00 04/11/2007 19:17
Sviluppo del POTERE centralizzato
Col consenso dell'autore col quale condivido la direzione di pensiero e di analisi ho il piacere di postare un suo intervento edito ieri sul forum So.Spi perchè mi pare molto obiettivo e di ottima fattura.

L'autore posta col nick "Saulo di Tarso"

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Chiedo scusa per la lunghezza del file. Ringrazio chi avrà la pazienza di leggermi.

Lo sviluppo del potere centralizzato

L'autorità centrale

"Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunziava la parola di Dio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Dicci con quale autorità fai queste cose o chi è che t'ha dato quest'autorità»". Luca 20:1,2 - CEI(1)

La lotta che oppose Gesù Cristo ai capi religiosi del suo tempo, scaturiva proprio dal problema dell'autorità. Infatti la classe sacerdotale si riteneva depositaria dell'autorità conferitagli divinamente. Gesù rimproverò i farisei dicendo che si erano seduti sul seggio di Mosè.... "Allora Gesù parlò alla folla e ai suoi discepoli, dicendo: Gli scribi e i farisei
siedono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque
e osservate tutte le cose che vi diranno,
ma non fate secondo le loro opere;
perché dicono e non fanno." Mt 23:1-3 - NR

Chiaramente consideravano Gesù una minaccia al loro potere. Egli insegnava cose che spesso erano in contrasto con gli insegnamenti dei sacerdoti e dei maestri del tempo.

Dai giorni di Gesù ad oggi le cose non sono cambiate. La storia testimonia quanto il problema dell'autorità si sia riproposto. Persone che dapprima si erano opposte alla tirannia dell'autorità poi a loro volta nè sono state influenzate quando hanno assaggiato il lato seducente del potere.

Infondo le cose non sono poi così complicate quando si tratta di vivere secondo i principi cristiani; basta avere la forza di seguire i semplici esortativi di Gesù:

"Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo." Matteo 23:8,10 - CEI

"Ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio." Matteo 20:25 - NR

Titoli, posizioni ufficiali, onorificenze e quant'altro ponga un uomo in una posizione superiore agli altri, conferendogli un livello spirituale differente, va contro le relazioni fraterne e perciò non può essere cristiano. Viola i cardini stessi del cristianesimo annullandone di fatto il potere sulla vita delle persone.

Qualcuno chiederà: che dire allora dei termini che troviamo nelle Scritture quali pastore,maestro, profeta, anziano...? Evidentemente si tratta di titoli che rappresentano un tipo di servizio che tali uomini adempivano all'interno della comunità; non descrittivi quindi di posizioni di privilegio. Il fatto che alcuni servivano in tali responsabilità non li poneva in una posizione superiore, quella di capi spirituali perché il capo di ogni uomo è il Cristo (1Corinti 11:3 Voglio però che sappiate che di
ogni uomo il capo è Cristo... - CEI ). I passi scriturali seguenti attestano quanto affermato:

"Ora vi è diversità di carismi, ma vi è un medesimo Spirito. Vi è diversità di ministeri, ma non v'è che un medesimo Signore. Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune. Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, carismi di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole... Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue. Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori? Fanno tutti dei miracoli? Tutti hanno forse i doni di guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Interpretano tutti? Voi, però, desiderate ardentemente i carismi maggiori!" 1 Corinti 12:4-11, 27-31 - NR

Le capacità e il servizio reso da uomini capaci avrebbe permesso al gregge di crescere spiritualmente nella maturità cristiana permettendo l'evoluzione da bambino ad adulto spirituale:

"fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all'altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore;" Efesini 4:13,14 - NR

Contrariamente si crea un sistema in cui si è costretti a dipendere dagli altri, che pensano e decidono per noi facendoci credere ciò che vogliono:

"Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo. Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali. Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate secondo la natura umana?" 1Corinti 3:1-3 - NR

"Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo." Ebrei 5:12-14 - CEI

E` vero che Gesù invitò i suoi discepoli ad essere simili ai bambini «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete
come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Matteo 18:3 - CEI , ma ciò è vero solo nel rapporto personale del cristiano con Dio, non certo verso gli uomini! Per esemplificare possiamo paragonare la comunità cristiana ad una famiglia (1Timoteo 5:1,2 Non essere aspro nel riprendere un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre; i più giovani come fratelli; le donne anziane
come madri e le più giovani come sorelle, in tutta purezza. - CEI ). Il capo famiglia può delegare una certa autorità al figlio maggiore quando lui è assente. Che dire se il figlio maggiore abusa di tale autorità e incomincia ad imporre regole non richieste, a richiedere un rispetto e un'obbedienza dovuti solo al padre? Egli non ha il diritto di pensare di essere il vero capo famiglia, non è vero? Gesù è il solo capo della famiglia cristiana, il solo che ha diritto di comandare e di legiferare. Attraverso le Scritture possiamo essere edotti su ciò che piace al Signore e agire di conseguenza.

"ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell'amore." Efesini 4:15,14 - NR

Il caso di Gerusalemme
Come abbiamo considerato nell'introduzione del primo studio, a Gerusalemme risiedevano gli apostoli. Nel capitolo 15 di Atti si narra appunto della convocazione di quello che fu,in seguito, chiamato il primo concilio di Gerusalemme. In verità le Scritture non fanno capire che gli apostoli avevano l'abitudine di riunirsi periodicamente per considerare le attività del popolo di Dio. Quel concilio fu un'adunanza speciale, non ordinale, causata dal problema della circoncisione; certi cristiani di origine ebraica provenienti da Gerusalemme avevano causato difficoltà ai gentili della chiesa di Antiochia pretendendo che fossero circoncisi secondo la legge di Mosè. Ed è proprio perché i gerosolimitani erano all'origine del problema che esso fu discusso a Gerusalemme. Infatti, Paolo e Barnaba, che si trovavano ad Antiochia, furono incaricati di presentare la questione agli apostoli a Gerusalemme. In seguito a ciò fu indetta una riunione speciale per decidere il da farsi:

"Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: "Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi". Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione." Atti 15:1,2 - CEI

I sostenitori dell'autorità centrale vedono in questo la prova che a Gerusalemme esisteva una specie di corpo dirigente che aveva autorità su tutte le chiese del popolo di Dio. Cercherò di dimostrare che questa idea non corrisponde al quadro biblico.

Una chiara luce sull'argomento la fornisce la conversione dell'apostolo Paolo. Egli, prima della conversione, era un pericoloso persecutore dei cristiani. Il suo nome (Saulo di Tarso) gettava nel panico chiunque fosse cristiano. Perciò quando anche lui si convertì al cristianesimo, se a Gerusalemme c'era la sede dell'autorità centrale, avrebbe dovuto recarsi li, con spirito di sottomissione e ubbidienza, cercandone la guida specialmente in considerazione del fatto che come apostolo delle nazioni Ma il Signore disse: Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; Atti 9:15 - CEI

Al contrario Gesù ordinò a Paolo di entrare in Damasco per incontrare un cristiano di nome Anania e ricevere istruzioni (Atti 9:6 Egli, tutto tremante e spaventato, disse: Signore, che vuoi che io faccia? Il Signore gli disse:Alzati, entra nella città e ti sarà
detto ciò che devi fare. - NR ).L'apostolo non si presentò a Gerusalemme che dopo 3 anni e vide solo Pietro e Giacomo ( Galati 1:15-18 Ma Dio che m'aveva prescelto... si compiacque
di rivelare in me il Figlio suo perché io lo annunziassi
fra gli stranieri. Allora io non mi consigliai con nessun
uomo, né salii a Gerusalemme da quelli che erano
stati apostoli prima di me... Poi, dopo tre anni, salii
a Gerusalemme per visitare Cefa e stetti da lui
quindici giorni - NR ).

Se a Gerusalemme esisteva un'autorità centrale la condotta di Paolo sarebbe stata piuttosto strana. Inoltre l'apostolo stabilì la sua base operativa ad Antiochia e da lì intraprese i suoi viaggi missionari su incarico degli anziani di quella comunità. Alla fine dei suoi viaggi Paolo fece rapporto della sua attività agli anziani di Antiochia, non di Gerusalemme! Sempre ad Antiochia i discepoli di Gesù furono per la prima volta chiamati cristiani ( Atti 11:26 ...ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani. - NR ). Paolo andò a Gerusalemme solo dopo 14 anni di attività missionaria e solo su rivelazione divina:

"Poi, trascorsi quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme con Barnaba, prendendo con me anche Tito. Vi salii in seguito a una rivelazione, ed esposi loro il vangelo che annunzio fra gli stranieri; ma lo esposi privatamente a quelli che sono i più stimati, per il timore di correre o di aver corso invano." Galati 2:1,2 - NR

In altre parole Paolo agì in maniera indipendente dagli apostoli di Gerusalemme, guidato solo dallo spirito Santo. Questo mostra che i primi cristiani non consideravano Gerusalemme la sede dell'autorità centrale alla quale tutte le comunità cristiane dovevano sottomettersi. Con tutto ciò non si vuole sminuire l'autorità che, indubbiamente e giustamente, avevano gli apostoli, tuttavia non agirono mai come un corpo dirigente che si riuniva periodicamente per legiferare e dare disposizioni valide per tutto il popolo di Dio. Inoltre questa speciale autorità finì con la morte degli apostoli e nelle Scritture non c'è nessun riferimento ad un trasferimento o passaggio di poteri ad altri cristiani. Aggiungiamo che nelle Scritture non c'è menzione di adunanze simili a quella di Atti 15. Quindi quel consesso di apostoli e anziani si riunì soltanto in quella occasione e per una ragione del tutto speciale.

Segue un lungo commento del biblista Barnes del secolo scorso che in un suo commentario biblico afferma:

Si è soliti fare riferimento a tale concilio e ad assumerlo come base per tutti i successivi concili della chiesa, considerandolo una istituzione permanente, e alla stregua di autorevole corte d'appello. Niente è più inesatto, e per le seguenti ragioni:
(1) Esso non era assolutamente una corte d'appello in alcun senso. Si trattò in effetti di un'assemblea, riunita per uno scopo specifico: quello di dirimere una controversia locale della chiesa, per cui si richiedeva una decisione collegiale degli apostoli e degli anziani.
(2) Il concilio di Gerusalemme non ebbe in alcun modo le caratteristiche di un tribumale... I tribunali di giustizia sono investiti di un'autorità che mai nel Nuovo Testamento è conferita ad alcun corpo ecclesiastico umano.
(3) Non vi è il minimo indizio che alcunché di permanente derivasse da quel concilio, o di sue riunioni periodiche. I fatti riportati nel libro degli Atti dimostrano, invece, che quando sorgono delle difficoltà e delle controversie, è naturale rivolgersi a cristiani per ricevere consigli e direttive... ma il fatto che a Gerusalemme si fosse tenuto un concilio, a causa di una speciale situazione di emergenza non deve essere invocato per conferire autorità divina a queste assemblee periodiche...
(4) Si dovrebbe anche dire che alla decisione degli anziani e degli apostoli di quel tempo fu attribuito un grado di autorevolezza (cfr. cap. XVI, 4) della quale oggi non gode certamente nessun consesso umano, sia esso laico che ecclesiastico. Inoltre, non si dovrebbe mai dimenticare - cosa che invece il clero sembra facilmente trascurare - che nè gli apostoli nè gli anziani asserirono di avere alcuna giurisdizione sulle chiese di Antiochia, Siria e Cilicia; che essi non si arrogarono mai il diritto di evocare a sè questi casi; che essi non tentarono di <> sulla loro fede e sulla loro coscienza. Il caso di Gerusalemme fu un caso unico del quale essi furono investiti, e sul quale essi presero una decisione, ... essi non stabilirono che le decisioni future avrebbero dovuto essere trattate alla stessa stregua da loro o da loro successori o a un qualsiasi tribunale ecclesiastico. Essi evidentemente erano convinti che le chiese erano benedette con la più ampia libertà, e non previdero alcuna disposizione relativa ad una struttura di carattere permanente che avocasse a sé il diritto di legiferare sugli articoli di fede o quello di fare leggi che servissero a giudicare uomini già liberi nel Signore. - Barne's Notes pag. 235

Panfilo Gentile
Riporto anche una citazione dal libro "La storia del cristianesimo" di Panfilo Gentile:

La comunità [dei cristiani] in principio non aveva gerarchie stabilite, implicava anzi quale unione dei credenti in una stessa fede e aspiranti alla stessa dignità del regno, l'eguaglianza di diritto di tutti i membri, e costituiva una specie di democrazia diretta, nella quale tutti i poteri restavano alla comunità nel suo insieme... Gli stessi Dodici, pur godendo di un'autorità preminente, non costituivano però un collegio dirigente investito di poteri superiori a quelli dell'assemblea. In Atti è la comunità che decide la nomina di Matteo in sostituzione di Giuda ( Atti 1:15,16,23 In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli... e disse: Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù. Ne furono proposti due, Giuseppe detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia. - CEI ), che elegge i sette diaconi ( Atti 6:5 Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. - CEI ), che invita Barnaba come proprio rappresentante ad Antiochia (Atti 11:22 La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. - CEI ), che giudica la condotta di Pietro a Cesarea (Atti 11:1-4 Gli apostoli e i fratelli che stavano nella Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E quando Pietro salì a Gerusalemme, i circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi
e hai mangiato insieme con loro!». Allora Pietro raccontò per ordine come erano andate le cose - CEI ), che decide sull'evangelizzazione ai Gentili fatta da Paolo (Atti15:12,22; 21:22 Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Barnaba: Giuda chiamato Barsabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. - CEI ). Il che è confermato da Paolo stesso nella lettera ai Galati cap. 2

Se nel primo secolo fosse esistito un collegio dirigente con funzioni amministrative e vincolanti per tutti i cristiani allora è piuttosto strano che nel NT ci sia una sola menzione di un'adunanza di tale collegio. E` un fatto invece che in tutte le lettere del NT non c'è alcuna menzione circa un corpo di uomini designato alla sorveglianza di tutto il popolo di Dio del mondo antico. Un altro aspetto interessante lo troviamo nel libro dell'Apocalisse. In esso Gesù manda messaggi alle sette chiese dell'Asia Minore. Ebbene in nessun messaggio si indica che le comunità fossero sottoposte ad alcun altra autorità se non quella di Cristo.

Nascita e sviluppo del potere monarchico
Predetto lo sviluppo dell'autorità
L'apostolo Paolo parlando agli anziani di Efeso predisse i futuri sviluppi dell'apostasia dal vero cristianesimo:
Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il proprio sangue. Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge; e anche tra voi stessi sorgeranno uomini che insegneranno cose perverse per trascinarsi dietro i discepoli. Atti 20:28-30 - NR
Gli ulteriori sviluppi storici dimostrarono che alcuni, in seno alla congregazione, incominciarono ad attribuire un'importanza sempre crescente alla loro autorità. Naturalmente facevano appello al concetto che Dio conferiva loro questa autorità! Come potè accadere una cosa del genere? Paolo forse ci fornisce la ragione:
In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia. Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli! 2Corinti 11:20,21 - CEI
Un commentario biblico commenta così i versetti:
Con esse si vuol dire, indubbiamente, che i falsi maestri stabilirono la loro signoria sulle coscienze altrui, distruggendo la loro libertà di opinione e rendendoli ossequiosi alla loro volontà. Li privarono della loro libertà cristiana, proprio come se li avessero resi schiavi... - Barne's Notes
Anche al tempo dell'apostolo Giovanni esisteva un atteggiamento del genere:
Ho scritto qualche parola alla Chiesa ma Diòtrefe, che ambisce il primo posto tra loro, non ci vuole accogliere. Per questo, se verrò, gli rinfaccerò le cose che va facendo, sparlando contro di noi con voci maligne. Non contento di questo, non riceve personalmente i fratelli e impedisce di farlo a quelli che lo vorrebbero e li scaccia dalla Chiesa. - 3Giovanni 9,10
Possiamo affermare che dalla fine del primo secolo i primi semi dell'autoritarismo monarchico furono seminati nel campo cristiano.
Ragioni dello sviluppo del potere monarchico
Dai racconti scritturali si ha un quadro abbastanza chiaro del cristianesimo del primo secolo. I vincoli che univano i cristiani erano basati sull'amore, sulla speranza comune e nella fede in Dio. Le varie chiese vivevano e operavano senza il bisogno di un'autorità centrale che le coordinasse. Tuttavia un cinquantennio dopo la morte degli apostoli si sentì la necessità di un cambiamento. Ecco come lo storico Philip Schaff descrive la situazione del secondo secolo:
... vi era un impulso notevole verso la centralizzazione; vi era ovunque l'esigenza di compattezza, di solidità, di unità; e questa tendenza interna, fra i pericoli rappresentati dalle persecuzioni e dall'eresia, portò irresistibilmente la chiesa verso l'episcopato. In un tempo così critico e tempestoso, il principio che l'unione fa la forza e la divisione è debolezza, prevalse sopra tutto... Tale unità era garantita dal vescovo, che nei confronti della congregazione intratteneva un rapporto monarchico, o meglio, patriarcale. Nel vescovo si identificava il rappresentante visibile di Cristo, il Capo dell'intera chiesa... Nel vescovo le esigenze di guida e di sostegno che la gente cercava in Dio e in Cristo trovarono la loro piena realizzazione. - History of the Christian Church pag. 56,57
Il bisogno di centralizzare il potere per esigenze di compattezza e di unità portò al proliferare dei concili. Tuttavia dal primo concilio di Gerusalemme non nè seguirono altri per almeno un centianio di anni. Questo dimostra che ciò che accadde a Gerusalemme non costituì un modello da imitare. La storia mostra che tali concili erano aperti a tutti i membri della comunità in cui essi si tenevano. Col trascorrere del tempo la partecipazione fu ridotta drasticamente. Schaff dice:

Ma con l'avanzare dello spirito gerarchico, quello spirito repubblicano gradualmente sparì. Dopo il concilio di Nicea (325) solo ai vescovi fu concesso di assidersi e far udire la propria voce ... I vescovi, inoltre, non agivano come rappresentanti delle loro chiese, né in nome del corpo dei credenti, come avveniva in precedenza, ma in base al loro diritto di successori degli apostoli. History of the Christian Church pag. 178

Così con il passare del tempo la chiesa non fù più considerata una fratellanza mondiale unita dall'amore e dalla fede, ma divenne un'istituzione a tutti gli effetti. Cipriano scrisse:
Non può avere Dio come padre, chi non ha la Chiesa come madre. Se si fosse potuto salvare chi si trovava fuori dell'arca di Noè, anche chi si trova fuori della Chiesa si salverebbe.Opere di San Cipriano, UTET
Il principio cristiano che fuori di Cristo non c'è salvezza, fu ridotto a fuori della chiesa non vi è salvezza! In questo modo l'insegnamento biblico circa la salvezza per fede in Cristo e nel suo sacrificio di riscatto fu cambiato, o per meglio dire ampliato, includendo l'idea della "chiesa madre" e la sottomissione assoluta al vescovo. Naturalemente senza alcuna autorizzazione scritturale!

I processi storici del potere monarchico

Clemente Romano
Gradualmente, ma inesorabilmente, ci fu un progressivo abbandono della democrazia teocratica a favore del controllo gerarchizzato centrale. Nella prima lettera di Clemente ai Corinti (97-98) troviamo alcuni indizi di un primo cambiamento di tendenza:

Si rimproverano i Corinti di aver deposto i loro anziani. Questo indica una contestazione dell'autorità della chiesa di Corinto dalla chiesa di Roma.
Si sostenne il principio dell'elezione a vita del presbitero, primo passo verso una gerarchia stabile.
Si inizia a distinguere tra clero e laici.
Da Clemente Romano, Lettera ai Corinti, p.111, a cura di Igino Giordani, Istituto Missionario Pia Società S. Paolo, Roma 1944.

Ignazio d'Antiochia
La distinzione tra vescovi e presbiteri o anziani incomincia con Ignaziozio di Antiochia (verso il 110). Il vescovo diventa il perno focale della vita della chiesa:
Come Gesù Cristo segue il padre, seguite tutti il vescovo e i presbiteri come gli apostoli; venerate i diaconi come la legge di Dio. Nessuno senza il vescovo faccia qualche cosa che concerne la Chiesa. Sia ritenuta valida l'eucaristia che si fa dal vescovo o da chi è da lui delegato. Dove compare il vescovo, la sia la comunità, come là dove c'è Gesù Cristo ivi è la Chiesa Cattolica. Senza il vescovo non è lecito nè battezzare nè fare l'agape; quello che egli approva è gradito a Dio, perché tutto ciò che si fa sia legittimo e sicuro. (Agli Smirnesi)
Sottomettetevi anche ai presbiteri come agli apostoli di Gesù Cristo. I vostri presbiteri [presiedono] al posto del collegio apostolico. [Siate] sottomessi al presbiterio come alla legge di Gesù Cristo. (Epistola ai Tralliani, cap.2; Epistola ai Magnesii, cap.6)
Là dove appare il vescovo, là sia la comunità, come là dove è il Cristo, vi è pure la Chiesa cattolica... E' bene riconoscere Dio e il vescovo. Colui che onora il vescovo è onorato da Dio; colui che fa qualcosa all'insaputa del vescovo serve il diavolo.
il vescovo è l'immagine del Padre e i presbiteri sono il collegio degli apostoli. Senza di essi la chiesa non esiste (Trall. 3, 1).
Abbiate cura di fare tutto nella concordia di Dio, sotto la presidenza del vescovo che tiene il posto di Dio, e dei suoi presbiteri, che stanno al posto del senato apostolico (Magn 6, 1). Seguite tutti il vescovo nella stessa maniera con cui Gesù Cristo seguì il Padre e seguite pure il presbiterio come gli apostoli; quanto ai diaconi rispettateli come la legge di Dio (Smirn 8, 1). Tutti rispettino i diaconi come Gesù Cristo (Trall 3, 1).
Dalle fonti citate si deduce che la centralizzazione del potere monarchico iniziò con lo stravolgimento del ruolo degli anziani. Si cominciò a separarli dal resto dei fratelli (laici) e ad attribuire loro una speciale relazione con Dio e Cristo che di fatto li rendeva superiori al resto del gregge. Un'opera di consultazione - History of the Christian Church pag. 124 - riporta:

Il Nuovo Testamento non conosce nessuna aristocrazia nè nobiltà spirituale, ma chiama `santi` tutti i credenti, sebbene molti possano venir meno, per un certo periodo, alla loro vocazione. Né esso riconosce un sacerdozio particolare distinto dal popolo, in funzione di mediatore fra Dio e i laici. Esso conosce soltanto un sommo sacerdote, Gesù Cristo, ed insegna chiaramente il sacerdozio universale come la regalità universale dei credenti.
La disputa pasquale
Gli ebrei celebravano la ricorrenza pasquale il 14 del mese di Nisan (marzo-aprile). Le chiese dell'Asia mantennero questa data per la celebrazione della Pasqua. Naturalmente ciò voleva dire che così la Pasqua poteva cadere in qualsiasi giorno della settimana. La chiesa di Roma aveva deciso di seguire un metodo diverso, celebrare la festività nel giorno di domenica immediatamente successivo il 14 Nisan. Tutto ciò provocava un imbarazzante ostacolo all'unità dei cristiani. Il vescovo di Smirne, Policarpo, decise di andare a Roma per dirimere la questione. Era l'anno 154. Policarpo e il vescovo di Roma, Aniceto, non giunsero ad un accordo anche se mantennero un atteggiamento collaborativo. Successivamente le cose precipitarono:
Il vescovo romano Vittore (in Roma si era consolidata la prassi della celebrazione domenicale della Pasqua), ardì compiere un gesto di autorità fino ad allora mai osato: ruppe la comunione con le chiese d'Asia e le altre che seguivano il rito del 14 Nisan.Omodeo, saggi sul cristianesimo antico p. 490,491
Il sorgere della monarchia papale
Il vescovo Vittore agì quindi, nella controversia pasquale, come un vero papa. Anche se ci furono degli oppositori alla decisione di Roma (Policrate vescovo di Efeso e Ireneo di Lione) oramai il cammino che avrebbe portato al potere papale assoluto era stato intrapreso.

La sede centrale
Nei primi secoli, benchè venissero periodicamente indetti dei concili, non esisteva alcuna direttiva centrale che controllasse le congregazioni cristiane. Ben presto si arrivò anche a questo. Per gli stessi motivi che originarono a livello locale la nascita del potere vescovile, più tardi portarono alla costituzione di un centro visibile per la chiesa a livello internazionale. Con la convocazione nel 325 d.C. del concilio di Nicea iniziò la fase estesa di tali consessi fino a diventare con il tempo internazionali.
Il concilio di Nicea, convocato dall'imperatore Costantino, non ancora battezzato, stabilì come verità il dogma trinitario e mise al bando la teoria Ariana. Secondo la Storia Ecclesiastica di Socrate, Costantino scrisse alla chiesa di Alessandria, in Egitto, e tra le altre cose affermò:
poiché ciò che è stato affidato al giudizio di trecento vescovi non può essere altro che la dottrina di Dio.
Seguendo il concetto espresso sopra prese piede l'idea che se una dottrina è accettata dai capi di una chiesa essa diventa <>. A cosa portò questo graduale processo di centralizzazione? Al sorgere della Chiesa Cattolica! Man mano che l'organizzazione diventava sempre più potente ed estesa si rese necessario diversificare i poteri e i privilegi dando come risultato finale la creazione della Gerarchia ecclesiastica.
La tanto ricercata meta dell'unità dottrinale fu raggiunta a prezzo della perdita della libertà cristiana. L'ortodossia di un insegnamento o di un credo fu vagliato alla luce dell'autorità, non della Scrittura e del sano ragionare. Così si assistette ad uno stravolgimento di posizioni. Ecco cosa dice in proposito uno studioso:

... quando i cristiani divennero la maggioranza, e cominciarono a pensare che l'unico sistema atto a recare vantaggio alla loro causa era quello che era prima stato nemico e distruttore d'essa, allora fu l'autorità dei cristiani, che gradatamente, non solo rovinò l'onore del cristianesimo, ma quasi lo estinse fra gli uomini. McClintock and Strong's Cyclopedia, vol I, p. 553

Conclusioni
Come abbiamo già detto, la sola autorità che le Scritture conferiscono agli anziani è di servizio, non di dominio sulle coscienze altrui. Non si tratta quindi di prevaricare o costringere gli altri (i non anziani) a comportamenti richiesti. Anche quando c'è da correggere qualche comportamento errato lo si deve fare facendo ricorso alla ragione e alla persuasione, mai all'intimidazione o all'autoritarismo.

Il principio stabilito dal Signore in Matteo 23:8 Ma voi non vi fate chiamare "Rabbì";
perché uno solo è il vostro Maestro, e
voi siete tutti fratelli. - NR deve essere sempre tenuto in considerazione quando si legge qualunque dichiarazione delle Scritture del NT.

Ogni cristiano ha la seria responsabilità di accertarsi che ciò che gli viene insegnato venga dalla parola di Dio. La presunta autorevolezza di persone altolocate o ritenute tali, nel contesto sociale in cui si vive, non deve affatto influenzare la decisione personale di accettare o meno un determinato insegnamento. Gesù lo rese chiaro:

E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei. Giovanni 10:4,5

E` chiaro che devono essere le stesse pecore a riconoscere la voce del Signore, non possono delegare questo compito ad altri. Certo, questo comporta un impegno maggiore ed anche una certa sofferenza. Infatti è doloroso accorgersi che quanto creduto fino ad ora non corrisponde a verità. Ci vuole coraggio, determinazione e fede per estrapolarsi da un certo contesto religioso anche se solo mentalmente.

Credo che molti sistemi religiosi abbiano sviluppato nel tempo gli atteggiamenti descritti. Il commentario biblico di Lightfoot afferma:

L'ideale apostolico fu messo da parte, e in poche generazioni ben presto abbandonato. La visione durò solo per un certo tempo e quindi svanì ... Dal ruolo di rappresentanti e ambasciatori di Dio [alcuni uomini] passarono a quello di Suoi vicari [cioè Suoi sotituti, prendendo il suo posto]. Commento all'Epistola ai Filippesi, pag. 268

L'apostolo Paolo predisse il sorgere e l'evolvere di questi sviluppi religiosi quando scrisse la sua seconda lettera ai Tessalonicesi:

Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando sé stesso e proclamandosi Dio. Non vi ricordate che quand'ero ancora con voi vi dicevo queste cose? Ora voi sapete ciò che lo trattiene affinché sia manifestato a suo tempo. Infatti il mistero dell'empietà è già in atto, soltanto c'è chi ora lo trattiene, finché sia tolto di mezzo. E allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta. La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati. Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna; affinché tutti quelli che non hanno creduto alla verità ma si sono compiaciuti nell'iniquità, siano giudicati. 2Tessalonicesi 2:3-12 - NR

Lascio a chi legge, l'interpretazione del testo biblico.

In virtù di quanto detto si può dire che, entro il terzo secolo, il cristianesimo originale subì una metamorfosi radicale dando vita ad un sistema che poco avrebbe concesso alla libertà cristiana.


Saulo di Tarso

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omega per tutti [SM=x789055]





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Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo