00 30/10/2007 23:49
Michele Serra e la richiesta di obiezione ai farmacisti


Prima di entrare in farmacia, per evitare discussioni indesiderate sul senso della vita, ci toccherà informarci sugli orientamenti religiosi e morali del gestore? Se cattolico (nel senso militante del termine) potrebbe infatti accogliere l´invito del Papa a estendere l´obiezione di coscienza anche al suo negozio, e rifiutarsi di fare commercio di “farmaci che abbiamo scopi chiaramente immorali”. Ovvero quei farmaci che evitano la gravidanza come la “pillola del giorno dopo”, oppure consentono di interromperla in forme meno dolorose e umilianti rispetto a quelle conosciute e praticate fino a poco tempo fa. E´ l´ennesima tappa della lunghissima marcia del Vaticano all´interno della vita pubblica di questo Paese. Così profondamente innervata, come è ovvio, dalle leggi e dalle regole che governano la vita di tutti - anche dei non cattolici - da rendere inevitabile il continuo cozzo di molti dei pronunciamenti vaticani, specie sulle questioni di carattere etico, scientifico e medico, con l´attività dei legislatori e con la sensibilità profonda di milioni di cittadini. […] Questa idea - illiberale, per usare un termine usato spesso molto a sproposito - che una morale religiosa possa e debba egemonizzare (per salvarlo, naturalmente) un intero consesso sociale, possa condizionale le leggi, benedire ribellioni etiche come l´obiezione anti-abortista perché “nel senso giusto”, ma poi condannare ribellioni etiche come il diritto alla buona morte perché “nel senso sbagliato”, non può non generare un duro conflitto tra le gerarchie ecclesiastiche e una parte molto consistente dell´opinione pubblica laica. Probabilmente molto più consistente della ristretta quota di politici che la rappresenta.

Davvero stupisce, in questo senso, l´inspiegabile sbalordimento espresso dal cattolicesimo più curiale di fronte alle ovvie polemiche e alle ovvie reazioni provocate da ogni nuova sortita vaticana direttamente indirizzata alla vita politica, sociale e anche privata degli italiani: di tutti gli italiani, non solo dei cattolici. E´ come se non fosse contemplata altra etica, altra sensibilità, altra scelta. E dunque l´insorgere imprevisto di altra etica, altra sensbilità, altra scelta, lasciasse letteralmente di stucco i depositari della Verità. E´ come, tornando al caso specifico, se una persona che decide di non avere un figlio (o al contrario di averne uno con metodi “immorali”) non avesse già pensato, già sofferto, già deciso o dubitato abbastanza, non avesse vissuto con serietà sufficiente. Ma davvero la sua sola possibilità di salvezza, per la Chiesa, è sperare di imbattersi in un farmacista con la verità in tasca, che gli neghi i farmaci “immorali” e gli suggerisca di raccomandarsi a un Dio nel quale magari non crede?

Potete scaricare il testo completo dell’articolo di Michele Serra (pubblicato oggi da “Repubblica”) dal sito della Camera dei deputati

Sempre su “Repubblica”, strepitosa vignetta di Bucchi, con un prete che afferma “Riguardo alla omosessualità - obiezione di coscienza ai venditori di letti”

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