessuali delle partecipanti con un coito di natura "glaciale";
analogamente i demoni succúbi dovevano assogettarsi alle voglie di eventuali partecipanti di genere maschile.
Alcuni teologi, esperti demonologi, hanno sostenuto che l'Inferno sia organizzato come una struttura/sistema feudale del quale e' capo un Imperatore (Satana), a cui sono sottoposti:
sette re (Asmoneo, Astarotte, Baal, ecc.)
una ventina di duchi
dieci marchesi
undici conti
e alcuni presidenti
Altri invece sostengono l'esistenza di una "Corte Infernale", dove l'Anticristo sarebbe il buffone di corte e Mammone il tesoriere; esisterebbero poi coppieri, siniscalchi, panettieri, ecc.
Altri ancora danno per certo che l'Inferno e' strutturato come un esercito con tanto di generali, colonnelli, capitani, marescialli, ecc. a capo di legioni di diavolacci brutti e cattivi.

La demonologia era rimasta a lungo poco studiata in ambiente europeo (mentre nel Vicino Oriente era stata oggetto di studio da parte di manichei, zoroastriani, iazidi, gnostici, sufi, ecc.). Solo in epoca piu' tarda inizio' a svilupparsi anche da noi un "catalogo" di diavoli - e poi anche di angeli - con relativi attributi ed inquadramento gerarchico (re, principi, generali dell'Inferno, ecc.) Tant'e' che, mentre nel '300 Dante dovette inventarsi i nomi dei diavoli e degli angeli, nel corso del '500, sia a seguito del neoplatonismo e di contatti con la Cabala, (a sua volta in sviluppo) sia a seguito del maggiore interesse causato dai processi alle streghe, inizio' a svilupparsi quella cultura delle potenze celesti ed infernali che sfocio' nei trattati di demonologia del '600 e dei secoli successivi. (Rif. 105)




§ 16 - LA RICERCA DEL CONSENSO

Reinventare il Diavolo e demonizzare streghe e guaritrici non sarebbero stati comunque elementi sufficienti per convincere anche i piu' sprovveduti non solo ad accettare il massacro che si stava prospettando ma anche a farlo ritenere "opera santa" finalizzata a salvare l'unica vera fede e la santa madre chiesa.

Era necessario che quel vago timore, da sempre nutrito dalla gente nei confronti della strega, si tramutasse in terrore e in odio furibondo. Per ammazzare impunemente le streghe occorreva che la massa credesse ciecamente nei poteri demoniaci delle streghe stesse.

Il clero si mise quindi alacremente all'opera per realizzare un colossale lavaggio del cervello, ricorrendo a molti artifici e indicando dal pulpito la strega come unica fonte di tutti i mali che affliggevano la societa'. Tra le tante iniziative:
venne imposta la lettura in chiesa delle accuse e delle sentenze di condanna
la stessa lettura veniva eseguita in pubblico poco prima dell'esecuzione
si tenevano martellanti prediche contro la stregoneria durante i processi e prima dell'esecuzione
si organizzavano turni di preghiera collettiva
si tenevano sermoni di natura tale da indurre gli stessi fedeli a "vigilare" e a individuare possibili streghe nell'ambito della propria famiglia e tra i conoscenti e chi non collaborava era minacciato di scomunica
le sedi dei processi furono trasferite in citta', o in grossi borghi, e le esecuzioni fissate nei giorni festivi per favorire la massima affluenza del pubblico (prima la messa e poi il rogo!)
molti preti divennero famosi per lo zelo con cui individuavano e deferivano all'inquisizione i presunti colpevoli di stregoneria (Cambresis)
in alcune parrocchie gli inquisitori affissero delle lettere e dei bandi sollecitando categoricamente la delazione da parte dei fedeli (Franca Contea, 1657)
catechismo e prediche contribuirono a diffondere quei concetti di:
patto col Diavolo
sabba
che la massa ancora ignorava
il clero sviluppo' ed alimento' un assurdo sentimento repressivo nei confronti della sessualita' in generale ritenendola di per se stessa, atto ispirato dal demonio ed, in qualche occasione, riconducibile ad atto di vera e propria stregoneria.
Prima la chiesa cattolica e poi quella riformata definirono quindi in maniera assurdamente teorica un concetto di stregoneria sino ad allora sconosciuto e lo imposero ad una societa' ignorante ed asservita per togliere di mezzo quelli che ritenevano in definitiva, potenziali nemici e concorrenti ai loro interessi di bottega.
Era inammissibile che una strega riuscisse a curare, con i suoi preparati, dei malanni sui quali preghiere e benedizioni non avevano avuto effetto!!

Un altro fattore che contribui' a portare la persecuzione a livelli allucinanti fu l'adozione, in quasi tutta l'Europa, del sistema giuridico inquisitorio.


Ancora oggi, in qualche paese della Lunigiana, sono visibili, sopra gli ingressi delle case, strane sculture (faccioni) a suo tempo disposte per tenere lontane le streghe e/o gli spiriti demoniaci.



§ 17 - SISTEMA INQUISITORIO

Affermatosi lentamente in tutta Europa (salvo poche eccezioni), nel corso del 1200-1300, questo sistema fu la manna caduta dal cielo per tutti gli inquisitori e permise loro, restando impuniti, di esercitare ogni genere di barbarie.
Questo sistema, eliminando la responsabilita' diretta del denunciante, delegava il compito di sostenere l'accusa al magistrato che poteva agire e disporre, indisturbato e protetto dalla chiesa e dal sistema, sia sulla base di "soffiate" di anonimi delatori, sia agendo personalmente sulla base di sue personali e prevenute "sensazioni".

Il sistema inquisitorio prima e l'adozione della tortura quasi subito dopo, facilitarono enormemente e misero nelle mani degli inquisitori un'arma potentissima ed incontrollabile. Le raccomandazioni di moderazione nell'uso di questi strumenti, da parte di principi e governanti illuminati, caddero quasi sempre nel vuoto.

Eliminata la responsabilita' diretta dei delatori anonimi e quindi protetti da possibili ritorsioni, una miriade di individui si senti' in dovere di denunciare per motivi di vendetta, invidia, rivalsa, guadagno ed altri bassi istinti, persone innocenti trascinate in processi di stregoneria dai quali si usciva, nella maggior parte dei casi, per la via del rogo.
Le garanzie per l'imputato vennero totalmente cancellate; pochissimi di essi potevano permettersi un difensore che in pratica era impotente contro il sistema. Era sufficiente la dichiarazione di due testimoni dell'accusa e la confessione strappata con la tortura per essere mandati a morte.

Per quanto riguarda i tribunali interessati essi si possono ripartire in due categorie:
tribunali ecclesiastici (inquisizione in senso stretto) che avevano il compito di individuare e smascherare i delitti di stregoneria, formulare le accuse e poi consegnare l'imputato ai tribunali laici (secolari) per lo svolgimento del processo (il lavoro sporco).
Questo per un motivo tanto semplice quanto ipocrita: il prete e' ministro di Dio in terra e quindi "santo e buono" per definizione; pertanto il prete non puo' esercitare atti di violenza su nessuno, streghe comprese
tribunali secolari (magistratura ordinaria) che, alla pari dei tribunali ecclesiastici, potevano individuare, arrestare e condurre il processo dei presunti colpevoli (con il beneplacito degli inquisitori), facendosi carico anche del "lavoro sporco" che la chiesa rifiutava: tortura, esecuzione, ecc.
Entrambe le strutture partivano dal presupposto che


l'accusato era colpevole sino a dimostrazione del contrario.

Se era innocente sarebbe stato certamente protetto da dio e quindi in grado di sopportare qualsiasi angheria, compresa la tortura. Altro presupposto importante sanciva che se durante il processo:
- l'accusata taceva era un segno palese che il Diavolo la sosteneva
- l'accusata parlava per negare e difendersi allora si dava per scontata la sua complicita' col Diavolo.

Un particolare va notato: molti processi vennero attivati a seguito di specifiche denunce di soggetti che, "in buona fede", ritenevano di essere stati vittime e danneggiati da qualche sortilegio (la perdita del raccolto per una grandinata, la moria del bestiame ed altro). In questi casi i tribunali non ebbero esitazioni a ritenere la presunta strega colpevole del maleficio, ma nessuno di essi stabili' una quota di "risarcimento danni" a favore dei denuncianti. Tutto cio' che si poteva carpire alla vittima, mediante il sequestro dei beni, finiva invariabilmente nelle tasche dei magistrati e dell'inquisizione.


§ 18 - IL PROCESSO

Riportiamo di seguito le fasi sequenziali piu' importanti attraverso le quali si svolgeva un processo di stregoneria con il sistema inquisitorio. La sequenza e' quella che si puo' ricavare dall'esame degli atti processuali esistenti e dalle indicazioni riportate sui manuali citati nel § 14.
Non e' detto che questa sequenza fosse sempre rispettata; alcune fasi potevano essere omesse ed alcune altre reiterate. Comunque questo e' l'iter piu' logico e completo comunemente accertato.

La tendenza a spettacolarizzare il processo era molto marcata; si cercava di dare il massimo di pubblicita' al dibattito e a protrarlo nel tempo (sopratutto se l'accusato era benestante).
Un'altra caratteristica era quella di annotare e verbalizzare ogni atto, dichiarazione o evento processuale con estrema pignoleria; questo ha consentito agli storici di ricostruire, con molta precisione, lo svolgimento di alcuni processi molto significativi.
Normalmente la verbalizzazione degli atti processuali veniva affidata ad un notaio patentato.


§ 18.1 - IL PROCESSO: SOSPETTI ED ACCUSE

Nel periodo di massimo furore persecutorio delle streghe, essere accusati di aver fatto un patto col Diavolo e praticare malefici era una cosa facilissima, specie nelle campagne, nell'ambito di piccoli miserabili villaggi.
Erano necessarie alcune condizioni, assai frequenti nel contesto sociale in cui era maturata questa follia:

essere donna
essere sola ed indipendente
vivere miseramente ai margini della societa'
vivere di elemosina, sovente richiesta con insistenza.
In alcuni casi, e senza altre motivazioni, il sussistere di una o alcune di queste condizioni fu piu' che sufficiente per provocare l'arresto "d'ufficio" ed avviare il processo per stregoneria.
Molte di queste persone, pur essendo delle miserabili, venivano arrestate come "esca" da cui ottenere, con la tortura, i nomi di altre persone, presunte complici, economicamente piu' dotate e quindi in grado di arricchire, con successivi processi, i magistrati, il clero e tutti gli altri appartenenti all'apparato giudiziario.

In altri casi invece la vittima veniva accusata da testimoni di comodo, ai quali era garantito l'anonimato ed una adeguata ricompensa, disposti a giurare il falso su fatti e circostanze che oggi possono apparire come dementi.
Quello che segue e' un campionario, ovviamente incompleto di circostanze e di atti anche innocenti che potevano aprire la strada verso il rogo:

non praticare alcuna religione
non andare regolarmente in chiesa
non rispettare il riposo domenicale
avere pronunciato qualche bestemmia
fornicare e prostituirsi
essere sospetti di adulterio
aver abortito o aiutato ad abortire
accennare qualche passo di danza in prossimita' o attorno ad un fuoco, sole o in compagnia
possedere un rosario privo della relativa crocetta
tenere in grembo, accarezzare e/o nutrire un gatto nero (§31 - Gatti e demoni)
pronunciare preghiere o fare atti di devozione in chiese in rovina e sconsacrate
tenere in casa un galletto nero
raccogliere erbe e radici durante la festa di S. Antonio
raccogliere erbe e radici genuflessi verso oriente
essere omosessuali
aver curato con pozioni o unguenti un infermo che poi era morto
praticare in genere l'arte di curare con le erbe
aver pronunciato, nel corso di un litigio, parole oscure ritenute maledizioni in grado di procurare il "malocchio" e la "malasorte"
essere figlia/figlio di donna gia' condannata per stregoneria
avere inveito e/o minacciato qualcuno che aveva rifiutato l'elemosina.
Questo e' dunque un campionario delle banalita' che, se opportunamente testimoniate da qualcuno, potevano provocare l'arresto ed il processo.
Era sufficiente che in qualche sperduto villaggio accadesse qualcosa di insolito come una grandinata, un infortunio ad un bimbo, la morte repentina di una vacca malnutrita, che subito il fatto veniva collegato all'opera malefica di una qualche mendicante brontolona passata, alcuni giorni prima, a chiedere l'elemosina.

In altri casi le accuse erano piu' specifiche e tali da lasciare intendere come la scusa della stregoneria fosse sovente un comodo mezzo per dirimere questioni familiari, politiche o per togliere dai piedi presenze fastidiose ed indesiderate.
Molte madri di famiglia dispotiche ed autoritarie verso il marito o i figli adulti, furono accusate di stregoneria dai loro stessi congiunti e tolte di mezzo.
Se poi una donna sola era ricca ed esercitava una qualche influenza nell'ambito della comunita' locale, un'accusa di stregoneria ben congegnata consentiva a lontani parenti e ai magistrati di appropriarsi e spartirsi il patrimonio senza tanti problemi di successione.

Per inciso, Giovanna d'Arco fini' sul rogo non solo per motivi politici, insufficienti ad una tale condanna, ma in quanto accusata anche di essere strega ed aver eseguito riti pagani danzando intorno al grande faggio magico di Domrémy ed averne adornato i rami con ghirlande di fiori; se si fosse trattato solo di delitto politico o di tradimento avrebbe dovuto essere decapitata o strangolata.

Nei paesi originariamente celtici le sacerdotesse del culto locale (druidesse), man mano che l'invasione cristiana procedeva, vennero dichiarate streghe per definizione. Pur non potendo essere accusate di aver fatto un patto col Diavolo, le druidesse erano invise al clero in quanto concorrenti della bottega cristiana e, sopratutto perche', pur essendo donne esercitavano funzioni sacerdotali; cosa assolutamente inconcepibile all'assurda misoginia dei sacerdoti cristiani.

La strega era, nella maggior parte dei casi, persona indigente e miserabile che vivacchiava con la raccolta dei frutti spontanei che la natura offriva e di elemosine sovente negate. Nelle campagne dove l'assistenza medica era sconosciuta (e persino impensabile), la strega cercava di trarre sostentamento sfruttando quelle nozioni che le erano state tramandate, preparando rimedi a base di erbe da vendere o scambiare con cibo con quanti erano nella necessita' di curarsi. Questo la rendeva sospetta e quindi perseguibile, da parte della chiesa, per almeno due ragioni:

la malattia veniva considerata e predicata dalla chiesa come un "castigo divino" per i peccati commessi e pertanto gli unici rimedi possibili, per i poveracci, erano il pentimento e la preghiera. Era temerario anche il solo pensare che potessero esserci altri rimedi al di la' della superstizione cattolica.
pero' chi aveva quattrini poteva indurre il padreterno a chiudere un occhio ricorrendo a rimedi del tutto simili a quelli delle streghe, preparati nelle cantine dei monasteri da monaci erboristi e/o alchimisti; verso di essi la strega, con le sue modeste pretese, si poneva in fastidiosa concorrenza.
restava comunque mal vista la concorrenza tra i medici laureati, provenienti dall'ambiente ortodosso e le erboriste, mammane, ecc. che si muovevano in un ambiente teologicamente sospetto.
E' interessante rileggere a questo proposito SHAKESPEARE, Romeo e Giulietta, Atto II, Sc.III - La cella di Frate Lorenzo.


§ 18.2 - IL PROCESSO: L'ARRESTO

Su ordine del magistrato o dell'inquisizione almeno quattro militi venivano incaricati di arrestare la presunta strega, giocando sul fattore sorpresa.
L'arrestata doveva essere immediatamente posta dentro una grossa cesta e condotta in carcere tenendola ben sollevata da terra. Si riteneva che se la strega avesse toccato terra avrebbe potuto acquisire la forza di resistere a qualsiasi tortura procurandosi il cosidetto "maleficia taciturnitatis".

Anche il fattore sorpresa era importante in quanto la strega, se messa in allarme, avrebbe potuto volare via a cavallo di una scopa o di un animale, oppure acquisire il maleficia taciturnitatis:
bevendo un miscuglio di acqua, vino e menta
mangiando una focaccia impastata con il latte di una madre e di una figlia
inghiottendo del sapone ammollato in acqua
uccidendo un neonato, non ancora battezzato, bruciandolo e cospargendosi il capo con le sue ceneri.



§ 18.3 - IL PROCESSO: IL MARCHIO DEL DIAVOLO

Durante i processi di stregoneria la ricerca del marchio era un atto propedeutico ed indispensabile per la prosecuzione del processo stesso e per l'applicazione della tortura.
Quindi all'inizio del processo la strega veniva denudata e rasata dalla testa ai piedi in modo da rintracciare sul suo corpo quel marchio che provava indiscutibilmente il suo patto demoniaco.
Secondo i saggi inquisitori:
non poteva esistere strega che non avesse fatto un patto col Diavolo
non poteva esistere patto che non fosse segnato dall'indispensabile marchio.
La ricerca del marchio, se questo non era subito e chiaramente individuabile, poteva durare ore, a volte giorni, nel qual tempo zelanti ed esperti ricercatori trafiggevano il corpo della vittima, comprese le parti piu' intime, con degli spilloni per individuare e far risaltare il segno nascosto.

Si supponeva che il patto col Diavolo potesse essere stipulato in varie occasioni, per esempio nel corso di particolari cerimonie solenni notturne, alle quali partecipavano streghe ed aspiranti tali. Nel corso di tali cerimonie le streghe evocavano il Diavolo e lo onoravano uccidendo neonati e bevendo il loro sangue.
Pero' la maggior parte degli autori di § 14 riteneva che le cose avvenissero in altro modo e che fosse il Diavolo a scegliere ed adescare la donna (o l'uomo) con cui stipulare il patto, secondo una procedura abbastanza convenzionale:

Di solito il Diavolo assumeva l'aspetto di un bel giovane, molto elegante ed appariva alla candidata strega adescandola con l'offerta di appetitose ricompense, concessione di poteri personali o promesse di travolgenti appagamenti sessuali, cosa quest'ultima assai apprezzata e gradita da parte delle donne di una certa eta' e sole al mondo.




La candidata doveva ripudiare la fede cristiana, sputando e calpestando un crocifisso o altra immagine sacra.





La strega veniva poi ribattezzata nel nome di Satana e gli rendeva omaggio baciandogli il sedere.




Qualche volta (non tutti concordano) la strega riceveva in dono una moneta, destinata a trasformarsi in una pietra inutile, non appena il patto fosse stato concluso.
Il patto veniva redatto e sottoscritto col sangue su di una pergamena vergine e conteneva una dichiarazione formale del seguente tenore:

"Mi impegno a ricompensare il mio signore Satana, tra venti anni, di tutti i doni che Egli mi fara'. Con questo patto gli concedo il mio corpo e la mia anima di cui potra' disporre a suo piacimento."


Infine la nuova strega riceveva dal Diavolo un marchio in un punto ben nascosto del corpo; in genere nelle parti intime, ma non sempre. Il marchio poteva consistere nella particolare disposizione di alcuni nei, un segno sulla pelle avente la forma di una zampa di pollo, oppure il cosidetto "occhio del Diavolo" che consisteva in uno speciale neo collocato nella parte interna di una coscia, in prossimita' della vagina.
Il marchio poteva anche essere invisibile e consistere in una piccola parte dell'epidermide resa insensibile al dolore e non sanguinante se trafitta. In determinate occasioni, al fine di individuare comunque il marchio, vennero usati particolari spilloni con punta rientrante quando erano premuti sul corpo della vittima. In questo caso la mancanza di dolore veniva interpretata come chiaro segno dell'esistenza del marchio. Questi spilloni con la punta retrattile furono inventati, all'inizio del seicento, dal medico inglese Hopkins per facilitare il lavoro degli inquisitori.

Alcuni testi, riferiti alle streghe nostrane, affermavano che dopo un iniziale consenso al patto, il Diavolo portava la donna in volo al "Grande Noce di Benevento", sotto il quale riceveva il giuramento della nuova adepta.

Qualche volta il Diavolo esagerava. Nel 1657, sul corpo di Janet Bruce, una strega scozzese, gli attenti ricercatori di marchi ne trovarono quattro.

Diventata strega a tutti gli effetti, la nuova adepta aveva la facolta' di invocare il Diavolo, o altri demoni, e ricevere precise istruzioni e sostegno nell'operare malefici, comporre pozioni ed unguenti diabolici e apprendere formule segrete e simboli magici.


continua...........

eppoi vorrebbero oggi insegnarci a vivere..... [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]



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Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo